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Mastromauro & Arboretti. Gemelli diversi.

4 minuti

Nulla di nuovo sotto il sole. L’offensiva mediatica di Mastromauro contro il “fratellastro” Arboretti non conosce pausa.
Dopo la breve intervista a La Città il 6 settembre sul caso del presunto abuso Gavioli, in cui Mastromauro addossava le responsabilità dello sfregio portato al Kursaal, ai tecnici comunali in servizio nel 1994 e a coloro che  partorirono il vecchio PRG, sempre da le colonne de La Città del 29 settembre ecco un nuovo affondo al leader de Il Cittadino Governante.
Questa volta le note dolenti riguardano il nuovo ultramoderno edificio in corso di costruzione in Via Gramsci-Via Battisti, nella parte alta di Giulianova.

Il messaggio è chiaro e diretto: se responsabilità vi sono, sono tutte da ascrivere a chi licenziò il vecchio PRG del 1994 ed ai tecnici.
Punto.
I “tecnici”, sempre e solo i tecnici. Anche sul caso Gavioli il messaggio che passa è: “Sono otto le persone indagate ma non ci sono amministratori o consiglieri”. Stesso refrain di quello a suo tempo ascoltato in merito alla cementificazione della ex Migliori-Longari.
Sembrerebbe quasi che da sempre Giulianova si sia amministrata da sola, che non abbia mai avuto classe dirigente, che nessuno abbia deciso in che direzione andare o non andare. Dov’è finito il concetto di “responsabilità politica”, vocabolario da tempo cancellato dallo Zingarelli della politica in giallorosso?

E Arboretti, che fine ha fatto?
In una sua dichiarazione a I Due Punti, ebbe a scrivere che da qui alle dimissioni di Mastromauro ne avremmo visto delle belle: “ Vuol dire che non conoscete bene chi è Franco Arboretti. E che non avete compreso pienamente cosa rappresenta a Giulianova Il Cittadino Governante con la sua determinata volontà di cambiamento. Vedrete, però. Le cose che accadranno nei mesi che mancano alle elezioni vi dimostreranno che adesso state prendendo una solenne cantonata …. la Giunta (presieduta dall’attuale sindaco) che approvò il 14 agosto 2008 il Programma Integrato di Intervento insieme ad altre 44 deliberazioni (!!) nell’ultimo giorno utile prima dell’arrivo del Commissario Prefettizio non tutelò gli interessi generali”.

Finora, in verità, a parte una timida sortita sull’ultimo numero di GiuliaViva a proposito di Kursaal e Gavioli, in cui la Redazione ha invitato il Comune e la Giulianova Patrimonio a costituirsi nell’eventuale processo di cui si deciderà il prossimo 12 novembre, abbiamo visto e udito ben poco.
Di quelle famose 44 deliberazioni non abbiamo saputo più nulla.
Eppure, conoscendo la tenacia, l’inflessibilità e la memoria di Arboretti, siamo certi che di cose avrebbe da dirne parecchie.
Francamente non comprendiamo il suo silenzio.

Sgomberato il campo dal demone berlusconiano, il PD inizia a fare drammaticamente i conti con le proprie contraddizioni interne.
La sua base è delusa ed arrabbiata per come la nomenclatura ha logorato il Partito:
-         sacrificando il dibattito interno su programmi e contenuti sull’altare di un’infinita discussione sulle regole interne (ricordate lo sketch di Crozza a Ballarò?);
-         trascinandolo, con Monti e con Letta, in un’alleanza suicida con il partito di proprietà di Berlusconi ed avendo poi la pretesa di poter salvare il Governo Letta e l’alleanza con il PdL una volta uscito di scena Berlusconi;
-         tollerando la doppia morale di chi pubblicamente predica virtù e privatamente fa affari con il giuaguaro (vedi Finocchiaro ed Alfano assieme in affari in Sicilia).

Infine, i casi MPS e Penati sono lì a testimoniare, impietosamente, di una questione morale che non risparmia niente e nessuno.
E dunque Arboretti se ne sta seduto sulla riva del fiume. Paziente e quasi certo di avere già in tasca una parte consistente dei voti del PD.
Altrimenti come potrebbero certi suoi emissari, impegnati nella ricerca di improbabili alleanze, dichiarare di essere vicini alla soglia del 30%?

La Redazione de I Due Punti
 
 

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