Nessuna meraviglia se all’appuntamento politico più interessante del 2012, tenutosi sabato 22 dicembre a Bellante a cura dell’Associazione Culturale Nuove Sintesi, i media abbiano riservato la più algida indifferenza.
L’incontro, animato dai due intellettuali teramani Elso Simone Serpentini e Lino Befacchia, è stato significativamente intitolato “Destra & Sinistra: l’Eclissi delle Idee”.
La “&” commerciale non è casuale, infatti maggioranze e opposizioni sarebbero da sempre unite nel perseguimento degli interessi di bottega, economici e privati, ai danni dell’interesse generale, che a Teramo è uno sconosciuto.
L’analisi impietosa sullo stato di salute della Provincia e, in particolare, del Comune di Teramo è stata condotta sulla base dei dati storici, ma soprattutto sulla scorta dei risultati prodotti nel tessuto economico-sociale dalle miopi politiche susseguitesi nel corso degli ultimi 65 anni.
Befacchia e Serpentini, orgogliosi del proprio impegno personale in politica (su fronti contrapposti), si fanno vanto dei propri fallimenti, tanto da essere certi che in una realtà come quella teramana idee e progetti di ampio respiro e di elevata caratura non possano che andare incontro a sicuri fallimenti (anche nel presente, se non si opera un radicale mutamento culturale).
Non è un caso, ricordano i due professori, che nel corso della plurimillenaria storia di Teramo l’aspetto caratteriale più costante e diffuso sia stato il prono servilismo al padrone di turno, privo di qualsivoglia amor di patria e/o di benché minimo spirito critico.
“Quanto soffro”, sottolinea Serpentini, “del fatto che a Teramo non ci sia mai stata (salvo il solo caso di Bosco Martese) né una rivoluzione, né una rivolta, né una pur minima sommossa”.
Il carattere non si inventa, e se oggi la nostra città è morta è perché i suoi abitanti l’hanno affidata costantemente alle cure amorevoli di una miope quanto incapace classe dirigente di marca prevalentemente democristiana (con opposizioni compiacenti), che ne ha cancellato le vestigia, la storia, la cultura e ne ha scippato il futuro.
Quella classe dirigente è riuscita nel solo intento di perpetuare se stessa, con i propri figli, cugini e nipoti che continuano ad imperversare e a desertificare quel poco di vivo che resta.
Gli scempi citati ad esempio sono stati innumerevoli: dall’abbattimento del vecchio teatro, agli obbrobri dell’ipogeo di piazza Garibaldi e del parcheggio di piazza Dante, passando per una infinità di occasioni perdute per il rilancio dell’economia, della produzione industriale che si è deciso scientemente di abbandonare (Villeroy & Boch, Arcangeli, Campo del re, Adone, Gavini), via via fino all’handicap delle infrastrutture mai progettate, mai completate (Teramo-Mare) o realizzate male e con decenni di ritardo (Lotto Zero).
In pratica siamo sempre lì, pronti ad obbedire al padrone di turno, succubi fino al masochismo, fino all’estinzione.
In questo duro atto di accusa, che proviene dalla parte più avanzata della cultura teramana, non sono mancati i riferimenti alla massoneria locale, rea di aver messo le mani sulla città solo per il tornaconto dei propri affiliati, senza ricadute positive per il benessere dei cittadini.
E le ombre della massoneria, rimarca Serpentini con dovizia di documenti, si spandono fino alle delibere del 2012 della Giunta Regionale dell’Abruzzo a guida Chiodi e forte di quattro assessori teramani (il riferimento è alla nomina di un ex magistrato, inquisito in vicende penali che hanno coinvolto la massoneria regionale, in un ruolo di rilievo concernente la ricostruzione aquilana).
In definitiva saremmo vittime, in quanto teramani assassinati, di amministratori incapaci, ignoranti, affiliati a conventicole dedite ai propri interessi privati, privi del benché minimo grado di moralità pubblica.
Serpentini e Befacchia, nella loro requisitoria, non hanno tralasciato di lanciare un guanto di sfida ai trentenni e ai quarantenni della città, invitandoli ad insorgere contro l’asfittico status quo per rianimare il corpo martoriato di una città revocabilmente deceduta.
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Mi vergogno per voi che avete una certa età e che dovreste insegnare determinate cose invece che sedervi con certe persone. Per una volta vedo il Sign.Romolo Bosi dire una cosa da vera persona Antifascista. Complimenti a lui e sdegno per chi dà visibilità a personaggi che esaltano il periodo più buio della nosta storia. Aspetto una risposta dai due signori. Saluti.