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Befacchia, lo sconfitto della politica teramana

di Christian Francia
3 minuti

"Anche il chiodo ha una testa, però non ci ragiona: la stessa cosa capita a più d'una persona".
Parole di Gianni Rodari. Parole che rimugino spesso quando penso a Gianni Chiodi, che di Rodari ha il nome ma non la testa.
Inevitabile il parallelismo con Chiodi se si parla del politico Befacchia, poichè egli fu il grande sconfitto alle elezioni comunali di Teramo del 2004, quando ebbe inizio l'era Chiodi, meglio conosciuta come "Modello Teramo".
E si deve ricordare come in quella campagna elettorale l'errore del centrosinistra fu strategico: Chiodi partiva con una investitura di gran lunga precedente quella di Befacchia, che pure fece breccia e giunse ad un passo dalla vittoria.
Meglio nascere fortunati che figli di re, e il professore politicamente non è certo stato fortunato.
Alle successive elezioni del 2009 Befacchia era un colonnello ma non il generale, eppure il vento della sconfitta lo ha travolto con ancora maggiore veemenza.
 Con ogni probabilità la sua carriera in consiglio comunale si conclude con la sua lettera di dimissioni, splendida e crudele, che si conclude con un terrifico anatema: "Mi sia concesso di formulare l'augurio alla mia città; che con un sussulto di orgoglio e di amore i giovani di Teramo, riscoprano i sentimenti civili, di libertà e di patria, che guidarono gli Orsini e i Capuani e quanti riscattarono con gesta eroiche un ventennio di inerzia e di rassegnazione, per avviare una rinascita morale della città, senza la quale la precarietà grigia del presente fluirà irreversibile verso la decadenza del domani".
Destino cinico e baro: Befacchia ha incarnato una idea di amministrazione alta, forbita, mite, elegante, nobile, colta, una idea lontana dall'immaginario collettivo dei cittadini, incarnato dal commercialista giovane e bello che ha poi sedotto anche Berlusconi all'atto della candidatura a governatore.
Befacchia è stato l'uomo giusto al momento sbagliato, colui che le circostanze hanno costretto a recitare la parte del perdente. E il perdente è il ruolo più bello, quello che rappresenta la cifra dell'umano, destinato geneticamente alla morte.
 Il fallimento del professore racchiude in sè la storia di Ettore, l'eroe dei troiani, l'eroe sconfitto.
Nonostante l'Iliade sia stata scritta per celebrare i greci, Omero si innamora del nemico e il suo poema si tramuta da monumento ai vincitori a celebrazione dei vinti.
Il metro della vittoria non può essere l'unico parametro di giudizio, anzi, esso è subordinato ai valori della patria e della famiglia, che pongono Ettore su di un gradino più alto perfino di quello di Ulisse.
Chiodi ha rappresentato Ulisse, furbo, scaltro, diplomatico, manipolatore, al passo con i tempi che ha saputo interpretare.
 Befacchia rimarrà sempre come lo struzzo della casa editrice Einaudi, colto nell'atto di ingoiare un chiodo con attorno il motto: "spiritus durissima coquit", cioè letteralmente “lo spirito digerisce anche le cose più dure”, a rappresentare una volontà capace di digerire anche i chiodi.
Befacchia i suoi chiodi li ha già digeriti, ai teramani resta il rammarico di avere perso una guida sicura mentre Ulisse si prepara all'ennesima fuga verso gli scranni di Roma.
Noi i nostri Chiodi ancora ce li abbiamo sullo stomaco.

 

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Commenti

Caro Francia non posso che complimentarmi per la tua straoridinaria analisi, scritta con maestria, vera, triste che comunque da il giusto onore al Professsore. Probabilmente questa città non meritava una persona di tale livello etico e morale, un uomo di altri tempi. La fortuna non è mai dalla parte degli uomini intrisi di ideali anche perchè tali uomini non la cercano mai. La politica perde un punto di riferimento soprattutto chi come me ha avuto in lui un esempio da seguire. La politica di oggi purtroppo osteggia tali figure nobili, ma questo non giustifica le sue dimissioni, anche se sono convinto che anche fuori dal Consiglio Comunale egli saprà dare il suo contributo. Da giovedì inizia una nuova storia per il consiglio Comunale che perde uno dei suoi punti dal punto di vista culturale e morale.
Per un homo sapiens sapiens che nel 2004 distribuiva stickers con il motto (?) "I LOVE BEFI" (sic!) un settennio di poltrona politica cittadina equivale ad una grazia ricevuta a Lourdes, direttamente in grotta , con il patrocinio dell'Arcangelo Gabriele. Doveva levarsi di torno molto tempo fa.
Mah... Costruire forzatamente un'immagine succuba di un'altra non le rende onore. Chiodi è un ottimo professionista prestato alla politica, una persona capace di incarnare le caratteristiche della leadership istituzionale di questa Repubblica uscita da Tangentopoli. Un buon amministratore, aperto ai fermenti culturali con quel suo stile popperiano che può sembrare snob solo a chi non lo conosce di persona. Chiodi e Befacchia si assomigliano nella loro "anomalìa" rispetto alle figure politiche tradizionali di questa città. Quella del Preside Befacchia è una figura raffinata, quella di un uomo d'altri tempi, quella di un signore colto ed "estraneo" al politicantismo. Lino Befacchia non è mai stato un politicante....forse neanche un politico....ma un evocatore di una Polis immaginaria in cui filosofi e braccianti cooperano al bene comune. Lino Befacchia è stato strumentalizzato e a-busato da una classe politica cittadina in cerca di credibilità, che lo ha gettato nell'arena per non sacrificare sacri rampolli o vetusti burocrati. Lacrime di coccodrillo ora scorrono a fiumi....caro Preside....non gli dia più retta.
Il professore raffigurato nella giusta dimensione.. Purtroppo tra le sue capacità non rientra sicuramente il poter amministrare, del resto le persone che esprimono la politica astrattamente, sono destinate a rivedere l'escalation di Veltroni. Risulta piuttosto sgradevole invece, iniziare e concludere un articolo ben fatto sul prof. Befacchia, citando un uomo che incarna il miglior amministratore possibile per la nostra regione. Bisogna essere sempre piú faziosi per non cogliere certe cose, Chiodi amministra con sudore e pazienza e continuerà a farlo per molto tempo.. Se ne stanno accorgendo in molti, col tempo speriamo se ne accorga anche Francia. Cordialità
Gentile Menomale, sono naturalmente in disaccordo con lei, ma le nostre differenti opinioni non dovrebbero fondarsi solo sulle sensazioni personali, bensì essere ben radicate nei fatti e nei numeri. Io cerco quotidianamente e certosinamente di dedurre dai fatti la personalità e la statura del Governatore Chiodi, e capisco immediatamente dalle persone delle quali si circonda che tipo di politica possa condurre. Inoltre leggo le sue leggi regionali e deduco subito che il livello qualitativo è scarsissimo se perfino un Ministero amico come quello degli Affari Regionali non passa mese che non impugni qualche legge abruzzese dinanzi alla Corte Costituzionale. La prosopopea chiodiana non solo è fatta di aria fritta (il maestro friggitore è Di Dalmazio), ma di un apparato di nomine di amici e parenti che mai ha tenuto conto della professionalità e che quindi sta arrecando grave danno agli interessi pubblici. Ho i cassetti pieni di testimonianze dirette; se crede mi contatti così avremo modo di parlarne diffusamente. Ove, al contrario, dovesse restare della sua idea, mi risponda portando esempi concreti della buona e sana amministrazione Chiodi. Il silenzio verrà ritenuto prova significativa. Cordialità.
Il pensiero mi va alla sanitá e ai programmi sul lavoro, comunque finita la vita amministrativa regionale, avró il piacere di fare un bel resoconto. Menomale che vengono impugnate le leggi, che gran governo é quello che impugna ad una amministrazione amica, impugnare per migliorare. Bello e produttivo! Fino a qualche anno fa lo stato inviava soldi per il buco sanitario e i politici abruzzesi li spendevano altrimenti.. Mah.. Cordiali saluti, in silenzio.