Ho fatto il carabiniere a Napoli. Ho ascoltato e scritto mille storie di povertà, di quel disagio unto dalla disperazione, ma di fronte all'ennesima violenza in famiglia, a quel pugno che uccide due volte, a quel sesso senza nulla ma rinchiuso nel freddo dell'oblio, allargo le braccia e mi avvolgo.
Che significa essere donna? Non lo so. Non sono all'altezza di un simil pensiero che sfiora la vita e l'anima. Parlo di poesia ma non so raccontare la poesia.
Conosco le donne della mia famiglia da sempre e le definisco eroine. Conosco molte donne nella vita e ne sento forza e coscienza.
Alda Merini scriveva..." Una stampella d'oro per arrivare al cielo, le donne inseguono l'amore. Qualche volta, amica mia, ti sembra quasi di volare, ma gli uomini non sono angeli.
Voi piangete al loro posto, per questo vi hanno scelte, nascondete il volto perché il dolore splende.
Un mistero che mai, riusciremo a capire se nella vita ci si perde non finirà la musica".
La verità è di una mia nuova amica, che mi ha raccontato della violenza, di quel uomo che amava, di quel uomo che la picchiava, di quel uomo che la violentava, di quel uomo che la ricattava, di quel uomo che la minacciava, del processo, della paura, della luce, che in fondo al tunnel si chiama La Fenice.
Il centro di ascolto e antiviolenza di Teramo, che sta seguendo la tragica fine di Teramo Lavoro.
Gli ultimi dati... forniti dal CPO di Teramo.
"Per le donne tra i 15 e i 44 anni la violenza è la prima causa di morte e di invalidità: ancor più del cancro, della malaria, degli incidenti stradali e persino della guerra. E' dentro le mura domestiche, ad opera di mariti, patners e familiari, che si consumano i drammi più dolorosi, nella maggior parte dei casi in silenzio.
Le donne hanno paura di denunciare (il 90% non lo fa), non si fidano, si vergognano, pensano di non essere credute e hanno poca fiducia nelle istituzioni.
Soltanto il 7,4% di quelle che hanno subito uno stupro lo ha denunciato. Un terzo, poi, non parla mai delle violenze subite. Nasconde il fatto e va avanti. Le altre, quelle che decidono di raccontarlo, si confidano quasi sempre con un familiare o un amico.Per aiutare le donne a rinascere dalle ceneri della violenza è nato il Centro "La Fenice".
Il servizio è gratuito e garantisce l'anonimato. Il Centro accoglie donne di tutte le età, italiane ed immigrate, vittime di ogni forma di sopruso in famiglia, nel posto di lavoro, nella società.
I servizi offerti sono:sostegno nel percorso di uscita dalla violenza, consulenza psicologica, consulenza e assistenza legale, mediazione culturale e aiuto alle donne immigrate".
Teramo non può perdere l'ultimo baluardo di civiltà e di amor proprio. Tutti con la Fenice...il cuore di una nuova vita.
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