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La Gammarana contro il progetto della pista ciclabile...

di Giancarlo Falconi
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Non concordo con chi ha redatto questo documento: che una pista ciclabile possa rovinare l'economia di un quartiere è cosa che desta meraviglia! Caso mai penserei il contrario come dimostrano le esperienze di altre città. Al di la delle considerazioni sullo stato delle strade, con cui certamente concordo, ho sempre ritenuto che uno dei problemi di Teramo sia la mancanza di piste ciclabili utili per recarsi al lavoro, in centro o fare spese, e in questa opinione ho sempre trovato l'accordo di tantissimi cittadini anche residenti nei quartieri. Per anni da ragazzo ho rischiato la vita muovendomi in bicicletta alla Gammarana. Adesso da Colleatterrato posso muovermi, per ovvi motivi di sicurezza, solo in auto, manca ogni percorso pedonale o ciclistico che unisca i quartieri della città. Poi non è affatto necessario parcheggiare sul (mal)delineato percorso pedonale, in gran parte della giornata basterebbe accettare di fare qualche metro a piedi.
Ovviamente: al di là ...
Premetto che non sono un simpatizzante del sindaco Brucchi e della sua numerosa giunta, tuttavia non condivido questo modo di criticare degli interventi di modifica della nostra città senza discutere sul contenuto dei progetti e sulle motivazioni che hanno dettato tali scelte. Ho l'impressione che a Teramo ogni volta che si prova a realizzare qualcosa ci si schieri contro a prescindere dalla bontà dell'intervento, come se si avesse paura di ogni cambiamento allo stato delle cose. Non conosco il progetto della pista ciclo-pedonale ma credo che difficilmente possa incidere negativamente sulla vivibilità del quartiere, che ha già una forte attrattiva per le attività di jogging, bike, passeggio...
Egregio Luciano, venga a Teramo centro dove le piste riservate ai ciclisti sono perennemente occupate da automobili e il Sindaco sta a guardare.
Di solito chi strilla fa sempre più rumore. Citiamo, sommessamente, alcuni esempi virtuosi, con la speranza che il buon senso abbia il sopravvento su imprevedibili sbalzi ormonali, sentito dire, preconcetti in buona e cattiva fede e interessi personali… http://www.ideegreen.it/la-bicicletta-aiuta-leconomia-locale-14914.htmlhttp://www.bikechannel.it/it/sport/news/lavoro-bici-aiutahttp://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2006/02/04/GO_20…http://www.ecodemravenna.it/2012/05/05/piazza-kennedy-e-mobilita-sosten…http://www.comune.prato.it/servizicomunali/piste/htm/motivi.htm e soprattutto questa… http://www.tuttogreen.it/bikenomics-perche-la-bicicletta-fa-bene-anche-…’economia-locale/ Buona lettura.
Gianca' ma non sei contento? Pensa che in Italia ci sono sindaci peggiori di Brucchi. E secondo Il sole 24 Ore ce ne stanno pure tanti. Il problema però è che io non ci credo. Non credo alle favole, ai concorsi, ai giornali, ai politici e a molto altro. Quanto avrei desiderato un sindaco come Cavallari. Forse almeno tu mi capisci.
@ luciano Artese al di la' ..... del bene e del male questa pista ciclabile non sa' da fare ( F. Nietzsche)
“La bellezza naturale del nostro Paese non è merito nostro. Ciò che può essere merito nostro è migliorare le periferie, che sono la parte fragile della città e che possono diventare belle” —Renzo Piano Un grande rammendo urbano e ancora prima sociale: un percorso ciclo-pedonale che raccordi i progetti previsti dall’amministrazione (la riqualificazione degli spazi ex aree industriali) la realizzazione della pista con i bisogni e i desideri di chi abita il quartiere. Un tracciato che attraversando la Gammarana diventi l’asse portante di una rete di spazi pubblici oggi inesistente. Un percorso educativo “sostenibile”, sia dal punto di vista sociale sia da quello ambientale, che metta in connessione gli spazi dell’istruzione e della formazione già presenti —i motori della trasformazione— tra di loro e con il sistema della residenza. Le scuole che “si aprono” al quartiere.Gli orti sociali e didattici. Nell’area a ridosso del fiume Tordino sono già presenti piccoli orti urbani . Un progetto per aumentare le aree da destinare all’orticoltura didattica, pensando a una gestione integrata tra associazioni e scuole, e aiutando l’interazione tra i diversi livelli educativi. Potrebbero inoltre crescere gli spazi da dare in gestione agli abitanti, favorendo così il ruolo sociale dell’attività e la trasmissione dei saperi tra generazioni. Il recupero delle acque piovane e la fitodepurazione delle acque reflue potrebbero garantire l’irrigazione degli orti. Le strutture dello sport. La riqualificazione dell’impianto sportivo dell'Acquaviva e il ripensamento delle palestre: sia sotto l’aspetto funzionale (prevedendo ad esempio attività di carattere educativo e sociale oltre a quelle sportive). Le sezioni stradali da riprogettare. Alcune strade sovradimensionate appaiono come elementi che dividono, vere e proprie barriere. Ridimensionare la sezione stradale, rallentando il flusso dei veicoli e favorendo la pedonalità e la ciclabilità, servirebbe a costruire un sistema di spazi pubblici continui e sicuri che siano realmente fruibile dai cittadini. Microinterventi sugli elementi urbani. Piccoli interventi magari realizzati in autocostruzione insieme agli abitanti, possono diventare “generatori di bellezza” e allo stesso tempo aumentare nei cittadini il senso d’appartenenza e di protezione verso gli spazi comuni. Luoghi per il gioco. Spazi di divertimento per i bambini che, non avendone a disposizione, oggi sono costretti a giocare in luoghi non sicuri. Il verde e il paesaggio. Spazi destinati a verde e mai realizzati sono un’opportunità per aumentare in modo esponenziale la qualità della vita nel quartiere, dal punto di vista sociale e ambientale. Una progettazione del verde attenta a questi aspetti è essenziale per la riuscita dell’intervento. Ci sarebbero tante altre idee. Su alcune di queste idee ci dovremmo confrontare e non dire semplicemente no al progetto dell'amministrazione comunale che cerca in questo caso di portare avanti una proposta che va nella giusta direzione.
Mi sembra di tornare al passato quando ci si domandava se pedonalizzare il centro storico era giusto, giusto è migliorare la qualità della vita dei cittadini di chi abita ma soprattutto per lasciare in eredità qualcosa di più "Green". Nello specifico della Gammarana si renderebbe più vivibile aumenterebbe il valore "aggiunto" già vocato allo sport e al verde e poi speriamo che sia solo un trampolino di lancio per gli altri quartiere che copino dalla Gammarana. Rendiamo giustizia ad una città che potrebbe essere ciclabile con una minima spesa mi auguro non si debba più parlare di questi problemi. Tirame anninz!!
Il mio name è già un commento. Scusate, ma si parla del quartiere Gammarana dove si ricaverà un parcheggio di oltre 100 stalli dall'area di risulta della stazione o si parla di un'altra Gammarana? Si può certo criticare un progetto, ma si puntualizzi su quali tratti ci sono riserve, quanti degli attuali posti auto verrebbero sacrificati per far posto alla pista ciclabile, quanti di questi posti auto sono in realtà irregolari e costituiscono intralcio e pericolo per pedoni e ciclisti..... Dovunque si propone una qualsiasi limitazione alle auto per far posto ad altre forme di mobilità, si mettono in moto i "raccoglitori di firme" che usano sempre gli stessi argomenti, che si parli di via Capuani, di corso Cerulli, di p.zza Dante o della Gammarana. Di solito i promotori sono negozianti, di solito nessuno replica, di solito vincono loro e semplicemente NON SI FA NULLA! E' anche grazie ai soliti "raccoglitori di firme" che la città (nel suo complesso) è indietro di qualche decennio sui temi della mobilità sostenibile e molti quartieri sono ostaggio di un traffico invadente, degradante ed insostenibile. Spero che dal quartiere Gammarana giunga una pronta replica a questo comunicato.
Teramo: pista ciclabile alla Gammarana e altre storie. Quando la bicicletta diventa il nemico pubblico numero 1. Il Coordinamento Ciclabili Abruzzo teramano, dopo il servizio del sempre ottimo Giancarlo Falconi sul dissenso dei cittadini del Quartiere Gammarana di Teramo in merito alla realizzazione della pista ciclabile progettata dall'amministrazione Brucchi, vuole dare alcuni elementi di riflessione in un dibattito che, si spera, porti questa città a diventare, realmente, la città del pedone e della bicicletta. Da anni, come coordinamento di diverse associazioni che hanno a cuore i temi della mobilità sostenibile, della tutela dell'ambiente e della vivibilità degli spazi urbani, chiediamo alle amministrazioni comunali di mettere in atto azioni concrete per restituire ai cittadini gli spazi urbani, permettendone la fruizione, prioritariamente, a piedi e in bicicletta. In molte città europee e in alcune città italiane tale scelta è stata già fatta, e tutti i dati dicono che è la scelta giusta. A livello di pianificazione urbanistica il pensare la città con un punto di vista autocentrico si è dimostrato perdente, anche se dalle parti nostre ancora in pochi lo comprendono. L'invasione delle auto di spazi che dovrebbero essere patrimonio dei cittadini, favorendo il gioco dei bambini, la socializzazione nei quartieri, il passeggio e lo stazionamento di giovani e anziani, è diventata, purtroppo, una schiavitù di cui non riusciamo a fare a meno. E quando un'amministrazione, come quella teramana, dopo anni di promesse e tentativi, spesso falliti, mette in campo un'azione che va finalmente nella direzione giusta, non sorprende il fatto che un "intero" quartiere si ribelli. Tralasciando il fatto che, spesso, fa molto più rumore un singolo che grida che una folla silenziosa (e quindi bisognerebbe capire "chi" è, nel quartiere, che è contrario al percorso ciclabile), va sottolineato come nei nostri quartieri, sostituire ad esempio molti parcheggi per auto con quelli per bici, realizzare piste ciclabili laddove l’auto è regina, favorire l'uso del mezzo pubblico rispetto all'auto privata, non solo renderebbe più vivibile il centro abitativo ma aiuterebbe chiunque a stare più in sintonia con l’ambiente circostante senza dover sopportare eccessivamente i problemi legati al traffico: la salute delle famiglie, così come l’umore di ogni singolo cittadino, accoglierebbero positivamente tale cambiamento in modo da impiegare meno soldi nella cura della salute ed evitare incidenti dovuti all'utilizzo, spesso improprio, del mezzo meccanico. Ma privilegiare la mobilità pedonale e ciclabile non ha effetti solo sulla salute, fisica e psichica, delle persone. Riprendendo un articolo pubblicato on line, sul sito tuttogreen, evidenziamo come la bicicletta, ovunque si sia scelto di privilegiare il suo utilizzo rispetto a quello dell'automobile, si dimostra essere un canale efficace in termini di contributo all’economia, specie l’economia locale, al punto che in America è stato coniato il termine Bikenomics, da fusione delle parole bike, bicicletta ed economics. Questo per due ragioni principali: in primo luogo usare più la bici significa risparmiare e aumentare il reddito disponibile per i consumi locali (gestire un auto media ha un costo annuo di circa 4.000 euro). In secondo luogo, muoversi in bici nel proprio quartiere / città e non usare la macchina per fare acquisti, magari a decine di chilometri di distanza, ci costringe a scoprire meglio e privilegiare l’offerta più vicino alla nostra residenza. Last, but not least, l’indotto, anche solo turistico, delle due ruote: si pensi che in uno stato medio-grosso degli USA, il Wisconsin, uno studio parla di una bike economy, di un impatto economico, turistico in primis, della bicicletta, che da solo vale 1,5 miliardi su base annua per lo Stato. In Europa uno studio dell'Unione Europea dimostra che il turismo in bicicletta muove qualcosa come 44 miliardi di euro l'anno, di cui 2 miliardi in Italia. Insomma, bicicletta vuole dire più soldi che restano nella comunità: partendo dalle realtà più immediate come il fatto che l’utilizzo della bicicletta per recarsi al lavoro migliora chi la utilizza di conseguenza il datore di lavoro vedrà più profitti o che lasciando l’auto in garage, e girando la città pedalando, i negozi della città risulterebbero essere un’attrattiva maggiore. La comunità, inoltre, vedrebbe destinarsi più soldi dato che i cittadini non si impegnerebbero più grosse somme per la benzina, le assicurazioni e per l’acquisto dell’auto. Certo è che, per far sì che questo avvenga, è comunque necessario mettere a disposizione i giusti strumenti: un servizio di bike-sharing semplice, un trasporto urbano efficiente, percorsi promiscui sicuri che permettano la convivenza di auto, ciclisti e pedoni (zone 30) e che colleghino i percorsi esclusivamente ciclabili, parcheggi di scambio e politiche di incentivazione dell'utilizzo del mezzo pubblico, delle due ruote e delle gambe al posto dell'automobile. Sicuramente il progetto della Gammarana è solo un primo passo, e andrà coordinato con altre progettualità (in primis il collegamento ciclabile con i parchi fluviali ed il percorso ciclabile Teramo-S.Nicolò a Tordino), con la realizzazione, dove non è possibile costruire piste in sede propria, di zone 30; con l'attivazione del bicibus e del piedibus; con il potenziamento del trasporto pubblico urbano su gomma e del trasporto ferroviario; con politiche che favoriscano il posteggio dell'auto ai margini della città (per i non residenti) e l'utilizzo del mezzo pubblico e/o della bicicletta; con la realizzazione di parcheggi protetti per le biciclette e parcheggi di interscambio auto/bici; con la valorizzazione degli ambienti urbani per renderli a misura d'uomo e permettere ai pedoni, e ai ciclisti, di fruirli in sicurezza per tutto l'arco dell'anno, in modo che la città torni ad essere uno spazio per i cittadini, e non un enorme parcheggio per le loro auto. I critici diranno: e noi le macchine dove le mettiamo? Ogni rivoluzione ha bisogno di tempi, e di qualche sacrificio. Se il Comune, e i cittadini, avranno il coraggio, e la lungimiranza, di andare avanti per la giusta strada, sicuramente ci sarà sempre meno bisogno di auto, e di spazi per parcheggiarle. Nel frattempo potrebbero essere realizzati spazi di sosta di prossimità, dove realizzare anche cicloparcheggi, in modo che residenti e visitatori possano spostarsi agevolmente nel quartiere, raggiungendo il proprio mezzo in tempi brevi. In Europa quasi tutti i quartieri sono zone 30, dove l'auto è elemento marginale della mobilità, che privilegia i pedoni e i ciclisti. Teramo potrebbe essere la città del pedone e della bici, ma soprattutto la città dove tutti i suoi abitanti siano contenti di vivere serenamente, senza i pericoli del traffico, godendo dei propri spazi urbani finalmente riconquistati. Invitiamo quindi l'amministrazione ad andare avanti per la sua strada, pur coinvolgendo i cittadini nelle scelte, organizzando incontri di sensibilizzazione, momenti di confronto, discussione su progetti reali, ricalibrando le scelte quando necessario, ma tenendo sempre bene in mente che la città autocentrica ormai è un retaggio di un passato che non può più tornare.
Il quartiere più lamentoso di Teramo. Ogni cosa è sempre un problema, dal retro stazione al lotto zero etc etc. Addirittura le bici rovinano le attività commerciali....quali ?
Be forse lei non lo sa ma nel quartiere ci sono circa trenta attività commerciali. Non vedo cosa ci sia di male che un esercente si preoccupi se questo progetto possa arrecare danni alla sua attività visto che è fonte di sostentamento per lui e per i propri dipendenti, inoltre vi assicuro che non sono gli unici a non essere d'accordo ma la maggor parte dei residenti e di chi per vari motivi frequenta il quartiere. Una pista ciclabile ha senso se collegata al centro o all'altra pista ciclo pedonale quella del parco fluviale,non ha senso così una pista ciclo pedonale che riguarda solo via tripoti e via gammarana
Fermo restando il rispetto per le opinioni altrui mi preme intervenire ed esprimere la mia opinione sulla questione sollevata dal Comitato di quartiere Gammarana in riferimento alla contrarietà alla realizzazione della pista ciclabile. Per anni in Consiglio Comunale mi sono battuto per al realizzazione di piste ciclabile immaginando una mobilità che favorisse il rispetto dell’ambiente e della vivibilità degli spazi urbani, immaginando tra l’altro un forte espansione di esse non solo all’interno della città ma anche di collegamento con il mare e con i territori interni, una espansione senza limiti che potesse favorire la valorizzazione dei nostri straordinari territori a livello turistico. Dispiace costatare che all’inizio di un percorso di realizzazione di pista ciclabile si materializzi la contrarietà ad un progetto che è solo l’inizio di un percorso virtuoso dal punto di vista ambientale e anche in termini di sicurezza e miglioramento della salute dei cittadini. In molte città italiane si sta andando da tempo in questa direzione per non dire quello che succede da tempo nei paesi del nord Europa. Sicuramente la pista ciclopedonale potrà, per alcuni aspetti creare qualche problema al Quartiere, ma nulla di particolarmente grave da dovere rinunciare ad un percorso di sviluppo virtuoso in termini di mobilità, rispetto ambientale e valorizzazione dei nostri territori che potrebbero una volta allargatosi all’interno dei territori, sia verso la montagna e sia verso il mare, creare anche posti di lavoro. Valdo Di Bonaventura
LA CITTA' COME MUCCHIO DI AUTO O LA QUALITA' DELLA VITA? Attualmente la Gammarana è un ammasso caotico di auto. Quando in molte città italiane e in tantissime città europee si progettano e realizzano piste ciclo-pedonali, dove al centro del vivere urbano sta il diritto della persona a camminare, passeggiare e andare in bici, a Teramo ciò non sembrerebbe possibile. A Teramo dovremmo arrenderci alla sedentarietà di coloro che vorrebbero entrare con le loro auto dappertutto, parcheggiare a un metro dal loro portone? Ormai le città diventano appetibili e vivibili, come viene documentato in modo inoppugnabile da tutti gli indicatori e le ricerche effettuate. In quelle città dove gli ambienti urbani sono progettati, modificati e realizzati a misura d'uomo per permettere ai bambini, agli anziani, ai pedoni in genere e ai ciclisti di fruirli in sicurezza aumenta la qualità della vita, aumenta il piacere di vivere in ambienti dove le persone "sentono" nell'aria che respirano e nella cura al verde e agli spazi progettati di stare "a casa". Questa è la sensazione che si prova: abitare un quartiere come "casa comune" del benessere. Per questo concordo con il Progetto della pista ciclo-pedonale, che può avere la sua naturale prosecuzione da un lato verso i parchi fluviali, dall'altro verso il percorso degli orti e verso un percorso ciclo pedonale verso San Nicolò, di facilissima realizzazione e poi verso Giulianova. D'estate giro in bici con la mia famiglia nelle città italiane ed europee e lungo i loro fiumi. Le piste ciclo pedonali veicolano e aggregano milioni di turisti, perchè accanto alle piste si sono sviluppate moltissime iniziative economiche, turistiche e ricreative. Questa è la realtà documentata e documentabile di tantissime città italiane ed europee. Questo è il futuro civile, urbano ed economico. Le auto servono a collegare tra di loro le città, servono per gli spostamenti, non possono trasformarsi nella MORTE DI UNA CITTA', NEL MUCCHIO SELVAGGIO SOTTO CASA. Animo!!! Un'altra città, un altro mondo sono possibili, sempre! Il Progetto alla Gammarana è migliorabile? Ci sono dei punti critici? Discutiamone!!!! Ciò che è irrinunciabile è il BENESSERE IN GAMMARANA, la sua vocazione sportiva e al verde. Anni fa ho visto un vecchietto disabile, senza una gamba, che camminava in mezzo a Via L. Tripoti, perchè in entrambi i lati della strada MUCCHI DI AUTO. Era un residente in Gammarana. D'altro canto circa quarantanni fa l'allora Comitato di quartiere si battè e vinse perchè proprio in fondo a Via Luigi Tripoti, nell'area del "curvone", di fronte al Parco della Scienza, non si edificasse. Oggi i bambini e gli anziani hanno verde, invece di cemento! Anzi, degli anziani hanno avuto la possibilità grazie a quell'impegno civico del Comitato di quartiere Gammarana di attrezzare uno spazio per la loro vita di relazione. Cittadini illuminati allora, quarant'anni fa, organizzati nel Comitato di quartiere videro lontano!!! Oggi ci tocca vedere lontano, anche se spesso L' ESSENZIALE E' INVISIBILE AGLI OCCHI! Giovanni Pettinaro
caro mario,i cento stalli che dovrebbero nascere alla stazione non riguardano sicuramente i residenti della gammarana a meno che qualcuno ci dica di andare a parcheggiare a piazza garibaldi.i pr5omotori della raccolta firme non sono i commercianti e artigiani bensì i residenti,comunque non vedo lo scandalo di chi difende la propria attività.per quanto riguarda i parcheggi irregolari,io non credo che tu venga dalla luna,sono in tutto il mondo e sicuramente quelli che trasgrediscono,non parcheggiano ma sostano. nessuno è contrario al fare,ma,una pista ciclabile ha un senso se serve a collegare il centro o ad altre periferie,ma cosìcome è stata progettata diventa un circuito e basta. il tanto beneficio che porterebbe questo circuito quante persone né usufruirebbe 20,30,40 a discapito di tutto il quartiere perché verrebbero ridotti i parcheggi della metà,se come dice qualcuno,c è un traffico bestiale,figuratevi cosa accadrà dopo. caro Alfonso i bisogni e i desideri non sono la pista ciclabile che tu evochi come collettore di altri progetti,appunto,appunto ,progetti che né tu né io vedremo mai.
Gentile sig. Migliari, il problema della sosta per residenti è comune in tutta la città o quasi. Qualche quartiere più fortunato (Santa Maria Bitetto, in centro storico) ormai da 3/4 anni gode del privilegio di avere aree di sosta riservate ai soli residenti (e similari). Dopo anni di chiacchiere e di polemiche da parte dei soliti "raccoglitori di firme", forse finalmente questa soluzione sarà estesa ad altri quartieri del centro storico (forse forse...) Alla Gammarana si riservino aree di sosta ai soli residenti (e similari) e vedrà che, d'incanto, spariranno molte firme in calce al documento presentato. Nessuno scandalo sul fatto che taluni esercenti difendino la propria attività: sono decenni che gli esercenti teramani"difendono" la propria attività bloccando o rallentando o boicottando le iniziative volte a migliorare la vivibilità dei quartieri cittadini. Semplicemente è ora di dir loro basta. La città non è loro! Loro non sono la città! I residenti ormai da decenni sopportano l'irrazionalità di un sistema che non garantisce affatto la sosta sotto casa a chi deve rientrare nella propria dimora. Anzi: il residente, dovendo lasciare l'auto in sosta per parecchie ore, deve trovare un posto "decente", che però è un miraggio in qualunque quartiere vivo ed attivo. Chi invece nel quartiere non risiede e deve sbrigare solo qualche faccenda, lascia l'auto dove capita, contando sulla scarsità di controlli. Quindi il residente è svantaggiato. Se non bastasse il residente si ritrova magari impossibilitato ad entrare od uscire di casa perché gli hanno parcheggiato un'auto davanti al portone per sbrigare una rapida faccenda lì vicino! Eppure i residenti sarebbero d'accordo con questo marasma! Sarà perché vengono male informati sulle reali possibilità di migliorare la propria condizione? Il sig. Pettinaro, nel suo commento, parla di "MUCCHI DI AUTO" riferendosi specificatamente alla Gammarana: molto incisivo! Sui collegamenti tra i vari percorsi ciclabili sono d'accordo sulla necessità di crearne.
Scusi Signor Mario nn so che lavoro lei faccia ma i commercianti "difendono" la propria attività cioè il loro lavoro e il lavoro dei propri dipendenti e non ci vedo niente di sbagliato...a maggior ragione di questi tempi...
@anonimo 19.07: i commercianti possono dire ciò che vogliono, io ho smesso di ascoltarli perché dicono sempre le stesse cose, in tempi di crisi o in tempi di boom, in centro storico o alla Gammarana. Gli affari dei commercianti chi li conosce? Loro ci dicono se vanno bene, loro ci dicono se vanno male (a dire il vero i commercianti dicono che i loro affari vanno male SEMPRE!). Allora? Allora non può essere questo un metro di misura. Il metro di misura è quante macchine entrano ogni giorno in un quartiere. Quante macchine possono trovare posto ogni giorno in un quartiere. Quante auto ogni giorno occupano in un quartiere spazi non propri. Quante auto ostacolano la libera circolazione degli altri utenti della strada (i pedoni, gli anziani, i bambini, i disabili, i ciclisti....). Alla Gammarana ci sono "MUCCHI DI AUTO"? Alla Gammarana pedoni, ciclisti, bambini, disabili, anziani si muovono con difficoltà lungo certe strade? I commercianti li vedono? No! I commercianti difendono la propria attività! Loro dei "MUCCHI DI AUTO" se ne fregano, così come dei disabili, dei bambini, degli anziani, dei ciclisti e dei pedoni. Loro se ne fregano di tutto ciò che avviene fuori dal proprio negozio, ma va benissimo così! I residenti cosa vedono? Cosa difendono loro? Cosa vogliono? Che tutto resti così com'è perché non si può pretendere di meglio? Allora si accodino ai commercianti e firmino pure i loro comunicati!
caro mario,insisti con i raccoglitori di firme,fai l esempio di s. maria bitetto,secondo me dormi un pò,perchè al centro storico,i residenti sono venti anni che possono parcheggiare e transitare dove agli altri cittadini è proibito. cosa giusta. Forse le chiacchiere e le polemiche le fai tu,con i tuoi ragionamenti fumosi,ma molto fumosi,altresì,noto un certo astio nei confronti dei commercianti, che mi sa di una certa invidia. é vero,la città non è nostra,ma nemmeno tua,tu parli così perchè non vivi alla gammarana, come qualche altro personaggio che come te commenta. Ed è vero che noi non siamo la città,nemmeno tu.per tuo sapere mai nessuno ha chiamato vigili o chi che sia perchè non poteva uscire di casa.in un altro scritto tuo se non sbaglio hai detto che rischiavi la vita a venire in bicicletta alla gammarana. Ho 62 due anni,nato e vissuto qua è accaduto una sola volta un disgraziato incidente,dove abbiamo perso il figlio di un nostro amico,non se ne sono verificati altri,q1uindi questa pericolosità la vedi solo tu.Ora ti prego,non ti permettere di dire che a noi non c è ne frega niente degli anziani,dei disabili, tu la gente che vive qui non la conosci,quindi non offendere. Il caro amico giovannino dovrebbe essere un po più cauto prima di esprimere credo un suo personale pensiero,siccome lui fa parte del comitato di quartiere,rispetti o almeno ascolti chi lui ha scelto di voler rappresentare.
Gentile sig. Migliari, provo a non dilungarmi troppo: non sono stato io a parlare di "pericolo di morte" ma il sig. Artese, in ogni caso i parametri che definiscono la vivibilità di un quartiere non sono certo il numero di persone che restano ferite o che addirittura perdono la vita muovendosi nel quartiere. I parametri sono altri (per fortuna!). Riguardo al centro storico: solo una piccola parte del centro storico di Teramo è una ZTL, in cui entrano solo gli autorizzati. Tutto il resto?Via Savini è un bordello, addirittura il Corso De Michetti è ancora un bordello (nel 2015!!), p.zza Verdi, p.zza Martiri pennesi, p.zza Dante, p.zza del Carmine: bordello. L.go Proconsole bordello, via Comi, via Paladini, via Milli: bordello....) In gran parte dell'area ZTL la sosta è vietata a tutti, anche ai residenti: p.zza Martiri, p.zza Orsini, C.so S.Giorgio, C.so Cerulli, via Delfico.... I commercianti si opposero strenuamente quando si decise di limitare il traffico in C.so Cerulli. Fosse stato per loro p.zza Martiri della libertà sarebbe ancora un parcheggio! I commercianti da anni impediscono che la centralissima via Capuani sia stabilmente ZTL e da anni la via si apre, poi si richiude, poi a Natale si riapre, poi si richiude... Adesso la via è aperta a tutti la mattina per favorire la sosta dei clienti, ma i posti auto sono in realtà stabilmente occupati dagli stessi commercianti e dai residenti. Una situazione assurda dettata dalle richieste dei commercianti della via (o meglio: di una parte di essi). Santa Maria Bitetto è l'unico quartiere in cui, senza particolari polemiche, decine di posti auto sono stati riservati ai soli residenti (e similari). Guarda caso è un quartiere in cui ci sono (da sempre) pochissimi commercianti. Il fatto che i commercianti siano poco attenti alle esigenze degli utenti deboli della strada si evince dal comunicato stesso, in cui di questa categoria non si parla affatto. Si parla invece di parcheggi, parcheggi, parcheggi e ancora parcheggi, senza nessun accenno a quanti di questi attuali "parcheggi" rubino spazio a chi si muove a piedi. Per gli autori del comunicato, in via Tripoti, a piedi, ci si muove benissimo! Sig. Migliari, se alla Gammarana gli spazi per pedoni e ciclisti ci fossero (com'è giusto ci siano in qualsiasi quartiere voglia definirsi "vivibile") non staremmo qui a discutere: si tratterebbe solo di segnalare, razionalizzare, definire e delimitare meglio quegli spazi già esistenti. La proposta di una pista ciclabile alla Gammarana non avrebbe quindi dovuto provocare particolari reazioni negative. Invece la reazione c'è stata! Perché? Perché evidentemente tutti gli spazi per bici e pedoni sono stati negli anni usurpati dalle auto e ora qualcuno vuole far credere che quella attuale sia la migliore situazione possibile per il quartiere. Al limite al limite al limite, se proprio bisogna fare qualcosa per migliorare il quartiere, che si rifacciano gli asfalti.... Sig. Migliari, lei ha ragione quando dice che la città non è mia, ma lei ha mai letto sui giornali locali il titolo "MARIOBICI DICE SI ALLA ZTL"? No, non l' ha mai letto! Ha idea invece di quante volte io abbia dovuto leggere il titolo "I COMMERCIANTI DICONO NO ALLA ZTL"? Un cordiale saluto.