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Università di Teramo: rivoluzione o morte

di Christian Francia
4 minuti

Rivoluzione o morte, “revolución o muerte”.
Non credo ci siano altre strade meno traumatiche per salvare l’Università di Teramo dalla rovina.
C’è bisogno di una cura da cavallo, altrimenti perderemo l’Ateneo per sempre, e ne abbiamo bisogno subito.
I dati delle immatricolazioni, le classifiche nazionali ed internazionali, la situazione economica nazionale e locale, nonché il bilancio dell’Università non lasciano spazio a dubbi: le prospettive sono funeree.
1) Lo stallo progettuale e di attività, di iniziative e di soluzioni condivise, ha un responsabile ben definito: il Magnifico Rettore.
È talmente desolante il silenzio e l’accidia della Tranquilli Leali, che pensare ad una naturale conclusione del suo mandato significa non avere a cuore il destino dell’Ateneo.
C’è bisogno di una frattura, un cambio di passo, una cesura istituzionale, un atto formale di sfiducia.
Un nuovo Rettore subito, con pieni poteri, capacità di leadership, idee forti e chiare, che sappia creare la massima condivisione per le proposte di cambiamento.
2) L’UniTe è scollata dalla città, deve ricucirsi permanentemente con essa, pena l’assenza di qualsiasi futuro.
Avanzo due ipotesi in merito: la prima è quella di costruire un sistema di scale mobili che da Piazza Garibaldi conduca alla sede di Colleparco; la seconda è quella di vendere gli immobili di Colleparco all’IZS (che come è noto ha necessità di una nuova sede, che vorrebbe fuori dal centro cittadino) e con il ricavato acquistare a prezzi stracciati l’enorme area dell’ex manicomio a Porta Melatina da ristrutturare per tornare stabilmente in centro, con l’aggiunta di sopraelevazioni da effettuare ex novo sull’area del parcheggio di Piazza S. Francesco.
Senza contare che migliaia di studenti, docenti e dipendenti, tutti stabilmente in centro città, oltre all’indotto umano costituito dalle iniziative formative e di incontro aperte alla cittadinanza, creerebbero nuova linfa per l’economia teramana.
3) Con i problemi contabili che attanagliano l’Ateneo, vendere gli edifici e il rettorato di Viale Crucioli diventa una necessità ineludibile, sia per ossigenare le casse che per liberare risorse (pare che i soli costi di gestione e manutenzione dei locali gravino per 500.000/600.000 euro annui).
4) L’ipertrofia della pianta organica del corpo non docente è cosa nota ed è un problema condiviso con tutti gli Enti pubblici cittadini, ma se fosse vero come sembra che il personale amministrativo ammonti ad oltre 300 unità di personale, saremmo di fronte ad un caso nel quale le baronìe universitarie esulano dalla titolarità dei professori, vittime di un Leviatano che mangia la maggior parte delle risorse e rende asfittica la progettualità didattica e la ricerca per carenza di fondi.
In tal caso, sarebbe necessario dichiarare formalmente l’esubero di almeno metà dei dipendenti amministrativi ed attivare le procedure di mobilità esterna del personale (si libererebbero milioni di euro all’anno).
5) Nella fase recessiva nella quale si trova, l’UniTe non può permettersi tutte le sedi distaccate che sono attive oggi, per cui si dovrà giocoforza chiudere tutte quelle che non presentano una sostenibilità finanziaria (tranne, ad esempio, la sede della Facoltà di Giurisprudenza ad Avezzano che garantisce studenti e risorse).
6) Occorre rivoluzionare l’offerta formativa, concentrandosi con quello che più ci caratterizza, e saper creare sinergie reali con il tessuto sociale ed imprenditoriale del territorio, mettendosi a disposizione delle esigenze delle aziende.
7) Bisogna mettere a sistema le eccellenze della città: Istituto Zooprofilattico (IZS), Facoltà di Veterinaria, Archivio di Stato, Musei Civici, Istituto Musicale Braga e Biblioteca Delfico, per fare gli esempi più macroscopici.
8) Si deve inventare ed implementare un Centro di ricerca di altissimo profilo, che funga da punta di diamante e da biglietto da visita dell’eccellenza che l’Università può raggiungere.
9) Infine, proseguire decisi sulla strada dell’utilizzo delle nuove tecnologie, realizzando quella rivoluzione culturale simbolicamente avviata con l’idea di regalare gli iPad alle matricole.


 

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Condivido il pensiero iniziale, cioè l'UniTe è in forte declino ma le responsabilità.... in primis troviamo il Magnifico poi Direttore Amministrativo, personale docente, i famosi EP!!! del personale t.a.b. il punto 2 è un'idea ma penso poco realizzabile... spiego: uno dei due enti nel periodo di transizione non potrebbe lavorare!!!!! oppure i.z.s. acquista per accasarsi dopo anni..... senza contare tutto l'aspetto della realizzabilità! il punto 3 così a naso sembrerebbe un tantino eccessivo, altrimenti gli stabili di Colleparco costerebbero gestionalmente parlando 6 volte tanto!!! Il punto 4 è un pò gonfiato, le unità di personale t.a.b. superano di poco le 200 unità. il punto 5 consiglio di dare uno sguardo ai risultati ottenuti dalla sede distaccata di Mosciano (Facoltà di Agraria) la seconda in ambito Nazionale, per quel che scrive Repubblica. il punto 6 l'offerta formativa attuale potrebbe essere un buon biglietto da visita però bisogna farla funzionare il punto 7 il punto 8 l'eccellenza è presente vedi Medicina Veterinaria, vedi Scienze e tecnologie Alimentari però bisogna riprendersi l'eccellenza di Turismo e Giurisprudenza... il punto 9 per risolvere, l'UniTe deve impegnarsi in una campagna di rinnovazione dirigenziale a tutti i livelli!!!
Io invece spero vivamente che l'ateneo di Teramo sparisca....non è possibilie che ci accorgiamo del degrado solo quando siamo sul punto di cadere....Brucchi e il Magnifico....Rettore non meritano l'università!!!!anche se poi chi ci farà le spese saranno sempre i soliti studenti e lavoratori all'interno dell'unite.....
1- Come darti torto? Ma non si dovrebbe fermare solo lì il rinnovo di un'università nata sotto la stella di un democristiano, come feudo democristiano e ancora movente in perfetto stile democristiano. 2- La prima parte è improbabile, anzi impossibile visto che tra la piazza e Colleparco c'è un fiume. Inoltre la collina di Colleparco si "muove", per come si fanno a Teramo le cose, una scala mobile durerebbe due giorni. Più interessante la seconda parte ma la zona dell'ex manicomio non garantisce nè spazi, nè vie, nè strutture adatte ad una università. Molto meglio sarebbe la zona dell'ex Villeroy, dietro la stazione, larga, pianeggiante, ad un metro dal centro (anzi, la presenza dell'università lì finirebbe finalmente per "allargare" il centro di Teramo) 3- L'università non ha problemi contabili, almeno per ora, vendere la struttura di viale Crucioli significherebbe un ulteriore distacco dalla città. 4- L'università non ha personale sufficiente, basta vedere le limitazioni di orario di alcune strutture e di alcuni servizi. Forse ci sono troppi "capi", quello si ma tagliare, anche nelle tue proporzioni, non farebbe risparmiare "milioni di euri". 5- Le sedi distaccate potrebbero rimanere tali se all'università fosse data una spinta di crescita, ad ogni livello. Il nostro non è un territorio immenso, basterebbero qualche volontà e qualche sinergia in più. 6- L'offerta formativa non è di basso livello, anzi. E' la città che non attrae, è la locazione che scoraggia. Inoltre questa "messa a servizio" delle università verso le aziende non è così bella come ritieni. Anzi spesso vale molto di più il contrario. 7- Finchè le eccellenze saranno gestite col sistema baronale dove ognuna è contea del proprio io.... 8- Boh, non so se ti ho capito ma la punta di diamante si crea dalla base non dalla punta. Le facoltà scientifiche sono considerate eccelse, il problema è ciò che sta dietro. 9- Sarà un free-facebook a fare la differenza?
Caro francia, come al solito la sua è una lucidissima lettura della situazione. Un unico appunto riferito a questo passaggio: "L’ipertrofia della pianta organica del corpo non docente è cosa nota ed è un problema condiviso con tutti gli Enti pubblici cittadini, ma se fosse vero come sembra che il personale amministrativo ammonti ad oltre 300 unità di personale, saremmo di fronte ad un caso nel quale le baronìe universitarie esulano dalla titolarità dei professori, vittime di un Leviatano che mangia la maggior parte delle risorse e rende asfittica la progettualità didattica e la ricerca per carenza di fondi. In tal caso, sarebbe necessario dichiarare formalmente l’esubero di almeno metà dei dipendenti amministrativi ed attivare le procedure di mobilità esterna del personale (si libererebbero milioni di euro all’anno). " Mi permetta di contraddirla quando dice che: 1. "se fosse vero come sembra che il personale amministrativo ammonti ad oltre 300 unità di personale": infatti non è vero. Il personale non docente dell'Unite ammonta a poco più di 200 unità. Certo, non saranno pochi... ma di questi tempi è il caso di essere precisi altrimenti s'incorre nel rischio di scivolare lungo la pericolosa china del populismo (un po' come sparare sulla croce rossa, insomma...); 2. "saremmo di fronte ad un caso nel quale le baronìe universitarie esulano dalla titolarità dei professori, vittime di un Leviatano... " : e chi sarebbe il Leviatano??? Si è mai fatto un giro nei corridoi di una qualsiasi università (non da studente, sia ben inteso...)? Mi pare di capire che lei sia un funzionario della provincia, giusto? Se le dicessi che le responsabilità della malagestione sono tutte in capo a lei e ai suoi colleghi, che mi direbbe? Certo, le mele marce sono ovunque... lei se lo sente il potere di porvi rimedio, ovviamente oltre quello individuale scaturente dalla propria coscienza di onesto cittadino e dipendente pubblico? Mmhhhh, la vedo dura. Piuttosto mi dirà che questo è un compito che spetta al top management, quello pagato molto meglio di me e di lei e, purtroppo, scelto dalla politica (e pure quella dei rettori, per certi versi - e anche per tanti altri - lo è...). Dunque, chi è il Leviatano? E poi, mi scusi, ma chi gliela toglie la baronia ai docenti universitari??? E’ veramente il caso che cambino i riferimenti culturali (per dirla alla Martone…), quelli in base ai quali dei docenti non si può mai parlar male. Una sudditanza psicologica della quale, francamente, comincia a potersene fare a meno.... 3. "...che mangia la maggior parte delle risorse e rende asfittica la progettualità didattica e la ricerca per carenza di fondi. In tal caso, sarebbe necessario dichiarare formalmente l’esubero di almeno metà dei dipendenti amministrativi ed attivare le procedure di mobilità esterna del personale (si libererebbero milioni di euro all’anno)": ma lo sa chi progetta la didattica nelle università? lei pensa che in questo il personale non docente abbia la benchè minima discrezionalità???? non è così! si studi l'offerta formativa dell'unte degli ultimi 7-8 anni , e mi dica, secondo lei, da cosa dipende la mancanza di attrattiva. Vorrei fare una riflessione: forse quello che si continua ad ignorare da quando (finalmente!) l'Unite si è guadagnata un posto nell'agenda giornalistica di questa città, è che gli unici realmente e sinceramente interessati alla sopravvivenza dell'istituzione sono quelli che ci investono quotidianamente il proprio lavoro, il proprio stipendio, la sopravvivenza delle proprie famiglie. Non di certo i docenti, alcuni dei quali, si fidi, bramano una qualsiasi scusa per potersene tornare da dove vengono (quasi mai da teramo!).
Caro Francia, siamo contenti che l'Ateneo teramano stia risvegliando l'interesse dei cittadini e della politica teramana e condivido molti degli aspetti da Lei evidenziati. Ma due precisazioni, peraltro già fatte dai commenti pubblicati, sono per me doverose: 1) Il personale non docente è di 217 unità e la proporzione rispetto al personale docente è di circa 1:1, nella media nazionale se non inferiore. Non è,quindi, questo il problema e siamo stanchi (per non dire amareggiati) che tutto venga riconvertito in un problema meramente quantitativo del personale TAB (Le chiedo, chi fa la Strategia di un Ateneo?il Senato Accademico o la "Consulta" del personale?). Qualcuno ha parlato di "populismo", già, proprio così. Le realtà vanno conosciute e bene. Come Rsu di questo Ateneo (di cui ancora vado fiera) sento il dovere di dire con forza che il personale TAB aspetta solo di essere chiamato ad un Progetto di rinascita. Lo abbiamo chiesto, lo stiamo chiedendo e lo chiederemo fino allo sfinimento perchè, riportando le parole di un commento che leggo qui sopra "gli unici realmente e sinceramente interessati alla sopravvivenza dell'istituzione sono quelli che ci investono quotidianamente il proprio lavoro, il proprio stipendio, la sopravvivenza delle proprie famiglie". 2) L'Università tutta sta soffrendo, a livello nazionale e ancor di più a livello locale. Questo non per "giustificare" o ridimensionare il momento di crisi che l'Ateneo sta vivendo ma perchè, appunto, la realtà va conosciuta. I dati cui lei genericamente fa riferimento, sono, quindi, da leggere anche a livello nazionale e sono da evidenziare in ogni sua componente: sulla Ricerca, ad esempio, l'Ateneo teramano ha le sue eccellenze (veda la classifica Censis) e la mancanza di fondi è problema nazionale che non dipende, certo, da 217 unità di personale TAB. Noi ci siamo per crescere, investire (prima di tutto nelle menti) e offrire nuovi servizi. Aspettiamo, però, che ci siano tutti, Teramo compresa. Evarita D'Archivio
1)un cambiamento del genere era stato auspicato anni fa con la candidature di Ainis alla carica di Rettore, non dico cosa successe… Totale fallimento causato dale sue proposte. 2)Le scale mobile facevano parte del progetto iniziale degli anni 90, ma costava troppo ed era assai dispendioso per la manutenzione. La costruzione dell’UniTe in centro sarebbe fantastica nonche giusta. Senza contare che migliaia di studenti, docenti e dipendenti, tutti stabilmente in centro città, oltre all’indotto umano costituito dalle iniziative formative e di incontro aperte alla cittadinanza, creerebbero nuova linfa per l’economia teramana. 3)Questa proposta fatta all’incirca nel 2007 fu rigettata inoltre fu detto di trasferire tutto il rettorato a colleparco, fu rigettata per colpa del personale amministrativo I quali bossetti locali venivano a piedi a lavoro! 4)Il personale dovrebbe essere sulle 200 unita’ ed onestamente sono gia’ troppi, Fatevi un giro x il Rettorato.. 1 su dieci lavora gli altri vagano senza meta alcuna, anzi mi ricordo una scena di tanti anni fa quando per montare un palo di 2 metri furono usate 4 unita’ di personale di cui 3 guardavano ed uno lavorava(peccato che l’operario era di una ditta esterna) 5) completamente in sintonia, non hanno senso da anni le sedi distaccate, ricordo bene che nel 2010 fu fatta richiesta in tal senso per quanto riguarda Atri e Giulianova, ma purtroppo il corpo docente si mise contro. 6) l'offerta formativa compete al corpo docente, andrebbero prima verificati se codesti docenti possano insegnare all'universita' poi si potrebbe prevedere una qualsiasi offerta formativa. Ricordo ancora che la facolta' si Scienze Politiche creo' in passato corsi di laurea in contrasto tra di essi (percorso di economia contro il corso di economia) 7) Se non sono in grado di comunicare all'interno dell'UniTe figuriamoci tra enti diversi 8) E' impossibile dare dei corsi decenti figuriamoci un centro di eccellenza, forse separando i vari poli... 9) Se pensiamo che i tablet possano far sicrivere gli studenti.. cosa attireremo il meglio o il peggio ?
@AS: ma davvero pensi che il personale non docente possa avere il potere di impedire il trasloco da una sede all'altra? (peraltro, se come dici frequenti l'unite, va' a vedere come sta messa la sede del Rettorato: credimi, da lì si può solo sperare di essere trasferiti e in fretta, visto quello che ci ha insegnato la storia a l'Aquila...) Ma quanta miopia!!! Vi prego, scrutate aldilà della punta del vostro naso!!! Le motivazioni per le quali non c'è stato il trasloco sono ben altre! si tratta di scelte subite per intero dal personale amministrativo. Mi spieghi una cosa? Che significa troppo o poco personale? Se l'intenzione è quella di innalzarsi al di sopra delle banali chiacchiere da caffè, perchè non proviamo a quantificare/misurare i concetti di "troppo" e "poco", come ha fatto Evarita? D'accordo in pieno con lei... Ci sono disfunzioni? Bene, non spetta al personale risolverle ma a chi gestisce e governa questa barca alla deriva! Il personale c'è, ma non siede negli organi di governo, no, dove siedono comodi Rettori, Direttori Amministrativi, Docenti, Sindaci, Rappresentanti Provinciali e Regionali... Chi decide delle sorti dell'Unite? Se la vostra intenzione è quella di risollevare le sorti dell'Unite, ora che vi siete accorti della sua esistenza, affrontate seriamente il problema, eviscerandolo dalle solite argomentazioni populiste. Basta, vi prego, con le chiacchiere fumose...
Caro AS, a Colleparco non ci si volle andare non per i dipendenti che vengono a piedi (ben pochi) ma per le scelte dell'allora Rettore... più facile giustificare il tutto col populismo "grilliano", vero?... fossero così potenti i dipendenti ti assicuro che l'attuale Rettore non avrebbe vinto mentre Ainis si. Ti assicuro che il trasloco lo avremmo fatto volentieri perchè la sede di viale crucioli ci balla sotto i piedi... Quanto alle tue prove che 1 su 10 lavora...mi chiedo...lavori con noi?no, perchè nel caso un giro davvero fattelo e nel caso trovassi uffici privi di lavoro (e non che non lavorano) chiediti anche perchè. Se sei un utente-cittadino, invece, perchè non denunci?perchè preferisci magari farti fotografare su FB con qualche dipendente "goliardico" invece di DENUNCIARE? sai, i dipendenti ne sarebbero contenti. Finitela con lo sputare veleno approfittando di un blog che garantisce l'anonimato. Siate costruttivi e mettete mano a questo Ateneo che ha davvero voglia di rinascere.
università grande disincanto.in tempi di vacche magre l'università non può limitarsi a dispensare cultura ma deve assicurare anche il posto di lavoro (da laureato e non da barista). così e solo così dovrebbe essere. i nostri docenti universitari che si danno" un sacco di arie" e costano allo stato (a noi) un patrimonio - tutt'altro che inclini a bocciare - imprterriti continuano a sussurrare"...venite venite a prendervi tanta cultura ...però il posto di lavoro ve lo trovate voi.". l'università di teramo dovrebbe smettere di sfornare laureati senza prospettive di lavoro(per laureati) perchè così si creano sbandati . . . sempre incazzati. L'universita' DOVREBBE ESSERE AGGANCIATA ALLA REALTA' TERRITORIALE o no?! e poi la cultura e la conoscenza si puo acquisire anche da soli, se si vuole. la nostra città scoppia di laureati dioccupati e i genitori che con sacrifici immani hanno finanziato l'impresa dei loro figli cominciano a rendersi conto FORSE di avere sbagliato. que c'est triste venise.
Giusto per precisare @ ignoro chi si faccia le foto su Facebook, per fortuna e' un mondo che poco mi appartiene. Sper di sbagliarmi sul trasferimento del Rettorato, la cosa certa che nessuno mai si e' mosso. Per quanto riguarda la sicurezza sul luogo del lavoro devono essere in primis gli stessi lavoratori a doversi preoccupare. Chi di voi si e' mai mosso? Ma si e' veramente sicuri che l'UniTe voglia rinascere? Vi auguro buon lavoro! cmq non si puo' negare che certe sedi distaccate facciamo comondo a certi dipendenti, ma sia ben chiaro che la questione non e' solo la loro. Pero' se non erro nei posti di comando siedono anche i rappresentati dei lavoratori. P.s. Fortuna che sono mi laureato giusto in tempo.
Cara Evarita D'Archivio, intervengo per darle un contributo e poterle essere di aiuto nell'approfondimento degli argomenti da lei citati, per precisione, le riporto quanto scritto nel vostro conto consuntivo: Per quanto riguarda le spese è necessario evidenziare come buona parte del fabbisogno dell’Ateneo sia assorbito dalle spese del personale e in ordine alla verifica prevista dall’art. 51 comma 4, della legge n. 449/97 il rapporto per le spese per il personale rispetto all’FFO è pertanto del 91,34%. Tale percentuale si riflette in negativo per le possibilità di nuove assunzioni da parte dell’Ateneo. Il Nucleo di Valutazione ritiene che questo elemento debba essere pienamente considerato nella riorganizzazione in atto delle Strutture didattiche e di ricerca e nella eventuale rimodulazione dell’ offerta formativa di Ateneo secondo la legge 240 del 30/12/2010 A tale proposito si ricorda come in base al DM 17/2010 la copertura minima dei settori scientifici di base e caratterizzanti (requisiti qualitativi) al fine della attivazione dell’offerta formativa è stata fissata al 70% a partire dall’a.a. 2013-14 In parole povere, questo 91,34% impedisce di fatto la possibilità, da parte dell'Ateneo, di procedere all'assunzione di personale docente, utile al regolare svolgimento dell'anno accademico, dunque, se ad oggi, questo regolare svolgimento è garantito dai "famosi" ricercatori, non è detto, in futuro, che potrete mantenere lo stesso corpo docente ( almeno a livello numerico) Credo sia doveroso, da parte di tutti, non cullarsi su classifiche che non hanno alcun peso specifico, ma di guardare esclusivamente quelle che il MIUR, annualmente, pubblica per l'assegnazione dei famosi FFO ( fondi di finanziamento ordinario), fondi necessari a garantire la sopravvivenza dell'istituto universitario. Per ulteriori informazioni e precisazioni la rimando all'articolo da me scritto in data 5 Giugno 2012: http://www.iduepunti.it/lettera-aperta/5_giugno_2012/e-l%E2%80%99univer… Le mie preoccupazioni sono tutte rivolte al futuro di questa azienda, che fino a prova contraria è tra le prime aziende del territorio teramano, per fatturato ed indotto. In attesa di una sua ulteriore ed esauriente risposta, le porgo i miei cordiali saluti Stefano Alessiani
Caro signor Francia, a leggere i commenti al suo articolo si direbbe che lei ha scarsa conoscenza di numeri, dimensioni e vicende dell'università. E non solo, perché anche sulle locazioni urbane e infrastrutture ne dice di inverosimili. Sarebbe meglio informarsi un po' prima di scrivere?
Ringrazio tutti coloro che hanno avuto la cortesia di intervenire e di fornire critiche davvero molto utili e costruttive. Le mie proposte vogliono solo rappresentare un canovaccio sul quale intavolare una discussione ampia che coaguli finalmente in decisioni rapide e condivise. Non pretendo certo di avere le soluzioni giuste in tasca, tanto più che io ho studiato all'Università La Sapienza e l'UniTe la conosco e frequento poco; pur tuttavia ciascun cittadino può e deve esprimere la propria opinione in merito, lo ritengo un assoluto arricchimento. L'apporto di tutti, e degli addetti ai lavori in particolare, sarà fondamentale, per cui invito ad ampliare ed approfondire il dibattito.
10) Favorire l'inserimento di docenti "locali": originari di Teramo, della provincia o abruzzesi. Mediante la ricerca e la sinergia con le eccellenze della città (cfr. punti 7 e 8), si potranno generare delle ricadute sul territorio in termini di cultura (tramite libri, studi, saggi e pubblicazioni riguardanti Teramo e provincia), di economia (mediante l'assistenza alle attività produttive al fine, ad esempio, di ottenere sussidi comunitari), di prestigio (invitando in città docenti e intellettuali di respiro nazionale e non solo) di pluralismo (mediante dibattiti pubblici, convegni aperti alla cittadinanza e proposte per la crescita del territorio). Se i docenti sono essenzialmente dei pendolari, come possono favorire lo sviluppo locale? Come possono constatare le potenzialità di una città e del suo territorio? Come possono fare in modo che l'Università di Teramo sia anche l'Università dei teramani? I docenti provenienti da fuori regione sono un valore aggiunto, non certo un trait d'union tra l'ateneo e il territorio in cui è ubicato. Altrimenti, l'Università resta una torre d'avorio, un edificio che guarda con distacco dall'alto senza la minima osmosi con la comunità. Proprio come a Teramo.
Potrei dirmi una delle memorie storiche dell'Unite! DI sicuro una marea di cazzeggiatori sia tra i dipendenti che tra i Professori, non si può negare di aver visto uffici vuoti, telefoni squillari a vuoto durante i miei anni di Rappresentanza. L'amministrazione che sia Il Rettore o il Direttore Amministrativo non hanno mai voluto una vera rivoluzione, hanno sempre giocato di esperienza, facendo più politica universitaria e non che Didattica o Cultura. Quanti docenti non si vanno vedere a Colleparco? Quanti parenti Assunti? Quanti Master senza alcun senso logico? Quanti insegnamenti e corsi di laurea creati solo x soddisfare richieste esterne? Concordo con Alessiani sull'analisi del FFO. Ma quando capiremo che rendendo i contratti non a tempo indeterminato si potrà fare piazza pulita di certa gentaglia che si definisce "Docente"? Non dimentichiamoci che Se un professore non si fa vedere a lezione non ha nessuna sanzione, se un docente non risponde alle email o alle telefonate cosa gli succede? Nulla! Iniziamo a valutare tutto il personale secondo la loro produttività e non secondo parametri fantasiosi! Ovviamente certe idee verranno subito scambiate per anticostituzionali o qualsiasi altra amenità!
Caro Stefano A., Conosco il conto consuntivo e la ringrazio di averlo citato perchè mi da l'occasione per chiarire che per "personale" si intende docenti e TAB. Il taglio dell FFO é cosa nota e a soffrirne di più sono i piccoli Ateneo Concordo con tutti:occorre rivoluzionarsi e noi lo stiamo chiedendo, da tempo. Non sui giornali ma nei modi e con gli strumenti che abbiamo (questo per rispondere ad AS che dice che non ci muoviamo). L'autocritica va fatta e queste occasioni sono preziose in questo senso. Il primo passo, il presupposto è uno, però:non esiste un Noi personale Tab e un Noi Docenti. Esiste un Noi, punto. Se non si parte da qui temo che l'autocritica vera, costruttiva non potrà mai partire.
@AS: dire che della sicurezza sul posto di lavoro in primis dovrebbero preoccuparsi i lavoratori equivale a dire che se in sala operatoria, prima di essere operato, non chiedo al chirurgo se i ferri sono stati sterilizzati sono cazzi miei.... Dimmi un po', che possono fare i lavoratori? Timbrare per protesta a colleparco? Ma per favore... Le sedi distaccate fanno comodo ai dipendenti? Ma per favore, va'... Se per "posti di comando" ti riferisci agli organi collegiali, attualmente in Senato c'è un unico rappresentante e ce ne sono due in CdA, ma la "gelmini" ha previsto una rivoluzione e col nuovo statuto ora abbiamo un unico rappresentante del personale in Cda che ha voto deliberativo solo su alcuni argomenti. Il peso del personale TAB per l'elezione del Rettore è di un quarto. Fateci una cortesia, come dice marco: INFORMATEVI prima di parlare! Ne guadagnerà il tanto auspicato dialogo sulla questione. @Stefano Alessiani: quando si parla di personale, vi si include pure quello docente. Quello che guadagna un tantino di più dell'amministrativo, quello che NON viene valutato, quello che fa la performance di brunetta ma che non la subisce. quello che spesso e volentieri a lezione non viene, quello che spesso e volentieri non fa ricevimento. quello che spesso e volentieri lavora per elaborare un'offerta formativa che riequilibri i giochi di potere all'interno degli organi di governo dell'università e magari dia la cattedra a qualche amico (ve lo devo spiegare io il meccanismo in base al quale si diventa docenti?). Ma va bene: licenziamo tutto il personale non docente. Li voglio proprio vedere poi... L'ha vista l'offerta didattica dell'ateneo? a chi fa comodo avere un'offerta formativa rivoluzionata ogni anno(quello che accadeva fino a qualche tempo fa)? Mi pare ovvio ed evidente che questo meccanismo porta a sistema una carenza cronica di personale docente.... Troppo poco politically correct un simile ragionamento? PS. personalmente me lo sogno un top management in grado e con la voglia di mettere mano a determinate disfunzioni... Il pesce si sa, puzza dalla testa.
ma allora la nostra è una cultura da mantenuti,riteniamo che lo stato, finanziatore dell'università,è il vello d'oro da adorare, invece di pensare ai nostri figli studenti. non vi rendete conto che la nostra elefantiaca università ormai è in coma irreversibile e l'unica RIVOLUZIONE possibile è quella di riconvertirla in un centro operativo e di ricerca di ARTI E MESTIERI finalizzata alla salvaguardia delle attività artigiane anche d'eccellenza ed alla scoperta di nuovi mestieri anche d'arte ed alla formazione delle nuove generazioni di maestri artigiani. ovviamente il centro assicurerà agli "studenti" al termine dei corsi l'immediato ingresso nel mondo del lavoro (autonomo o dipendente).si aprirebbe cosi un nuovo entusiasmante ciclo,i nostri ragazzi, più dei genitori, guardano senpre con più interesse le attività artigiane ed anche agricole in vece di quelle attività (pseudo)intellettuali ormai senza futuro. la politica dovrebbe iniziare ad interessarsi di ciò. ed io tra di voi
uahhuahua però non possiamo negare che a Teramo so tutti Parenti! Ci sono intere generazioni di famiglie tra i dipendenti, nonne,madri,padri,figli, cognati, zii e via dicendo. Dottorati di ricerca assegnati a simpatia e/o leccaculismo, DOcenti di un corso che ignorano la materia. L'Università come molti uffici pubblici è stata gestita solo come assumificio. Basta farsi un giro a colleparco tra le presidenze di facoltà... Si vedrà il vuoto esistenziale, personale che dorme se non fa altro.... Ora nn facciamo passare il Personale come santi e i docenti come il male assoluto!
Scusate cari combattenti, ma non posso scendere ai livelli di un discorso in cui si discolpa uno e si carica di colpe l'altro, senza poi specificare chi e cosa. Penso che, se una gestione è fallimentare, la colpa è di tutti e le responsabilità devono essere proporzionalmente divise tra i dirigenti che quella situazione o l'hanno creata o l'hanno visto nascere senza mettere riparo nei modi e nei tempi opportuni ( cosa ugualmente grave) Ma c'è un dato certo ed è anche oggettivo, in una università dove manca un adeguato corpo docente, non può essere più definita come tale, poi se la vorremo qualificarla in altra maniera, se vuole, ci penseremo insieme, ma sicuramente non staremo più parlando di un ateneo. Saluti Stefano Alessiani
Gentile Alessiani, non le nego che faccio fatica a comprendere a cosa si stia riferendo, visto che il mio discorso era proprio mirato a dare una lettura diversa della solita: quella che vede il dipendente pubblico fannullone e il docente intoccabile, perchè il contrario non ha presa sul grande pubblico. Onestamente, la sua lettura sull'argomento con la citazione del conto consuntivo mi è parsa un po' superficiale. Si dimostra, ancora una volta, di non conoscere i meccanismi di funzionamento dell'università. Cosa necessaria se vuole ottenere, come ha detto, l'innalzamento del livello del discorso. Non aiuta, in questo, glielo dico con franchezza, la lettura che mi pare di rilevare lei dia del malfunzionamento dell'unite: pochi soldi per assumere nuovi prof, poca performance. E quelli che ci sono? Comunque, non posso che essere felice del fatto che finalmente la teramo giornalistica (e di riflesso, forse, anche quella politica) si è accorta dell'esistenza dell'unite. Bene. Meglio tardi che mai. Cari saluti
Secondo me ci hanno mangiato in molti con l'Università, ma veramente in Molti sia tra i DOcenti che tra i Dipendenti... Ora si piange. Ma dove stavate quando gli studenti si lamentavano?
Caro Stefano, notiamo con piacere che lei è in grado di valutare i docenti, il personale, le strategie... ha subito disservizi senza denunciarli ad esempio con un reclamo?lavora all'Unite e non lo sappiamo?è un laureato dell'Unite e ti si è messo in cattedra per docenti ignoranti?? Di docenti di lustro ne abbiamo e tanti: metta su google qualche nome e vedrà che li troverà alla Bocconi, in America, alla Luiss ecc. Tanto di questo vive l'Italia, di immagine. Quando la finiremo di GIUDICARE SENZA CONOSCERE, forse usciremo dal provincialismo (teramano e italiano...). Lei scrive "livelli di un discorso in cui si discolpa uno e si carica di colpe l'altro, senza poi specificare chi e cosa"...non mi riuslta che lei abbia fatto diversamente in queste conversazioni...ad ogni modo, va benissimo così. Abbiamo capito. Una cosa è certa, i teramani sputano sul piatto dove mangiano.
@FDL ho capito che bazzichi i corridoi dell'unite. quello che non ho capito è se in veste di studente, dipendente o altro. Cmq, mi pare che la realtà la conosci. Vediamo un po': da studente (hai detto di esserlo quantomeno stato) ti sei lamentato, immagino... ("Ma dove stavate quando gli studenti si lamentavano?") oppure eri "altro" anche quando eri studente? Non capisco l'utilizzo del termine "lamentavano": ci si lamenta al bar o in fila al supermercato. Nelle pubbliche istituzioni, si reclama. Si reclamano i propri diritti. Vediamo un po': hai denunciato disfunzioni, docenti assentimapresenti, dipendenti fancazzisti (e sottolineo "denunciato")? Perchè senno' pure le tue rimangono chiacchiere da bar, da supermercato. Da giorno dopo una partita dei mondiali di calcio, quando tutti si sentono esperti in materia.
http://youtu.be/QLA34N8myIw dedicato a chi si esprime per luoghi comuni...FDL ti farà bene all'anima ...in particolare dal minuto 5.15 a 6.15 pare che gliel'hai scritte tu le battute..magari passavi per gli studi rai e vedendo qualche impiegato nullafacente gliel'hai scritte davvero tu :)
Caro Stufi, non ho espresso valutazioni sul lavoro di nessuno, mi spiace che lei non abbia compreso il testo, ritenti, magari rileggendo attentamente i miei interventi, potrà acquisire nuovi elementi, utili a farle comprendere il mio pensiero e farla partecipare alla discussione in maniera costruttiva. Per il resto le auguro le migliori fortune. (ps se trova, tra le mie parole delle valutazioni sul merito, me le riporti, grazie) Saluti
"intervengo per darle un contributo e poterle essere di aiuto nell'approfondimento degli argomenti da lei citati, per precisione, le riporto quanto scritto nel vostro conto consuntivo" grazie per questo contributo. Sa, non ci avevamo pensato a leggerci il conto consuntivo. Prima... avventatezza: sottovalutare il proprio interlocutore, pensando di essere più sveglio e intelligente di lui. Quand'è cosi, caro alessiani, il dialogo va a farsi fottere piuttosto rapidamente. "In parole povere, questo 91,34% impedisce di fatto la possibilità, da parte dell'Ateneo, di procedere all'assunzione di personale docente, utile al regolare svolgimento dell'anno accademico, dunque, se ad oggi, questo regolare svolgimento è garantito dai "famosi" ricercatori, non è detto, in futuro, che potrete mantenere lo stesso corpo docente ( almeno a livello numerico)". Quel 91,34% ingloba al suo interno, e per la gran parte, anche il personale docente. Toccava rilevarlo, caro Alessiani, perchè visto come stanno effettivamente le cose il suo intervento non era granchè pertinente. Capirà che se si esce con un articolo in cui si invita un ente pubblico a licenziare 150 persone, di questi tempi, ci si aspetta almeno che chi GIUDICA quelle 150 persone inutili si sia quantomeno informato e a dovere. "Credo sia doveroso, da parte di tutti, non cullarsi su classifiche che non hanno alcun peso specifico, ma di guardare esclusivamente quelle che il MIUR, annualmente, pubblica per l'assegnazione dei famosi FFO ( fondi di finanziamento ordinario), fondi necessari a garantire la sopravvivenza dell'istituto universitario." Ma lo sa, Alessiani, che quelle non sono classifiche? Ma lo sa, Alessiani, che quei dati hanno dei parametri così complicati da non potersi leggere come classifiche? Vediamo un po': ha visto che teramo era ultima e la sapienza o bologna erano fra le prime? Lo sa che l'FFO dipende fra gli altri dai crediti acquisiti dagli studenti? e che la sapienza, coi suoi 100.000 iscritti anche a un credito a studente necessariamente si classifica prima di noi, ma questo non vuol dire che stia messa meglio? "Le mie preoccupazioni sono tutte rivolte al futuro di questa azienda, che fino a prova contraria è tra le prime aziende del territorio teramano, per fatturato ed indotto." L'Unite NON è un'AZIENDA! E' un'università statale. Marchionne può starsene a casa sua per quel che ci riguarda. Sono decisamente altri i parametri da prendere in considerazione. "mi spiace che lei non abbia compreso il testo, ritenti," Oltre a valere, per questo, quanto detto all'inizio sul dialogo, se lei scrive così: "Scusate cari combattenti, ma non posso scendere ai livelli di un discorso in cui si discolpa uno e si carica di colpe l'altro, senza poi specificare chi e cosa. Penso che, se una gestione è fallimentare, la colpa è di tutti e le responsabilità devono essere proporzionalmente divise tra i dirigenti che quella situazione o l'hanno creata o l'hanno visto nascere senza mettere riparo nei modi e nei tempi opportuni ( cosa ugualmente grave) Ma c'è un dato certo ed è anche oggettivo, in una università dove manca un adeguato corpo docente, non può essere più definita come tale, poi se la vorremo qualificarla in altra maniera, se vuole, ci penseremo insieme, ma sicuramente non staremo più parlando di un ateneo" è un po' difficile comprenderla. Diciamo che semmai si è spiegato male lei? Ritenti. E' costruttivo un discorso basato su argomentazioni concrete, che trovano riscontro nella realtà dei fatti, non in luoghi comuni che addetti ai lavori smontano in un nanosecondo. Ci provi, questo farà certamente di lei un politico di migliore. Perchè noi di aria fritta ne abbiamo già abbastanza. "(ps se trova, tra le mie parole delle valutazioni sul merito, me le riporti, grazie)" PS. è un problema, sa, che nel suo discorso manchino valutazioni nel merito, pur essendoci giudizi. E mobbasta.
Non avere il coraggio di firmarsi, attaccare senza criterio, cercando tra le mie parole qualcosa pur di mettermi in cattiva luce è un giochetto politico di bassa leva e qualità. Mai dichiarata la necessità di licenziare 150 persone ( numero quantificato ora ,da lei, si figuri), non ho mai asserito che questi esuberi dipendano solo e soltanto dagli amministrativi (è una dichiarazione che esprime lei implicitamente con le sue parole) mai fatto elogiato né i professori rispetto agli amministrativi né viceversa (anzi ho invitato voi a non farlo per evitare "una guerra tra poveri"). Mi spiace che non le piacciono i parametri del MIUR ma sono gli unici parametri che servono ad erogare i fondi per poter pagare gli stipendi, se li studi meglio, i parametri riguardanti la categoria B(B1 B2 B3 B4) e sono quelli che erogano la maggior parte degli FFO non riguardano gli studenti e sopratutto gli indicatori A (A1 e A2) sono considerati proporzionali rispetto alla media nazionale e non rispetto ai valori assoluti. Mi spiace per lei, ma dovrebbe studiare meglio e cercare di rileggere sia l'articolo ( articolo ,tra l'altro concluso con un degli auspici ben precisi) che gli interventi riportati qui sopra. Dal mio canto è l'ultima risposta che le concedo, dal momento che il suo attaccarmi nell'anonimato non fa altro che alimentare le mie certezze sulla persona che si cela dietro quella tastiera, non un amministrativo qualsiasi. Buon week end.
Caro ALessiani, credo proprio che i combattenti le abbiano risposto in maniera più che soddisfacente alla sua richiesta di analisi semantica dei SUOI testi. Lei ha espresso, eccome, valutazioni sul lavoro (si rilegga le sue parole sui docenti, sui fancazzisti ecc.): uno fra tutti "manca un adeguato corpo docente" non è una valutazione di merito?! Va be, mi unisco...ABBASTA che è meglio. Preferiamo lavorare che perdere tempo a tentare di farle capire che, forse, le sue parole suonano come giudizi dati a random con 2 nozioni spicciole da Bar Sport. Diceva qualcuno..."tanto rumore per nulla". Se lei è la politica...buon lavoro.
Non fate confusione con altri, da quando scrivo su questo blog ho sempre firmato con il mio nome e cognome scritti per esteso, ( come potete facilmente controllare) non confondetevi.
non c'è più la mezzastagione http://youtu.be/QLA34N8myIw dedicato a chi si esprime per luoghi comuni...FDL ti farà bene all'anima ...in particolare dal minuto 5.15 a 6.15 pare che gliel'hai scritte tu le battute..magari passavi per gli studi rai e vedendo qualche impiegato nullafacente gliel'hai scritte davvero tu :) Fantastico, grazie del consiglio, purtroppo non passavo di lì ... Magari sai che bello stipendino avrei percepito! Però di solito mi ispiro a Fantozzi mi si addice di più! Buona domenica :)
Coda di paglia. Piuttosto, grazie per i contributi continui alla lettura dei dati sul FFO. Mi tolga una curiosità: quando va dal panettiere gli dice quanti chili di farina deve mettere nell'impasto? 150 e' la quantificazione di francia, sulla quale lei ha fornito delle argomentazioni che secondo me erano non del tutto pertinenti, per le ragioni che le ho esposto. Mo' che la mia intenzione fosse di attaccarla politicamente mi fa solo ridere: non si prenda questa pena perché della sua attività politica non può fregarmene di meno. A me frega e parecchio dell'istituzione che servo quotidianamente. E da quando voi politicanti vi siete accorti che oltre che dietro le quinte toccava un minimo lavorare pure alla luce del sole perchè ha cominciato a chiederlo la comunità ne sono state dette di fregnacce. Delle sue beghe di partito, dell'opportunita' che ravvisa nel firmarsi, tanto quanto la mia nel restare anonima (chieda a falconi, che legge gli indirizzi e-mail se lo sono davvero...) della sua profonda benché infondata presunzione, sa cosa me ne faccio? Saluti alessiani, e' stato un piacere. (cerchi di prendersi un po' meno sul serio, se gliela fa...)
Grazie: ho passato una splendida giornata…mancava solo il tuo commento! Mi solleva sapere che eccelli anche nell’uso dell’ironia(tu chiamala se vuoi paraculaggine)…io che credevo il tuo repertorio fosse limitato ai soli luoghi comuni…adesso posso dormire più tranquillamente. Buona notte anche a te
http://www.lacittaquotidiano.it/index.php/?p=8470 Mi permetto di copiare il link ed il contenuto. La Città Quotidiano 7 Febbraio 2012 Eravamo sicuri che, dopo i nostri articoli sull’inchiesta aperta dalla Finanza contro i professori assenteisti, l’Università avrebbe fatto sentire la sua voce. Una nota ufficiale, magari di poche righe, per dire “Abbiamo fiducia nei magistrati”, o magari: “Chi ha sbagliato, pagherà”. Invece, nulla. Silenzio. Solo silenzio. Imbarazzato, eloquentissimo… silenzio. Nessuna voce, una resa anche mediatica, l’ennesima, di un Ateneo che ormai non esiste più. Così, nel vuoto immenso di una città che, mai come ora, è stata lontanissima dal rettorato e di una politica che, di nuovo: mai come ora, si è defilata, l’UniTe sta morendo. L’inchiesta della Finanza sugli assenteisti, con il tristissimo tentativo di far passare la cosa sotto silenzio, non commentandola neanche, è probabilmente il preludio al sipario. Ci avviamo verso l’ultimo atto. I segnali, non mancano. ISCRIZIONI Anche se è praticamente impossibile sperare che qualcuno dica quante sono, le matricole dell’UniTe avrebbero raggiunto un loro minimo storico, specie per quel che riguarda Scienze Politiche, ma anche Scienze della Comunicazione sembra soffrire la scarsa visibilità del nostro Ateneo. SOLDI I finanziamenti ministeriali sono in diminuzione, anche perché il Ministero dell’era Monti eroga sulla base di criteri e parametri rigidi, che tengono conto anche della qualità dei servizi e della ricerca. Quest’anno il taglio – ma anche qui è un si dice – sarebbe di un milione di euro. Taglio pesantissimo per le casse dell’UniTe, già impoverite anche dalla vicenda dei cinquecentomila euro sottratti da un funzionario. A proposito di quei 500 mila euro, possibile che ad oggi nessuno conosca l’entità reale della somma scomparsa e se, soprattutto, in parte siano soldi sottratti ai contributi previdenziali dei dipendenti? Sembra che un paio di impiegati vogliano presentare un esposto per sapere quale sia la loro posizione Inps e chi debba compensare l’eventuale mancanza. Altro dubbio: come è possibile che i revisori dei Conti non abbiano notato nulla? E visto che siamo in tema: il presidente del Collegio dei Revisori dei Conti, Giuseppe Grasso, è per caso lo stesso Giuseppe Grasso, ex procuratore della Corte dei Conti nel Molise, iscritto nel registro degli indagati per una presunta associazione a delinquere finalizzata a intralciare il corso della giustizia in un’inchiesta sulle acciaierie dismesse di Termoli, acquisite dal Consorzio Industriale a un valore irrisorio (8 milioni di euro meno della stima reale), che ha portato anche a 4 arresti? Se così fosse, perché l’Università non provvede ad una sostituzione? SEDI Il nuovo polo di Piano d’Accio non si riesce ad aprire. C’è chi dice che manchino gli allacci, chi gli arredi, chi altri dettagli. In realtà, mancherebbero i soldi per il trasloco. E non solo: si è scoperto che in quello che dovrebbe essere anche un Ospedale Veterinario, non potranno essere accolti i grandi animali, perché troppo vicino ai depositi di derrate alimentari del Centro Commerciale Gran Sasso. Ma non lo si sapeva quando è stato progettato? E ancora: il Rettorato di viale Crucioli non è adeguato alle norme antisismiche, avrebbe bisogno di lavori urgenti che, evidentemente, l’Università non si può permettere. Andrebbe dismesso e il Rettorato trasferito con tutti gli uffici. Già, ma trasferito dove? E se, per esempio, provassimo a vedere se c’è un po’ di spazio in quei quasi quarantamila metri quadrati lasciati liberi tra i settantamila complessivi della sede di Coste Sant’Agostino, nella quale si continua a spendere anche per riscaldare il vuoto? LE ALTRE SEDI La più pesante tra le eredità russiane, ovvero dell’era di Luciano Russi rettore, è forse quella delle sedi “periferiche”, cioè dei corsi spalmati sul territorio. Corsi che hanno pochi iscritti, ma che hanno costi non indifferenti, anche in termini di personale, oltre che di organizzazione. Meglio abbandonare Atri e Giulianova, ad esempio, e riportare tutto a Teramo, ma chi se la sente di fare una scelta del genere, mettendosi contro Sindaci e Comuni? Si va avanti così, col “tiraccampà”. IL FUTURO Quando, un anno e mezzo fa, su queste pagine abbiamo scritto che l’UniTe rischiava di scomparire per assorbimento da parte dell’Università D’Annunzio o di quella de L’Aquila, tutti si sono affrettati a smentire. Adesso, invece, che tutto sta andando esattamente come avevamo profetizzato, tutti hanno assunto una linea di low profile. Quasi tutti. Non l’ha assunta – per quel che risulta a La Città – il rettore teatino, il potentissimo Franco Cuccurullo, che si sarebbe detto disposto a “prendere” Giurisprudenza, Agraria e Veterinaria (ovviamente lasciandole a Teramo come sedi) ma senza farsi carico di alcun impiegato. A questo punto, va ricordato che l’UniTe ha circa 240 impiegati – e qualcuno dice che anche questa è un’eredità di Russi – che sarebbero anche troppi per gli standard dell’Ateneo. Che fine faranno? Nell’impossibile risposta a questa domanda c’è, probabilmente, la ragione del silenzio dei politici. IL PROBLEMA Il problema vero, forse la madre di tutti i problemi, è l’inadeguatezza del rettore Rita Traquilli Leali. Non al ruolo, ovviamente, per il quale la professoressa avrà tutte le competenze e le qualità accademiche, ma per il momento storico. Servirebbe, in questa fase, un rettore d’impeto, che sappia alzare la voce e cercare di “costringere” i politici a fare la loro parte. Servirebbe un rettore in carriera, un rampante che voglia puntare su Teramo. E che non si faccia scudo dei silenzi. Mai. Antonio D’Amore