Salta al contenuto principale

Teramo Lavoro, quando chi comanda è il problema

di I due Punti
6 minuti

Quando si sente insistentemente puzza di bruciato forse l'arrosto non è più mangiabile, però gli chef continuano a dirci che meglio di così non si può fare.
Se così fosse sarebbe stato meglio un panino al prosciutto.
Questo blog cerca costantemente di trovare il bandolo della matassa di ogni situazione di pubblico interesse, e di spiegare il più chiaro possibile ai suoi lettori cosa accade sulla scena pubblica.
Questione Teramo Lavoro Srl: abbiamo denunciato decine di volte circostanze che non appaiono neanche lontanamente simili ad una sana gestione, speriamo che le cose si chiariscano presto.
Aspettiamo intanto un minimo di trasparenza, perchè Catarra ancora deve fornirci il curriculum del Dott. Cretarola (F.to Il Centro), Amministratore unico della società in house della Provincia, per poter capire finalmente se uno straccio di laurea la possieda oppure no (e la questione non è secondaria ai fini della sua autoassunzione).
Inoltre vorremmo sapere, visto che il Presidente della Provincia si affanna a ripetere che è tutto a posto, come mai parti rilevanti della sua maggioranza come il capogruppo del PDL Micheli ed il consigliere Di Bonaventura hanno da tempo smesso di difendere l'Amministrazione sulla questione (forse conoscono notizie preoccupanti e si dissociano per tutelare la loro reputazione?).
L'ultima questione in ordine di tempo è quella della proroga bimestrale (marzo-aprile) dell'assistenza della società Teramo Lavoro per lo svolgimento dei servizi all'impiego e delle politiche attive del lavoro.
Primo fatto strano: il competente Dirigente del Settore Lavoro della Provincia, in data 29 febbraio, giorno di scadenza della precedente proroga, stranamente si presenta al lavoro ma ha un malore che gli impedisce di firmare l'atto di proroga (sembrerebbe che ad oggi sia ancora in malattia; dice il proverbio: anno bisesto, anno funesto).
Secondo fatto strano: il Funzionario con funzioni vicarie del Dirigente mette nero su bianco in calce all'atto di proroga del 29 febbraio che lui non vuole assumersi nessuna responsabilità in merito alle conseguenze, che scarica volentieri sul Direttore Generale (sembrerebbe che anche il Funzionario sia in malattia prolungata).
Terzo fatto strano: il Direttore Generale adotta formalmente l'atto di proroga pur svolgendo un ruolo di controllore nella vicenda, poichè presiede l'Ufficio del controllo analogo che deve vigilare sulle società partecipate della Provincia fra le quali, soprattutto, Teramo Lavoro.
Quarto fatto strano: l'atto di proroga, come detto del 29 febbraio, si limita a garantire la prosecuzione dei servizi fino alla fine di aprile 2012, cioè per due mesi, agli stessi patti e condizioni del contratto di servizio sottoscritto il 12.07.2010 e successivamente prorogato più volte fino alla scadenza del 29.02.2012. Ma cosa dice il richiamato contratto di servizio? In buona sostanza che Teramo Lavoro garantisce il supporto strumentale in cambio di una somma "onnicomprensiva" di poco più di 100.000 euro al mese a fronte dell'impiego di un numero di risorse umane che fornisca un monte orario/settimanale complessivo di lavoro di 1.417 ore. Il fatto strano consiste nella circostanza che la proroga bimestrale impegni una spesa di € 350.000 in luogo di quella presuntivamente congrua di poco più di 200.000 euro.
Il consigliere provinciale Sacco ha giustamente colto l'incongruenza e chiesto ragione a Catarra in qualità di socio unico di Teramo Lavoro.
E il Presidente, nella fretta di replicare, ha commesso tre passi falsi.
Infatti, Catarra sostiene che "L’aumento del costo del personale di Teramo Lavoro è dovuto, unicamente, all’applicazione del contratto di lavoro come si evince chiaramente dalla documentazione ufficiale: da luglio a dicembre del 2010, periodo preso a riferimento dal consigliere Sacco, i costi sono stati inferiori semplicemente perché i lavoratori non avevano contratti a tempo pieno. Quando, su precise e motivate richieste da parte della stessa dirigente del settore Lavoro, quasi tutti i contratti part-time sono diventati a tempo pieno, ovviamente, i costi sono aumentati".
Primo passo falso: se il contratto di servizio che si è esplicitamente prorogato richiedeva 1.417 ore settimanali, nulla rileva il tempo pieno o part-time dei dipendenti. Se si fosse voluto un aumento delle ore di servizio, più che prorogare il precedente contratto si sarebbe dovuto più correttamente dire che questa volta venissero richieste, ad esempio, 2.500 ore settimanali, sottoscrivendo un nuovo contratto alle nuove condizioni.
Secondo passo falso: Catarra attacca dicendo che "Quanto alla decisione di prorogare i contratti dei 60 dipendenti della Teramo Lavoro pagati con i trasferimenti del Fondo sociale europeo, fatto di cui evidentemente Sacco si rammarica, questa, è stata assunta unicamente per salvaguardare lavoratori e servizi in attesa di verificare se la programmazione pluriennale regionale del Fondo sociale europeo ci consentisse di procedere con le selezioni a tempo indeterminato così come avevamo previsto all’inizio di questa esperienza".
Il Presidente ignora che tutti i 110 contratti a tempo determinato dei dipendenti della società sono già a tempo indeterminato, come esplicitamente previsto dagli artt. 4 e 5 del D.Lgs. n. 368/2001.
Terzo passo falso: Catarra prosegue così: "l’Italia dei Valori mi deve dire (...) cosa bisogna fare di questi lavoratori che nessuna legge consente di stabilizzare".
Su questo punto la nostra redazione si è davvero stancata di sentirsi raccontare storielle che rimandano le responsabilità alla Regione o al Governo nazionale. È falso che la Provincia non potesse e/o non possa procedere ad assunzioni. Può ben farlo e saremmo lieti di poter fornire una mano in tal senso. La realtà è che rispettando i limiti di legge sulle assunzioni la Provincia può già dal 2012 assumere – fra tempi determinati ed indeterminati – almeno 12 unità a tempo pieno o 24/36 a part-time, ed altrettanto potrebbe fare negli anni a venire (ove restasse ancora in vita).
Per cui un oculato Piano triennale delle assunzioni potrebbe offrire finalmente le giuste opportunità di inserimento per lavoratori che prestano servizio alla Provincia da ben oltre dieci anni, svolgendo servizi essenziali per la collettività ed avendo acquisito una professionalità preziosissima.


 

Commenta

CAPTCHA

Commenti

.....ngulo quanto fa male sto articolo!!!! ...mo il pdl nazionale tutto si smuove per trovare una persona con un pò di cervello per rispondere!!! ...forse fanno rispondere la minetti, o la carfagna, oppure brunetta, o gasparri, goldrake, sbirulino!!! Chissà...
Tana... in galera tutti!!!!!!!!!! All'autore di questo scritto ricordo un altro punto nodale: COME sono stati scelti i "nuovi" assunti di TeramoLavoro, ovvero non gli ex precari della Provincia? Anche di costoro vorremmo vedere i curricula!
Il punto è, anche se vedo che non interessa, come hanno fatto questi "poveri" precari ad essere assunti?? perche tutti pensano a loro e nessuno ai disoccupati??? Facciamo così : altro giro altra corsa... insediamone di nuovi, tanto bisogna essere flessibili!!
Gli storici ne erano 60, gli attuali ne sono 110, la differenza fa 50. Chi li ha assunti gli ultimi 50 Signor Catarra? Se non li avesse assunti avrebbe avuto le rogne solo per i primi 60 assunti dal PD. Lei ha voluto pareggiare. E poi perchè sono precari?. Quando sono andati a raccomandarsi dai capi del DPL per entrare non penso sia stato assicurato loro l'assunzione a tempo indeterminato. Perchè dovremmo esprimere solidarietà a questi 50? Sono stati loro a forzare i politici affinchè fossero sistemati in Provincia a non fare niente e lamentarsi pure. I politici che qualche risposta pur la dovevavo dare ci hanno provato. Adesso le cose sono andate male. Diciamoci la verità, non era necessario assumerli. Già non hanno da fare niente quelli assunti a tempo indeterminato, figuriamoci i precari. Adesso se è possibile salvare qualcuno bisogna pescarli fra i 60 storici. I successivi 50 debbono tornare a casa tutti e rimescolarsi con i disoccupati. Li paghiamo noi caro Catarra per non fare niente. Se i politici attuali vogliono mantenerli, si cappiassero. Si ricordi che Lei amministra i soldi dei cittadini e loro vogliono almeno esprimere il diritto di controllo. Apra Lei Signor Catarra, magari a Notaresco, se ci tiene tanto, una Società privata e dia lavoro a questi precari. Se non si può toccare il portafogli suo Lei non deve toccare il nostro. In Provincia ci servono si e no, per i servizi che porta, non più di 150 persone. Mi risulta che tra effettivi e precari ne sono più di 500. Vergogna. Lei deve amministrare la provincia come se fosse un'azienda privata. Assumerebbe Lei 500 persone per dare indietro i servizi che rende ai cittadini l'ente provincia? Penso proprio dui no. E allora! Allora a casa tutti senza pietà. Il medico pietoso fa la ferita verminosa. Io non voglio metterci neanche un centesimo di mio per mantenere persone che stanno a riscaldare la sedia. E se non riscaldano la sedia i precari, la scaldano gli effettivi. Non c'è il lavoro per 500 persone. Vergogna. Abbia il coraggio di amministrare.
Che persona sensibile è diventata il presidente della provincia di Teramo!... Quando al suo insediamento non esitò a mettere alla porta i 14 precari che da anni lavoravano nella biblioteca provinciale, non era evidentemente ancora un uomo così attento alle problematiche sociali.
Fumetto interpretativo delle 3 foto di corredo all'articolo. Foto 1:...o Crotalo, ma che hai combinato, guarda che io non ci voglio entrare, io non ne so niente..io faccio il presidente di rappresentanza...non voglio problemi, son0 fatti tuoi... Foto 2:Alt!Fermati, nte preoccupa', ma con chi pensi di parlare?io ho già pensato a tutto... Foto 3:La colpa è di quelli che c'erano prima!Guardateli quanto sono brutti e comunisti!
La redazione darebbe una mano per nuove assunzioni? Anzichè smantellarle assumiamo? Ho le idee un po confuse..... maledetta ignoranza.. (la mia).
qui, in sintesi, c'è l'Italia. gente con scarsa voglia di lavorare, scarsa stima di sè, un istinto quasi naturale al lecchinaggio per ottenere quello che per una persona normale è una condanna: un "posto" di "non-lavoro" in uno dei mille e più carrozzoni pubblici o parastatali inutili. mi ritengo un osservatore attento della vicenda politica. leggo con interesse e speranza le dichiarazioni del governo Monti su "spending review: 100 miliardi di potenziali risparmi" o "abbassare la pressione grazie agli introiti della lotta all'evasione". intanto ci si prepara al rientro dalle vacanze (?) con due punti in più di IVA, con tutte le conseguenze che questo comporterà su prezzi, inflazione, capacità di spesa, consumi. e mi chiedo: nemmeno il governo Monti ce la fa ad arginare la pletora degli straccioni e dei loro elettori (dai taxisti ai farmacisti fino ai dipendenti pubblici fannulloni o inutili - anche se non tutti, ovviamente, sono inutili e/o fannulloni) o non è solo, quest'ultimo governo, un gverno-pompiere, intervenuto per spegnere l'incendio dello spread per poi riconsegnare il paese agli straccioni? in entrambi i casi: come se ne esce? qualcuno, se ne ha, mi aiuti: risposte costruttive, non sfoghi. buon lavoro a tutti (quelli che lavorano, con coscienza e serietà, anche nel pubblico, ovviamente).