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Il Duomo di Teramo... " Non guardate quel portone"

di Giancarlo Falconi
4 minuti

Stavo male.
Avevo mangiato troppo ma il sigaro era ben acceso.
Non avevo mangiato tanto... forse di fretta.
Avevo mangiato bene.
A Teramo si mangia bene, sempre.
Quasi sempre come con la politica.
Il sigaro mi aiuta insieme al mio amico di filosofia a guardare la nostra Teramo.
I vicoli e le viuzze. Amo la nostra città.
Una distrazione che mi corrompe.
Mi assorbe come i segni del tempo.
Rughe come letti di fiume in piena.
Poi due ombre, ferme, immobili, senza forme.
Un uomo e una donna.
Davanti al portone del tempio, della Cattedrale, scuotevano la testa come un metrometro.

Chi ha restaurato il Portone del Duomo?
Lei, alta, bionda vestita a macchie di leopardo e colori di fuoco.
Lui, fuco, giovane, vestito dei non ricordi.
Chiacchiere attente e rubate.
Maschere.

Lei " 1.    La rimozione dello sporco, sedimentato negli anni, è avvenuta in modo grossolano e non approfondendo l’azione dinamica di asportazione: lo sporco è ancora oggi ben presente nelle zone intarsiate (trattasi di quelle zone completamente nere negli interstizi dei bassorilievi).
         2.    Appare palese una mancanza di uniformità nella pulizia: dal portone è stata rimossa la vecchia vernice ma senza utilizzare, successivamente, alcuna lana d’acciaio  o carta abrasiva di grana sottile, il cui scopo sarebbe stato quello di eliminare le macchie derivanti dalla sverniciatura.
        3.    Altra questione rilevante e l’alterazione causata dall’esposizione al sole avvenuta durante l’intervallo di tempo trascorso fra la fase della sverniciatura e la lucidatura. Tutti ricorderanno che il portone è stato esposto al sole, senza alcuna protezione, per molto tempo.
       4.    Il portone sverniciato e non protetto, dopo questo lungo periodo di esposizione al sole, non è stato sottoposto a una rifinitura prima della fase della lucidatura.
      5.    La lucidatura è stata poi effettuata, ma  in modo non uniforme e con inaccettabili variazioni di colore.
      6.    Le variazioni di colore sono la conseguenza delle questioni sopra elencate.
      7.    Fatto tecnicamente incomprensibile è la non rimozione delle colle e degli stucchi utilizzati (infatti tutti possono vedere, a oggi, la presenza di stucco in eccedenza negli angoli delle cornici e delle colle rimaste nel perimetro interno ad esse).
     8.    È avvenuta un’alterazione completa del colore reale del legno (NOCE): oggi abbiamo un colore molto più scuro derivante dall’uso di mordenti con tinta chiamata dagli addetti ai lavori  noce antico.
    9.    Una nota interessante merita la rimozione delle viti metalliche. Queste erano da sempre ben visibili, quindi era prevedibile, in fase di progetto di restauro, la loro sostituzione con perni in legno, come poi è avvenuto. Questo prevedibile imprevisto sembra aver portato oltre il raddoppio della cifra già preventivata.

Il ragazzo ci guarda con la rabbia e le mani della gioventù. Di chi ama con passione viscerale.
I calli dell'amore.

Lui Desidero aprire un dibattito su come è stato realizzato il restauro del portone del duomo.
Personalmente reputo tale lavoro al quanto grossolano perché:

1-il  portone è stato scurito profondamente alterando quello che è il colore naturale del legno (noce);
2 il portone si presenta di diverse tonalitá (a chiazze), invece di essere il più uniforme possibile;
3 nel portone vi sono presenti ancora le impurità della vecchia lucidatura (sono quelle parti nere che si trovano soprattutto intorno ai punti intagliati)
4 nel portone si evidenziano abbondanti stuccature senza essere state raffinate;

L'incuria curiale.
Il sigaro è finito.
Non a terra.
Teramo...si.



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Commenti

Non vi sembra che le università abbiano fatto uscire persone mediocri ultimamente? Una volta ingegneri progettavano ponti e non cadevano, costruivano abitazioni e non si muovevano, i falegnami restauravano e le porte finestre reggevano secoli, case che resistevano ai terremoti perché le travi seguivano il movimento come un ballo di coppia. Oggi "grandi" professionisti con tecnologie avanzate non sono capaci di eseguire il proprio lavoro ad arte, devono tornare all'elementari ,e vi assicuro che non sono i soldi che mancano, prima erano pochi ma c'era l'amore per quello che si faceva!
Mistero della fede. Forse sono stati sovvenzionati con i soldi che il governo Letta ha dato a Comunione e Liberazione (parliamo di 700.000 euro). Però i lavori sono stati fatti da un anonimo senza concorso senza pubblicarlo senza farlo sapere a nessuno. Quarto segreto di Fatima.
Caro Guancarlo viviamo in una città dove tutto e' grossolano dai politici incapaci ai preti.
Bastava far fare il lavoro a un falegname vero che ama il suo lavoro.... il restauro non è mai semplice, come quando restairi una vecchia casa sai da dove parti ma mon sai dove arrivi. Per fare un restauro del genere ci vogliono mesi di lavoro e a volte quando "apri" un manufatto antico non sai quello che trovi dentro, ma un bravo falegname sa come affrontare gli imprevisti. I soldi non sono tutto nella vita..... buona vita
...grave, gravissimo, però recuperabile...mentre altre preziose vestigia della città antica decadono in rovina e sporcizia, dimenticate dai vecchi e sconosciute ai giovani... facendo guide turistiche per Teramo spesso mi vergogno di certe situazioni dovute alla poca manutenzione e cura che parte non solo dalle istituzioni ma anche- e più- dalla cittadinanza... vedi i fornici dell'anfiteatro, usati come cestini dell'immondizia...CIVICA!
Per qualche hanno il mio hobby è stato il restauro. Ho appreso le basi del restauro dal simpatico e compianto Cavallari Vittorio. Me la cavavo discretamente tanto che l'hobby stava per trasformarsi in lavoro. Altre strade della vita mi hanno portato a fare altro. Pur non avendo mai restaurato pezzi importanti come un portone di una cattedrale, se riprendo a restaurare, a distanza di anni, forse avrei fatto meglio io la pulizia (nel portone si notano ancora le "rigate" che lasciarle equivaleva ad una bestemmia) armato di "paglietta di acciao" e sverniciatore gel che pizzicava sulla pelle ma puliva sul legno. Io mi divertivo tra una birra e una barzelletta, alcuni restauratori pregano tra una curia e un conto corrente. Amen
Mi pare ancora di sentire il grande maestro restauratore che dichiarava, tutto soddisfatto, in un'intervista di aver accettato il lavoro quasi "pro bono" per amore della città, per evitare che venisse affidato a "mani maldestre".. Ecco, caro maestro, forse ne avremmo fatto tutti volentieri a meno della sua premura..
E’ la Città delle parole in cui il problema principale non è più quello di costruire un tessuto di fiducia e di credibilità tra le persone. Teramo è questa. Soave, incoerente. Non sono ammalata di “teramanità”, ma mi chiedo dove fosse la Soprintendenza, incarnata nella dott.ssa Amorosi, indifferente alle nuove tecnologie e, soprattutto, alla professionalità di restauratori esordienti, animati da forti passioni. E, magari si impegnerà anche a rilasciare un certificato di buona esecuzione dei lavori? Crollano i ponti, si spaccano le strade, le parole si disperdono nell’etere…..il falegname costruisce, il restauratore restaura. Purtroppo, c’è da temere che dovremo abituarci a convivere con molte emergenze, rispetto alle regole insegnate dai nostri genitori, rispetto alla memoria storica, letteraria ed artistica: sicuramente il lavoro non è stato svolto da un laureato, né da un neolaureato alle prime armi. “Tutto ciò che impari, t'applica a impararlo con quanta più profondità è possibile. Gli studi superficiali producono troppo spesso uomini mediocri e presuntuosi”. (Silvio Pellico, Dei doveri degli uomini, 1834)
dovete affidarvi a professionisti e ad artigiani di vecchio stampo per avere dei risultati di alta qualità,SOPRATTUTTO SE SI PARLA DI PEZZI ANTICHI COME IL PORTONE DEL NOSTRO DUOMO....se il l'idea x i lavori pubblici è SEMPRE QUELLA DI RISPARMIARE,questo è il giusto risultato... volete gente di qualità x i vostri lavori importanti??? chiamate la FALEGNAMERIA DI CARLANTONIO PIETRO di Ornano Frande....operano nel settore dal 1957, non so se rendo l'idea della lunga esperienza!!!!! OGGI CI SI IMPROVVISA PROFESSIONISTI IN TUTTI I SETTORI CON PREZZI STRACCIATI X ACCAPARRARSI LAVORI CHE POI PORTANO A QUESTI RISULTATI!!!!!!!!!!! "LA SERIETA' E' SEGNO DI QUALITA'"......
Quanti commenti di gente esperta. A me profano sembra molto meglio adesso di prima.
dov'è il referto dell'esperto restauratore/archeologo/storico?? neanche a me piace il restauro della cappella sistina ma se l'hanno fatto così ci sarà un motivo. a volte le macchie si DEVONO lasciare, le viti sostituire per restituire autenticità storica. il portone è vecchio. non è che si può sempre riverniciare e lucidare per farlo tornare com'era. attendo il resoconto critico di un esperto. dichiararsi restauratore per hobby è come credere che indiana jones sia un archeologo quando è un tombarolo
Nessuna meraviglia nè per l'esito del lavoro, nè per i funzionari preposti alla tutela che non tutelano! Anch'io ricordo l'intervista del "maestro" restauratore - sacrifico la mia parcella per la comunità- (ahahahhh...a)! La boria e l'arroganza rivelano sempre l'incompetenza.
vorrei rispondere ai commenti di Olive o e di Sandro dicendo che: al primo il referto o l'analisi del lavoro è riportato nell'articolo basta leggere attentamente e capire. Poi se il tizio/a vuole delle conferme basta che si rivolga alla soprintendenza e verificare la veridicità dei punti elencati dettagliatamente sempre nell'articolo "lascia perdere la cappella sistina, caso mai ne parliamo la prossima volta con tutta calma, ora pensiamo a risolvere per il portone del duomo". A Sandro invece volevo dirgli che la sua frase,"è meglio di prima" non significa un bel niente perchè il portone in questione è stato oggetto di un restauro durato ben due mesi e che il risultato finale può essere paragonato a quello di una strada di primaria importanza che piena di buche, vengono apposti svariati rattoppi, sicuramente meglio di prima ma pur sempre piena di pezze. con ciò voglio dire che per l'importanza del portone in questione, il restauro doveva essere eseguito con molta più minuzia.
rispondo a Olive, l'obiettivo del restauro non è quello di far tornare l'opera allo splendore originale, sarebbe impossibile perchè la materia di cui è costituita un' opera d'arte si trasforma nel corso del tempo, reagisce a tutte quelle dinamiche chimiche/fisiche e reologiche cui l'ambiente la sottopone e che inevitabilmente apportano al manufatto cambiamenti definitivi strutturali ed estetici (patina, invecchiamento, crettatura, fessurazioni etc.). Il fine deve essere quello della conservazione della materia costitutiva sia dal punto di vista strutturale che estetico: uno degli aspetti più critici durante le fasi operative è la pulitura che deve liberare la superficie di tutte quelle sostanze sovrammesse di varia natura (patine bituminose, riverniciature posticcie, stuccature debordanti etc.) non adeguate e non originali. Rimuovendo quindi tutti gli interventi deturpanti si riporta l'opera all'integrità compositiva originaria che permette allo spettatore la corretta fruizione. La critica posta nell'intervista è riferita proprio alla cattiva pulitura eseguita, che non essendo stata minuziosa negli intagli, deturpa ancora lo splendore del portone di cui purtroppo non possiamo godere.
caro anonimo quei punti in elenco costituiscono un'analisi critica , competente e soprattutto scientifica??? ahahahhahha. ma lei l'ha mai vista una scheda tecnica? questa discussione è il corrispettivo snob del pensionato che va a vedere i lavori in cosro per dire la sua. se ci sono dei validi e titolati esperti in materia che credono che si sia verificato uno scempio facciano una denuncia in merito. insomma, ci mettano la faccia. di tuttologi ce ne sono già abbastanza, si rilassi.
Beh! Caro Olive visto che lei redige schede tecniche ogni giorno e conosce il restauro scientifico così bene la prego mi illumini, dato che ho ancora così tanto da imparare!? Visto che Teramo è la città dei geni!
Lavoro nel campo del restauro da anni per conto di una ditta specializzata. Ho visto il portone prima della lucidatura, cioè dopo la sverniciatura e la rifinitura eseguite in tempi eccessivamente lunghi e in modo assai grossolano poiché le antiche oleoresine non sono state asportate completamente. Il legno “nudo” è come una spugna: assorbe umidità e, durante il restauro ha bisogno di una protezione. Prima della coloritura e della lucidatura l’essenza di noce risultava uniforme ed omogenea. Purtroppo, queste due fasi, fondamentali nel restauro, sono avvenute in tempi troppo brevi e con un fare frettoloso. Durante le ore mattutine anche un profano, a debita distanza, si accorgerebbe della presenza di macchie innaturali. Come dice Kaya “grave, gravissimo però recuperabile”…basta ripulirlo di nuovo.
Spero che questo bel disquisire porti ad un esito positivo , (il rifacimento del restauro). Cara soprintendenza illuminaci!!!!!!
Premetto che sono un restauratore, qualificato e non improvvisato, non commento gli aspetti tecnici ampiamente e giustamente discussi, al di là di questo, vorrei ricordare come si sia fatta tanta pubblicità al prezzo stracciato di questo lavoro, per prestigio, per "amore" della città, ma poi questo prezzo di favore è stato triplicato in virtù di non so cosa, forse il grande maestro, dopo anni di esperienza non ha saputo ben valutare che quel portone non poteva essere restaurato con soli 2.000€? O forse ha voluto fare lo sborone? Siam bravi tutti a prender lavori con prezzi stracciati e a triplicarli in corso d'opera quando non ci si può opporre e lasciare il lavoro a metà! Chiunque ha commentato ha fatto bene a prendersela con il "maestro" blasonato e con la Soprintendenza, ma non dimenticate il parroco: la committenza. È lui che ha ceduto al prezzaccio, è lui che paga e che ha tirato tutto all'osso pensando di risparmiare, ora si tiene il lavoro che merita e per di più senza aver risparmiato. I lavori pagati poco si vedono sempre, continuiamo a fare i taccagni e le gare d'appalto al ribasso del 60%, continuiamo a dare lavoro a chi fa prezzi stracciati. Questo è il risultato.
Tutto quello che dici è vero, la committenza tende sempre a tirare sul prezzo, anche ai limiti dello strozzinaggio! Ma secondo me è proprio lì che dovrebbe intervenire il funzionario, lui sa' anzi "lei" dovrebbe sapere che non si può fare quel lavoro a quel prezzo! E invece..... sono i pricipali responsabili anche dei subappalti con ribassi al 60%.