Il governatore dell’Abruzzo ha perso ogni freno inibitore, ragion per cui ogni giorno assistiamo a decisioni quantomeno surreali.
In un crescendo rossiniano, Chiodi ha deciso:
1) cinque mesi fa di spendere 4.200.000 euro di fondi FAS destinati all’Abruzzo per farsi gestire dal Formez lo stesso programma FAS. Come dire: siamo degli incapaci, aiutateci voi, altrimenti non sappiamo come fare ad usare tali fondi. Anzi peggio: nella delibera della Giunta regionale adottata all’unanimità viene platealmente esplicitata “la carenza di risorse umane disponibili” a tale scopo. Questi soldi serviranno sostanzialmente per l’assistenza tecnica alle direzioni regionali;
2) la settimana scorsa di istituire un URP (Ufficio per le Relazione con il Pubblico), affidandone nuovamente la gestione al Formez per 400.000 euro annui;
3) ancora la settimana scorsa, di incaricare nuovamente il Formez per l’assistenza tecnica ai fondi europei del programma Ipa Adriatico, questa volta per una spesa complessiva di 5.300.000 di euro in tre anni. Ma il dramma è che non sarà neppure il Formez a fornire le adeguate professionalità, le quali saranno reclutate con apposito bando che verrà emanato dal Formez stesso.
Totale: 10 milioni spesi (9,9 per l’esattezza) in maniera quantomeno opinabile per i seguenti motivi.
Intanto il Formez è una associazione riconosciuta (http://www.formez.it/chi_siamo.html) che ha sede a Roma e non in Abruzzo (sebbene la Regione ne sia socia), ragione per cui questi soldi prenderanno una strada extraregionale invece che restare qui e produrre reddito ed economia da noi.
In secondo luogo perché è disarmante e disdicevole che la Regione Abruzzo, deputata a gestire miliardi di fondi europei, non sia in grado di farlo autonomamente nonostante l’enorme tempo che ha avuto a sua disposizione per adeguarsi alle necessità.
In terzo luogo perché le risorse umane della Regione non sono affatto carenti sia sotto l’aspetto numerico, specie dopo che sono confluite in Regione le centinaia di dipendenti degli enti regionali disciolti, sia sotto l’aspetto qualitativo, dato che sia i fondi FAS che i fondi IPA risalgono a molti anni addietro e si è avuta una intera legislatura per formare e preparare figure adeguate alla gestione di tali risorse.
In quarto luogo perché un URP non richiede competenze così tecniche da non poter essere rinvenibili nelle professionalità interne minimamente formate (peraltro l’importo stabilito sembra largamente abbondante se confrontato con le risorse umane che dovranno essere utilizzate nel progetto).
In quinto luogo perché se ci si rivolge a professionisti si presume che la loro elevata qualificazione non sia fungibile. Ove invece ci si rivolge a professionisti affinché si incarichino a loro volta di predisporre un bando per reperire le professionalità occorrenti alla bisogna, se ne deve dedurre che la Regione non è nemmeno capace di approntare uno straccio di bando di selezione.
In sesto luogo perché si è persa l’occasione di formare specificamente personale interno, il quale non solo avrebbe potuto assistere la gestione dei programmi, ma avrebbe potuto farlo anche relativamente ai futuri fondi delle prossime programmazioni europee.
Questa è l’oculata gestione dei nostri soldi attuata dal Presidente Chiodi e dalla sua Giunta.
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