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L'Ospedale Mazzini sotto la media nazionale 8 volte su 11

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Si legge su Wired:

"Abbiamo pubblicato i dati integrali sulla qualità delle cure in tutti i 1.200 ospedali italiani, pubblici e privati, raccolti dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari (Agenas)del ministero della Salute.
Per ogni ospedale, Agenas ha raccolto gli esiti delle cure per le principali patologie. Sono gli indicatori utilizzati in tutto il mondo e rappresentano le operazioni chirurgiche più comuni, come l’intervento a seguito di infarto oppure per frattura del femore (un parametro prezioso per comprendere la bontà delle cure agli anziani). Per ognuno di questi indicatori, ogni ospedali mostra un valore percentuale: l’indice di rischio. Questa variabile rappresenta la percentuale dei pazienti deceduti sul totale dei ricoveri effettuati. Un valore poi aggiustato, cioè corretto per rimuovere tutti i fattori che possono alterarlo a monte. Per esempio, l’età del paziente, la presenza di altre malattie durante l’operazione oppure la gravità delle sue condizioni.

In questo modo gli ospedali di tutta Italia diventano davvero confrontabili. Con un po' di buon senso, poi, è facile evitare i trabocchetti: un piccolo ospedale con due pazienti l'anno e decessi non è comparabile a un grande policlinico con migliaia di pazienti e, ovviamente, più rischi.

Da dove arrivano esattamente questi dati?
Ogni anno Agenas raccoglie i valori presenti nelle schede di dimissione ospedaliera (Sdo) che l'ospedale compila per le dimissioni di ogni paziente ricoverato. Da tutte le schede di dimissione ospedaliera vengono calcolati gli indici di rischio con cui il ministero della Sanità tiene sotto controllo le performance dei vari nosocomi. Un lavoro imponente che fino allo scorso anno veniva eseguito in silenzio. Solo nel 2012, infatti, questi dati stati resi accessibili ai medici e ai giornalisti accreditati. Wired li pubblica integralmente per la prima volta in un formato ricercabile".

L'Ospedale Mazzini di Teramo?
daily.wired.it/mappa_migliori_ospedali
Sotto la media nazionale con otto indicatori su undici.
Abbiamo per esempio più decessi per infarto del miocardio, 11,71% contro una media del nazionale del 10,95%.
Più scompensi cardiaci, 12,45% contro il 8,79%.
Più mortalità per ictus a 30 giorni 14,98% contro il 9,94%
Più fratture del collo del femore 8,25% contro il 5,91%

Abbiamo perso molte eccellenze mediche. I famosi top player.
Qui però non è il gioco... del calcio…ma è in gioco... la nostra vita.

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Commenti

Non sottovalutate Chiodi... lui prega per la nostra salute...
na frega!!!!!!!!!!!!!!!!!!
La lettura di dati grezzi forniti da Agenas mal si presta a letture e interpretazione da parte di figure non munite del necessario retroterra (background per gli anglofili) tecnico-scientifico. Nessuna difesa d'ufficio per il ceto politico che ci ha portato a tal punto. Ma una lettura più adulta dei dati, che paradossalmente posiziona Teramo fra gli ospedali in cui val la pena curarsi. E non solo o tanto per le eccellenze locali quanto per la desertificazione del circondario, vicino e lontano. Il ruolo di DEA di 2° livello (e il parallelo depauperamento dei presidi "spoke" ) canalizza a Teramo tutta la patologia maggiore. Centralizzare a Teramo gli infarti miocardici di tutta la provincia e molti dalla Marsica significa farsi carico dei casi più delicati e a volte con ritardi inesorabilmente legati alle distanze. Si percorre più strada per andare dove ci si cura meglio. E chi opera solo su casi gravi ha una maggiore morbidità-morbidità. Stesso discorso per l'ictus. Fin quando si "importeranno" a Teramo pure gli ictus del chietino in quanto l'unica stroke unit della Regione (e una delle poche degne di questo nome nel centro-sud Italia) sta nel bistrattato "Mazzini" dove volete che muoia le gente?
ONORE AL DIRETTORE AMMINISTRATIVO LUCIO AMBROSJ CHE E' STATO L'UNICO A CERCARE DI CONTRASTARE L'OPERATO DI VARASSI FIN DALL'INIZIO: http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2013/04/16/news/medico-abusiv…
Gentile dr. Pineto, di quale stroke unit parla? Per caso si è accorto che pure il Dr. Di Egidio (l'unico ad essere in gradi di praticare il trattamento precoce dell'ictus, con il dovuto rispetto per i suoi colleghi) se n'è andato a fare il primario a Pescara?? L'ospedale di Teramo si impoverisce ogni giorno, anche grazie alla "grande" capacità manageriale di Varrassi. Vogliamo contare quanti medici bravi sono stati costretti a "scappare"???
Gentile Anonimo, mi riferisco alla stroke unit che è un modulo della Neurologia in cui i casi di ictus ischemico vengono trattati in prevalenza con trombolisi endovenosa sistemica a cura dei neurologi, e una quota minore di casi mediante trombolisi selettiva intraarteriosa a cura dei radiologi interventisti, che il caro amico Vincenzo di Egidio ha provveduto a formare prima di iniziare la sua avventura pescarese. Cordiali saluti