Qualcuno avrebbe la condiscendenza di spiegarci cosa succede in Provincia? Possibile che non passi giorno senza dover segnalare qualche anomalia?
Potrà anche essere tutto normale, ma a noi non sembra affatto.
In primo luogo il Presidente Catarra dovrebbe spiegarci come sia possibile che lo stesso Dirigente Dott. Leo Di Liberatore sia al tempo stesso a capo del Settore Viabilità e Grandi Infrastrutture (laddove cioè l’Ente spende decine di milioni) e del Settore Ragioneria che dovrebbe controllare la legittimità di ogni singola spesa.
Il controllato è anche controllore, così non sorgono problemi.
Ma problemi ne sorgono eccome.
Il precedente Dirigente del Settore Viabilità era l’Ing. Agreppino Valente, collocato a riposo per dimissioni volontarie in data 01.07.2011 in quanto in possesso dei requisiti per il diritto alla “pensione di anzianità” (quindi non per il diritto alla pensione di vecchiaia).
Il successore alla guida del Settore, Dott. Leo Di Liberatore, con determinazione n. 559 del 05/07/2011 (cioè quattro giorni dopo il pensionamento dell’Ing. Valente), nomina quale Coordinatore della Sicurezza in Fase di Esecuzione dell’appalto della pedemontana (secondo Lotto funzionale da Fosso Faiazzi allo svincolo di Floriano, appalto del valore di appena € 18.369.000,00) proprio l’Ing. Valente, impegnando per tale incarico ben € 60.000,00 e stabilendo la decorrenza dell’incarico stesso dal 02.07.2011, cioè pure retroattivamente.
E perché Di Liberatore ritiene necessario affrettarsi a fare tale nomina scegliendo proprio l’ex collega?
Perché con la velocità della luce egli ha “considerato il notevole carico di lavoro in capo ai tecnici del VI Settore” (Viabilità), e tale situazione gravosa lo ha indotto a “ricorrere, per lo svolgimento dell’attività di Direzione Lavori e Coordinamento della Sicurezza in Fase di Esecuzione, a professionisti esterni”. Se ne deduce che la pletora di ingegneri che affolla il Settore Viabilità è troppo impegnata per svolgere quello che rappresenta di certo l’incarico più importante dell’appalto più oneroso attualmente in essere presso la Provincia.
Ma il Dirigente Di Liberatore, nella stessa determinazione, dice una cosa completamente diversa affermando di aver “considerato, in particolare, (…) che non ci sono le condizioni per nominare personale interno attesa la carenza in organico di una figura tecnica disponibile ad eseguire tale servizio”. Se ne deduce che non è più vero che gli ingegneri interni siano troppo impegnati, bensì che non vogliano tutti espressamente ricoprire un tale incarico (da quando in qua i dipendenti hanno diritto di rifiutarsi di ricevere un incarico dal proprio Dirigente? A termini di legge e di contratto tale diritto non esiste).
Inoltre Di Liberatore ha “considerato che la procedura di gara per l’affidamento del servizio di Direzione Lavori e Coordinamento alla Sicurezza in Fase di Esecuzione non è stata ancora completata”. Ne discende che la procedura per l’affidamento all’esterno sia stata quantomeno iniziata.
Di Liberatore, sempre nella stessa determinazione del 05.07.2011, afferma di aver “considerato altresì i tempi ristretti che non consentono l’espletamento di una procedura concorsuale senza evitare l’interruzione dei lavori”. E perché mai i tempi non sarebbero stati sufficienti, dato che l’Ing. Valente aveva formalizzato la propria intenzione di essere collocato in pensione il precedente 23.02.2011, cioè quattro mesi e mezzo prima?
Tutte le circostanze appena enucleate andranno verificate nel dettaglio nelle opportune sedi di controllo interno, ma ce n’è una che deve immediatamente giungere sul tavolo del Procuratore regionale della Corte dei Conti Abruzzo: quella concernente l’illegittimità dell’incarico affidato da Di Liberatore a Valente.
Infatti, la Legge n. 724/1994 all’art. 25 (“Incarichi di consulenza”) prescrive al primo comma che “Al fine di garantire la piena e effettiva trasparenza e imparzialità dell'azione amministrativa, al personale delle amministrazioni (pubbliche), che cessa volontariamente dal servizio pur non avendo il requisito previsto per il pensionamento di vecchiaia dai rispettivi ordinamenti previdenziali ma che ha tuttavia il requisito contributivo per l'ottenimento della pensione anticipata di anzianità previsto dai rispettivi ordinamenti, non possono essere conferiti incarichi di consulenza, collaborazione, studio e ricerca da parte dell'amministrazione di provenienza o di amministrazioni con le quali ha avuto rapporti di lavoro o impiego nei cinque anni precedenti a quello della cessazione dal servizio”.
La pensione anticipata di anzianità di cui parla la norma è esattamente la stessa goduta dall’Ing. Valente.
Ma non basta. Il comma terzo del medesimo articolo di Legge aggiunge che “I soggetti e le amministrazioni interessati sono tenuti a comunicare entro e non oltre sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge alla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica tutte le notizie relative agli incarichi e ai rapporti di cui alla presente disposizione. In caso di inottemperanza per i soggetti di cui al comma 1 viene disposta la decadenza dell'incarico o la fine del rapporto con provvedimento dell'autorità amministrativa competente e viene comminata una sanzione pari al 100 per cento della controprestazione pecuniaria gravante in capo all'amministrazione stessa”.
Che l’obiettivo della norma sia quello di garantire risparmi di spesa impedendo il cumulo tra pensione e retribuzione, e che l’incarico del quale discorriamo rientri certamente nella tipologia di quelli che la norma vieta di assegnare agli ex dipendenti, lo conferma la Suprema Corte di Cassazione in sede Civile con la sentenza della Sezione Lavoro n. 20523 del 28.07.2008, laddove chiarisce che “Il divieto di cumulo tra pensione anticipata di anzianità e lo svolgimento o la prosecuzione, successivamente alla cessazione del rapporto, di incarichi di consulenza per l'amministrazione di provenienza previsto dall'art. 25, comma 1, della legge n. 724 del 23 dicembre 1994 si estende anche allo svolgimento dell'incarico di direttore amministrativo presso una istituzione ospedaliera, trattandosi di attività avente natura di lavoro autonomo, connotata dalla prestazione di un'opera continuativa e coordinata, prevalentemente personale, e, quindi, riconducibile alla nozione di collaborazione prevista dalla norma; né tale soluzione appare in contrasto con la "ratio" della disposizione, atteso che l'obbiettivo della trasparenza nel conferimento degli incarichi non appare incompatibile con l'ulteriore fine di garantire risparmi di spesa impedendo il cumulo tra pensione e retribuzione, ben potendo in una stessa norma essere ravvisate più rationes”.
Ebbene, considerato che con determinazione n. 484 del 24.05.2012 il Dirigente Dott. Leo Di Liberatore ha già provveduto a liquidare le competenze dell’ex collega Ing. Valente per l’incarico in parola, erogando esattamente € 52.000 che dovrebbero essere intesi come indebito oggettivo, ovvero come pagamento non dovuto, questa Redazione non può che chiedere che sia fatta chiarezza sulla vicenda, adottando tutte le misure necessarie al ripristino della legalità, qualora se ne accerti definitivamente la violazione.
Va da sé che, a prescindere dalle questioni inerenti la legittimità, permangono ragioni di inopportunità all’incarico di che trattasi grandi come una casa, che gridano per se stesse allo scandalo.
Anche per questo siamo costretti ad invocare l’intervento del sempre puntuale Ordine degli Ingegneri di Teramo e del suo pugnace Presidente Alfonso Marcozzi, chiedendo si sapere se in questi tempi di grave crisi economica gli ingegneri di Teramo siano lieti di sapere che occasioni professionali come questa di cui discutiamo possano svaporare per una quantomeno superficiale conoscenza delle leggi in vigore e – peggio – per una autodichiarata ristrettezza dei tempi che nei fatti era inesistente e che avrebbe impedito di espletare la gara, ma che ha provocato una grave perdita di chance per i numerosi ingegneri che avrebbero certamente voluto partecipare alla gara per l’affidamento del servizio.
La Redazione de “I Due Punti”
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Ecco cosa significa aver eliminato tutti i controlli prima esistenti sugli atti dei Comuni.Se ci fosse stato per esempio ancora il "parere"del Segretario Comunale, forse quache noticina di illegittimità sarebbe stata segnalata.Poi ogniuno veniva messo avanti alle proprie responsabilità. Giustamente comè può conoscere la normativa del 1994, doverosamente citata dalla redazione, un ingegniere? sa fare di conti, calcoli saprà qualche norma tecnica della sua professione.Non possiamo davvero pretendere che sappia di amministrativo, finanze, contabilità pubblica, non vi pare? e poi vi chiedete ,se fosse in grado di sapere tutte queste materie, quanto dovrebbe percepire di stipendio, un luminare del genere? mininimo il valore dello stipendio di un segretario generale più quello di un dirigente amministrativo e infine anche quello di un dirigente finanziario. non vi pare che in questo modo, pagando solo uno stipendio la Provincia non risparmi? altro che sperpero di 52.000,00 euro. Corte dei conti pensaci tu.
Si favoleggia che il buon Di Liberatore sia entrato in Provincia come ruspista e che poi sia diventato addirittura dirigente..... si dice che fosse il delfino dell'ex Direttore Generale Grue.... Raccontano che al primo Consiglio provinciale dell'era Catarra abbia lautamente brindato con i nuovi entrati... quindi?! W le pizze, buone per tutte le (4) stagioni!
;)