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Le Mamme di Teramo chiederanno le telecamere negli asili

di Giancarlo Falconi
1 minuto

L'onda emotiva sui fatti cronaca di una maestra che picchia i propri alunni ha lasciato solchi profondi tra le ansie quotidiane di molti genitori italiani.
L'ultimo episodio di violenza nei confronti di alcuni bambini in un asilo nido è accaduto in Puglia ad Andria.

Si legge e si vede ( immagini forti per un pubblico adulto) sul Fatto Quotidiano...
" La donna 52enne è ai domiciliari in esecuzione del provvedimento di custodia cautelare del gip. Alcune telecamere di sorveglianza hanno registrato frasi che la docente indirizzava prevalentemente ai bambini con difficoltà di apprendimento: "Giuro che ti pesto di mazzate"
www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/30/andria-maestra-elementare-picchiava-e-minacciava-gli-alunni-arrestata/1732794/

Teramo risponde presente.
Sarà un comitato spontaneo di mamme, per la prima volta nella nostra Regione Abruzzo, a chiedere l'istallazione di telecamere di controllo all'interno degli asili pubblici e privati.
"Un controllo rigoroso e dovuto per la tranquillità di noi genitori"- ci dichiara Laura, mamma di Federica tre anni-" che ci permetterà di avere uno strumento in più per crescere in sicurezza i nostri figli".
In questi casi, comunque, ricordiamo ai genitori teramani, che le telecamere sono state posizionate solo dopo la denuncia di un padre per le sospette violenze della maestra.
Telecamere, nel caso di Andria, sistemate dalla Polizia di Stato.
Saranno richiesti, dopo una prima raccolta firme, diversi incontri istituzionali con l'assessore Romanelli, il Provveditore agli studi e il Dirgente scolastico regionale.



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Commenti

Io Firmo! Metterei telecamere ovunque altro che violazione della privacy !

 Io penso che l unica prevenzione sia quella di parlare con i propri figli e cercare di comprendere ogni piccolo segnale di vero disagio per poter intervenire....

Giancarlo scusa ma se il disagio si manifesta, per quanto attento il genitore che lo coglie, il danno è già fatto quindi viene meno il discorso di prevenzione. L'obiettivo è quello di evitare che certi episodi si verifichino non quello di limitare i danni conseguenti. Considera che i bambini possono entrare al nido a 3 mesi, cominciano a parlare dopo due anni (mediamente) cosa intendi dunque per vero disagio?
Sono d'accordo con Giancarlo ai propri figli bisogna abituarli a parlare e non fargli capire che sono spiati dalle telecamere, così' crescono con la paura e la paura porta insicurezza e l'insicurezza è' la causa di tutti i Mali. Cari genitori aiutateli a crescere i vostri figli attraverso il colloquio e la vostra presenza continua in qualsiasi momento e' la ricetta giusta per salvare il mondo.
Sono d'accordo con Giancarlo ai propri figli bisogna abituarli a parlare e non fargli capire che sono spiati dalle telecamere, così' crescono con la paura e la paura porta insicurezza e l'insicurezza è' la causa di tutti i Mali. Cari genitori aiutateli a crescere i vostri figli attraverso il colloquio e la vostra presenza continua in qualsiasi momento e' la ricetta giusta per salvare il mondo.
Se ci fossero le telecamere fisse gli individui "malati" troverebbero altri luoghi e altri modo per sfogare sui più deboli le proprie frustazioni. Piuttosto andrebbero messe, a campione, e senza avvisare il personale e il dirigente, che potrebbe essere più interessato a non creare problemi piuttosto che tutelare i bambini. Dalle parti nostre girano voci, non confermate, di fatti analoghi. Ma, sembra, le telecamere non sono state mai messe… chissà perchè
Il video orribile riportato sul sito de Il Fatto Quotidiano, come specificato nell’articolo della stessa testata è stato realizzato grazie all’apposizione di telecamere nascoste (attenzione: NASCOSTE) piazzate dagli inquirenti, nell’ambito di un’indagine nata da sospetti e da indizi evidentemente così corposi da far supporre che quell’indegna maestra – indegna principalmente di essere chiamata così – si fosse macchiata e stesse continuando a macchiarsi del reato di maltrattamento di minori. Gli indizi ed i sospetti di cui sopra sembrerebbero confermati (dalle riprese video, appunto), cosicché fortunatamente quel mostro di donna 52enne è stata messa ai domiciliari. A questo punto chiunque sia dotato di un minimo di umanità, auspica una sentenza di condanna ad una punizione esemplare. Detto ciò vorrei preliminarmente porre l’attenzione su un aspetto, affinché sia compreso a fondo il senso di questo mio intervento: una cosa è l’intercettazione ambientale a mezzo di telecamere nascoste disposta dall’Autorità Giudiziaria, cosa ben diversa è installare di proposito – non dall’Autorità giudiziaria – negli asili telecamere a circuito chiuso per controllare istante per istante se “per caso” nelle aule avviene qualcosa di penalmente rilevante. Salvo vi siano necessità investigative tipo quelle ravvisate per incastrare il mostro di Andria, nei luoghi di lavoro pubblici e privati è consentito collocare telecamere soltanto per rilevare immediatamente la presenza di estranei così da impedirne l’ingresso nello stabile, o per dissuadere (eventualmente individuare) ladri e malintenzionati in genere. Pertanto dette telecamere è possibile apporle esclusivamente in punti funzionali allo scopo (per esempio in corrispondenza degli ingressi), certamente non nei locali dove la gente svolge le mansioni per le quali è stipendiata. Lo dice la Legge. Più precisamente lo dice l’ordinamento che disciplina i doveri ed i diritti dei lavoratori, al quale non credo si possa derogare – come non credo effettivamente si potrà derogare – nonostante la pretesa dei genitori di restare tranquilli quando si tratta dei loro figli sia perfettamente legittima. Oddio, in realtà ci sarebbe da aggiungere che quand’anche vi fossero degli spiragli normativi che permettessero l’installazione di telecamere ad ogni angolo di un asilo, tale legittima pretesa (quella dei genitori di restare tranquilli quando si tratta dei loro figli) verrebbe soddisfatta attraverso il continuo video-monitoraggio della condotta delle maestre probabilmente a sua volta per nulla legittimo, perché di fatto preventivo se non addirittura preconcetto. Si, preconcetto… a meno che si voglia affermare che tutte le maestre sono potenzialmente capaci di trattare male i bambini della loro classe. Questo comunque è un altro discorso, seppur strettamente connesso ad ulteriori questioni giuridiche nella fattispecie anch’esse niente affatto trascurabili. In conclusione, è ragionevole pensare che basterà il semplice sguardo come a dire “ma come ti viene in mente” di un sindacalista, per far morire sul nascere il progetto descritto in questo articolo. Mi dispiace per Laura e per le altre mamme promotrici dell’iniziativa, ma credo stiano perdendo tempo. P.S. - Lungi da me aver voluto sminuire con questo commento la sacralità della tutela dei bambini, il mio intento è stato semplicemente quello di fornire qualche spunto di riflessione sulla scorta di dati oggettivi. Mi dispiacerebbe molto se venissi equivocato vista la delicatezza dell’argomento.

 Katia è l'unico modo e ti consiglio di leggere l'interminabile commento di Santacruz.
La legge sulla privacy parla molto chiaro.
Non esiste solo il linguaggio verbale con i bambini ma dobbiamo imparare a decifrare ogni singolo cambiamento d'umore.
Poi dialogo con le maestre e con gli altri genitori.
Purtroppo per ora sono le uniche armi. 
 

Sono d'accordo con Katia. Il bambino in età da asilo è maggiormente esposto agli abusi e bisogna in tutti i modi tentare, per quanto possibile, di prevenirli. Cogliere i segnali di disagio significa nella maggior parte dei casi che il danno è già stato cagionato. La violazione della privacy viene superata con il consenso da parte del lavoratore all'installazione delle telecamere. Katia ti sconsiglio di leggere gli interminabili, soporiferi, infondati ed offensivi commenti di certi tuttologi. A meno che tu non soffra d'insonnia...
Una volta per essere assunti in una pubblica amministrazione si sguinzagliavano polizia e carabinieri per profilare il vincitore di concorso prima dell'inserimento in ruolo. Troppo macchinoso. Oggi abbiamo i politici, sia di destra che di sinistra, che con leggine od escamotage che "non penalizzano gli altri" dice Tancredi, scelgono questi super selezionati. Il commento di Santacruz è tutto condivisibile però non apre le porte a nessuna ricerca di responsabilità sugli inquadramenti. In tutti i paesetti la maestra di scuola materna viene invitata per un caffè dalla famiglia più influente per descrivere tutti i bambini che incontrerà per creare sul soggetto additato dei falsi preconcetti. Come combattere questo fenomeno se le assunzioni clientelari servono per diversificare trattamenti personalizzati sui bambini?
Ho letto, come suggerito il discorso di Santacruz e non me ne voglia ma mi convinco sempre di più' che non stiamo parlano di prevenzione bensì di contenimento dei danni. I genitori non vogliono delegare i propri doveri e le proprie responsabilità ma chiedono un supporto (con tutti i limiti del caso, chissà magari la Legge può' cambiare e domani con le telecamere si potra' visionare da casa l'interno dell' asilo così come oggi online si riesce a vedere se il proprio figlio è a scuola ) lì dove gli interessati sono menti plasmabili e ricattabili che possono ben celare i propri traumi anche a specialisti del settore che comunque interverrebbero dopo che i buoi sono fuggiti. Se aggiungiamo che le pene italiane, quando vengono applicate, fanno ridere scusate se ogni supporto viene ben accolto dalla sottoscritta, ripeto non come alternativa al genitore ma come supporto almeno per creare disagio a coloro che attuano tali e tante violenze infantili,molestie ed abusi..... Caro Giancarlo con i figli cominci a parlare a 3 anni e non tutti i genitori hanno esperienza o anche tali doti diagnostiche per capire se sono già stati fatti danni prima di questa età, addirittura dobbiamo imparare a decifrare ogni cambio d'umore? (genitori non si nasce) Quindi dobbiamo confidare nella buona sorte, nelle capacità, sensibilità ed intelligenza dei genitori nel capire e dialogare con i figli nella speranza che se qualcosa accade sia almeno in un' età in cui i bambini siano in grado di parlare o comunque di comunicare, ma non troppo grandi da provare vergogna nel farlo ed in ogni caso sempre dopo che il danno è stato fatto. Prevenire è meglio che curare. Giancà ti voglio bene ma sto' giro ti voglio risentire quando tuo figlio andrà a scuola :)
Non e' con una telecamera nascosta che si forma una buona maestra/o, ma selezionandola con maggior cura e severita', analizzando il suo quadro psicologico in primis. I bambini sono sacri e hanno bisogno di persone eccezionali al loro fianco. Ma a chi dirlo ? A politici che hanno distrutto tutto cio' su cui hanno messo le mani ? Possiamo riempire il mondo di telecamere, ma ci sara' sempre un angolo buio dove un "malato" potra' farla franca.
Ho esperienza di un caso di minibullismo tra "quattrenni" che e stato tollerato o preso alla leggera dalle maestre e che sta comportando per la vittima, un bambino forse piu sensibile degli altri, conseguenze che non e detto siano completamente superabili. La legge potrebbe benissimo prevedere deroghe alle norme sulla privacy da chiedere a coloro che si candidano al delicatissimo ruolo di "maestra giardiniera" come si diceva anni e anni fa...
Le telecamere farebbero più danni che altro. Sarebbe innaturale il comportamento delle maestre, ridicola l'interferenza dei genitori (che a quel punto pretenderebbero di sindacare singoli richiami, rimproveri e perfino il contenuto delle lezioni), lesiva della psiche dei bambini la consapevolezza di essere costantemente sotto controllo. Crescerebbero abituandosi all'idea di essere controllati, privi di autocontrollo e autodeterminazione, come in 1984 di Orwell. Siete sicuri di volere questo per i nostri figli? Forse sarebbe meglio crescere come cittadini, collaborare per una scuola ed una società migliori, partecipare, imparare a scegliere i rappresentanti al momento del voto e quindi pretendere che ad insegnare (e ad amministrare) vadano i migliori e non i figli di papà o quelli che sanno ubriacarsi meglio con i loro compaesani.
Sono con Katia. Se sapessi dove si firma lo farei subito. Non credo ai soprusi delle maestre, ma il bullismo verso i bambini piú sensibili mi terrorizza. Si inizia purtroppo ad essere vitime di bullismo sin dall'asilo
Anonimo, le telecamere non escludono mai il fatto di doversi comportare sempre da cittadini responsabili. Non credo che le maestre, educatrici di professione, non siano in grado di superare la cosa (anche perché questione di pochi giorni poi non ci si farebbe nemmeno più caso), le registrazioni a campione possono essere sottoposte al vaglio non dei genitori (convengo con te le conseguenze) ma di una persona addetta, magari uno psicologo, ed i bambini non credo, soprattutto a quell'età, possano realizzarne appieno il significato. E non è neanche detto che questi ultimi debbano per forza esserne informati. Ritengo in ogni caso che prevenire sia meglio che curare. Ovviamente il provvedimento non è risolutivo, come per ogni cosa d'altronde. I bambini e gli anziani, così come altre categorie di persone, incapaci di difendersi, devono essere maggiormente tutelati.
Si stava parlando di soprusi delle maestre sui loro piccoli alunni, mi sembra. Mò che c’entra il fenomeno del bullismo fra coetanei? Non vorrei che questa “deviazione” dell’argomento fosse la conferma che l’apposizione delle telecamere negli asili è voluta da qualcuno non tanto (o non solo) per una questione di tranquillità, bensì per soddisfare un’irrefrenabile esigenza di sindacare sugli aspetti riguardanti la professionalità delle maestre nascente dalla consapevolezza – ragionevolmente inconscia – di non essere un buon genitore. A costo di apparire interminabile e soporifero, nonché infondato ed offensivo (???), nel dubbio penso sia importante sottolineare che una simile iniziativa oltre ad essere – ribadisco – giuridicamente inattuabile, è assai ingiusta in termini generali. Infatti, se è lecita la pretesa dei genitori di evitare qualsivoglia disagio del giovanissimo figlio (o della giovanissima figlia) dovuto ad un ipotetico, futuro operato discutibile della sua maestra, è ugualmente legittimo mettere le maestre nelle condizioni di sapere se un bimbo o una bimba della loro classe conduce una vita familiare serena o se invece patisce sofferenze psicologiche e fisiche a causa della condotta genitoriale “sbagliata” del papà e/o della mamma, così che possano intervenire tempestivamente come previsto dalla Legge sulla base di assolute certezze (e non in virtù di semplici sospetti, meglio no?) segnalando la circostanza agli operatori sociali e, nei casi più gravi, all’Autorità Giudiziaria. E allora, per consentire sia ai genitori che alle maestre il perfetto svolgimento dei rispettivi ruoli che si fa? Oltre che negli asili, piazziamo telecamere pure nelle singole stanze di tutte le case private abitate da famiglie con bambini in età prescolastica? E volendo estendere la questione alle problematiche degli adolescenti, giacché sarebbe bene installare telecamere anche laddove vivono minorenni finché compiono 18 anni? Logicamente queste domande sono meramente provocatorie, giusto per chiarire meglio possibile che a mio parere mettere telecamere negli asili rappresenta una soluzione “unilaterale” decisamente egoistica, prospettata da chi ha a cuore la salvaguardia preventiva della salute morale e corporale solo dei propri figli e non di tutti minori innocenti. Pertanto, voglio credere che nessun genitore si sentirà offeso leggendomi. Anzi, confido molto nella loro intelligenza dando per scontata la condivisione del ragionamento, in fondo molto semplice, secondo cui lo scopo di tutelare preventivamente il benessere di OGNI bambino non si persegue focalizzando l’attenzione esclusivamente sui rapporti fra maestre ed alunni, prescindendo da quelli fra genitori e figli. Tuttavia metto in preventivo che ci sia chi non è d’accordo con il mio punto di vista, se non altro perché per alcuni frequentatori di questo blog essere in disaccordo con Santacruz è fisiologico. Pazienza, se tanto sarà vorrà dire che è ignorata – spero almeno non pretestuosamente – la circostanza ampiamente documentata secondo cui la maggior parte dei problemi della nostra società (criminalità, tossicodipendenza, malattie quali ansia, depressione, ecc.) ha origine dalla violenza che gli adulti di oggi sono stati costretti a subire nell’infanzia principalmente in famiglia, poi eventualmente anche all’asilo ed a scuola.
L'assenso all'installazione delle telecamere sul posto di lavoro supera la legge sulla privacy. Vi è pronuncia anche della Cassazione. Se non le basta faccia appello. Le telecamere svolgono attività preventiva anticrimine: è pertanto giusto ed attinente parlare di bullismo, e non solo. Ma soprattutto attraverso il confronto e l'interazione costruttiva (concetti evidentemente sconosciuti) una circostanza di partenza può essere ampliata ed arricchita da suggerimenti attinenti sempre lo stesso tema (come in questo caso): è proprio questo lo scopo di una discussione. Lasciamo perdere il ridicolo rimando alle telecamere a casa.... puro delirio. Faccio finta di non aver letto. Potrei continuare ancora per molto ma mi fermo qui onde evitare di essere tediosa e perché non uso alimentare il nulla. Oltre a non avere tempo da perdere. La ostinata negazione dell'evidenza (seppur ripetutamente confermata da terzi interlocutori o da intervenute quarantene) è la conferma del fatto. Addirittura in taluni ambiti psichiatrici è sintomo stesso della patologia. È meglio favorire spontaneamente l'uscita da un blog senza aspettare l'ennesima brutta figura...
l'art 4 dello statuto dei lavoratori vieta espressamente il controllo a distanza dell'attività lavorativa mediante l'utilizzo di sistemi di video sorveglianza. La violazione di questa norma è punita con multe salatissime e in qualche caso anche con l'arresto del datore di lavoro. Citare i cadi con i quali si può derogare a questo sacrosanto diritto dei lavoratori significa citare le eccezioni rispetto alle regole quindi significa inquadrare scorrettamente la questione riportata nell'articolo. Penso che chi fa certe affermazioni è in malafede perché sa benissimo che è come dico io ma pur di alimentare una stucchevole diatriba personale virtuale non evita di pubblicare interpretazioni completamente svianti, offendendo non solo l'interlocutore col quale bisticcia ma anche l'intelligenza di tutti quelli che leggono. A dirla tutta per me non ho dubbi che a essere offensivo è chi accusa altri di esserlo. Spero che la smetta, non è onesto utilizzare un argomento serio come quello dei bambini per mostrare i muscoli a un singolo.
Caro anonimo, o meglio Santacruz, se qui c'è una persona in malafede questa è proprio lei, dal tono delle affermazioni prive di fondamento che ha sparato a raffica sviando strumentalmente il senso di tutto ciò che è stato detto ed interpretando il pensiero altrui, arrogandosi altresì un'interpretazione personale del tutto erronea del diritto italiano che invece fa riferimento a precise sentenze di Cassazione che fanno legge nel merito, delle quali evidentemente lei non conosce il valore. Si informi meglio ma dopo aver letto attentamente il contenuto di quanto detto, anche se ritengo sia inutile poichè la sua arroganza, sia nei contenuti che nei toni, continua a disvelare unicamente una morbosa caparbietà nel voler avere ragione a tutti i costi. E la prossima volta non si celi sotto mentite spoglie... La chiudo qui per non alimentare il suo distorto egocentrismo (che davvero non interessa a nessuno). Auspico invece che le mamme di cui all'articolo possano anche attraverso una decisa presa di posizione nei confronti degli interlocutori preposti, riuscire a tutelare maggiormente la sicurezza dei bambini dal momento che i tempi sono cambiati e purtroppo la società, per vari motivi, è votata ad un abbrutimento dei costumi dal quale, per forza di cose, oggigiorno bisogna tutelarsi.