Mio nonno leggeva Il Tempo.
Il Tempo e il Corriere della Sera.
A volte non lo leggeva.
Rimaneva intonso vicino al mobile sotto il pendolo.
Non era una questione di cultura ma di rispetto per un lavoro, quello dei giornalisti, fatto di corsa, ( a volte) di ascolto, ( a volte), attenzione, ( a volte), complicità, ( a volte), mediazione, ( a volte), etica ( a volte), morale ( a volte)...la differenza a volte sono quelle volte che avvolte le notizie non si sono scritte o scritte in altro modo... le verità.
La linea editoriale che non riesce a tradurre il cambiamento generazionale.
I metodi di lettura e scrittura.
La politica che diviene ossimoro di quella cultura priva di curiosità.
Non legge gli editoriali ma se li fa raccontare.
Non legge gli articoli ma solo le locandine.
Non legge le inchieste perchè troppo lunghe.
Legge sono di se stessa per compiacersi e non curare la critica.
La colpa?
Nostra e di quella stampa che non fa più paura...asservita di riverenze...
Senza l'essenza del quinto potere....ma con un secondo tempo...che non morde ma demorde.
Senza Il Tempo...si fermano...come un pendolo...i si e i no...la destra e la sinistra....oscillando tra verità e verità.
Un temporale senza la tempistica delle aperture viste come chiusure...
La notizia di domani...
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