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I Due Punti vincono in tribunale contro Di Zio

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Un articolo di ringraziamento.
Ringrazio il Gruppo Di Zio ( Deco ed Ecologica Sangro), difeso dall'Avv. Manola Di Pasquale,  per avermi citato in giudizio, insieme a Christian Francia, per una serie di articoli di cronaca ambientale, politica giudiziaria, pubblicati anni fa sul sito I Due Punti.
Un milione e mezzo di euro di risarcimento danno per l'inesistente reato di diffamazione.
Settecentocinquanta mila euro a testa.
Una quotazione altissima che mi ha imbarazzato e per questo ringrazio i miei nonni, i miei genitori e tutti i miei amici.
Mamma ti voglio bene.
Il Tribunale, ovviamente, di fronte alla verità, alle memorie difensive, a due ottimi avvocati, non ha potuto fare altro che ritenere infondata la domanda risarcitoria ( ex art. 2023 c.c) ritenendo che gli articoli in questione non hanno assolutamente leso la reputazione del gruppo Di Zio.
Semplice diritto di cronaca e di critica con fatti provati e comprovati.
Il Giudice, Francesca Avancini, ha condannato gli attori, in solido tra loro, alla rifusione in favore della controparte  delle spese di lite che liquida per ciascuna parte processuale in euro 4.900.
In questi due anni di attesa ho comunque da bravo cittadino risparmiato oltre 1 milioni di euro in monetine che utilizzerò per le prossime querele.
Per favore, vi prego, non sotto il milione di euro.
Siate generosi con la vostra eleganza del riccio.
La vita è una questione di valori. 

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Commenti

Non avevamo dubbi! Una domanda sorge spontanea: sono stati almeno condannati a rifonderti le spese processuali?
Dov'è il reato di diffamazione se vengono semplicemente riportati i fatti, comprovati con tanto di carte alla mano, condizione oltretutto imprescindibile che caratterizza il tuo modo di lavorare? Se ciò non fosse più possibile i giornalisti non avrebbero modo di esistere. Ed i cittadini di essere informati. Anche noi ti vogliamo bene e gioiamo con te della tua vittoria! P.S. Az quanto vali!!!! Congratulazioni per la quotazione da serie "A"!

 Certo caro anonimo.
Il Giudice, Francesca Avoncini, ha condannato gli attori, in solido tra loro, alla rifusione in favore della controparte  delle spese di lite che liquida per ciascuna parte processuale in euro 4.900.


 

Normalmente stò con i perdenti, ma quando vince la giustizia mi caccio il cappello.
Complimenti e bravo.
quando nel cuore e nella mente regnano verità e lealtà la menzogna dovrebbe sempre scomparire! Sei un Grande uomo, complimenti per il successo e .... non lasciarci mai! Con affetto
SONO CONTENTISSIMO PER TE GIANCARLO,LA VERITA' VIENE SEMPRE PREMIATA!
Bisogna solo aspettare........ma alla fine la giustizia trionfa.....quasi sempre Complimenti Giancarlo
Viva la libertà di informazione. Sottolineo il titolo: I DUE PUNTI VINCONO.........e non tizio, caio o sempronio...... I DUE PUNTI VINCONO ......e non umiliano nessuno (perché è facile esaltarsi ma il profilo basso premia sempre.....) AU REVOIR
Evviva!
Una domanda sorge spontanea! Se ti hanno chiesto un milione e mezzo di euro ed hanno perso, la rifusione in favore della contro parte per € 4.900 per ciascuna parte mi sembra un pò pochina. Mi auguro che paghino in proporzione alla somma richiesta.
La notizia che hai vinto passa in secondo piano se ci fai sapere che l'avv. Manola Di Pasquale è stato il difensore di Di Zio....;) I lettori de I Due Punti sono contenti e gioiscono con te.
LA SMANIA anzi LA MANIA DELLA QUERELA ! Quel disturbo mentale di soggetti deliranti che cercano vendetta di ipotetiche ingiustizie subite. La querela forse è più semplicemente il rifiuto dello spirito critico che vorrebbe imbavagliare il REPORTER LIBERO sanzionandolo e/o inviandogli " avvertimenti " affinché quel " legno storto " si ....... raddrizzi spontaneamente. Avanti così Direttore, senza paura....niente paura!
Su questo blog in più occasioni ho espresso il mio parere circa la “pratica” che certe persone pongono in essere, di presentare o anche solo di minacciare querele nei confronti dell’autore degli articoli. Qualche volta l’ho fatto seriamente evidenziando tutto il mio dissenso, spesso l’ho fatto nella maniera che ho ritenuto e che continuo a ritenere più consona, ovvero commentando la circostanza con (feroce) sarcasmo. Non ricordo chi disse “la Giustizia è lenta ma prima o poi arriva”, ma non importa perché a prescindere da chi l’ha coniata si tratta in ogni caso di una massima molto saggia la cui bontà è confermata dalla vicenda qui raccontata da Giancarlo. Se proprio si vuol trovare il pelo nell’uovo, la sentenza in questione non soddisfa completamente perché l’importo di 4.900 euro da corrispondere a titolo di rifusione delle spese processuali sarà anche tecnicamente giusto (presumo che il Giudice l’abbia stabilito in base a criteri ben precisi dettati dalla Legge), ma in linea generale è totalmente iniquo vista l’astronomica pretesa dei querelanti. Chi chiede immotivatamente – sottolineo IMMOTIVATAMENTE – un risarcimento danni, a maggior ragione se di entità pari ad un milione e mezzo di euro, oltre alla spese processuali dovrebbe essere condannato anche al pagamento perlomeno del 10% di quanto richiesto. Ciò pure in assenza di contro-pretese dei querelati (nel qual caso la somma potrebbe essere versata in un fondo destinato ad opere sociali). Sarebbe una valida punizione per chi incautamente, superficialmente, presuntuosamente trascina in Tribunale gente che non lo merita. Dopo lo vedi se non ci si pensa due volte prima di denunciare ad capocchiam… Ma vabbè, ragionevolmente questa mia considerazione per Giancarlo è un dettaglio trascurabile. D’altronde non accade tutti i giorni di vedersi riconosciuto da un Magistrato il valore delle proprie “sfide” editoriali. Insomma, questa è una storia “giusta”. Ne sono talmente convinto, da reputarla tale nonostante ad uscirne indenne sia stato anche un soggetto per il quale nutro assoluta disistima.
In realtà non si tratta di una querela, cioè di un'azione penale, bensì di un'azione civile. La cosa fa riflettere. Non odora di dignità lesa. Piuttosto puzza di intimidazione. Sulla Di Pasquale non c'è niente da dire. È un avvocato e deve perorare la causa del suo cliente. Forse è stata temeraria, ma mai come quando ha deciso di darsi alla politica.