Una passeggiata ai Prati di Tivo. Due passi in compagnia. Il trio. Paolo Tancredi, Alfonso Di Sabatino e Vannucci. Tema? Le rose di Roseto, Rosa, rosae, rosarum...Il motivo? Le Amministrative di giugno? No, anche, ma soprattutto Roseto significa Ruzzo e Cirsu. Una vittoria e l'ago della bilancia che si sposta verso il controllo di un nuovo mercato politico. Il trittico delle meraviglie che porterebbe il coordinatore provinciale Paolo Tancredi a dimostrare finalmente, un senso strategico, un senso di acume, un senso di vista, di olfatto, di tatto o un senso a scelta, un senso, insomma. Dodo contro tutti pur di conservare il suo posto da vice sindaco di Teramo. Contro i vertici. Contro la base. Creando il più grande stato confusionale nella storia recente dell'Unione di Centro. Rodolfo de Laurentiis e la maggioranza dei circoli provinciali sono contrari all'alleanza a Roseto. Sono contrari per la modalità e tempi. Di Sabatino parla di autonomia e reclama la sua elezione come libera e democratica. Peccato che non viene da un congresso ma solo da un ordine romano. Lo stesso che colpirà Alessandro Recchiuti, commissario UDC di Roseto, che senza copertura politica sarà l'unico a pagare sull'altare delle colpe maestre. L'unico che aveva intrapreso una battaglia politica contro Ginoble e la sua asta di attrattive. Il territorio vedrà lo scontro tra Sottanelli e Pavone, tra Tancredi e Ginoble, tra Di Sabatino e De Laurentiis...poi si penserà ad altro, poi, forse, alla gente...
- Roseto amministrative
- Candidato Sottanelli
- Candidato Pavone
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