Cara Rosanna, grazie per il caffè, per l'ambo delle guance, per la confidenza, per l'affetto, per il tuo gonfiore, per i tuoi ricordi, per quel Gianni Chiodi che giocava con i calzoncini corti, per il sindaco Brucchi, che si sta impegnando a farti ritornare a casa, per Franco Fracassa che corre da un ufficio all'altro, per i medici che ti aiutano con la chemioterapia, per quel reparto che nessuno ci toccherà, promesso, per tuo marito ucciso da un tumore al polmone tanti anni fa, per il tuo cancro che si chiama melioma multiplo, per i quattro mesi di vita che ti avevano diagnosticato, ai tanti che noi ci racconteremo, al male fermo tra due vertebre, ai tuoi figli, alla lettera di tua figlia, a tuo figlio, ai tuoi nipoti, ai tuoi vicini speciali, a Ernino e la moglie, a Guido Campana che ti chiama mamma, agli amici del condominio Uliveto, al fatto che tra me e te parla il dolore, che conosciamo la lentezza di una flebo, che il destino ti rende invincibile, che il coraggio si chiama verità, che la denuncia è dei forti, che a fine Giugno termini di pagare la casa, che il tuo sogno, è viverci almeno un giorno da proprietaria.
Caro Sindaco Brucchi, Rosanna le chiede un miracolo politico. Una lotta contro il tempo, quello dei giusti. Tornare a casa sua.
Sentire l'eco dell'umana famiglia che traspira da quelle mura.
Guardare la ragione e l'orgoglio di una vita. La casa è per gli italiani che hanno costruito l'Italia, un punto d'arrivo.
La prova di una vita di lavoro. L'esistenza di un'impronta. La propria ombra.
Mia dolce dama Rosanna, era il 1969 e Massimo Ranieri cantava Rosse Rosse per te...."D'amore non si muore ma chi si sente solo non sa vivere piu' con l'ultima speranza stasera ho comprato rose rosse per te la strada dei ricordi e' sempre la piu' lunga amore sai perche' nel cuore del mio cuore non ho altro che te..."
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