Fuori microfono.Il PD di Teramo sotto processo. Due candidati per Sindaco. Dodo Di Sabatino, vice sindaco di centro destra e Paolo Albi nuovo tesserato della destra di Gianfranco Fini. Complimenti alla sinistra teramana. Senza parole.
C'erano tutti al convegno regionale del Partito Democratico sulle macro aree. La Marca D'Abruzzo. La marchetta si sentiva in sala. C'era Camillo D'Alessandro con la sapiente aggressività post Chiodi, pronto a tessere alleanze per la futura candidatura a presidente della Regione Abruzzo. I candidati alla Camera e al Senato, a Sindaco, a consigliere regionale, a trombato, a pieno di speranze ma domani non sarà il mio turno, a sono venuto perchè mi dovevo far vedere, a speriamo che non duri troppo, a che noia, a però...interessante. Una passerella premaman, pre elezioni, prevegente, prevista, prevenuta, fatta di assenza e sviste. Non mancava più nessuno, solo non si vedeva il Re di Roseto, l'On. Tommaso Ginoble. I suoi uomini c'erano tutti. Anche il cavalier Sposetti. Tutti al completo. Il generale, no. Cento scuse. Sicuramente una migliore dell'altra. Ma il fatto di non essere stato inserito nel manifesto dell'organizzazione e la presenza, dell'ex uomo forte, fortissimo del PD, Luciano D'Alfonso, ora vicino anche al PDL, domani forse anche al FLI, dopodomani un altro giro, ha infastidito l'altra metà della sinistra. Ginoble è rimasto a casa. Chiuso a due mandate. Con il telefonino spento. Con le mani a coprire le orecchie. Con i piedi battenti nervosi. Con i pugni sul tavolo. Ginoble è rimasto a casa mentre D'Alfonso veniva omaggiato da mille salamelecchi. Gesuita erudito da Lazzaro alzati e cammina. Nulla neanche lo scandalo ha fermato il senso democristiano di un predestinato. Una totale faccia di bronzo. La sua dialettica rimane fluida e musicale. La differenza tra un fuoriclasse e un campione è tutto sull'invito. Il campione ha bisogno di conferme e di giocate. Il fuoriclasse non ha bisogno di nulla. Lui è sempre il primo attore...
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