Come accade invariabilmente, la lettura della rubrica settimanale del professor Elso Simone Serpentini denominata "Il corrosivo" (pubblicata sul quotidiano La Città) suscita in me un moto di approvazione, di condivisione, di comunione.
Urge una raccolta sistematica dei suoi interventi a stampa, che avrebbe il pregio inestimabile di richiamare all'amore per la verità una città troppo spesso assopita e moralmente sfibrata.
L'ultima perla del professore viviseziona il giornalismo teramano, costringendomi all'applauso e rendendo superfluo ogni commento.
Mi permetto di estrapolare i passi salienti: "Che cosa manca nel giornalismo teramano di oggi, perso dietro un desiderio di sopravvivenza e di affrancamento dal precariato a vita, schiavo di una sorta di sensazionalismo che tende a sopravvalutare uomini ed eventi, vittima della necessità di doversi muovere sulla scia di un politico che svolga la funzione di santo protettore? Manca soprattutto una virtù: quella di far domande. Manca l’arte del far domande; manca il mestiere che consente di saperle fare; manca la volontà, o il coraggio, di farle in libertà e quindi non in ginocchio di fronte al potente. (...) Il giornalismo teramano ha smarrito, salvo rare eccezioni, l’arte del far domande, si accontenta di risposte confezionate e pubblica quelle che una volta si chiamavano “veline”. Non informa, comunica. Che cosa comunica? La voce del padrone. Di questo o di quello, a seconda di chi in quel momento padrone si considera e come tale si comporta. Giornalismo d’inchiesta? Nemmeno a parlarne. Al padrone perfino fare domande può risultare irriverente. Allora niente domande, niente giornalismo. Solo cronaca. I cronisti non fanno domande, descrivono quel che vedono o quello che gli lasciano vedere. Anche loro potrebbero fare domande, ma non ne fanno. E i giornalisti? Ci sono, ma non fanno domande. Molto spesso pubblicano le risposte senza che ci siano state, prima, nemmeno le domande. A volte pubblicano le contro-risposte contestualmente alle risposte, e sempre senza che ci siano state le domande. Ecco: il giornalismo teramano è oggi, sempre salvo rare eccezioni, un giornalismo di risposta, non un giornalismo di domanda. È il giornalismo più facile. Anzi, a pensarci bene, non è nemmeno giornalismo".
Quando i giornalisti latitano e il grosso delle opposizioni tace, macchiandosi oggettivamente di connivenza con le maggioranze di volta in volta al potere, cricche, camarille e consorterie proliferano nel corpo della democrazia e della società in modo identico agli icneumoni, insetti le cui larve vivono da parassiti su animali ospiti paralizzati, divorandoli pezzo per pezzo, ma senza toccare il cuore o gli organi vitali fino a quando non hanno consumato tutto il resto.
La vittima muore solo alla fine, quando le larve degli icneumoni hanno raggiunto la piena maturazione.
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