Da oggi i Gatti hanno una vita di meno.
Lunedì 17 dicembre 2012 l’Associazione “Abruzzo 3.0” da me presieduta, di cui “Teramo 3.0” è la sede teramana, ha organizzato un incontro a Pescara per rendere noto lo stato dell’arte sull’utilizzo dei Fondi Europei da parte della Regione Abruzzo.
Il bilancio è stato tracciato su dati ufficiali riferiti alla intera gestione Chiodi, dal gennaio 2009 all’ottobre 2012, in riferimento ai tre principali Fondi:
FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale), FSE (Fondo Sociale Europeo) e Programma di cooperazione IPA Adriatico.
Tutti e tre i Fondi assommano circa un miliardo di euro a disposizione dell’Abruzzo per il periodo 2007-2013, periodo quasi integralmente gestito dalla Giunta Chiodi a trazione teramana.
I dati sono rigorosissimi, ufficiali ed impietosi.
La sintesi dei fallimenti è molto ben documentata e mi è stata ribadita da autorevoli dirigenti del Ministero dello Sviluppo Economico nonché da dirigenti della Regione Veneto esperti in materia.
Inoltre tutta l’Italia e gli Stati che si affacciano sull’Adriatico sono a dir poco inviperiti per l’incompetenza e l’incapacità con la quale la Regione Abruzzo ha gestito il Programma IPA Adriatico che li riguarda direttamente, Programma che ha a disposizione quasi trecento milioni di euro, dei quali è stato impiegato il miserrimo 3,44% (le colpe dirette sono del Presidente Chiodi).
Se il FESR ha raggiunto una percentuale di spesa vicina agli obiettivi minimi è solo grazie al fatto che gran parte dei soldi è confluita nell’Asse dedicato al terremoto del 2009, cosa che implica il mancato raggiungimento delle prefissate priorità di sviluppo.
Quanto al FSE, gestito dall’Assessore Gatti, i dati raccontano che nel 2009 e 2010 non si è riusciti a spendere nulla e che nell’ottobre 2012 la percentuale di spesa era significativamente inferiore agli obiettivi minimi stabiliti dall’Europa, fotografando un Abruzzo ultimo fra tutte le venti regioni italiane.
Questa è la pagella di Gatti: ultimo in Italia.
Ma Gatti, piccato, non accetta la realtà dei fatti, tanto da aver prontamente replicato in modo scomposto.
L’Assessore sostiene che avremmo fornito “numeri errati”, che avremmo fatto una “misera figura”, che le nostre informazioni sarebbero “fuorvianti” e danneggerebbero “l’immagine non di una parte politica, bensì dell’Abruzzo intero”.
Ma la bocciatura brucia talmente che Gatti si accanisce ancora: “Certo, eravamo l’ultima Regione di Italia nella spesa del FSE, ma questo accadeva nel 2009 al momento del nostro insediamento, oggi siamo tra le prime regioni del centro-sud, con dati migliori anche di alcune regioni del Nord, avendo compiuto una incredibile rimonta”.
Qualcuno lo informi che i film si vanno a vedere al cinema: perfino i dati che Gatti stesso invita a guardare sul sito del Ministero per la coesione territoriale danno l’Abruzzo terz’ultimo fra tutte le regioni rientranti nell’Obiettivo competitività, con percentuali leggermente migliori dei soli Molise e Valle d’Aosta.
Questa sarebbe l’incredibile rimonta? Da dove risulterebbe che l’Abruzzo era ultimo nel 2009 e non anche nel settembre 2012, come certificato sia dal Ministero che dal Sole24ore?
E soprattutto quali effetti positivi sulle priorità del FSE hanno prodotto le politiche regionali? L’assenza di pianificazione e l’inefficacia della strategia sono evidenti in tutti i parametri economici abruzzesi, a prescindere dall’evidente distorsione con cui Gatti ha inteso privilegiare le imprese teramane a discapito di quelle delle altre tre province abruzzesi (ne parlerò diffusamente in un altro intervento).
Gatti impari dal contegno del suo Presidente il quale, da vero ultimo della classe, accetta la bocciatura con la nonchalance di chi sa di non avere studiato o di avere studiato male.
Infine Gatti, oltre ai pessimi risultati sull’FSE, in qualità di membro della Giunta regionale non si premura di dire nemmeno una parola sul disastro del Programma IPA, sulla barzelletta della Macroregione adriatica e sul FESR, nonostante questi Fondi Europei costituiscano i due terzi dell’intera relazione.
Forse Gatti preferirebbe cittadini supini alle favolette che ci racconta da anni, ebeti pronti a sorbirsi una naturale preminenza nel confronto con il Paolo meno dotato (Tancredi), ma è ormai tempo di bilanci e la siepe è finita per lui come è finita per il suo mentore Berlusconi (vedremo cosa combineranno “Shrek” Guido Crosetto e la “Principessa Fiona” Giorgia Meloni, di cui il “Gatto con gli stivali” Paolo Gatti è un caro amico).
Ho sempre riconosciuto a Gatti una primazia nell’acquisire il consenso popolare, ma la politica si regge su due gambe: consenso e competenza.
E Gatti cammina su una sola gamba perché ha pensato – sbagliando – che fosse sufficiente per la propria carriera.
Due fra i miei filosofi preferiti, Befacchia e Serpentini, dicono che “è il momento di dire basta. La Città è governata da ignoranza e incompetenza”.
Idem la Regione.
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Commenti
Stefi....ritenta;)
Dopo 13 licenziamenti e dopo tante avventure nella comunicazione ho pensato di creare un sito aperto a tutti. A chiunque volesse raccontare una realtà senza pregiudizi.
Senza Fabio Fidanza e Andrea Di Sabatino, i due ingegneri creativi, sarebbe stato impossibile.
Christian Francia è i Due Punti come lo sono io, i lettori, le fonti, la Magistratura, la Finanza, I carabinieri o lo stesso Franco Fracassa.
Io non possiedo nulla per essenza mentale.
Due anni dedicati a questo blog, decine di inchieste e nessun tempo libero. In cambio di minacce e querele. Non male. Uno spread.
Per il resto la notizia è che la notizia può avere anche più di una lettura. Di un pensiero...io intanto guardo alla prossima.
I due Punti è un progetto di durata triennale...con un unico obiettivo...seminare il dubbio e istruire la gente alla difesa dei propri diritti civili.
Il resto non m'interessa....