Salta al contenuto principale

Frana a Colleparco la strada verso l'Università...a rischio case e collina

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Era il 2008.
Cosa scriveva Il Centro " A Colleparco torna l'incubo frane. Tre gli smottamenti nella notte. Due sulla strada dell'Università: uno è avvenuto nello stesso posto dove in primavera già c'era stato un movimento franoso, mentre il secondo si è verificato a pochi metri di distanza.
Il terzo smottamento, invece, si è verificato sulla Statale, nel tratto compreso fra il bivio che conduce al quartiere e la pompa di benzina. Va ricordato che la procura sta per chiudere l'inchiesta sul cantiere franato a maggio proprio Colleparco. E la pioggia, soprattutto nella notte tra sabato e domenica, ha provocato allagamenti anche nella zona di San Nicolò e Colleattarreato, dove i vigili del fuoco sono dovuti intervenire per liberare degli scantinati.
Un piccolo smottamento si è verificato sulla strada che porta a Villa Romita, così come altri piccoli smottamenti, che non hanno provocato disagi, si sono verificati sulla strada verso Campli. Piccole frane anche sulla provinciale 553, la strada che porta da Silvi ad Atri. Numerosi sottopassi allagati sulla costa, in particolare a Roseto e Giulianova. Disagi anche sulla Statale 81, dove alcuni rami si sono abbattuti sulla strada rendendo necessario l'intervento dei pompieri".

Che cosa è cambiato?
Che lavori sono stati fatti per la messa in sicurezza e per prevenire altri movimenti franosi?
A che cosa ha portato l'inchiesta della Procura?
A Nulla...dimenticavo la notizia di cronaca.
Chiusa la strada di Villa Abula di Colleparco che porta all'Università.
Chiusa la rotonda che porta all'Università e a Scapriano da Colleparco.
La collina intera è interessata da un movimento franoso e le case sono ritenute a rischio.
Questa è la politica della cementificazione che prima o poi presenta il conto.
Ora solo cronaca e drammi a seguire....
Fate Vobis....

Commenta

CAPTCHA

Commenti

Invece di un intervento di consolidamento a mezzo di micropali, si potrebbe pensare a una nuova lottizzazione con 200 villette.
È dal 2004 che l'Università sa dei problemi, x quale motivo non ha mai completato il campus?... Perché qualcuno di saggio in Regione modifico un piano... Un piccolo piano come delle mappe magicamente in rosso...
Amen
Che Colleparco fosse terreno franoso lo si dice da 30 anni, chi ha voluto costruire li? sta gente va messa in galera e buttata la chiave. Vedete se ci vive qualche costruttore di case li? che io sappia nessuno.
SCUSATE MA LA STRADA CHE SCENDE DALL'UNIVERSITA' E VA VERSO SCAPRIANO, LAROTONDA CHE SI INCOTNRA DOPO IL CARROZZIERE E' APERTA ???
Questa è l’ennesima conferma di quanto fu scellerata a suo tempo la scelta della nuova Università a Colleparco. I costi per una costruzione così mastodontica (talmente mastodontica che chi non conosce la realtà delle cose, sarebbe legittimato a pensare che l’Ateneo di Teramo conti come minimo 20.000 studenti iscritti) sarebbero stati comunque ingenti, ma obiettivamente a chiunque si gela il sangue nelle vene pensando a quanto sarà costata globalmente l’opera, considerando anche i necessari lavori per rendere le fondamenta idonee a sostenere adeguatamente plessi di siffatta portata su un terreno franoso (il doppio rispetto ad un’eventuale costruzione su un terreno non franoso?). Quindi oltre al danno anche la beffa: ubicazione dell’Università che negli anni ha contribuito a renderla un “corpo” di fatto estraneo al resto della città (il danno), utilizzando risorse pubbliche il cui ammontare preferisco non conoscere per non farmi ulteriore sangue acido (la beffa). Quanto sarebbe costato ristrutturare l’ex manicomio al fine di creare lì la nuova Università? La metà della metà? Magari la metà, della metà, della metà? Ed oltretutto, a fronte di un tale risparmio di quattrini nostri, quanto e quale maggiore “ritorno” avrebbe avuto Teramo? Non solo in termini di guadagno per le attività commerciali limitrofe, ma anche sotto l’aspetto dell’immagine (visto che il “movimento” dovuto alla presenza degli studenti universitari, dei docenti e del personale amministrativo avrebbe evitato il penoso “spettacolo” di un centro storico in piena agonia al quale oggi stiamo assistendo). Peccato perché l’Università a Colleparco ha impedito a Teramo di continuare a fregiarsi del titolo di “città universitaria”, come lo era ai tempi di viale Crucioli alla stregua di città in alcuni casi anche più piccole (vedi Urbino, Camerino, Macerata, Campobasso ed altre che ora mi sfuggono, che sull’Ateneo basano – ancora oggi, saggiamente a differenza di Teramo – praticamente l’intera loro economia). Poi è ovvio che il campus non viene ultimato, se in un periodo di vacche magre come quello che stiamo vivendo per una qualsiasi ulteriore costruzione che in condizioni “normali” costerebbe 10, si dovrebbero in realtà impiegare fondi pari a 20 (i micropali per il consolidamento di cui parla sotto il sig. Mario Di Giuseppe…). Si è parlato tanto di impianti sportivi, ad esempio. Lo ha fatto anche l’attuale Rettore D’Amico, al quale comunque, secondo me, va dato il merito di essersi attivato – pur sbagliando alcune valutazioni ogni tanto (ma solo chi fa sbaglia…) – per rivitalizzare un Ateneo difficilmente rivitalizzabile vista la zona in cui è stato relegato. Si, D’Amico ne ha parlato salvo probabilmente essersi reso conto che posizionare un campo da calcetto (o da tennis, o da basket, ecc.) lì sui terreni dell’Università a Colleparco, comporterebbe costi di consolidamento – senza il quale lo si troverebbe franato sino a Piazza Garibaldi dopo le prime piogge – impensabili per la costruzione di un “semplice” impianto sportivo (“semplice” per modo di dire, che io sappia gli universitari lo stanno aspettando da tempo). A mio parere la scelta (politica) assunta anni fa dell’Università a Colleparco, rappresenta una delle maggiori cause – forse la maggiore – dell’odierna crisi economica, sociale e culturale nella quale versa Teramo. Ciò che fa rabbia ed insieme addolora, è che oggi le proteste a poco servono. Se non altro perché si tratterebbe di proteste molto, troppo tardive, se è vero che le determinazioni che hanno causato il “misfatto” risalgono a 30 anni fa. Ergo, individuare gli artefici di una tale cazzata è molto difficile E quand’anche ci si riuscisse, saremmo costretti a constatare che in molti casi i responsabili ora riposano in pace. La verità è che i teramani, quindi anche il sottoscritto, si sarebbero dovuti ribellare “illo tempore”. Ma non l’hanno fatto. Non l’ho fatto. Non l’abbiamo fatto. Resta solo la speranza che un errore talmente macroscopico, possa servire di lezione a tutti. A tutti significa non solo alla nuova generazioni dei politici, ma anche alla nuova generazione – supportata dalla vecchia – dei cittadini.
Che io sappia ci abitano almeno tre costruttori se non quattro spingendoci fino alla corrispondenza della collina di fronte allo Sporting hotel.
Perché non viene posta la cartellonistica stradale a Ponte Vezzola di avviso onde evitare di arrivare in zona di divieto e fare marcia indietro?
I costruttori ci abitano a Colleparco....che poi si vuol parlare di abuso edilizio è un'altra cosa. Parliamo piuttosto di come vengono eseguiti i lavori... semplicemente in maniera superficiale... come tutto oggi.. purtroppo sono rimaste poche che mettono passione in quel che fanno...
Penso che gli antichi erano più fregni di noi. Infatti li non hanno mai edificato.
Colleparco frana.....da sempre. Volete sapere perchè si è andato a costruire su quella collina zuppa d'acqua ? Bene, basta ritrovare i vecchi proprietari dei terreni. Quello era l'ultimo posto di Teramo dove sbloccare la cubatura, invece ora che ci hanno costruito di tutto e di più, la collina non regge e frana.
l'Università è stata costruita su per volere politica dei DS e Forza Italia, i cui figli stanno ancora in politica. Politica che insieme ai clan famigliari, ha fatto assumere il 90% dei dipendenti! Fate una piccola analisi. Politica (anche quella universitaria) che ha deciso anche i fornitori che ha deciso chi mettere nei vari posti (fondazione, cus, etcetc) Poi per concludere vedete i nomi degli studenti vedete da quanti anni sono li dentro ed alcune loro carriere. Fate Vobis
Colleparco frana tutta. Frana la zona dell università. ..via montauti ...la zona delle cupole. ..e proprio sull ultima abbiamo una spaccatura di circa 50 cm e il terreno che ogni giorno va sempre più giù ..e chi di dovere è venuto ..ha visto ..e messo due cartelli per evitare che qualche macchina ci finisca dentro. Un applauso a chi ci governa ed a noi che lo lasciamo li ancora a far danni ....
Allora se ci abitano è tutto apposto avranno scelto gli unici posti buoni...ma è palese che il terreno o alcune zone non erano delle migliori per costruire...frana da sempre...