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San Nicolò: I terremotati scrivono a Monsignor Seccia... Amen

di Giancarlo Falconi
2 minuti

La tendopoli di San Nicolò, continua nell'indifferenza di una Città morta. Morta è la sua politica. Morta è la sua coscienza. Morta è la sua fede. Non è una notizia che il Governatore Chiodi non sia mai andato a fare una semplice visita di cortesia alla gente del condominio Uliveto. Non ci sono le porta e porta nelle tende.
Non è una notizia che i luoghi comuni siano cattivi e pettegoli.
Non è una notizia che il Vescovo di Teramo non sia andato a spargere il seme della solidarietà. Rientra nella politca di questa Chiesa.

La notizia è che i terremotati abbiano scritto proprio al prelato per Eccellenza. Noi fedeli riportiamo....
"A Sua Eccellenza Monsignor Seccia, cui so d’essere persona sensibile e attenta ai problemi di questo mondo d’ingiustizie e a cui è umilmente indirizzata questa lettera aperta, rivolgo l’evangelica domanda: chi è il nostro prossimo?
Sua Eccellenza forse non conosce ancora la triste vicenda degli sfollati di San Nicolò e dell
a tendopoli di Piano D’Accio in cui questi sventurati da una ventina di giorni, a quasi quattro anni da quando sono stati letteralmente sbattuti fuori dalle loro case comprate dopo anni di sacrifici, sono stati costretti a vivere non potendo più pagare gli affitti dopo la fine del contributo statale nel giugno scorso.
E forse non conosce neanche l’onestà e la correttezza di queste persone che ora chiedono legittimamente di non essere lasciate sole dalle istituzione pubbliche essendo cittadini che mai, dico mai, hanno dimenticato di rispettare le leggi e pagare le tasse.
Se, dunque, non conosce già questa vergognosa vicenda post-sisma, allora questa lettera ha avuto lo scopo di fargliela conoscere.
Una drammatica realtà vissuta da dodici famiglie rimaste senza più casa e accampate nelle tende alle porte di Teramo, questo non per colpa loro ma per sventura naturale e lungaggini burocratiche.
Tutto ciò solo perché non si arriva alla fine del mese, non per spirito polemico.
Se rubare, lo sa meglio di me, è vietato dal settimo Comandamento ancor prima che dalle leggi dello Stato; se uccidersi non si può, a vietarlo è ancora una volta la Sua chiesa, come fare allora?
Se noi non siamo il prossimo a cui prestare soccorso, chi siamo allora? Che dobbiamo fare?
Delle risposte concrete per uscire da quest’inferno".

Amen...aggiungo...
 

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Commenti

Sono passato oggi a fianco di questo "accampamento". Che vergogna... A quasi 4 anni dal terremoto e a 50 km dall'epicentro... Che vergogna tutta la gente che ha inneggiato al Berlusconi risolutore e al Bertolaso salvatore... Che vergogna tutti coloro che, anche qui sopra, si complòimentavano col "nostro" sindaco... Provo più vergogna per i sudditi che per i padroni. p.s. llu bbell Abele Conigli...