Come può il Partito Democratico sperare in una fenice elettorale? Avevamo previsto la debacle delle politiche in provincia di Teramo e nella regione Abruzzo.
Non serviva un sensitivo. Bastava alzarsi la mattina e parlare con gli amici, i conoscenti, i pendolari, gli operai, il fornaio sotto casa.
I candidati catapultati da Roma e la presenza di Tommaso Ginoble in posizione utilissima, avrebbero segnato la continuità con il passato immobile del primo partito del centro sinistra.
Quella politica lontana dalle battaglie sociali da molto tempo.
Risultato? I vecchi dirigenti di partito avrebbero fatto harakiri. L'onore politico prima di tutto. Invece i vertici politici teramani e abruzzesi, si propongono come candidati alle prossime regionali.
Un premio per aver fatto un buon lavoro. Incredibile. Triste. La presenza di Luciano D'Alfonso viene vista come una minaccia incontinente. Un pannolone politico. Parole, mentre l'ex Sindaco di Pescara, continua a incontrare la gente. Differenza biblica.
"Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma...".
Scriveva BENEDICTUS PP XVI nella sua Declaratio. Il coraggio delle dimissioni. Storiche.
Paolucci e Verrocchio?
Indovinate il prossimo risultato elettorale?
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