Carlo Ciapanna è un presunto innocente. La Costituzione definisce così coloro che sono stati condannati con sentenze non ancora passate in giudicato. E Ciapanna ha solo due condanne penali non definitive per qualche annetto di galera (3 anni e 10 mesi per truffa e calunnia), per cui è liberissimo di accreditarsi come uno di esperienza che sa come gira la ruota e, nello specifico, come scorre l’acqua.
Carlo Ciapanna è del PDL, è nel PDL fino al collo, fino alla manifestazione infame del 4 agosto scorso in Via del Plebiscito nella quale era presente dietro allo striscione Forza Silvio.
Carlo Ciapanna è più tancrediano di Paolo Tancredi. Ma è soprattutto un veterano dei CdA del Ruzzo, il fiore all’occhiello delle aziende teramane, con un centinaio (si parla di 93 ma vedremo analiticamente il bilancio) di milioni di euro di debiti.
Sarebbe divertente conteggiare al centesimo quanti debiti del Ruzzo, cioè nostri, sono di paternità Ciapanno-Tancredica, ma per par condicio andrebbero conteggiati pure i debiti Piddini-GiacominoDiPietrini, fra cui le assunzioni illegittime ma soprattutto inutili che continueremo a pagare fino alla pensione e poi anche fino alla morte dei fortunati assunti.
Come è noto a luglio è scaduto il termine per presentare le candidature alla nuova presidenza del Ruzzo e, come parimenti noto, losche trame occulte hanno suggerito di annullare la data del 25 luglio nella quale l’assemblea dei soci avrebbe dovuto procedere alle nomine del nuovo CdA.
Tutto rinviato a settembre per consentire la tessitura di rapporti, legami e cordate che consentano a chi era fuori gioco due mesi prima di tornare in partita.
I sindaci sono i soci dell’Assemblea del Ruzzo e ad essi spetta la scelta. Fra i candidati spicca un ridicolo Scuteri il quale, essendosi dimesso da Presidente ed essendo quindi Presidente uscente senza aver mai chiarito né a voce né per iscritto le ragioni della paralisi del suo CdA, appare una candidatura etimologicamente oscena.
Ma pure l’inossidabile Ciapanna, pluricondannato penalmente con tanto di sanzioni accessorie (incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione e interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per un anno e mezzo) e quindi presunto innocente, si è iscritto fra i papabili per una davvero rinnovata gestione, che perpetui senza infingimenti né gattopardismi di sorta l’andazzo degli ultimi venti anni.
Fonti attendibili riferiscono che Carlo Ciapanna (PDL, Vice Presidente uscente e tre volte ex membro del CdA del Ruzzo), in compagnia di Giacomino Di Pietro (per lunghi anni ex Presidente del Ruzzo in quota PD) e di alcuni dirigenti del Ruzzo (Giammario Fabbi e Berardo Nardi), sia stato visto aggirarsi in ben tre sagre di tre Comuni diversi (Torano Nuovo, Colledara e Campli).
E cosa andrebbe facendo una così eterogenea compagnia nelle sagre della provincia?
Pare che Ciapanna & Friends avvicinassero sindaci e amministratori locali nel tentativo di sponsorizzare lo stesso Ciapanna alla Presidenza del Ruzzo. Un vero tour elettorale.
Evidentemente, se questo fosse vero, Ciapanna si proporrebbe come il garante delle passate gestioni, paladino del tombamento di qualsiasi illecito o mala gestio (non è un caso se nessuno abbia mai voluto procedere ad una azione di responsabilità nei confronti dei precedenti CdA), come tale gradito anche a quella parte del PD che usava il Ruzzo come terminal affaristico-clientelare.
E perché i sindaci dovrebbero di nuovo fidarsi di Ciapanna? Semplice. Perché nessuno meglio di lui conosce gli interna corporis dell’azienda, i suoi dirigenti e funzionari, e in tal modo può garantire ai sindaci che tutti gli ordini che dovessero impartirgli (più o meno commendevoli) potranno essere eseguiti senza che le procedure si intoppino in fastidiosi impedimenti di carattere giuridico-legale (cosa invece probabile con amministratori meno scafati).
E i debiti? Per quelli non c’è problema, come in ogni attività gestita dalla politica, il costo degli affari e delle clientele viene scaricato sulle bollette dei cittadini. Perciò, come abbiamo sempre fatto, se non abbiamo il pane mangeremo brioches e insieme all’acqua pagheremo caffè e ammazzacaffè per lorsignori.
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