Ho cercato le parole per giorni. Potevo copiare i versi della sua carriera, del suo essere un consigliere comunale, un laureato in Giurisprudenza con una propensione per l'economia politica, un onorevole per 5 legislature, un sottosegretario, un uomo innamorato di Teramo da non teramano.
Alberto Aiardi era un democristiano sociale. Faceva parte di quella corrente, che ascoltava e traduceva gli umori del popolo.
Ho cercato le parole per giorni. Potevo utilizzare la demogogia barocca. Gonfiare d'oro i suoni e sentirmi fiero. Invece, no. Ho chiesto al mio barbiere di Porta Romana, Fernando Di Francesco, che ha servito Alberto Aiardi dal lontano 1961, di descrivermi l'uomo e il politico.
" Non sono in grado- iniza il buon Fernando commosso- posso solo dire che il dott. Aiardi era stiloso. Mi spiego meglio. Era un uomo sempre educato, con i toni rispettosi, in punta di piedi. Non faceva pesare il suo peso. Era leggero per umiltà e forte di morale. In 50 anni una persona non può fingere, non può mentire. Ricordo l'ultima volta per il taglio dei capelli. Doveva andare in ospedale per accertamenti. Mi mancherà perchè era un punto di riferimento. Mi mancherà perchè sapeva consigliare. Sapeva farsi ascoltare. Sapeva dire".
Ho cercato le parole per giorni. Chi l'aveva conosciuto, le aveva nascoste nel cuore.
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