Giorgio De Fabritiis, presidente della CIA e dirigente del Partito Democratico ha chiesto durante una nutrita conferenza stampa, le dimissioni di Manola Di Pasquale dalla presidenza regionale del Partito Democratico. Il motivo? Ne abbiamo parlato nei precedenti articoli sui Due Punti, la sintesi è "Lo scippo del Consorzio agrario teramano". La fusione con quello di Pescara e Chieti. Durante la conferenza stampa vi è stata una telefonata in diretta al nuovo consorzio agrario D'Abruzzo. La risposta del centralino? "Pronto, consorzio agrario Chieti, Pescara, L' Aquila". Incredibile. Teramo non è stato neanche citato, pur essendo il più ricco in liquidità e immobili. L'accento del presidente De Fabritiis è caduto più volte sulla figura di Giacomo Di Pietro. Consulente di una ditta di semi, consulente commerciale del Consorzio agrario. Il consorzio agrario acquistava i semi anche dalla ditta per cui Di Pietro era consulente. Il tutto potrebbe essere giustificato per l'esclusività di rappresentanza di alcune sementi. Sui lavori al consorzio agrario De Fabritiis ha parlato dei lavori di ristrutturazione vinti per coincidenza dal suocero di Giacomo Di Pietro.
De Fabritiis è un fiume in piena. Pronto a dare battaglia fino alle dimissioni di Manola Di Pasquale o a una pubblica ammissione di errore. Mesi fa scrivevano al Segretario Verrocchio " La presente per richiedere un vostro pronunciamento sulla riprovevole vicenda dell’elezione del nuovo CDA del Consorzio Agrario di Teramo che vede coinvolta l’avv.Manola Di Pasquale presidente, purtroppo, del Partito Democratico a livello regionale. La sveltina da “furbetti del quartiere”operata dalla Coldiretti di Teramo con l’ex-commissario Manola Di Pasquale, non può assolutamente passare sotto silenzio perché significherebbe avallare comportamenti antidemocratici e irrispettosi, innanzitutto, delle regole basilari del vivere civile. Il rifiuto a non voler concedere la possibilità ad altri agricoltori di poter diventare socio del Consorzio rivolgendosi solo ai pochissimi soci ultrasettantenni ancora iscritti sul libro soci; il rifiuto a incontrare le Organizzazioni professionali agricole prima della convocazione dell’assemblea concordata solo con Coldiretti evidenziata anche dalla presenza all’assemblea di Domenico Pasetti della Coldiretti di Chieti che già sapeva, evidentemente, di dover entrare a far parte del futuro CDA; il rifiuto a mettere a disposizione dei soci le proposte di modifiche statutarie che si intendevano adottare; il rifiuto ad accertare preventivamente se i convocati in assemblea ancora conservavano i requisiti di socio previsti dallo statuto, visto che si tratta di ultrasettantenni che non svolgono più l’attività lavorativa; l’aver svolto l’assemblea alle 7,30 del mattino...".
Il gruppo di De Fabritiis è forte di molti iscritti del Partito Democratico. Carte in mano. Documenti su documenti. Il PD provinciale e regionale in silenzio. Come sempre. Ennesima figura.
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Non è una novità il comportamento di Giacomino Di PIEtro... Da ex iscritto PD sono schifato soprattutto del fatto che prima DI LUCA - GINOBLE, ora VERROCCHIO - VERITCELLI sanno tutto e non fanno nulla! il PD in provincia di Teramo non esiste più!! Mi auguro solo che tutti noi comuni mortali, elettori dignitosi e onesti, alle prossime elezioni riusciremo a mandare a casa tutti questi mascalzoni cominciando proprio da ROseto!! non ci rimane che lottare e sperare... ... e grazie ancora Giancarlo per quello che fai
e contemporaneamente tutti i problemi che Giacomino ha all'Acquedotto del Ruzzo ??? Giancarlo indaga che ne sentirai delle belle ....
In riferimento al comunicato della Coldiretti di Teramo vorrei sottolineare che il sottoscritto, in qualità di presidente della CIA di Teramo, non ha mai dichiarato che le due assemblee del Consorzio Agrario di Teramo del 2010 siano state svolte senza la presenza di un notaio o non rispettando le formalità di legge anche se, su questo versante, ci sono aspetti poco trasparenti che abbiamo abbondantemente illustrato in conferenza stampa, ma contestiamo alla Coldiretti il suo comportamento tendente ad escludere le altre Organizzazioni di questa provincia dal poter partecipare alla vita di un consorzio, che è e deve restare patrimonio di tutti gli agricoltori e non solo di una parte lasciando fuori dalla porta la maggioranza degli agricoltori rappresentati dagli associati aCIA, Confagricoltura e Copagri. Perché svolgere una assemblea alle 7,30 del mattino in prima convocazione? Perché, se come afferma Coldiretti, avevano la maggioranza assoluta all'interno dell'assemblea non andare in seconda convocazione alle 9,30 del giorno dopo come é prassi normale? Perché eleggere presidente un signore di Francavilla al Mare quando ci sono tanti agricoltori e imprenditori agricoli in questa provincia capaci e preparati a rivestire quel ruolo? Perché tenere fuori dalla porta la maggioranza degli agricoltori di questa Provincia? Come si fa a rilanciare un Consorzio Agrario se la maggioranza degli agricoltori non si sentono né rappresentati né partecipi della vita del Consorzio? Perché effettuare una fusione per incorporazione del Consorzio di Teramo all'insaputa di tutti senza nemmeno inviare una raccomandata (parliamo di meno di 50 soci) a tutti i soci del Consorzio? Perché non aprire un pubblico confronto sull'utilità di far confluire il Consorzio di Teramo in quello di Pescara-Chieti arricchendo la proposta e raccogliendo idee positive che potevano apportare altri agricoltori e Organizzazioni? Perché non informare le Istituzioni della Provincia di Teramo per condividere l'eventuale scelta della regionalizzazione?Perché consentire che questo processo importante fosse portato a termine solo da 11 persone anziane che nella stragrande maggioranza dei casi non aveva più i requisiti di socio del Consorzio in quanto non svolgevano più l'attività agricola? Perché interrompere un comportamento unitario che aveva visto tutte e quattro le Organizzazioni presentare liste unitarie e gestire poi il Consorzio di Bonifica e l'Associazione regionale Allevatori o svolgere unitariamente una manifestazione sulle problematiche dei danni provocati dalla fauna selvatica nei confronti di Provincia e Parco? Perché dividere l'agricoltura e gli agricoltori che stanno subendo danni incredibili sopratutto sul versante del reddito e delle condizioni di vita e sociali e avrebbero invece bisogno solo di unità dell'intero mondo agricolo? A chi giova la contrapposizione? Perché interessi legittimi, ma di parte, devono indebolire la forza complessiva del mondo agricolo già cosi in difficoltà e scarsamente tenuto in considerazione? Queste domande ci lasciano perplessi e su queste argomentazioni noi vorremmo che Coldiretti ci rispondesse e dichiarasse la volontà a riprendere un discorso unitario di cui gli agricoltori e anche il Consorzio agrario avrebbero bisogno per un proprio fattivo rilancio. La Cia dichiara la propria immediata disponibilità a riprendere le fila di un discorso unitario e di collaborazione non nell'interesse di questa o quella sigla ma solo nell'interesse degli agricoltori che, ne sono sicuro, é e deve essere nei pensieri, nei comportamenti e nelle scelte dei loro dirigenti che appartengano a CIA, Coldiretti, Confagricoltura o Copagri. Noi siamo pronti. Aspettiamo risposte nell'interesse dell'intero mondo agricolo e anche di tutti i cittadini perché, amo ricordare, che l'agricoltura é vita in quanto produce alimenti di cui nessuno può fare a meno e quindi é nell'interesse dell'intera collettività che la nostra agricoltura possa sopravvivere e svilupparsi e continuare a fornirci alimenti sicuri, nutrienti e buoni al gusto. Grazie
Giorgio de Fabritiis - Presidente Cia