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Il Ruzzo multato dalla Guardia Forestale

di Giancarlo Falconi
1 minuto

L'Inchiesta è della Procura di Teramo voluta dal Procuratore Guerriero.
I depuratori che non depurano, i fiumi sempre più inquinati, il Tordino tinto da scarichi continui, il mare che sintetizza l'illegalità del sistema.
La domanda rimane sempre la stessa " Come può essere arrivato il nostro acquedotto ad avere oltre cento milioni di euro di debiti senza aver adeguato il sistema di depurazione?
Il bilancio è pieno di alchimie contabili, ( dichiarazione a furia di documenti del segretario provinciale Teramo della Uil-Fpl-Di Giammartino durante la trasmissione App condotta da Rino Orsatti su Teleponte) che potrebbe far superare alla massa debitoria, l'asticella dei 150 milioni di euro di debiti.
I sindaci soci e le loro quote sono avvisati.
La Guardia Forestale dopo ripetuti controlli avrebbe sanzionato alla Ruzzo quasi 30 verbali per una somma che supera i 150 mila euro.
Chi pagherà?
I soliti cittadini della Provincia di Teramo o i dirigenti che hanno portato l'acquedotto teramano a una fallimentare gestione?

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Commenti

La credibilità del presidente Forlini e quella dell`azienda Ruzzo sono mortificate sino a che non si individuerà chi ha "sbagliato" veramente (bando a capri espiatori). Posto che forti responsabilità sono tanto della politica quanto del sindacato ; Forza Presidente comincia ad interessarti seriamente della "efficienza" passata ed attuale della tua dirigenza e certamente risparmieresti bei soldini per assumere personale "di vertice" forse più qualificato!! Non dispiacerebbe neanche a molti creditori !
L'abominio contro il ruzzo deve finire! Il ruzzo ha portato l'acqua in tutte le case mentre i comuni dovevano fare le fogne. Siccome non le hanno fatte, o non le han fatte bene, con la scusa del ciclo integrato han creato un mostro: la ruzzo reti! Un capro espiatorio: vergogna
"Come può essere arrivato il nostro acquedotto ad avere oltre cento milioni di euro di debiti senza aver adeguato il sistema di depurazione? " Bella domanda con risposta pagata: tutti pazzi per il pubblico e nessuno ha ancora capito che il marcio sta proprio lì. Il vecchio Consorzio del Ruzzo gestiva decentemente l'acquedotto per quanto consentivano le disponibilità idriche dell'epoca antecedente i lavori del traforo del Gran Sasso. E' vero, d'estate la Val Vibrata e la costa soffrivano la scarsità d'acqua perché la sorgente non aveva una portata sufficiente. Si rimediò in parte con la captazione delle sottocorrenti del Vomano che davano un'acqua di pessima qualità per chi era abituato al vero Ruzzo. Però avevano la casse in ordine con una cospicua riserva di liquidità (monetaria) oltre che idrica. Intervenne la politica, cioè il pubblico, e le cose cambiarono. Il Ruzzo, da consorzio idrico divenne immediatamente un poltronificio a beneficio dei partiti. Da un Consorzio si formarono TRE Consigli amministrazione con stipendi manageriali. Poi si moltiplicarono le assunzioni (fino a 250 in un colpo solo) e il patrimonio lasciato dal vecchio Consorzio se ne andò in costi del personale. E della rete idrica se ne sono fregati bellamente, creando un passivo pauroso, nonostante gli aumenti delle tariffe. Adesso sarà difficilissimo venirne fuori. Questi passivi ricadranno certamente sui contribuenti o attraverso un intervento della Regione o con ulteriore aumento delle tariffe.