Inizio subito con il chiedere le dimissioni del Rettore dell’Università di Teramo (UniTe) Rita Tranquilli Leali. Vi spiego il perché.
L’Università d’Annunzio di Pescara-Chieti (UdA) ha formalizzato la fusione con l’Università telematica Leonardo da Vinci (Unidav) per il tramite di decisioni del Senato accademico e del CdA.
Nell’Unidav già esiste una Facoltà di Giurisprudenza che l’UdA - acquisendola - potrebbe potenziare (attivando, ad esempio, una Laurea magistrale) facendo concorrenza alla Facoltà di Giurisprudenza di Teramo.
È inutile sottolineare come due identiche Facoltà che insistano sullo stesso territorio dal ridotto bacino di utenza finiscano per danneggiarsi, con evidenti difficoltà di sopravvivenza per la Facoltà che si trovi nella città più piccola (in questo caso Teramo), peraltro in zona collinare disagiata e poco servita (Colleparco).
Accade che la Crua (Conferenza dei rettori abruzzesi), organo deputato ad un parere consultivo obbligatorio sulla fusione tra l’UdA e l’Unidav, si sia espressa con due voti favorevoli, due contrari ed un astenuto.
La Crua è composta da 5 membri: i Rettori di Teramo, L’Aquila e Pescara-Chieti, il Presidente della Regione e il rappresentante degli studenti.
Il Rettore Tranquilli Leali ha votato contro la fusione, unitamente al rappresentante degli studenti.
Il rappresentante del Rettore dell’UdA ha ovviamente votato a favore, ma la cosa interessante è che il rappresentante del Rettore di L’Aquila abbia votato a favore della fusione e il Presidente Chiodi si sia astenuto.
Primo dato: l’Università di L’Aquila è schierata apertamente a favore degli interessi dell’Università di Pescara-Chieti.
Secondo dato: Chiodi non ha inteso difendere l’Università della sua città, ateneo nato e divenuto autonomo – ironia della sorte – grazie al contributo del padrino politico dello stesso Chiodi: Antonio Tancredi, scomparso il mese scorso. Chissà come si sarebbe espresso sulla vicenda.
Terzo dato: Chiodi fa parte della corrente politica interna al PDL vicina a Gaetano Quagliariello, il quale è anche professore alla LUISS, Università di Confindustria che non nasconde mire espansionistiche in Abruzzo, dove organizza sovente convegni ed incontri nell’aquilano.
Voci romane sostengono che la Confindustria di Pescara vorrebbe scippare Giurisprudenza a Teramo con l’aiuto proprio della LUISS; non a caso è noto come Confindustria auspichi la nascita di un unico polo universitario regionale collegato con il mondo produttivo ed economico, per migliorare l'offerta formativa, diminuire i costi, e competere con le altre università italiane e straniere.
Per tali motivi le dimissioni del Rettore Tranquilli Leali sono necessarie non solo per non essere riuscita a gestire una situazione che mette a grave rischio la sopravvivenza di Giurisprudenza e dell’Università tutta di Teramo, non solo per aver subito passivamente l’accordo fra L’Aquila e Pescara, non solo per non essere riuscita a convincere Chiodi a non fare una brutta figura con la propria città di provenienza ed a tutelarne gli interessi, ma anche e soprattutto per altri due motivi.
1) In Abruzzo esistono tre università: L'Aquila (24.717 studenti), Teramo (8.747) e il polo della D'Annunzio a Chieti (19.504) e Pescara (12.911), per un totale di 65.879 e 26 diverse facoltà.
Lo scorso anno Ferdinando Di Orio, rettore dell'Università dell'Aquila, aveva proposto una federazione tra il suo ateneo e quello di Teramo (di gran lunga più piccolo). Tuttavia il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, e il rettore dell'università di Teramo, Rita Tranquilli Leali, avevano rigettato l'iniziativa, sostenendo con forza la volontà di difendere l'autonomia dell'ateneo nonostante nella graduatoria delle università, redatta annualmente dal Sole 24 Ore, l'ateneo pretuziano è risultato al 63° posto su sessantotto (mentre L'Aquila è al 25° e Chieti-Pescara al 19°).
Un errore così strategico del Rettore dell’UniTe è imperdonabile, vieppiù se si consideri che la riforma Gelmini prevede forme di premialità economiche per le Università che si fondano o federino fra loro. In pratica difendendo la propria autonomia Brucchi e la Leali stanno condannando Teramo alla chiusura dell’ateneo per “consunzione” o meglio, in linguaggio da causidico, per “omicidio mediante omissione”.
2) Ma la Tranquilli Leali dovrebbe soprattutto spiegare come mai da mesi, da anni, tace, non si batte come un leone per la sua Università, non strepita, non batte i piedi, non corre al Ministero, non scrive tutti i giorni alla stampa, non si ribella, non denuncia, non esterna. L’unica mia ipotesi è che di Teramo non gli importi nulla. Altrimenti avremmo sentito almeno un flebile flatus vocis.
Quanto a Chiodi, il suo atteggiamento pilatesco di astensione nel voto della Conferenza dei rettori abruzzesi sulla fusione UdA-Unidav la dice lunga sulla caratura del personaggio, sulle sue doti di comando, e non merita commento alcuno se non l’inserimento fra le schiere degli ignavi di dantesca memoria.
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Il merito è del libero tavoliere;) il maestro è lui....noi siamo solo una vetrina.
Io sono per la verità detta con garbo ed educazione.