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PIANO DI VIA CUPA ADDIO: DI NUOVO COLPA DI ARBORETTI?

8 minuti

La vicenda del Piano d’Intervento Integrato di Via Cupa, di cui ci siamo diffusamente occupati nella scorsa settimana, si arricchisce di un nuovo capitolo.
A scriverlo è nuovamente Il Messaggero di domenica 8 settembre con un articolo dal titolo “La sede Arpa va a Sulmona, piano di Via Cupa addio”, che segue di qualche giorno a quello del 2 settembre, con cui il sempre informatissimo corrispondente locale dava notizia dell’intenzione della Ditta Serafino Cerulli-Irelli di citare in giudizio il Comune per aver violato un accordo sottoscritto e registrato all’Agenzia delle Entrate.

Tra il 2 e l’8 settembre si sono registrate, dopo i nostri articoli, gli autorevoli interventi sia del Dott. Serafino Cerulli-Irelli sia del Dott. Franco Arboretti che avevamo invitato a rileggere con estrema attenzione una lontana delibera di Giunta datata 2008 (la n. 346 del 14 agosto), approvata in circostanze un po’ particolari: nel tardo pomeriggio alla vigilia di Ferragosto, qualche ora dopo il deposito in Comune della Proposta di Piano (istruttoria lampo!) e l’ultimo giorno utile della consiliatura Ruffini.

Dal Consigliere Arboretti abbiamo ricevuto le seguenti testuali rassicurazioni: “Comunque se in quella delibera non sono non sono state scritte inimmaginabili, cose abnormi e illegittime con impegni che la Giunta non poteva assumere, il polverone mediatico avviato dal Messaggero si risolverà una tempesta in un bicchier d’acqua. Altrimenti chi ha sbagliato, danneggiando l’Ente, si dovrà assumere le proprie responsabilità. Per questo ora, ovviamente, la chiederemo e se vi troveremo forzature delle norme e della correttezza amministrativa Il Cittadino Governante adotterà, ovviamente, le misure appropriate in difesa della collettività e dell’Ente.”.

Tralasciando per un attimo le questioni di merito, la domanda sorge spontanea: a chi giova tutto questo can can mediatico innescato dal famoso articolo pubblicato su  Il Messaggero del 2 settembre?

Analizziamo lucidamente i fatti.
Nel Consiglio Comunale del 13 maggio 2013 passano 7 degli 8 emendamenti proposti da Il Cittadino Governante alla proposta di piano approvata dalla Giunta Comunale nell’agosto del 2008.
Il Sindaco, invece, forse colpito da sindrome da “primo della classe”, attribuisce a se stesso la paternità della revisione del Piano proprio in occasione del Consiglio Comunale del 13 maggio 2013, prima delle dichiarazioni di voto: “La proposta che ha fatto l’Amministrazione …  Questa è una proposta del Sindaco”, dice.
La Ditta Cerulli-Irelli non gradisce i nuovi termini dell’accordo: “Tali modifiche rendono l'intero progetto ineseguibile e assolutamente diseconomico per qualsiasi imprenditore”. Fin qui tutto nella normalità o quasi.
Il 2 settembre accade quel che non ti aspetti: va in stampa l’articolo de Il Messaggero, sul cui ispiratore Arboretti avanza un’ipotesi verosimile: Quindi in base a quali informazioni il corrispondente locale del Messaggero ha scritto “Il privato pensa di denunciare il Comune per danni avendo disatteso un accordo sottoscritto, adottato dal Consiglio Comunale e registrato all’Agenzia delle Entrate”?
Chi gli dato quelle informazioni? Forse chi vuole “riproporre in consiglio il vecchio accordo” come dice l’articolo subito dopo? E chi è? Forse colui che ha presieduto la Giunta in qualità di Sindaco facente funzione il 14 agosto 2008 (il giorno prima dell’avvio del Commissariamento del Comune per le dimissioni di Ruffini) quando fu fatta un’infornata pre-elettorale di delibere poco favorevoli agli interessi generali? ”.
Nel frattempo, su facebook, c’è qualcuno che commenta: “Con il progetto di Ruffini quella area domani avrebbe un futuro, invece lo le modifiche di Arboretti rimarrà per sempre terra agricola. Allora vi chiedo, la città ci ha guadagnato m ci ha perso ?”. Segnali piccoli ma eloquenti.

L’8 settembre, sempre da Il Messaggero, il clamoroso annuncio che per gli addetti ai lavori tanto clamoroso non era: l’Arpa lascia Giulianova per Sulmona. Addio nuovo deposito! Addio accordo con Cerulli! Salta il Piano d’Intervento Integrato di Via Cupa!
E di chi è la colpa anche questa volta? Ma sempre di Arboretti, del solito Partito del NO che è sempre stato contro la “politica del fare” inaugurata da Ruffini e portata alle estreme conseguenze da Mastromauro.

Per capire cui prodest occorre dare risposta ad una serie di domande.
Prima domanda: chi è stato ad “informare” Il Messaggero che del trasloco dell’Arpa in Via Cupa non se ne fa più nulla? Non è del tutto peregrina la tesi di chi pensa che sia stata attivata la stessa “fonte” che ha ispirato il primo articolo del 2 settembre.
Seconda domanda: chi ha informato anzitempo “l’uccellino” de Il Messaggero della decisione dell’Arpa di lasciare Giulianova? Sarà stato forse qualche zelante consigliere dell’Arpa? E quando sarebbe giunta all’orecchio dell’”uccellino” questa informazione riservata? E’ inverosimile immaginare che questo spiffero possa risalire a prima del 2 settembre, prima ancora che trapelasse dalle colonne de Il Messaggero, che la Ditta Cerulli-Irelli avrebbe potuto citare il Comune per danni?

Se tanto ci dà tanto, saputo che l’Arpa aveva già scartato per sempre la soluzione di Via Cupa, la misteriosa vocina potrebbe aver architettato di far ricadere la colpa  del “fallimento” del Piano di Via Cupa tutta sul solito Arboretti. Prima facendo palesare un possibile contenzioso tra Cerulli-Irelli ed il Comune di Giulianova; poi lasciando trapelare la decisione dell’Arpa.

Se uniamo questa nuova puntata del giallo di Via Cupa all’altro pezzo del puzzle (v. caso Gavioli dovuto, secondo Mastromauro, alle disposizioni del PRG del ’94, approvato sotto Arboretti Sindaco), il quadro è pressoché completo.

Terza domanda (retorica): c’è qualcuno che vuole “crepare” Arboretti e stroncare definitivamente la sua carriera politica?
Chi, oltre Mastromauro?
Quarta domanda? Perché queste uscite “a orologeria” sulla stampa e, per giunta, soltanto su Il Messaggero?

Forse il Mastromauro teme di passare alla storia come il Sindaco della fuga dell’Università, della chiusura degli Uffici del Tribunale e del Giudice di Pace, e, infine, della mancata costruzione di un nuovo stadio da 500 posti e del nuovo deposito Arpa?

Su tutt’altro fronte, cosa si può rimproverare a Franco Arboretti?

Non certo di aver proposto e fatto passare emendamenti migliorativi di un accordo troppo sbilanciato verso la parte privata quanto di aver peccato di ingenuità nell’aver dato ascolto ai “casti e puri” del PD, utilizzati a mò di sherpa da chi a Giulianova detiene da sempre il controllo del territorio e delle scelte urbanistiche.

Perché tanta ingenuità da persona così avvertita quale Arboretti è?

Arboretti sa benissimo che da solo Il Cittadino Governante non ha alcuna chance di poter concorrere per la guida di Giulianova.
Scrive lo stesso Arboretti nell’ultimo numero di GiuliaViva: “… eventuali  alleanze saranno possibili solo con chi è, realmente, sintonia con le scelte programmatiche che tutelano gli interessi generali, il dinamismo economico rispettoso della vivibilità e dei diritti dei cittadini, la moralità e la correttezza amministrativa ”.
Non è forse questo un richiamo che Il Cittadino Governante rivolge ad un elettorato prevalentemente -ma non solo- orientato a sinistra ed imbarazzato, deluso ed indignato da quanto finora fatto dall’attuale indefinibile amministrazione di stampo sinistra-centro-destra?

Forse in questo pecca la strategia di Arboretti: aver pensato che il lupo perde non soltanto il pelo ma anche il vizio.


La Redazione de I Due Punti
 

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Arboretti non ha capito che i nostri ex compagni di partito non gliela perdoneranno mai. Ha dimenticato il grido di "Traditore!" il giorno che si insediò il Consiglio Comunale sul Belvedere? Vanno dicendo che il Gavioli non è opera loro. Franco, salvati finché sei in tempo altrimenti ti fanno fesso e perdi, oltre ai voti, anche l'onore.