Il percorso su cui il governatore Chiodi ha avviato l'Abruzzo è quello di un destino di minorità che ricaccerà la nostra regione nel medioevo. La sua strategia non è solo perdente, ma fallimentare.
Chiodi è un ragioniere con la testa e lo sguardo rivolti al passato, poichè non possiede nè intuito, nè leadership, nè carisma per guidarci verso il futuro.
È sufficiente il paragone con l'uomo più rappresentativo del terzo millennio a dimostrarlo: Steve Jobs, fondatore e anima della Apple.
Quando nel 2998 Jobs tornò al comando dell'azienda (dopo esserne stato estromesso), la Apple attraversava una crisi esiziale. Come prima mossa Jobs ridusse l'offerta dei prodotti da centinaia a quattro: 2 computer portatili e 2 desktop (2 destinati all'utenza di base e 2 ai professionisti).
Eliminò monitor, stampanti e palmari con una mossa estremamente ardita, da molti giudicata folle e suicida. Ci volle coraggio per ridurre all'osso un'azienda plurimiliardaria, gli stessi dipendenti lo presero per matto.
Tuttavia la Apple era a pochi mesi dalla bancarotta e l'unico modo per salvarla era puntare esclusivamente su quello che sapeva fare meglio.
Jobs assunse tutte le responsabilità su di sè, correndo rischi enormi. Oggi, dopo 13 anni, la Apple è l'azienda più importante al mondo e vale quanto le prime 32 banche europee messe insieme.
Nel dicembre 2008, quando fu eletto Chiodi, l'Abruzzo era nelle stesse condizioni della Apple del 1998.
Dopo tre anni Chiodi ha tagliato, tassato e tartassato come l'ultimo dei ragionieri avrebbe saputo fare (è noto che una politica di tagli senza alcuna misura volta allo sviluppo provoca depressione).
Non è in grado di convincere il suo padrino/padrone Berlusconi a sborsare i soldi per il sisma e per l'alluvione del teramano, come ad esempio ha saputo fare il governatore Zaia per la identica alluvione del Veneto.
Inoltre, Chiodi ha assistito impotente all'azzeramento dei fondi FAS nazionali per l'Abruzzo (900 milioni centralizzati da tremonti nel 2009) ed alla riduzione dei fondi FAS regionali per l'Abruzzo, pari nel 2007 ad 854 milioni, oggi ridotti a 612 milioni (meno 242 milioni), ma ancora bloccati dal Governo.
La cosa peggiore di tutte è consistita nel non concentrare le scarse risorse su pochi e strategici progetti per rilanciare l'Abruzzo, poichè Chiodi ha elaborato un piano di numerosi e parcelizzati interventi a pioggia che, qualora finanziato (poichè già si prevedono ulteriori tagli ai FAS), non si sa bene quale beneficio duraturo e di sviluppo reale possa portare nel tessuto produttivo della nostra regione.
Ci vorrebbe coraggio per puntare sulla banda larga piuttosto che sulle infrastrutture tradizionali, sulle autostrade telematiche e su progetti di innovazione industriale, su un turismo di altissima qualità ambientale e ricettiva.
Invece non è difficile supporre il declino con l'anti Steve Jobs.
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