Una storia che nasce nel 2002, oggi riportata da il quotidiano Il Centro a firma di Dino Venturoni, (f.to Il Centro) si racconta del progetto per il potenziamento dell'acquedotto, affidato all'ingegnere Caroli.
Ottanta per cento al professionista, 20 per cento all'azienda.
Il nostro primo articolo segnava a quel tempo la differenza di trasparenza ed economicità dell'incarico.
Lo stesso ingegnere che nel 2009 avrebbe avuto, senza gara, l'incarico del potenziamento dell'acquedotto per un lavoro di 50 milioni di euro, ancora oggi in attesa di finanziamento.
Abbiamo scritto più volte e con tre Carta Canta dedicati, che l'affidamento diretto non era possibile per la violazione di molte norme dell'anti corruzione.
La stessa Anac dopo un lustro ha deciso che ci fosse bisogno di una gara e ora si apre il rischio del presidente Forlini.
Continuare o rispettare la pronuncia dell'Anac mettendo a rischio tutta l'opera?
Spendere altri soldi pubblici per potabilizzare acqua inquinata o riparare le condotte dell'acqua di sorgente?
La risposta dovrebbe essere ovvia, a Teramo no.
Che fine ha fatto l'istruttoria sui 25 milioni di euro senza documenti contabili condotta dall'Ato?
Tutto tace.
Bisognerà attendere un altro lustro?
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