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Processo breve: Coraggio, senatori, coraggio

di Christian Francia
3 minuti

Chi specula sul dolore?
Secondo i parenti delle vittime del terremoto de L'Aquila e delle altre stragi di cui sono in corso i processi, a speculare sarebbe la maggioranza di governo la quale, con la scusa di proteggere padron Berlusconi, si appresterebbe a ridurre la prescrizione dei reati approvando la legge sul cosiddetto processo breve.
Il governo respinge le accuse, sostenendo che sarebbe l'opposizione a speculare sul dolore, dato che la restrizione dei tempi di prescrizione sarebbe minima con l'approvazione della predetta legge.
Le critiche avanzate dai familiari delle vittime, ma anche da parte di molti aquilani, sono state dure soprattutto contro la bocciatura dell'emendamento presentato dal PD, che avrebbe escluso dalla riduzione della prescrizione il reato di omicidio colposo plurimo.
E giù con controaccuse di strumentalizzazione.
Su internet la guerra divampa su  Facebook, dove centinaia di aquilani hanno messo alla berlina le sei facce dei deputati pidiellini abruzzesi: Sabatino Aracu, Carla Castellani, Marcello De Angelis, Giovanni Dell'Elce, Paola Pelino e Maurizio Scelli; tutti accusati di aver calpestato gli interessi della comunità in nome degli interessi personali del padrone.
Personalmente sono arcistufo di farmi prendere per i fondelli: a me questa storia della presunta riduzione di pochi mesi della prescrizione suscita un sentimento di rabbia ed impotenza per tre motivi.
Primo: quando una azione è sbagliata, non giova giustificarsi asserendo che comunque il danno è minimo. Ove poi il danno minimo si riferisce alla maxi-inchiesta sui crolli del sisma, lo sdegno è sul principio e non sulle misurazioni.
Secondo: se il danno fosse realmente minimo, qualcuno dovrebbe spiegarmi quale ragione imponga l'approvazione di una legge del tutto fuori luogo in questo contesto storico-politico, legge che comunque si traduce in uno schiaffo in faccia ai parenti delle vittime, i quali la giustizia vogliono vederla presto, ma se ciò non fosse possibile la attenderebbero anche tardi (e non certo mai).
Terzo: i (dis)onorevoli abruzzesi del PDL non possono minimizzare invocando una riduzione poco consistente dei tempi di prescrizione, giacchè molti di loro erano presenti in Parlamento nel dicembre 2005, quando governava la stessa maggioranza odierna (di cui loro erano parte), maggioranza che approvava la famigerata legge "ex Cirielli" (tristemente nota anche perchè perfino il suo primo firmatario Cirielli la sconfessò votando contro).
L'origine del male è da rintracciare proprio in quella legge infelice: infatti con quella norma si sono dimezzate le prescrizioni dei reati, con ciò relegando all'impunità un numero esorbitante di reati (ancora e sempre per proteggere il solito Berlusconi).
Da Teramano esprimo personalmente la mia pena per il nostro deputato Carla Castellani la quale, oltre che totalmente assente dalla scena pubblica cittadina, si è macchiata dell'ulteriore discredito di aver votato per il processo breve.
Ma non tutto è perduto, poichè ora il progetto di legge torna in Senato.
I senatori abruzzesi sono ancora in tempo per scongiurare il peggio, ma cosa possiamo aspettarci da uno come Fabrizio Di Stefano, che pochi giorni or sono ha presentato un disegno di legge per l'abolizione della norma transitoria e finale della Costituzione che vieta la riorganizzazione del disciolto partito fascista?
E cosa possiamo aspettarci dal senatore teramano Paolo Tancredi che si è distinto, come tutti ricordano, per aver presentato numerosi emendamenti subito sconfessati dal suo stesso partito e per averli firmati senza porvi nemmeno la minima attenzione ("forse non ho letto tutto bene"), tanto da suscitare lo sdegno unanime?



 

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Commenti

Condivido l'intervento di Christian Francia anche per la sua limpidezza. E' bello essere ottimisti, ma che al senato qualcuno possa rimediare alla vergogna del voto alla camera è solo un sogno, un'ipotesi pressoché assurda, un'alzata di testa che non è nelle possibilità dei due figuri, in un parlamento ormai totalmente militarizzato alla mercé del sovrano. Possiamo solo mobilitarci nella rete e chiedere che non si ripeta al senato ciò che alla camera è accaduto.
Marco Travaglio non può dirlo ma lo pensa.....la prescrizione è una roba da eliminare, un pò come l'immunità parlamentare....questi stupratori della Costituzione della quale si riempiono la bocca senza aver mai sostenuto esami su di Essa lascerebbero ogni cittadino in balìa ultrasecolare di kafkiane persecuzioni..... e cosa gliene frega? Tanto "se un piemme indaga su di te qualcosa devi aver fatto sicuramente....". Ormai si assiste alla presunzione di colpevolezza fino all'ultimo grado di giudizio. E le vittime? Già...le vittime.... "....i parenti delle vittime di Viareggio dovrebbero farsi spiegare, dai magistrati, come abbiano fatto a non fissare neppure la prima udienza dopo due anni e mezzo; i terremotati dell’Aquila dovrebbero farsi spiegare se undici anni e otto mesi non siano più che sufficienti per definire un giudizio ed evitare la prescrizione; mentre i risparmiatori truffati dalla Parmalat dovrebbero farsi spiegare, pure, perché siano serviti sette anni per un primo grado sulla bancarotta, mentre il processo bis - quello contro le banche - attende ancora la prima sentenza. Già oggi vanno in prescrizione 450 processi al giorno: i magistrati non hanno nessuna responsabilità in tutto questo? E neppure i 51 giorni di ferie l’anno - record italiano - significano niente? Si saranno mai chiesti, i magistrati, perché la vecchia uscita del ministro Renato Brunetta sui tornelli a palazzo di Giustizia, in un sondaggio pubblicato dal Corriere nell’ottobre 2008, vide favorevole l’80 per cento dei votanti? Anche Giuliano Pisapia, candidato sindaco a Milano, lo disse chiaramente: «Lavorano poco». Suggerì che si facesse come quel procuratore capo che ogni mattina bussava dai vari magistrati per dargli il buongiorno. Eppure, per qualche ragione che sa di sacralità, le toghe sono sottratte al computo dei fannulloni della pubblica amministrazione: forse perché affianco ai lavativi ci sono gli stakanovisti." Filippo Facci Io penso che se a Torino la Corte di Assise in tre anni è riuscita a dare giustizia alle vittime nel rogo della Thyssen, mentre qui da noi i processi contro Del Turco e D'Alfonso sono ancora in alto mare, come moltissimi altri (di alcuni mi occupo personalmente e quindi scrivo con cognizione di causa) si vede che i problemi sono questi: 1) disparita di capacità tra le diverse sedi giudiziarie a smaltire i processi unita ad autoreferenzialità, che impedisce di emulare i migliori esempi come quello torinese; 2) obbligatorietà dell'azione penale non filtrata da decisioni prese dai Procuratori delle Corti d'Appello (o da un indirizzo ministeriale), su quali reati perseguire in precedenza a seconda delle criticità maggiori dei territori; 3) irresponsabilità diretta (ma pagata dallo Stato alle vittime che si rivolgono alla Corte di Giustizia) dei singoli magistrati per ritardi e denegate giustizie. Il ddl non risolverà certo questi problemi, anche perchè le tappe della riforma della giustizia sono molte, ma di certo non potrà essere preso a pretesto dalla peggiore magistratura (anche se qualcuno già ci prova per autoassolversi preventivamente) per coprire la propria inadeguatezza.
Caro Pietro, dissento totalmente dalla tua opinione (e da quella di Facci). Attaccare la magistratura è l'ultimo atto della disgregazione dello Stato. Dire che i magistrati lavorano poco e male (fosse anche vero) non è comunque una giustificazione per approvare leggi vergognose ed anticostituzionali, poichè gli stessi relatori (Paniz e Napoli, solo per fare due esempi) ammettono che esse sono ad personam e non generali ed astratte come vuole la nostra costituzione. Tu Pietro, dovresti saperlo...