Un manifesto come musica di sottofondo. Una richiesta di libera cultura, che la Teramo silenziosa, che la Teramo giovanile, che la Teramo del futuro, chiede di liberare. Un permesso di osare, di immaginare, di non dover sempre subire le decisioni dall'alto. La Cultura è condivisione, ascolto, sentimento, talento, confronto, provocazione. Produrre cultura è il divenire di una coscienza. Un prodotto da esportare come la bellezza della nostra Cattedrale. Teramo parla a se stessa attraverso il vociare dei bacia piedi. Teramo si presenta i libri. Si premia, ma al di fuori delle quattro mura, viene ridicolizzata dalla realtà. Teramo non cresce. Teramo cura se stessa e non ha dubbi. Teramo sta morendo lentamente. Torneranno i ragazzi scapigliati, i ragazzi del manifesto attraverso altri tentativi, altre alzate di mano, altri modi di esserci con una penna che profuma di...verso.
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