Il penultimo "Corrosivo" del professor Serpentini, pubblicato il 14.2.2012 sul quotidiano La Città con il titolo "Le cinque piaghe del PD", è come al solito puntuale, condivisibile, coltissimo e sconfortante.
Riassumiamo le critiche di Serpentini: la prima piaga è la distanza tra gli elettori e l’apparato dirigente del PD teramano; la seconda piaga è l'impreparazione dei dirigenti del PD; la terza è la divisione tra le correnti del PD; la quarta consiste nelle scelte sbagliate di dirigenti e candidati (con gli eletti che non rispondono più al partito e agli elettori, ma ai gruppi che li hanno fatti eleggere), e la quinta è quell'insieme di privilegi di cui godono molti membri del PD, malati di carrierismo e di inciucismo.
Le nefaste conseguenze che ne trae Serpentini sono le seguenti: "non è arduo capire come mai, pur essendo l’attuale centro-destra abruzzese in un difficile momento e in piena crisi di credibilità (da Chiodi a Brucchi passando per Catarra), il centro-sinistra (di cui il PD costituisce una delle colonne portanti) non riesce ad andare oltre uno sterile ruolo di minoranza; non si propone come maggioranza alternativa, ma nemmeno come opposizione".
Giustissime tutte le critiche del professore, che sposo nella forma come nella sostanza, ma credo di poter asserire a rischio della reputazione che c'è un PD diverso, molto diverso, fatto di persone oneste, disponibili e preparatissime; un PD puntuale, che in città si oppone come deve e che si propone come valida maggioranza alternativa.
Lo scrivente – come è noto – ha in odio l'apparato dirigente del PD teramano ed abruzzese più di quanto non esecri i dirigenti del PDL cittadino e regionale, quindi non potrei mai essere tacciato di simpatie per incompetenti od arrivisti, ma sento di potermi giocare la faccia per salvare dalla palude alcuni consiglieri comunali che ritengo – per sufficiente frequentazione – all'altezza del compito nonchè valide future alternative a questa pessima amministrazione cittadina.
Spendo solo due nomi che da tempo segnalo come papabili candidati a sindaco: Giovanni Cavallari e Gianguido D'Alberto.
Su di loro deve rifondarsi il PD, che si trova complessivamente nelle "merdose" condizioni descritte da Serpentini (mi scuso per il "merdose", ma è una citazione dantesca: Inferno, canto XVIII, verso 131).
Mi permetto pertanto di invitare il professore, per l'esperienza del mio osservatorio tecnico-giuridico, ad espungere il nome di Cavallari dalla carrellata degli esecrandi del PD, poichè proprio lui è il migliore dei suoi e dell'intero consiglio comunale (si accettano smentite solo all'esito di accurata analisi dei resoconti delle sedute del consiglio).
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