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Parola di Mauro Di Dalmazio

di Christian Francia
5 minuti

In una scena del film "Palombella Rossa" (che tutti i ragazzi dei licei d'Italia dovrebbero mandare a memoria sin dal primo giorno di scuola), Nanni Moretti – in una climax di disgusto per una pur avvenente giornalista bionda che parla per frasi fatte e luoghi comuni – la prende a sberle urlando: "Come parla?!!! Le parole sono importanti!!!".
Memore della lezione morettiana, da anni sono ammirato dal lessico misurato che sfoggia l'assessore regionale al turismo ed ai rifiuti Mauro Di Dalmazio, campione mondiale incontrastato nell'uso della parola STRATEGIA.
Spero, modestamente, di poter meritare l'onore di assurgere a suo esegeta personale.
Strategia era il sostantivo che segnava la differenza tra la politica culturale della giunta Sperandio e quella Chiodi (di cui Di Dalmazio era l'assessore alla cultura).
Strategia è lo spirito lungimirante che anima la attuale giunta regionale.
Strategia è la virtù che distingue la coesione del centrodestra all'approssimazione del centrosinistra.
Se si digitano le parole "Mauro Di Dalmazio" e "strategia" su Google vengono fuori 11.000 risultati.
L'assessore ne deve essere ossessionato. Tanto da passare da cultore della parola a vittima, visto che gli operatori turistici regionali accusano proprio lui del calo delle presenze alberghiere nel 2011, imputandogli "l'assenza di qualsiasi tipo di strategia di marketing regionale per promuovere l'immagine dell'Abruzzo". Destino cinico e baro. Lo stratega che vede ritorcerglisi contro le proprie armi. Forse sarebbe meglio un po' meno strategia ed un poco più di tattica.
Comunque, per l'ennesima volta, strategia è la parola d'ordine che caratterizza il modus operandi del neo assessore ai rifiuti.
Dopo la riunione del "think tank" pidiellino di Teramo di pochi giorni or sono, Di Dalmazio dichiara: “Alle polemiche strumentali sulla Tia rispondiamo con la massima trasparenza (...) Vogliamo spiegare ai cittadini, ma anche al mondo del commercio, delle imprese e dell’artigianato quali sono le componenti della Tia e la strategia che stiamo seguendo in materia di rifiuti”.
Il voto è come sempre nove in italiano e zero in amministrazione.
Premesso che il capogruppo del PDL in regione Lanfranco Venturoni (assessore ombra ai rifiuti dal quale aspettiamo ancora cortese risposta alle 10 domande che gli formulammo sempre su questo Blog) ci ha tranquillizzato significando che quello della monnezza è “un problema non più rinviabile”, e premesso pure che con grande autoironia Di Dalmazio stesso si è detto pronto a lanciare l’idea di un Consiglio comunale straordinario tutto incentrato sulla questione rifiuti e sulle relative tariffe, permettetemi alcune timide domande all'avvocato aprutino-dalmata.
1) Lei ritiene che lamentarsi dell'aumento del 16,20% dell'aliquota della TIA sia una polemica strumentale, proprio l'anno successivo all'introduzione del porta a porta che avrebbe dovuto condurre a significativi risparmi dovuti alla vendita delle materie prime riciclate ed alla riduzione della quantità di rifiuti da conferire in discarica?
2) Lei ritiene che la gestione della Te.Am. sia trasparente? (In caso di risposta affermativa tirare fuori le carte di cui al mio precedente intervento, please).
3) Lei ritiene che in materia di rifiuti la Regione ed il Comune abbiano una strategia? Ed in tal caso, potrebbe spiegarci come mai da un anno e mezzo una legge nazionale (n. 42/2010) attribuisce alle regioni il compito di stabilire con legge le funzioni di gestione dei rifiuti (già assegnate alle sopprimende Autorità d'Ambito) e la Giunta Regionale dell'Abruzzo non ha depositato nemmeno uno straccio di proposta in merito?
Forse qualcuno pensa che la materia è troppo complessa e che lo scrivente ha la polemica nel sangue.
Voglio smentire i maliziosi e porgere un gratuito aiuto allo stimato assessore.
Mi sono permesso di redigere, in modo senz'altro pecoreccio ed inadeguato, una brevissima proposta di legge regionale che, in mancanza d'altro, potrebbe comunque fungere da primo spunto di riflessione nel pensatoio politico di Via Carlo Forti. Eccola.
"Modifiche al sistema per la gestione integrata dei rifiuti
Art. 1
1. Le funzioni e le competenze determinate dalla Legge Regionale 19 dicembre 2007 n. 45 e dalla stessa attribuite alle Autorità d'Ambito sono devolute alle Province.
2. Gli Ambiti Territoriali Ottimali n. 2 e n. 3 di cui all'art. 14 comma 1 lett. b) e lett. c) della Legge Regionale 19 dicembre 2007 n. 45 sono rideterminati come da piano regionale allegato.
3. Le Autorità d'Ambito costituite nel territorio regionale cessano di diritto le loro funzioni a far data dall'entrata in vigore della presente legge".
Ecco la strategia vincente, caro Di Dalmazio, risolvere i problemi ai cittadini e risparmiare loro inutili esborsi, non dare sfoggio di inutile eloquenza e di sterile (questa volta sì) demagogia.

 

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Commenti

Perfetto!
posso sposare Fabio Fidanza e avere come amante Christian Francia? :D :D
...ti è sfuggito "fare sistema"...

Gentile Morgana, non ti permettere neanche...Christian è solo mio. O dovrei forse firmarmi Crudelia?

Morgana, si può parlare del contrario semmai.
In omaggio una copia del "De Strategia".

Esco dal mio antro, richiamato . Ho avuto stima antica per Di Dalmazio, forse per l'eloquio, forse perché ne individuavo l'antica militanza popolare, forse per il coraggio di farsi carico di difendere la giunta Chiodi, indifendibile, allora come oggi, fors'anche per la capacità... seduttiva. Nel tempo - già! il tempo, giudice spietato - il personaggio sembra il suo doppio o forse ha assunto la sua dimensione: sono apparse precoci le rughe della senilità politica: la caduta nell'affabulazione vuota, l'esercizio retorico fine a se stesso, il narcisismo verbale che risuona altisonante solo tra gli scranni deprimenti del comune dove oscuri, balbettanti, prebendari della polis lo invocano per un pronto soccorso. Per il resto: il vuoto pneumatico e le sonorità verbali che stupiscono solo gli incolti o i disattenti.
Vabbè, mi arrendo alla cattiveria e all'egoismo di Crudelia... :D Fidanza, se ne poteva parlare, ma ora senza Francia a far da marito, la nostra storia d'amore è finita! :((
Sono così tante le parole e le espressioni di cui i politici abusano che esse si sono svuotate di senso. Certamente una di queste è strategia, ma poi come non ricordare futuro, valore aggiunto, condivisione, ascolto, fare sistema, sinergie, giacimenti culturali, risorsa, ecc. I linguisti se ne stanno già occupando in maniera scientifica anche per misurare la distanza tra…le parole e i fatti. Gentilissimo e chiarissimo signor Francia, sono a chiederle una cortesia e se possibile qualche elemento di valutazione in merito a quello che ormai è diventato un tormentone, le vicende politiche ed amministrative del cosiddetto piano di riordino dei conti della sanità. Lei conosce sicuramente meglio di me tutto l’iter che ha portato il governo ad inserire nella manovra finanziaria una norma ad Chiodim che azzera le sentenze dei vari TAR in ordine alla chiusura di quattro ospedali. Sono un semplice lettore di quotidiani, cartacei e non, e posso esprimere solo impressioni. Mi ha impressionato ascoltare il nostro governatore chiedere come uno scolaretto al governo nazionale cosa deve fare in merito alla situazione in cui si è cacciato; mi ha impressionato apprendere che un commissario non può, secondo il TAR, contraddire leggi regionali vigenti; mi chiedo come mai in altre situazioni un commissario può agire in deroga alla legislazione vigente, vedi Bertolaso, Aquila, G8, ecc. Allora? A me sembra un bel pasticcio e vorrei qualche lume. Grazie.
STRALETARGIA
Gentile Fuoridalcoro, La ringrazio per la stima. Cercherò di spiegare brevemente quello che penso in merito alla Sua richiesta. Dalla stagione di Mani Pulite, tutti coloro che si sono avvicendati al Governo nazionale del Paese si sono resi conto della difficoltà di gestire l'assemblea legislativa (il Goffo Legislatore, come diceva un professore di diritto) in una situazione di autorevolezza ormai perduta. Sono così iniziate, in sordina, le sempre più numerose gestioni commissariali, volute dalla classe politica intera per avere le mani libere nella gestione clientelare e delinquenziale di enti, consorzi, società pubbliche e private, municipalizzate, ecc. In pratica, l'escamotage adottato è semplice: con decreto-legge o DPCM si assegnano poteri straordinari e temporanei a soggetti fidati nominati commissari, i quali possono formalmente fare strame delle leggi vigenti nell'ambito della singola gestione commissariale, salvo poi effettuare ripetute proroghe che allungano i tempi dei commissariamenti ad anni e decenni, con grande soddisfazione dei politici che di volta in volta assumono il ruolo di referenti del commissario di turno, il quale viene piegato alla logica corruttiva e mafiosa. La madre e matrice di questo sistema è la Protezione Civile, la quale - come stanno scoprendo i magistrati indagando - gestisce per conto della Presidenza del Consiglio, al di fuori delle leggi nazionali e comunitarie, centinaia di milioni di Euro all'anno, sotto la supervisione vigile del plenipotenziario Gianni Letta. L'Abruzzo è una appendice di questo sistema, non a caso Gianni Letta viene spesso a supervisionare Chiodi sia per la Sanità sia per la ricostruzione post-terremoto, che il nostro governatore gestisce in proprio in barba sia alla sua giunta che soprattutto al consiglio regionale. Due dati: 1) sfido chiunque a trovare la delibera del consiglio dei ministri con la quale Chiodi viene nominato commissario straordinario per il piano di rientro della sanità; 2) Chiodi, ripetutamente bastonato dal TAR sul piano di rientro, è andato da Gianni Letta a farsi togliere le castagne dal fuoco tramite la solita soluzione: approvare un decreto legge con il quale ratificare tutte le nefandezze ed illegittimità finora prodotte, poi, in sede di conversione in legge, porre il voto di fiducia sul decreto e trasformarlo in legge. In pratica la magistratura si vede esautorata poichè il governo gestisce in modo privatistico tutto ciò che gli pare, salvo poi mettere il cappello della legge su qualsiasi obbrobrio, con ciò eliminando qualsiasi forma di controllo democratico, che residuerebbe solo a livello politico. Ma le opposizioni, in una logica di alternanza, sono ben liete di non disturbare il manovratore in cambio dell'osso, salvo poi divenire loro i manovratori ed invertire il giro ma non il malaffare. In tale contesto, Chiodi ha evidentemente travalicato i poteri concessi nell'atto di nomina a commissario sulla sanità (ma non lo ha fatto sua sponte, bensì autorizzato da Roma che deve avergli detto di fare in totale autonomia salvo poi cancellare il dissenso e le sentenze del TAR con legge nazionale). La morale: quando chi delinque veste anche i panni del Legislatore, si trasforma nella leggendaria regina Semiramide che prima commetteva qualunque delitto, poi eliminava il delitto per legge. Speriamo che Berlusconi e Chiodi, novelli Semiramide, vadano almeno dove Dante Alighieri ha magistralmente collocato la regina babilonese...