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Abruzzo: Mettiamoci a dieta: no a (petr)olio, si al bio(massa)! Parte I

di Susanna Ciminà
26 minuti

La dieta è una moda.
Per l’Abruzzo una moda necessaria.
Un nuovo stile di vita che potrebbe diventare un marchio di qualità.
La provocazione richiama per osmosi il confronto.
Due nutrienti eccellenti per creare e produrre.

Un ingegnere che scrive una dieta?

E’ meno assurdo di una multinazionale che ti ruba la terra sotto i piedi, ve lo assicuro.

Torniamo a noi…
Sembra infatti, che la “pancia” dell’amato Abruzzo sia piena di (petr)olio e gas. Talmente piena da aver suscitato l’interesse dei media nazionali, di aver sollevato diatribe politiche, di aver innescato tavole rotonde…
Brrrr…. tanto rumore per nulla.
Per iniziare, l’ingegnere consiglia, almeno qualche pranzo a base di biomassa.
 Accetteremo i commenti faziosi dopo aver digerito i vari piatti serviti.

Cos’è La biomassa.


La normativa nazionale, recependo quella europea, definisce la biomassa come: “la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, compresa la pesca e l’acquacoltura, gli sfalci e le potature provenienti dal verde urbano nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”.
Insomma…facciamola semplice…in senso lato, per biomassa può intendersi genericamente tutta la materia organica prodotta da attività biologiche.
In campo energetico il termine biomassa indica più in dettaglio, la materia organica (vivente o residua) utilizzabile come combustibile o quale fonte di energia di processi per la generazione di elettricità, calore o “bio- combustibili”.
E’ interessante sapere che…la produzione di biomasse a fini energetici non è altro che una delle modalità di utilizzo dell’energia solare. Come tale essa é paragonabile ad altre tipologie di utilizzo della stessa fonte: solare fotovoltaico e termico, energia eolica, energia idroelettrica.
L’ utilizzo di energia solare attraverso le biomasse richiede tempi che possono variare da qualche mese per le piantagioni erbacee fino al più a qualche decina di anni per le piante di alto fusto. Essendo questi tempi comparabili con il ciclo delle attività umane, le biomasse rappresentano una fonte di energia rinnovabile, che può essere indefinitamente ricostituita fintanto che sul nostro Pianeta saranno disponibili radiazione solare e condizioni climatiche adeguate

La classificazione.

La varietà delle forme e delle caratteristiche con le quali la biomassa può presentarsi suggerisce un’ampia varietà di classificazioni.
Una prima fondamentale distinzione è basata sul Regno vivente di provenienza. Si distingue, ovvero, tra biomasse animali e vegetali. Si precisa che l’impiego delle biomasse di origine animale a fini energetici è sempre “secondario” e accessorio per due motivi.
-L’animale è un organismo eterotrofo che si approvvigiona di energia nutrendosi, direttamente o indirettamente, della materia organica generata da organismi autotrofi (i vegetali). Di conseguenza, l’energia contenuta nella materia animale è sempre derivata, in ultima analisi, dai vegetali.
- Le biomasse animali impiegabili per produzione di energia consistono essenzialmente nei residui di altre attività, principalmente scarti e deiezioni dell’allevamento.
Di conseguenza, la produzione di energia da biomasse animali è un eventuale corollario di altre attività, alle quali la produzione di energia è asservita.
A differenza degli animali, gli organismi autotrofi come le piante verdi, le alghe e qualche tipo di batterio producono le sostanze organiche di cui necessitano, a partire da sostanze inorganiche e sono in grado di convertire l’energia della radiazione solare in energia chimica dei composti sintetizzati nel loro ciclo vitale. Di conseguenza, oltre che come fonte di cibo, i vegetali possono essere impiegati per alimentare processi dedicati alla produzione di energia.
L’energia generabile da tali processi deriva, in ultima analisi, dal sole, come si è precedentemente detto.

L’analisi “immediata”.

Due caratteristiche fondamentali che discriminano la tecnologia adottabile per la produzione di energia da biomasse sono il contenuto di umidità e di materia volatile. L’umidità è contenuta nelle biomasse in due forme:
-intrinseca, ovvero il contenuto d’acqua che non dipende dalle condizioni metereologiche, poiché intimamente legato alla struttura della biomassa;
-estrinseca, ovvero il contenuto d’acqua determinato dalle condizioni metereologiche prevalenti al momento della raccolta.
Una eventuale essiccazione (sia essa naturale o artificiale) della biomassa riduce principalmente l’umidità estrinseca; l’umidità intrinseca è circa il limite al quale può arrivare l’essiccazione.
D’altra parte la materia volatile è la frazione che volatilizza a seguito di un processo di riscaldamento riscaldamento (senza attacco chimico).
Essendo la reattività dei gas volatilizzati nettamente superiore a quella della matrice solida, la quantità di materia volatile liberabile (e la velocità con cui essa viene rilasciata) è un fattore importante per la scelta e il dimensionamento dei sistemi termochimici (combustione, gasificazione, pirolisi).
La frazione che ancora rimane dopo avere mantenuto la biomassa ad alta temperatura (900-950°C) per diversi minuti è costituita dalle ceneri e dal “carbonio fisso”.
L’analisi con la quale si determinano in laboratorio umidità, materia volatile, carbonio fisso e ceneri è chiamata “immediata” (in inglese “proximate”) poiché consiste del semplice riscaldamento in forno in atmosfera inerte.
Tale analisi è essenziale per cogliere le prestazioni di questa fonte energetica!

Composizione elementare

 Nei processi termochimici tipicamente adottati per la produzione di energia da
biomasse “secche” (combustione, gasificazione, pirolisi, liquefazione), i componenti chimico-strutturali vengono dissociati e distrutti. La composizione dei prodotti di combustione (o di gasificazione, o di pirolisi) e i bilanci di massa e di energia dipendono esclusivamente dalla sua “composizione elementare”. Oltre all’umidità, la materia volatile delle biomasse è primariamente costituita di carbonio, idrogeno e ossigeno, con contenuti minori di azoto, zolfo ed eventualmente altri elementi come sodio, potassio, cloro etc.
Interessante è sapere che…rispetto ai combustibili fossili le biomasse sono caratterizzate da:
-minor contenuto di carbonio;
-maggior contenuto di idrogeno e, soprattutto, di ossigeno;
-contenuto di azoto e zolfo nettamente inferiore;
- minor contenuto di ceneri.

Il potere calorifico

Non tutti sanno che uno dei parametri energetici più significativi di una fonte è il potere calorifico, che, detto in modo semplicistico, comunica quanto calore il combustibile può sprigionare in un’ipotetica combustione, rispetto a quanto ne possiede intrinsecamente.
Rispetto ai combustibili fossili il potere calorifico è nettamente inferiore, principalmente in seguito della grande presenza di legami chimici con ossigeno.
Nelle applicazioni pratiche il parametro energetico rilevante è il potere calorifico per kg di materia umida. Dato l’elevato tenore di umidità tipicamente contenuto nelle biomasse, esso è generalmente molto inferiore a quello della sostanza secca.
Data la grande varietà di composizioni e di stato fisico con le quali la biomassa si presenta, l’accurata determinazione del potere calorifico richiede prove sperimentali.
Per umidità molto elevate il potere calorifico della biomassa diventa talmente piccolo da rendere impraticabile un qualsiasi processo termochimico. In tal caso, diventano preferibili processi di conversione biologica, per i quali l’abbondanza di acqua nella biomassa costituisce un fattore favorevole alla creazione di un ambiente adeguato per l’attività biologica.

Produttività e rendimento su scala mondiale

Le biomasse incidono sul 15% degli usi energetici primari nel mondo (55 milioni di TJ/anno)
I paesi in via di sviluppo ricavano il 38% del loro fabbisogno energetico dalle biomasse.
I modestissimi valori di rendimento stimati, per questa fonte, potrebbero indurre sfiducia nella capacità delle biomasse di contribuire in modo significativo ai fabbisogni di energia della moderna società industriale.
La diffusione delle biomasse è tuttavia così pervasiva e capillare che il potenziale globale sarebbe comunque sufficiente per soddisfare tutto il fabbisogno mondiale di energia.
Poiché l’attività fotosintetica si risolve in ultima analisi nella fissazione del carbonio della CO2 in atmosfera in carboidrati, da cui il fondamentale ruolo che le biomasse possono giocare nella mitigazione dell’effetto serra, la produzione di biomassa su grande scala può essere misurata in termini di carbonio netto fissato nel materiale organico costituente le biomasse.
Ogni anno, l’attività fotosintetica comporta la fissazione di circa 80 miliardi di tonnellate di carbonio in materiale organico. A sottolineare la rinnovabilità della risorsa biomassa, studi del settore affermano che mediamente, le riserve di biomassa esistenti sulla Terra possono essere ricostituite in circa 10 anni; il tempo necessario alla ricostituzione delle riserve é ovviamente più lungo per la biomassa legnosa delle foreste (circa 22 anni) e molto più breve per la biomassa aquatica (2-3 mesi), con le terre coltivate in una posizione intermedia (1-2 anni).

Limiti e vincoli della produzione di energia da biomasse.

Ci sono numerose stime che dimostrano che, il ruolo minoritario oggi giocato dalle biomasse nella produzione di energia (specie nei Paesi industrializzati) non è dovuto alla insufficiente potenzialità produttiva, bensì ad una serie di fattori storici, tecnici, economici, ambientali e sociali, ci cui mi riservo di citare solo i più rilevanti:
-La produzione agricola è da sempre orientata - peraltro per ovvi e buoni motivi ! - alla produzione di alimenti piuttosto che alla produzione di energia. La conversione di aree rilevanti a piantagioni energetiche pone il problema della competizione tra uso del terreno a fini alimentari o a fini energetici.
-Molte delle aree con le maggiori potenzialità di produzione di biomasse (foreste, boschi, savane, praterie) sono ecosistemi di elevato valore ambientale, biologico e paesaggistico. La loro conversione a piantagioni energetiche intensive pone difficili problemi di salvaguardia dell’ecosistema e di accettabilità sociale e politica.
-Una parte consistente della produzione di biomassa, avviene in aree remote e impervie, nelle quali lo sfruttamento intensivo a fini energetici è difficile e costoso.
-Le biomasse sono una fonte di energia molto più “difficile” e costosa dei combustibili fossili; non a caso, lo sviluppo economico di tutti i Paesi industrializzati è stato finora alimentato dai combustibili fossili, nonostante in alcune circostanze la disponibilità di biomasse fosse significativa.
-I rendimenti di produzione di elettricità, calore o combustibili da biomasse sono tipicamente molto inferiori a quelli ottenibili con i combustibili fossili.
-Le tecnologie e i sistemi richiesti per la raccolta, la movimentazione ed il trasporto di biomasse sono tipicamente molto più complessi e costosi di quelli richiesti dai combustibili fossili.
-Le tecnologie ed i sistemi adottabili per la generazione dei vettori energetici finali (elettricità, calore, combustibili) a partire dalla biomasse sono inerentemente più costosi e difficili da gestire di quelli adottabili per i combustibili fossili.
-Per quanto nell’immaginario collettivo le biomasse siano percepite come una fonte di energia “pulita” e compatibile, in realtà il loro sfruttamento può presentare problematiche di impatto ambientale non elementari, per molti aspetti più difficili di quelle poste dai combustibili fossili.
Fondamentale eccezione sono le emissioni di gas serra, che grazie alla rinnovabilità del ciclo del carbonio instaurato dalla biomasse sono praticamente nulle.
-La diffusione su larga scala di piantagioni energetiche richiederebbe, specie nei Paesi in via di sviluppo, una significativa trasformazione degli stili di vita delle popolazioni che gravitano sull’attività agricola. L’accettabilità sociale di queste trasformazioni può essere problematica, oltre che dubbia.
Questo lungo elenco non intende frustrare gli sforzi verso un maggiore e migliore utilizzo delle biomasse per produzione di energia, bensì indurre la consapevolezza dei problemi da affrontare. Fermo restando il grande interesse per una fonte di energia rinnovabile come le biomasse, soprattutto per un Paese quasi privo ( a differenza di quanto vogliono farci credere) di risorse fossili come l’Italia, è importante, a parere di chi scrive, maturare una corretta percezione delle realtà per evitare illusioni o irrealistiche aspettative.

Processi e tecnologie per la produzione di energia

Questo passaggio fornisce una rapida panoramica dei percorsi tecnologici che possono essere seguiti per la produzione di energia da biomasse.
Le biomasse “umide” contenenti oltre il 70-80% di umidità si prestano all’impiego in processi biologici, per i quali sono individuabili le tre principali alternative dell’idrolisi enzimatica, la fermentazione e la digestione batterica. Per le biomasse “secche” con contenuto di umidità fino al 50-60% (legno e piante erbacee) sono preferibili i processi termochimici, per i quali si individuano le quattro alternative della combustione, la gasificazione, la pirolisi e la liquefazione. Esiste infine l’ulteriore percorso dell’estrazione di olio da cui, attraverso un processo di esterificazione, è ottenibile combustibile per i trasporti (bio-diesel).
La tecnologia che storicamente e tuttora domina la produzione di energia da biomassa è la combustione per produzione di calore o elettricità. La potenzialità ed il ruolo degli altri percorsi dipenderà sia dalla capacità di sviluppare tecnologie adeguate, sia dalla possibilità di contemperare i problemi e le esigenze evidenziate.
In generale, per avere un’idea dell’efficienza degli impianti a biomassa si propongono le prestazioni della tecnologia “Combustione impianti per biomasse legnose”, in cui si registra un
potere calorifico della biomassa vergine introdotta pari a 2,9 kW/kg, mentre relativamente all’impianto, costituito da caldaie a recupero e turbine, il  rendimento elettrico oscilla tra il 17 ed il 23%. Chiaramente non sono valori alti, ma basta leggere l’esempio per capire che questo aspetto non è fondamentale!

L’esempio.

Dubbiaco è un comune italiano di 3 283 abitanti della Provincia autonoma di Bolzano.
E’ noto che il 42% del territorio dell'Alto Adige è ricoperto da boschi e foreste, ed è fiorente una attività di trasformazione del legno, negli ultimi anni si sta cercando di sfruttare al meglio tale fonte di energia pulita e rinnovabile, ovvero il legname.
Magari ci ricorda qualcosa del nostro territorio…magari vagamente.
Nel giugno 2005 la centrale, funzionante dal 1998, è stata ampliata e radicalmente ristrutturata con il nuovo gruppo per la produzione combinata di energia termoelettrica: un impianto che nel suo genere è il maggiore d'Europa.
Udite…udite! L'impianto produce e diffonde energia termica eco-compatibile per i comuni di Dobbiaco e San Candido e per le loro frazioni.
Il sistema di produzione di energia sfrutta come materia prima il cippato di legno, ovvero gli scarti delle segherie o del disboscamento. Usando questo come combustibile si produce energia termica, che a sua volta riscalda un fluido di lavoro che si vaporizza e si espande in una turbina; quest'ultima è collegata ad un alternatore che genera energia elettrica. Contemporaneamente, la parte residuale dell'energia termica prodotta dalla combustione del cippato di legno è impiegata per riscaldare un olio diatermico che fluisce all'interno di un circuito di produzione del vapore utilizzato nel teleriscaldamento propriamente detto; il calore così trasportato è quello che infine verrà utilizzato per riscaldare le case dei due paesi. I punti vincenti di una tale centrale sono l'utilizzo di materie prime rinnovabili, che provengono da scarti di altre lavorazioni (il cippato è proveniente, oltre che dalle segherie locali, anche dalle importazioni, persino dalla Finlandia), e non ultimo una minima emissione di gas di scarico, grazie all'utilizzo combinato di un filtro elettrico e uno di condensazione.
La centrale ha una potenza di 18 megawatt e brucia annualmente circa 1.402.500 metri cubi di biomassa.
Nel 2006 la centrale ha vinto il "premio solare europeo".
Nell'anno 2009 Dobbiaco è entrata assieme ad altri tre paesi dell'Alto Adige nella speciale classifica dei Comuni che si sono dotati di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili di Legambiente; i risultati ottenuti sono una percentuale del 269% rispetto al fabbisogno, con 255 kwh di impianti fotovoltaici, 1.279 kwh di mini-idroelettrico, 1.270 m2 di pannelli solari termici, teleriscaldamento da due impianti, biomasse da 25 Mw e biogas da 132 kwh.[5]

Secondo me come esempio è “esaustivissimo”!

Gli incentivi.

Le modalità di incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti alimentati da fonti rinnovabili (esclusi i fotovoltaici) sono stabilite dal DM 6 luglio 2012.
Possono accedere agli incentivi gli impianti di potenza non inferiore a 1 kW.
Gli incentivi si applicano agli impianti nuovi, integralmente ricostruiti, riattivati, oggetto di intervento di potenziamento o di rifacimento che entrano in esercizio a partire dal 1°gennaio 2013.

Cosa sono.

Gli incentivi sono riconosciuti sulla produzione di energia elettrica netta immessa in rete dall’impianto.
L'energia elettrica autoconsumata non ha accesso agli incentivi.
 In base alla potenza dell'impianto sono previsti due distinti meccanismi incentivanti:
• una tariffa incentivante omnicomprensiva (To) per gli impianti di potenza fino a 1 MW, determinata dalla somma tra una tariffa incentivante base – il cui valore è individuato per ciascuna fonte, tipologia di impianto e classe di potenza nell'Allegato 1 del Decreto - e l’ammontare di eventuali premi (es. riduzione emissioni). L’energia immessa in rete dagli impianti che accedono alla tariffa onnicomprensiva risulta nella disponibilità del GSE e non del produttore.
• un incentivo (I) per gli impianti di potenza superiore a 1 MW e per quelli di potenza fino a 1 MW che non optano per la tariffa omnicomprensiva, calcolato come differenza tra la tariffa incentivante base – a cui vanno sommati eventuali premi a cui ha diritto l’impianto - e il prezzo zonale orario dell’energia (riferito alla zona in cui è immessa in rete l’energia elettrica prodotta dall’impianto). L’energia prodotta dagli impianti che accedono all’incentivo (I) resta nella disponibilità del produttore.
Il Decreto stabilisce che Il costo indicativo cumulato di tutte le tipologie di incentivo riconosciute agli impianti a fonte rinnovabile, diversi dai fotovoltaici, non può superare complessivamente il valore di 5,8 miliardi di euro annui.

Il nuovo sistema di incentivazione introduce anche dei contingenti annuali di potenza incentivabile, relativi a ciascun anno dal 2013 al 2015, divisi per tipologia di fonte e di impianto e ripartiti secondo la modalità di accesso agli incentivi prevista dal DM 6 luglio 2012 (Aste; Registri per interventi di nuova costruzione, integrale ricostruzione, riattivazione, potenziamento e ibridi; Registri per rifacimenti).

Quanto valgono
Il DM 6 luglio 2012 individua, per ciascuna fonte, tipologia di impianto e classe di potenza, il valore delle tariffe incentivanti base (Tb) di riferimento per gli impianti che entrano in esercizio nel 2013.

I nuovi incentivi hanno durata pari alla vita media utile convenzionale della specifica tipologia di impianto, indicata nell’Allegato 1 del Decreto.

Le tariffe si riducono del 2% all’anno a partire dal 2014, fatte salve le eccezioni previste nel caso di mancato raggiungimento dell’80% della potenza del contingente annuo previsto per i registri e per le aste.

Il valore della tariffa incentivante base spettante è quello vigente alla data di entrata in esercizio dell’impianto. La tariffa omnicomprensiva o l'incentivo, calcolati dal valore della tariffa incentivante base, saranno erogati dal GSE a partire dalla data di entrata in esercizio commerciale.

Agli impianti che entrano in esercizio prima della chiusura del periodo di presentazione delle domande di partecipazione alle procedure di Registri o Asta, che risultino ammessi in posizione utile, viene attribuita la tariffa incentivante base vigente alla data di chiusura del periodo stesso.
Come si ottengono
Sono previste quattro diverse modalità di accesso agli incentivi, a seconda della fonte, della potenza dell’impianto e della categoria di intervento:
• Accesso diretto, nel caso di interventi di nuova costruzione, integrale ricostruzione, riattivazione o potenziamento con potenza non superiore ad un determinato limite (art.4 comma 3), per determinate tipologie di fonte o per specifiche casistiche;
• Iscrizione a Registri, in posizione tale da rientrare nei contingenti annui di potenza incentivabili (art.9 comma 4), nel caso di interventi di nuova costruzione, integrale ricostruzione, riattivazione o potenziamento con potenza superiore a quella massima ammessa per l’accesso diretto agli incentivi e non superiore al valore di soglia oltre il quale è prevista la partecipazione a procedure di Aste competitive al ribasso;
• Iscrizione a Registri per gli interventi di rifacimento, in posizione tale da rientrare nei relativi contingenti annui di potenza incentivabile (art.17 comma 1), nel caso di rifacimenti di impianti la cui potenza successiva all’intervento è superiore a quella massima ammessa per l’accesso diretto;
• Aggiudicazione degli incentivi partecipando a procedure competitive di Aste al ribasso, gestite dal GSE esclusivamente per via telematica, nel caso di interventi di nuova costruzione, integrale ricostruzione, riattivazione o potenziamento con potenza superiore a un determinato valore di soglia (10 MW per gli impianti idroelettrici, 20 MW per gli impianti geotermoelettrici e 5MW per gli altri impianti a fonti rinnovabili);
In caso di interventi di potenziamento, per determinare la modalità di accesso agli incentivi, la potenza da considerare corrisponde all’incremento di potenza a seguito dell’intervento.
La richiesta di accesso agli incentivi, la richiesta di iscrizione ai Registri e la domanda di partecipazione alle Procedure d’Asta, nonché l’invio della documentazione - devono essere effettuate esclusivamente per via telematica attraverso l’applicazione informatica Portale FER-E, accessibile registrandosi all’Area Clienti del sito GSE.

Varie & eventuali.
E poi ancora… gli impianti istallati e da istallare, la miglior tecnologia…la gestione dei rifiuti…la linea trattamento fumi….c’è tanto, tantissimo di “ non detto” che sarà descritto nella prossima puntata dell’articolo.

Pensierini
Le diete per essere efficaci devono essere “ingegneristicamente” brevi e contenere tutti gli ingredienti necessari al sano nutrimento del lettore.
Ed io, al benessere dei miei lettori ci tengo!

Prometto di concedermi solo qualche pensierino…
E’ chiaro che l’articolo costituisce una “provocazione costruttiva”, che si antepone alle scelte di “petrolizzare” il Nostro territorio.
E’ chiaro che non esiste un solo ingrediente che possa sanare il problema energetico regionale.
Ma è e deve essere altrettanto chiaro che se si vuole energia elettrica a basso costo, e la si vuole in casa, un qualche prezzo bisogna pure pagarlo.
Non ci sono pasti gratis.
Io propongo ed ho proposto, molte alternative energetiche per il Nostro territorio e non mi sento di escludere questa. Siamo una regione a sfondo agricolo… dagli scarti potremmo “illuminare” città, quasi gratis.
Sono inoltre convita che, questa fonte energetica, potrebbe costituire posti di lavoro per molti, basti pensare alle lunghe filiere produttive ed alla loro gestione… coinvolgerebbero centinaia di persone.
Si potrebbero riqualificare molte zone industriali, attualmente deserte.
Si potrebbero realizzare zone teleriscaldate.
Si potrebbe, per una volta, sognare una “buona” gestione degli impianti.
Ci sono molte criticità, certo…ma  si possono superare con l’ingegno e la volontà.
Si potrebbe, per una volta, dare spazio a chi parla con cognizione, a chi propone, a chi crede che la soluzione non và cercata fuori dai Nostri confini… a chi crede che questa dieta, forse non è LA soluzione…ma è una soluzione.
Le diete sono complesse. Ci vuole tenacia. Costanza. Forza.

Il cosa mangiare dipende dalla densità demografica, dalla disponibilità di cibo, o di certi cibi, dipende anche dalle tradizioni culturali e alimentari, dalla peculiarità e dalla predominanza di certi prodotti relativi ad una determinata area geografica, ma anche dalle strategie di allevatori, politici e compagnie multinazionali che vedono nel cibo un profitto più che un nutrimento…. ma è sicuramente relativo anche ad una scelta individuale consapevole che prescinde dall'offerta o dai costumi alimentari dominanti.

D’altra parte mi perdonerà Feuerbach se affermo che, la Regione è ciò che mangia…mi perdoneranno Calvino e Pasolini che accostavano il cibo alla sacralità dell'amore.
L'importante è mangiare bene...L'Abruzzo sarà sempre nostro ospite.
Buon appetito.







 

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Commenti

Ottimo articolo ma mi permetto di dissentire sul "illuminare" città, quasi gratis. Una tariffa minima incentivante (TO) di 208 €/MWh è sicuramente elevata rispetto al prezzo dell'energia acquistabile sul mercato. Inoltre gli impianti sono remunerativi se la biomassa costa al massimo 70-80 €/ton e se vi è la possibilità di vendere il calore residuo di scarto( a Milano è pari a 30/35 €/MWh_th). ARC

Invito i coraggiosi che sono riusciti a leggere l'intero articolo, che per risultare credibile non poteva non essere lungo e mistificatorio a cercare autonomamente informazioni sugli inceneritori a biomassa. Cercherò di essere molto più semplice e diretta in quanto le BIOMASSE NON SONO NECESSARIE: l’Italia ha già una capacità di produzione di energia elettrica di gran lunga superiore al fabbisogno (vengono prodotti 98 GW contro una richiesta di 57 GW) NON SONO PULITE: bruciando ad alte temperature emettono inquinanti e polveri ultrasottili (nanoparticelle dannose per la salute che nessun filtro riesce a bloccare) NON INCREMENTANO in modo significativo la richiesta di nuovi posti di LAVORO (solo poche unità per centrale) e mettono a rischio le nostre migliori industrie del territorio: TURISMO e AGRICOLTURA che impiegano moltissima manodopera. NON SONO economicamente VANTAGGIOSE (se non per i proprietari che approfittano dei certificati verdi o finanziamenti pubblici europei) NON RISPETTANO l'accordo internazionale di KYOTO sottoscritto dall'Italia con conseguenti pesanti multe NON SONO ECOLOGICAMENTE COMPATIBILI (per produrre la percentuale attuale di energia rinnovabile da biomasse servirebbe un territorio equivalente a 3 volte quello italiano) NON SONO MORALMENTE ACCETTABILI (si tolgono terreni destinati alle coltivazioni alimentari e l'Unione Europea le definisce crimini contro l'umanità). DIFENDI LA TUA TERRA!

Io ho letto in un articolo (http://www.goccediverita.it/biogas-e-biomasse-eco-incentivi-per-coltiva…) che vengono fatte delle coltivazioni intensive di mais solo per essere fatto "marcire" nelle centrali a biomasse e produrre elettricità. E questo mais viene coltivato con un uso intensivo di fertilizzanti che inquina le falde acquifere e il sottosuolo. Tutto questo viene incoraggiato dai generosi incentivi pubblici. Non mi pare un esempio di energia sostenibile!
Gent.ma Susanna Ciminà, ho letto con molto interesse il suo articolo sulle biomasse. Io mi occupo di rinnovabili da poco tempo e soprattutto sto dall'altra parte della barricata... sono un commerciale... eh già quello che parla più di euro e ammortamenti che di megawatt e olio diatermico.... Sto iniziando ad amare questo lavoro perchè mi permette di andare nelle case e proporre risparmio vero più che un folletto o una batteria di padelle ed in questo momento le famiglie hanno più bisogno di risparmiare che di padelle nuove.. Le scrivo perchè conosco la realtà delle biomasse e dei biogassificatori in quanto rientrano nel "catalogo" sono di una azienda tedesca che li ha installati in alcuni comuni montani del trentino alto adige e adesso delle marche, io nel mio piccolo ho provato a proporle ad alcuni comuni della mia provincia sicuro almeno di suscitare un pò di interesse, ma quando riesci a parlare con qualcuno che conta davvero o sei un bravo venditore o sei onesto.... io sono onesto. MI piacerebbe poter vedere comuni che con gli scarti dei boschi (che non puliscono più) danno energia (termica o elettrica) gratis ai cittadini o alle scuole oppure con i proventi della vendita abbassano le tasse comunali o addirittura quelle dei rifiuti. Ma come il nostro amico blogger calvo sono un utopista e inguaribile romantico. Adesso mi occupo principalmente di impianti solari e lì avrei da raccontarle per ore quello che lo stato ha lasciato che facessero per rovinare un mercato che doveva essere per tutti ed è invece restato alla mercè di briganti e approfittatori... Comunque io ci credo e ci crederò sempre.
Mi piace il ricorso ad una lingua che, per comunicare, fa appello a tutte le sue risorse. Che mescola "sacro" e profano, scienza e letteratura, trasgredisce se è necessario, si ribella alle gerarchie del pensiero e del discorso. Sotto questo profilo l'articolo è "esaustivissimo" e Susanna una giovane, brillante "penna", che sa informare "dilettando". E magari anche convincere, se il contenuto è degno della forma. Ma su quest ' ultimo aspetto...agli esperti "l'ardua sentenza".
assolutamente d'accordo con Silvia Vsallese , l' esempio di Dobbiaco , si sbugiarda da se , in questo senso , la centrale , è situata in un territorio ricco di cippato e legna , ma nonostante tutto non è sufficiente e ne deve comperare dalla fillandia , questo nel Rigoroso Ricco e Autonomo Alto Adige , nel nostro Povero economicamente Abruzzo non abbiamo nulla di tutto ciò , con gli scarti dell agricoltura di un anno , potrai far funzionare un mese le varie centrali che devono essere posizionate in zone di non impatto ambientale , lontane da coltivazioni docg , e produrre non più di un megawatt, nessuno dice nel bel articolo , che se non si riesce a far funzionare per scarso reperimento di materiale , basta aggiungere una piccola caldaia , e la decantata centrale a biomasse , diventa a tutti gli effetti e legalmente un inceneritore per immondizia e scarti animali ( con guadagni strabilianti sulla nostra pelle), con una produzione di polveri sottili( diossina) DANNOSISSIME per territorio aria e salute ( e quanto tempo credete che ci si metta nel nostro non proprio virtuoso Abruzzo?). Certo un bel confezionamento per una caramella velenosa , forse sono sfuggite al bravo cronista tutte le battaglie che si stanno facendo contro un malsano piano biomasse nella nostra provincia , come se la salute non fosse anche la sua , come se tanto parlare di Green economy sia bere un caffè , DIFENDETE IL VOSTRO TERRITORIO ; DIFENDERETE LA VOSTRA SALUTE OLTRE ALLA NOSTRA ; DIFENDERETE LE NOSTRE ECCELLENZE AGRICOLE TURISTICHE; E SE PROPIO NON POTETE FARE ALTRO TACETE ; SIAMO GIA' IN MOLTI A COMBATTERE ANCHE PER VOI.............se volete saperne di più rivolgetevi al COMITATO SALUTE PUBBLICA DI COLONNELLA , saranno più esaustivi di me
Sapevo di ricevere questi commenti. E ne sono felice, perchè finalmente si riesce a creare un dibattito serio e selezionato. Premessa. Io sono una testarda, e se credo in un tema, lo porto avanti. Se poi questa tema( dell'energia), mi riguarda da 8 anni, lo vivo sulla pelle tutti i giorni e a volte anche le notti, beh... allora lo porto avanti con più forza. Inutile dire, che i "detti" a prescindere li detesto, perchè ahimè sono abituata a ragionare sui numeri. I veri numeri. Premetto che non faccio gli interessi di nessuno, se non della passione che mi spinge a scrivere in questo "salotto" giornalistico. Sono una dottoranda. Non sono tesserata in alcun partito e non ho mai fatto affari con "i soldi pubblici". Io non prendo questa posizione a caso, la prendo perchè ho cognizione di come queste opere devono essere realizzate per non ricadere in quanto di giusto, voi avete illustrato nei vostri commenti. Ripeto che in passato sono stati fatti errori in questo ambito...d'altronde, chi non ne ha fatti (...anche la chiesa ha le sue pecche...per non parlare della politica) ma la cosa che non posso sopportare e questo "passaparola" alle volte errato sui rischi possibili di tecnologie ATTUALI (non di 10 anni fà, per cui i vostri commenti sono giustificabili) di questo tipo. Cosa credete che gli ingegneri siano tutti folli e vogliano provocare la morte delle persone? Credete che io, da abruzzese Doc di Canzano, possa voler danneggiare il mio territorio? Io ho fatto una proposta... non ho argomentato la proposta. Esistono infinite possibilità di istallazione per una tecnologia... siamo adulti e consapevoli... e possiamo scegliere quella che meglio si sposa con il territorio. E' inutile che mi riproponete i commenti con le parole: mortale, diossina, deformazioni. Non è cosa razionale, parlarne su impianti attuali. Forse aveva un senso 5-6 anni fà...ma ora con i progressi fatti, le cose sono cambiate. Sono cambiate parecchio. Il problema è che manca la capacità di ascolto e di critica consapevole. Il problema è che si attaccano a prescindere le persone... perchè è facile dire NO. Ma saperli argomentare con tesi, non "copiate ed incollate" non con "detti" di qualcun altro... è dura. Mi ripeto, io parlo al presente, non al passato. La tecnologia evolve e se le cose sono fatte bene, funzionano bene e vengono gestite bene ... ne traggono beneficio tutti. Alla signora Vallese, voglio dire una cosa...certo, nulla è necessario nella vita....e le chiedo perdono per la lunghezza dell'articolo...ma io, se scrivo, scrivo portando argomentazioni serie, studiando parecchio su letteratura italiana e internazionale. Ai lettori è lasciato il libero arbitrio sul leggere o meno i miei saggi. Ultima cosa.... forse la lettrice più coraggiosa sono stata io, ad aver proposto questo tema. E se l'ho fatto, è perchè credo in quello che dico. Non per sentito dire.
Silvia Vallese, voglio rispondere al tuo commento, con diversi quesiti: 1. Quando dici "l’Italia ha già una capacità di produzione di energia elettrica di gran lunga superiore al fabbisogno" parli mica dell'energia termoelettrica prodotta da carbone e petrolio? E dove l'hai letto che la produzione è in eccedenza? (sapevo il contrario, attendo volentieri dei dati a conferma) 2. Quando dici che non sono pulite, hai in mente anche di vietare alla gente di bruciare le potature e di accendere il camino o la stufa a pellet? Così, sarebbe giusto per coerenza, dato che in sostanza sempre di biomassa si parla 3. Perché mai non dovrebbero rispettare il protocollo di Kyoto? Verrebbe ridotta la co2 riducendo l'uso del petrolio, ed è proprio uno degli obiettivi del protocollo. (se ovviamente le tue motivazioni sono altre, attendo anche qui dei dati a conferma) 4. Quando dici che "(per produrre la percentuale attuale di energia rinnovabile da biomasse servirebbe un territorio equivalente a 3 volte quello italiano)" E chi dice che tutta l'energia dev'essere fatta da biomasse? L'autore dell'articolo probabilmente voleva solo spingere alla realizzazione di cicli virtuosi, dove ciò fosse possibile 5. "si tolgono terreni destinati alle coltivazioni alimentari e l'Unione Europea le definisce crimini contro l'umanità" Mentre scrivi questo, ci sono tonnellate di alimenti lasciati a marcire per non saturare il mercato, manifestazioni dove delle capre si lanciano arancie in faccia e gente che non vuole una centrale a biomassa, ma che poi si fa un pacchetto di sigarette al giorno o ne respira il fumo nei bar...
Le motivazioni del mio dissenso sono le seguenti: 1) Le centrali a Biomassa, anche se correttamente gestite sono comunque impianti inquinanti che mal qualificano un territorio a vocazione agricola con una spiccata potenzialità per il turismo enogastronomico. 2) Tutti i ragionamenti che lo stato Italiano e le ditte proponenti fanno sul discorso rinnovabili uguale energia pulita, sono smentite in maniera indiscutibile dai fatti. L’Italia importa legno ed olio vegetale dall’estero, quindi il potenziale agrario e forestale italiano non è sufficiente per le esigenze primarie, ed anche volendo realizzare delle culture dedicate, queste non basterebbero a colmare le esigenze primarie del paese, figuriamoci se possiamo permetterci di sottrarre terreni per usi energetici quando non ci bastano per gli usi alimentari, di riscaldamento e dell’industria del mobile. 3) Dunque il dubbio che le centrali a biomasse siano il frutto dell’incapacità dello STATO di prendersi le responsabilità della realizzazione di ICENERITORI e deleghi i privati a questo scomodo compito c’è ed è sempre più forte. Il termine BIO è usato per imbonire le persone, c'è un raffinato studio pubblicitario dietro questo Business fatto di immagini rassicuranti di prati verdi e uccellini canterini vi assicuro che se l'uccellino volasse sopra una di quelle ciminiere non avrebbe vita lunga.
Dove ha scritto " “Combustione impianti per biomasse legnose”, in cui si registra un potere calorifico della biomassa vergine introdotta pari a 2,9 kW/kg" si parlava di kwh o kj? Le sarei davvero grato se inserisce qualche bibliografia, vorrei schiarirmi le idee riguardo la biomassa vergine considerata e sulle cifre del rendimento elettrico... (Azz, purtroppo non si possono correggere i commenti già inviati, perdonatemi anche l'aver scritto autore invece di autrice!)
1. Caro Loris Londrillo le rispondo solo facendole notare che esulterò all'apertura di un impianto a biomassa solo quando CONTESTUALMENTE verrà chiusa una centrale a carbone già esistente e produttiva, finchè questo non accadrà l'impatto ambientale complessivo può solo peggiorare. 2. Assolutamente vero anche nel caminetto di casa si generano fumi e sostanze nocive, ma un inceneritore a biomasse, raggiungendo temperature decisamente elevate (fino a 800 °C), sprigiona 24 ore su 24 molte sostanze inorganiche che volatilizzano per poi ricombinarsi sotto forma di polveri sottili. Tutto il mondo scientifico indipendente afferma da tempo che non è possibile filtrare in alcun modo le polveri al di sotto del PM2,5 e nessun organismo scientifico e di controllo riconosciuto (ISPRA, ARPA, CNR, ecc.) ha potuto mai smentire tale affermazione. 3. Rispondo riportando quello che ho scritto anche sulla pagina facebook dove si sta alimentando la stessa discussione: Sarei proprio curiosa di vedere la sua analisi WTW, dal momento che diversi studi sottolineano che non può essere indicativa proprio per l'enorme variabilità degli input utilizzabili rispetto alle rese (output). Bruciare colza non sarà uguale a bruciare cippato o a bruciare cacca di mucca! Questo vale tanto per la resa energetica quanto più per il WTW ambientale visto che ancora non sono state nemmeno catalogate dagli scienziati le innumerevoli reazioni chimiche che scaturiscono bruciando materiali così differenti a temperature tanto elevate. La diossina è tra sostanze di sintesi più tossiche in assoluto (paragonabile alla neurotossina botulica e ai gas nervini) ed esiste un limite di emissioni massime da rispettare, e sappiamo cosa avviene a Taranto ad esempio, ma oltre alle emissioni di inquinanti convenzionali, quali ossido di carbonio, polveri totali sospese e ossidi di azoto, vengono immessi inquinanti meno convenzionali che si producono con la combustione di biomasse, polveri sottili, formaldeide, benzene, idrocarburi policiclici aromatici e, nonostante le segnalazioni che ci vengono dalla letteratura scientifica spesso non si trova traccia, nelle autorizzazioni di centrali a biomasse, di limiti a specifici e pericolosi inquinanti certamente emessi dalla combustione delle biomasse quali benzene, formaldeide e butadiene. Sia gli aspetti fisici che quelli chimici sono molto complessi e anche le misure sono spesso rese di difficile interpretazione, proprio da tale complessità.” 4. e 5. La materia prima presente sul nostro territorio non sarebbe sufficiente a d alimentare queste centrali, occorre o prevedere colture ad hoc o importare materie prime da bruciare. Ora nel primo caso mi pare eticamente mostruoso produrre cibo per bruciarlo in un pianeta dove OGNI GIORNO muoiono di fame, o per cause ad essa correlate, circa 24.000 persone, tre quarti delle quali sono bambini al di sotto dei 5 anni d’età. Ovviamente chi è senza scrupoli se ne frega di questo aspetto e lo definisce “ciclo virtuoso”! Nel caso di importazioni invece può arrivare legname di pessima qualità da paesi ad altissimo tasso di inquinamento (es Chernobyl o Fukushima) o da paesi esotici importando con esso anche insetti non presenti nel nostro ecosistema. Arrivano dall'estero materie prime insieme con i pesticidi che contengono, pesticidi da noi vietati, magari, da decenni. Per non parlare della deforestazione. Rispetto alla marcescenza di alimenti, ha sentito mai parlare della fotosintesi clorofilliana? O del ciclo del carbonio. Da miliardi di anni la natura si occupa da sola e con successo di questo processo. Se non bastasse, esiste il compostaggio che permette di trattare la frazione organica dei rifiuti senza combustione
Sono assolutamente d'accordo con gli argomenti dell'ing. Ciminà; mi sia consentito dire che a questo punto le dotte disquisizioni sono perfettamente inutili... se non si passa al pratico.Parimenti... prendi il volo verso paesi dove si chiacchiera molto meno prima.... e si prova a migliorare i risultati dopo avere messo in pratica qualcosa che torni utile a questo disgraziato paese che di tutto ha bisogno tranne che di chiacchiere. SIAMO IN UN PAESE DOVE SI PARLA SOLO DI BERLUSCONI...I PROBLEMI DELLA GENTE SEMBRA CHE NON INTERESSI A NESSUNO. FRA POCO CI SVEGLIEREMO DAL SOGNO E CI RITROVEREMO CIROCNADATI DALLA MERDA
La sfida odierna sta nel conciliare una richiesta sempre maggiore di energia con una diminuzione sempre più importante delle risorse fossili, il tutto in accordo con le normative ambientali atte alla salvaguardia del pianeta. Un incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili è necessario. La biomassa ha tutte le qualità per essere considerata una fonte energetica rinnovabile, ovviamente con adeguati accorgimenti quali il rispetto dei tempi di rigenerazione della vegetazione, dei diritti umani, la limitazione nell'utilizzo di prodotti chimici per aumentare la produttività dei terreni, la preservazione della fertilità del terreno e della biodiversità evitando le monoculture. Un esempio: le industrie del legno e quelle legate alla produzione agricola mettono a disposizione una grande quantità di materiale di scarto che può essere benissimo considerato biomassa e quindi fonte di energia. Molti impianti in questi settori utilizzano la biomassa disponibile localmente per ricavare energia e quindi far fronte a parte del proprio fabbisogno energetico. Come fa ben notare Susanna, ricavare l’energia dalla biomasse non costituisce la soluzione alla sfida mondiale ma è bene che una fonte di questa portata cominci a conquistare il posto che le spetta nel mix energetico di ogni paese. Una piccola considerazione a livello europeo: la biomassa inutilizzata in Europa potrebbe essere sfruttata per produrre fino al 20 % dell’energia primaria attualmente consumata. La strada da percorrere è ancora lunga ma per fortuna c’è chi non si arrende, chi ha costanza e fiducia, chi non si lascia spaventare dal “sentito dire” e da paure irrazionali che non hanno ragione di esistere.
Cara Silvia, ricordavo di averLe già risposto, nello scambio avuto altrove, ma Lei ripropone gli stessi quesiti ed io educatamente le ri-rispondo, anche se mi annoio. 1) non mi pare Lei abbia risposto pertinentemente alla domanda di Loris, che sembra chiara ed inoltre mi spiega come l'accende la lampadina di casa sua, se vuole spegnere tutte le centrali esistenti? Vive per caso con una candela a casa? 2+3)Le dò assolutamente ragione relativamente al fatto, che durante la combustione si formano tutte quelle sostanze tossiche/ nocive che lei elenca, MA questo avviene, nel momento che lei brucia le biomasse a cielo aperto, come si verifica nella Terra dei fuochi in cui bruciano di tutto di più (cosa assolutamente CRIMINALE) . Se invece la combustione di biomasse avviene attraverso combustori appositamente studiati e che operano appunto, come dice lei, ad alta temperatura, tutte queste sostanze “crackizzano” e la successiva linea trattamento fumi permette di avere all’uscita della centrale un’emissione al di sotto dei limiti di legge. Ed è assolutamente scontato che questo accade in impianti progettati in modo impeccabile utilizzando la migliore tecnologia conosciuta. Per le polveri sottili.... la invito a fare riferimento alle discariche a cielo aperto. Nella WTW non solo ho conteggiato tutto il suo elenco, ma anche il ciclo vitale dei vegetali, che come saprà riassorbono CO2. Si fa ricerca, qui, ci si prova e nella ricerca c’è possibilità di partire da input variabili, come li chiama lei….Si fa ricerca appunto perché non si ha una soluzione definitiva…. Non è carina la sua ironia… 4+5)La biomassa Non è LA soluzione, ma una soluzione. E' un argomento su cui è facile fare stumentalizzazioni quindi...evito di andare oltre. L'idea è le tipologie di biomassa possibili, non sono SOLO, come lei vuol far credere "cibo " tolto ai bimbi poveri. Le ripeto che qui, nessuno vuole uccidere nessuno, si stanno facendo proposte, da valutare opportunamente. Lei mi pare abbia solo da criticare, sembra un'assalto alla mia opinione, mi perdoni...ma il suo è un'intervento privo di contenuti coerenti alla trattazione. Lei risponde come se esistesse un progetto CRIMINALE contro la regione...quando io sono un'abruzzese convinta, che si è opposta a temi a cui era necessario opporsi (vedi Ombrina, vedi petrolizzazione) perchè ho studiato le carte ed ho giustificato le mie ragioni di insensatezza delle operazioni. La scienza, non è come crede lei una materia fredda. Ma è tessuta da gente che ha passione e che investe molta parte della loro vita per migliorare la vita degli altri. Si ricordi inoltre che a scrivere non è un bandito, ma una ragazza di 26 anni, che prova con entusiasmo a penetrare il territorio con temi spesso di difficile accettazione e che gradirebbe un confronto un pò più costruttivo. Io propongo un tema e chiaramente sono pronta al confronto...SE E SOLO SE questo si fonda su basi solide. Buona Serata. Per Loris:mi contatti via mail e avrà i riferimenti che chiede.Relativamente alla domanda, ovviamente sono 2,9 kWh/Kg, chiedo scusa per il refuso.
non si fa allarmismo inutile , si da informazione seria e collaudata , oggi le biomasse sono il bussiness del momento , e le informazioni di Silvia sono corrette , il compostaggio sarà il futuro vero , di una economia virtuosa , certo non ci si guadagna in soldi , solo in salute , ma pare che da questo orecchio non ci si senta bene , per favore smettetela di far passare per futuro quello che farà morire con le emissioni tossiche la vita .....siate onesti , o almeno informatevi seriamente
Una "bio"massa/inceneritore di fatto, è, in senso figurato, l'enorme bocca fiammeggiante del gigante morente, Capitalismo. Della società consumistica. Del materialismo. Concordo pienamente con le argomentazione di Silvia Vallese. In pieno! Chiare e dritte al punto! E meno male che c'è gente come lei, informata sui fatti e dedita a difendere la vita comune! Tu Loris, parli di dati ma dove sono i tuoi? Va a vedere la statistica di allergie/malattie degenerative nei pressi delle centrali dove si bruciano "le cose". "Le cose" perchè è provato da innumerevoli dossier e indagini che ci sono infiltrazione di persone senza scrupoli in questo giro di "bruciatori"...ma di argomentazioni ce ne sono tantissime, più che esaustive quelle che ha presentato Silvia per bloccare tutto sul nascere, anche solo dell'idea, rispetto ai pro che elencava Susanna e al suo parere positivo su un'approvvigionamento energetico anche da questa fonte. Ma è proprio una scelta sbagliata dal principio, alla base: tu, invece di rinnovare la terra dove potresti coltivare e mangiare, bruci gli scarti organici? Bruci i boschi? Le foreste?? Devasti gli ecosistemi? A che pro? Per un po' di energia da far sfruttare a qualche multinazionale (o comunque sia, anche se fossero piccoli impianti domestici, più impianti fanno una vera e propria centrale ) e un ambiente devastato, impoverito e pesantemente inquinato per noi e ancor di più per le future generazioni? Lo sai che noi del mondo occidentale stiamo usando e sfruttando risorse e materie prime per quasi 1,5 pianeti Terra? E che se tutti i Paesi sfruttassero così malamente queste limitate ed esauribili risorse, avremmo bisogno di più 2,5 pianeti Terra ?! Ma siamo pazzi?! Invece di scegliere sistemi migliori dal punto di visto della resa ma soprattutto per l'impatto ambientale, e quindi anche per la nostra salute, ci limitiamo a scegliere o comunque sia a proporre il migliore dei peggiori?! Invece di battagliare per il bene comune, per radere a zero tutto ciò che non va e scegliere il migliore dei sistemi guardando al futuro, ancora difendiamo a spada tratta queste truffe ai danni della vita?! Siete diventati scemi? O avete qualche interesse economico e quindi dovremmo essere più "in cattiva fede" con voi? I fatti parlano chiaro!
Ahhh... Susanna Susanna... dai, non si scoraggi, può farcela, mi segua pian pianino nel discorso: Visto che cita la lampadina di casa mia parlerò ancora più semplicemente e farò un esempio: se ho una lampadina alogena in casa e voglio usare invece una nuova tecnologia a led, che faccio? Tolgo quella alogena e metto quella a led. Di sicuro non rifarò l'impianto elettrico per mettere in uso una nuova lampadina accanto alla vecchia, giusto? Quindi riportando il discorso alle biomasse, se voglio davvero diminuire l'impatto inquinante dei combustibili fossili con una tecnologia innovativa, devo essere certa di togliere la vecchia tecnologia e contestualmente usare quella nuova, altrimenti non farò altro che aggiungere altri inquinanti a quelli già presenti e di per se sufficienti. Non rispondo oltre perchè evidentemente non ha nemmeno letto le mie argomentazioni, infatti in un punto ho specificato ”Rispondo riportando quello che ho scritto anche sulla pagina facebook dove si sta alimentando la stessa discussione”. Ho cercato quanto più possibile di essere semplice pur riportando i riferimenti normativi e argomentando quelli che sono dati di fatto, non “opinioni”. Il mio atteggiamento critico è dovuto al tenore di questo articolo che pur dietro la veste di un servizio giornalistico, non nasconde la totale accondiscendenza verso una tecnologia che, deve ammettere, presenta innumerevoli controversie, che tuttavia non trovano spazio alcuno nella sua trattazione, dove non è presente uno e dico un solo svantaggio nell'uso di questi inceneritori. Mi scusi, ma il dubbio di “un progetto CRIMINALE contro la regione...” è quantomeno lecito!
Cara Silvia, torno ad essere educata con Lei, ma le consiglio di evitare di "parlarsi addosso", per quanto ho capito le piaccia. Lei scrive a boomerang e la cosa incredibile è che non se ne rende conto. Evito di contestarle ogni singola parola lei abbia scritto, perchè non lo vedo carino. Le rispondo in modo sintetico. Ammesso che cambi la sua lampadina ad incandescenza con una a LED....Mi spiega come l'alimenta la sua lampadina a LED? Mi spiega come lo accende il phon di casa sua, se elimina tutte le centrali che producono energia elettrica ( visto che ritiene che tutto inquini)? Capisce che lei mi parla del bandolo ed io cerco la matassa? L'esempio che mi ha portato mi ha fatto talmente sorridere che non vado oltre nell'insinuarlo. Parla di voler sostiuire centrali che inquinano con tecnologia alternativa. Mi porti un esempio, gentilmente. E' facile parlare per concetti, difficile argomentarli. Lei li conosce gli stati dell'arte delle tecnologie attuali o parla per partito preso? Lo sà che la tecnologia è evoluta in 10 anni e che magari prima di parlare di questi temi non bisogna solo leggere notizie dal web e riportarle come se fossero dictat....non basta le assicuro. Non è affatto vero che non ho inserito i limiti della tecnologia. Sono presenti ed in un paragrafo dedicato...il fatto che non l'abbia visto mi dimostra che non è stata tra "i coraggiosi" ad averlo letto tutto? Lei dice di non parlare il mio linguaggio e che si serve di normative. Onestamente di normative ho visto solo che ha fatto il "copia incolla" della definizione di biomassa, affermando che la realtà dei fatti è che si tratta di un'interpretazione e non di una definizione. Vede? Io propongo ed argomento e le mie affermazioni hanno ipotesi-tesi-antitesi. Lei critica punto. Nessuno le ha detto che la critica và spiegata se vuole essere costruttiva? Ma non si rende conto che sproloquia accusarmi di progetto CRIMINALE, se poi lo sfondo di questo articolo è puramente argomentativo? Si tratta di divulgazione scientifica. Se scrivo presuppongo mi leggano tutti e scrivo anche per essere criticata in modo costruttivo... amo il confronto...ma non il suo tipo di confronto. La capacità di ascolto è un valore, coltiviamolo.
Da Agronomo vedo con favore la produzione di energia dalle biomasse. Recuperare con impianti di forestazione a ciclo breve i terreni marginali dell'alta collina teramana per la produzione di cippato è una ottima soluzione, consentirebbe la protezione del suolo dai dissesti idrogeologici ed il rientro di questi terreni nel ciclo produttivo. Negli incontri propedeutici dell'attuale PSR, come Ordini degli Agronomi e Forestali d'Abruzzo, chiedemmo di inserire anche questa opportunità tra i finanziamenti previsti, la Regione ci rispose che non c'erano abbastanza studi in merito, dopo neanche 15 giorni il COTIR di Vasto pubblicò su Genio Rurale, una rivista di settore, uno studio sulle biomasse di origine agricola nel chietino, giusto per inquadrare la lungimiranza di chi governa l'agricoltura in Abruzzo. Per quanto riguarda le solite obiezioni che ho letto in interventi precedenti, chiedo semplicemente la pubblicazioni delle fonti che dovrebbero avallare quanto si dice. Naturalmente i filmati su YouTube ed i copiaincolla dai soliti siti cialtroni che infestano il web non valgono nemmeno la fatica di leggerli. Per quanto riguarda le eccellenze dell'agricoltura teramana, come Agronomo mi verrebbe la voglia di metter mano alla pistola, per quanto è abusato questo termine senza saper minimamente come stanno veramente le cose. 2 anni fa mi recai presso la Camera di Commercio per sapere la produzione dell'olio Pretuziano DOP, mi risposero poco più di 6200 litri, praticamente se cercassi nelle cantine di chi ci legge, troverei molto più olio di quello etichettato come Dop Pretuziana. Molte volte a chi protesta in preda a rigurgiti luddisti, ricordo una semplice formuletta: 6 CO2 + 6 H2O + Luce → C6H12O6 + 6 O2 Un bosco o un arboreto per accrescere di 1 metro cubo la propria massa ne consuma ben 600 di CO2, grazie a quella formuletta sopra descritta, senza contare il lavoro di fissare le polveri sottili sulle proprie foglie, l'ossigeno liberato, la protezione del suolo ecc. ecc. PS Quando mi chiesero di far prendere all'Ordine di Teramo una posizione contraria alla centrale a biomasse di Castelli per difendere le produzioni agricole tipiche castellane, chiesi molto semplicemente: "Quali sono i prodotti tipici di Castelli?" Sto ancora aspettando la risposta. PPSS Per evitare i soliti odiosi richiami del genere chi ti paga? Dichiaro di non lavorare nel settore delle biomasse, di non essere pagato da nessuno per quanto scrivo in piena libertà. Saluti Diego Leva

Rispondo alla Dottoressa Ciminà .
Sono convinto che la Teoria biomasse abbia una base ed un principio giusto, ma ripeto che NON è APPLICABBIE in quanto non ci sono e non potranno mai esserci le materie prime. La informo INVECE che da controlli fatti su varie ditte che hanno fatto richiesta di realizzare impianti a biomasse ;Vengono fuori legami diretti o indiretti con aziende che hanno produzioni industriali che GENEARANO RIFIUTI SPECIALI. Cosa voglio dire: Probabilmente i rifiuti speciali che hanno un elevato costo di smaltimento diventeranno nel tempo la risorsa che alimenta l'impianto. Certo questo non si potrebbe fare!!!!!!!!!!!! Ma mi spiega allora lo strano interesse di imprese e imprenditori che lavorano nel settore della GOMMA o di altri che sono collegati (basta indagare) al mondo delle discariche. Dove ci mettono la faccia ed il nome della ditta è facile, è un po' più complicato quando si usano presta nomi, come nullatenenti che improvvisamente investono milioni, ragazzi appena maggiorenni, persone anziane che sfiorano gli ottanta amici di amici etc. etc. Per non parlare di Politici che hanno quote societarie nella ditte, e cha hanno il coraggio di fare smentite pubbliche. Parliamo di persone che avendo contribuito con poche centinaia di euro sono legittimate dalla ditta che materialmente ha speso i milioni a partecipare agli utili dell'azienda; MI SPIEGO MEGLIO: si creano 2 società una costruisce l'impianto e spende milioni di euro e l'altra gestisce e basta; all'interno di quella che gestisce e divide gli utili troverete ovviamente un ampia partecipazione della società madre e tante piccole partecipazioni di persone che pur non avendo tirato fuori quasi nulla PARTECIPANO AGLI UTILI tutto regolare per carità ma non le viene qualche dubbio. Quando si costruisce un inceneritore sia l'ubicazione e sia l'abbattimento dei fumi rispondono a normative più STRINGENTI, con la Scusa Delle Biomasse ci ritroveremo inceneritori in posti inadeguati con sistemi di filtraggio dimensionati per bruciare Biomasse e soprattutto impropriamente incentivati dagli italiani.

Ho letto e riletto il tuo articolo. Non avevo bisogno di conferme, ma le cose semplici hanno talvolta spiegazioni complesse. Come sempre ti rendo merito per come imposti le argomentazioni. Non ho bisogno nemmeno di conferme in ordine alla collocazione territoriale di persone serie in questa regione. La ns. provincia si distingue per il chiacchiericcio improduttivo , talvolta livoroso e invidioso di chi ha più mezzi e potrebbe, ma viene messo in condizione di non nuocere ovvero di farlo con il mezzo politico con l'attore di turno, magari anche un pò fatto, che assurge a salvatore del mondo- Mi piace il ragionamento di Diego; bada al sodo e ci dice che spesso le persone protestano e non sanno perchè lo fanno- Consigierei a sara vallese di cambiare obiettivo. Sicuramente avrà più fortuna con i suoi discorsi strampalati. Pertanto, come tu sai e come ti ho sempre consigliato:le cose per migliorare la qualità della vita si possono fare; non perdere altro tempo e dedica i tuoi sforzi a luoghi e persone che sapranno apprezzarti.
Parole semplici ed efficaci, narrativa scorrevole, a tratti ironica e mai banale. L'Ing. Ciminà ci pone un tema di grande attualità che riguarda il nostro futuro. Merita la nostra attenzione e richiede opportune valutazioni per la messa in pratica. Chi critica senza proporre una valida alternativa supportata da dati oggettivi non merita.
riassumendo , questa guerra tra sordi , Brava Silvia per la competenza , e il modo chirurgico con cui ribatti e smonti .Nella meravigliosa favola di Susanna , in cui il futuro è già "biomassa" suffragata dagli encomi di Diego e Di Silvestre ,vedo ben poca lungimiranza , basta veramente documentarsi per capire come ha detto lo Smacchiatore che Noi non abbiamo risorse , non siamo autonomi , da questo punto di vista , potremmo alimentare solo trasformando in "inceneritori" , questo lo avevo già detto nel mio primo intervento , ma non è stata data nessuna rilevanza alla cosa , mi si accende più di una lucina rossa !!!! A chi dice non ci sono alternative , rispondo " mai sentito parlare di differenziata , e compostaggio" strano si stanno raggiungendo traguardi straordinari in questo senso , certo , non ci sono incentivi , ogni cittadino deve avere senso civico , ma non è questa L Italia che vogliamo per noi e i nostri figli !?! allora si cominci dalla tutela del territorio , non dal suo depauperamento, e a questo mi riallaccio ad Alessandro , io ho un azienda agricola , so esattamente quanto si ricaverebbe di combustibile per alimantare una centrale , risultato "risibile" ho letto attentamente il suo intervento , molto preciso , ma non esatto , non l' assumerei mai , visto che non riesce a vedere i danni che le polveri sottili emesse farebbero sulle coltivazioni ,e finisco col dire , è un po' di tempo che si gira intorno alle biomasse , troppo zelo nel farle apparire come lo strumento che risolve tutto , APRITE GLI OCCHI quando è così c'è sempre qualcosa dietro , non scriverò più , perché si fa il gioco di chi cerca da anni di far diventare l' Abruzzo e la nostra provincia , l' immondezzaio dell Italia , in quanto ripeto con una piccola clausola , si può sostituire una caldaia e la biomassa diventa un inceneritore a tutti gli effetti , con un guadagno milionario per chi c'è dietro , ma con effetti distruttivi per tutti noi , e chi scrive in difesa , ho è in mala fede o è poco informato
Non credo sia necessario esporre oltremodo, anche perchè quando si nega alla legge vigente la qualità di fonte, non ha senso più alcun dibattito. 1) La parola biomassa non esisteva finchè non è stata inventata nel contesto della disciplina delle fonti di energia rinnovabile (Direttiva Europea 2009/28/CE.) 2) Consiglio la lettura dell'attuazione dell'art. 24 del Decreto Legislativo 3 marzo 2011, n. 28, recante incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti a fonti rinnovabili diversi dai fotovoltaici, per scoprire cosa viene realmente incentivato con soldi pubblici sotto la voce biomassa. 3) Infine consiglio di spulciare proprio questo blog per scoprire i loschi interessi celati nella Provincia di Teramo e nello sfruttamento di inceneritori a biomasse. Per informazioni di più ampio respiro http://comitatibiogas.wordpress.com/per-saperne/articoli-e-news/
Non sono del settore, ma a sentore mi sembra che stiamo cascando in una trappola politica. Ci hanno fatto credere che la politica sia talmente difficile da aver bisogno di "professionisti". In nome di questa difficoltà ci hanno fatto scegliere tra moralità e professionalità. Abbiamo visto che non è vero. Ora ci fanno credere che la situazione energetica è difficile e complicata e ci mettono difronte alla scelta salute contro energia. In realtà secondo me anche questo è un inganno. Ci sono mille cose da fare prima di arrivare a dover fare un compromesso con la salute! Queste cose puntualmente non vengono fatte per poi venderci le loro soluzioni come compromesso irrimediabile.
A chi dice che non ci sono le materie prime consiglio la lettura di questo vecchio progetto http://www.ricercaforestale.it/riselvitalia/?q=taxonomy/term/16 dove sono riportate le produzioni di biomassa da forestazione a ciclo breve, come accennavo nel mio precedente intervento. Riguardo la ventilata possibilità di bruciare altra "roba" nelle centrali a biomasse, è come se mi vedessi recapitare una multa per eccesso di velocità solo perchè sul tachimetro della mia auto è riportata la velocità max di 200 km/h. Esistono i controlli, i controllori, i comitati di cittadini ecc. ecc. tutti corrotti? O forse tutti paranoici? Gentile sig.ra Vallese ho qualche cosa da ridire sul suo comitato sul biogas. L'Associazione Medici per l'Ambiente, entrai nel suo sito tempo fa e l'unica cosa rimastami impressa fu la richiesta del 5 per mille ben evidenziata. Sui componenti abbiamo un Astrofisico (buonanima della Hack). Gianni Tamino biologo, dopo una breve ricerca su google scholar le pubblicazioni scientifiche degne di nota risalgono al 1980 od ancora prima, poi solo articoli su riviste dallo stesso impact factor dell'Eco di S. Gabriele. Paolo Cacciarri, fratello di filosofo e politico. Adriano Fragano animalista e vegano. Paolo Montanari e la moglie Gatti famosi per la querelle del microscopio con Grillo, ampiamente sbugiardati e perculati da una famosa intervista di Paolo Attivissimo, ancora reperibile in rete. Gentile Signora Vallese sono queste le basi su cui poggiano le sue convinzioni? Dove sono le competenze specifiche per l'argomento in questione? Perchè non c'è un ingegnere? In tal caso Le consiglio un viaggio a Lourdes, perchè San Gabriele non sarebbe sufficiente. Cordiali saluti Diego Leva
Silvia, noto con piacere che hai accorciato i commenti, così farò meno fatica nel risponderti. Siccome non hai argomenti seri, ti consiglio di cambiare articolo, perché ti assicuro che continuando a " vomitare" sentenze non fai bella figura. Io sono un tecnico e mi offro di fare divulgazione scientifica. Io parlo e ragiono seguendo questa linea. Della definizione di biomassa e di tutte le interpretazioni che tu dai dei decreti, perdonami ma interessa poco, quindi evitati la fatica di postarmi blog generici perché non li apro neanche. Se, come ormai credo, sei interessata a far vedere quanto sei spigliata nel parlare, ti lascio la piazza, perché non mi ritengo la persona adatta a questo tipo di confronto. Mi perdonerai l'empasse. Felice serata
Ho letto l' articolo della dottoresse Ciminà. Tutto molto dettagliato. Purtroppo, a mio avviso, anche la propensione degli interessi finanziari di alcuni verso questa fonte di energia. Noto però con piacere come ci siano persone che mostrino anche l'altra faccia della verità e del compromesso, a chi, meno avveduto, non fa ricerca sul campo. Basterebbe anche un giro indipendente con un qualsiasi motore di ricerca per consultare gli innumerevoli dati di ricerche,anche in abito internazionale. Dato che ne sono state dette di tutti i colori, mi sembra offensivo continuare a ribadire un discorso logico con persone troppo colluse con questi interessi economici. Non posso non citare questo ultimo commento ed invitare chiunque a fare ricerca indipendente. Sandro Saponetti -Non credo sia necessario esporre oltremodo, anche perchè quando si nega alla legge vigente la qualità di fonte, non ha senso più alcun dibattito. 1) La parola biomassa non esisteva finchè non è stata inventata nel contesto della disciplina delle fonti di energia rinnovabile (Direttiva Europea 2009/28/CE.) 2) Consiglio la lettura dell'attuazione dell'art. 24 del Decreto Legislativo 3 marzo 2011, n. 28, recante incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti a fonti rinnovabili diversi dai fotovoltaici, per scoprire cosa viene realmente incentivato con soldi pubblici sotto la voce biomassa. 3) Infine consiglio di spulciare proprio questo blog per scoprire i loschi interessi celati nella Provincia di Teramo e nello sfruttamento di inceneritori a biomasse. Per informazioni di più ampio respiro http://comitatibiogas.wordpress.com/per-saperne/articoli-e-news/

Solo per la cronaca ci tengo a precisare che non ho nulla a che fare con il comitato citato, riportato solo per la presenza di una serie di riferimenti che ritengo interessanti. Sono grata all'ing. Ciminà  per l'enorme attenzione che è stata dedicata più a me che alle mie argomentazioni specifiche o a quelle di altri commentatori. Vista la mancanza di obiezioni concrete e data l'incredibile capacità di dubitare persino delle normative di base che regolano questo settore mi chiedo se non sia il caso di citare le fonti a partire da "Il futuro siamo noi. L'educazione ambientale nella scuola elementare" Zangoli A.; Zannuccoli G.; Landi L. ; Carocci.

Caro sor paolo la meravigliosa "favola" di susanna è nata, si è speciliazzata e si nutre giornalmente nel miglior istituto nel campo tecnico che oggi abbiamo in Italia, cioè il Politecnico di Milano. Se hai tempo leggi le classifiche mondiali delle facoltà tecniche e vedi com'è posizionato. Si è laureata, nel primo corso specifico per ingegneri energetici prima del tempo necessario, con il massimo dei voti e con lode. Ha superato l'esame professionale. Fra quanlche tempo approderà in lidi lontani altamente specialistici avendo le competenze per accedervi. Avrà sbagliato obiettivo? Chi può dirlo? Non certo questi quattro polemici che scrivono su questo sito. Non certo tu altrimenti prima di criticare ti porto a fare un giro e ti faccio vedere a che punto siamo con l'inquinamento. Quali sono i livelli raggiunti nel bel mondo che vuoi cambiare secondo i tuoi criteri e le tue conoscenze o lasciarlo com'è. Ho più volte invitato l'ing. Ciminà ad abbandonare questo sito che come prevedevo porta solo noie e concentrarsi su cose concrete che nulla hanno a che vedere con solito chiacchiericcio. Il momento mi ricorda tanto l'avvento dei verdi. Volevano un mondo migliore ma non conoscevano nemmeno quello della provincia di Teramo. Ricordo, a titolo di esempio, che ad un tratto con l'avvento dei parchi si adoperaro per far chiudere tutti i torrenti e fiumi di montagna bandendo di fatto la pesca, quando le specie di pesci pregiati presenti erano seminate da noi. Non aggiungo altro- Poi ti porto in Toscana e ti faccio federe il geotermico, poi ti faccio visitare il Trentino e ti faccio vedere che non è come dici tu che comprano cascami finlandesi che se anche lo facessero avranno i loro calcoli di convenienza o no! Poi ti porto a Brescia a visitare il termovalorizzatore una tecnologia che esportiamo nei paesi nordici.
Bene. 1) La definizione di biomassa è come tutte le definizioni asservita ad una normativa italiana a recepimento di quella europea. In Europa suppongo non siano tutti scemi. Ci sono tecnici quotati a livello internazionale, gente del mestiere, ambientalisti e geologi di un certo calibro che stilano queste normative. Noi, gli ingegneri le recepiamo e le attuiamo ...Noi non inventiamo o interpretiamo... Per me se esiste ed è stata filtrata a livello internazionale, la prendo per buona. Non mi metto a fare filosofia (per quanto avessi 10 in filosofia) .Quella la lascio a lei. 2) Ecco qui, il suo caro decreto art. 24 del Decreto Legislativo 3 marzo 2011, n. 28. ------------------ g) per biogas, biomasse e bioliquidi sostenibili l’incentivo tiene conto della tracciabilità e della provenienza della materia prima, nonché dell’esigenza di destinare prioritariamente: i. le biomasse legnose trattate per via esclusivamente meccanica all’utilizzo termico; ii. i bioliquidi sostenibili all’utilizzo per i trasporti; iii. il biometano all’immissione nella rete del gas naturale e all’utilizzo nei trasporti. h) per biogas, biomasse e bioliquidi sostenibili, in aggiunta ai criteri di cui alla lettera g), l’incentivo è finalizzato a promuovere: i. l’uso efficiente di rifiuti e sottoprodotti, di biogas da reflui zootecnici o da sottoprodotti delle attività agricole, agro-alimentari, agroindustriali, di allevamento e forestali, di prodotti ottenuti da coltivazioni dedicate non alimentari, nonché di biomasse e bioliquidi sostenibili e biogas da filiere corte, contratti quadri e da intese di filiera; ii. la realizzazione di impianti operanti in cogenerazione; iii. la realizzazione e l’esercizio, da parte di imprenditori agricoli, di impianti alimentati da biomasse e biogas asserviti alle attività agricole, in particolare di micro e minicogenerazione, nel rispetto della disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato, tenuto conto di quanto previsto all’articolo 23, comma 1; --------- Ora mi spieghi cosa c'è di strano? L'aiuto io. Assolutamente nulla. Perchè le ripeto, questa roba qui è fatta da gente che "tuona" a livello internazionale. E non parlo solo di ingegneri, ma di ambientalisti, agronomi. Tutti. Queste cose sono talmente delicate che passano anni per l'approvazione. E non si tratta di una delibera comunale piena di sotterfugi..cui Noi in Abruzzo siamo abituati. Poi mi permetterà, io non sò che mestiere faccia lei, ma io sono un'ingegnere energetico.... e non INTERPRETO le normative, le applico. Per quello a Teramo c'è un esercito di avvocati pronti a darle manforte. 3) Le ha risposto Diego, che ringrazio per la competenza e gli interventi piccati e congruenti. Da buon ingegnere energetico, sò dosare bene le energie...quella a lei dedicata si è ampiamente esaurita. Ora lascio libero sfogo ai suoi patchwork con riferimenti dal web. Io lascio la piazza.
Come volevasi dimostrare, puntuale come l'IVA da versare sono arrivate le accuse, o meglio le insinuazioni di collusioni, segno evidente che quando non si hanno argomenti validi non resta che rifugiarsi negli attacchi personali. Gentile Saponetti visto che per evitare di fare troppa fatica copiaincolla post altrui, ricorrerò anche io al ctrl V e memore dei miei trascorsi universitari a Firenze Le citerò un Giuseppe Giusti dal Re Travicello: - ...le teste di legno, fan sempre del chiasso... Cordialità Diego Leva

Caro Anonimo  perchè non mette il suo nome così da poter fare un bel report su di lei? Non permetto a nessuno di offendere questo sito che nel corso degli anni ha seminato di inchieste le procura di mezza Italia. L'ultima di poche ore fa.  Non credo che all'Ing. Ciminà possano servire simili difese da primi tra i mediocri.
Gli interlocutori principali dell'Ing. Ciminà sono noti. Diego Leva e Silvia Vallesi, quindi? Di cosa avete paura?
Vogliamo parlare del suo anonimato o della sua famiglia molto interessata alle centrali biomassa, alla vecchie turbogas da sempre? Io sono stato a capo di un comitato di cittadini chiamati i "Gasati" che insieme ad altri comitati hanno bloccato la costruzioni delle centrali turbogas e così faremo con quelle a biomassa. Vogliamo parlare dell'inceneritore di Teramo?
 In quel tempo scienziati di fama anzi di fame, ci hanno venduto un prototipo che produceva solo diossina. Parliamo di cancro?
Per me è un onore ospitare l'Ing. Ciminà. Si chiama apertura mentale. Confronto.
Io mi fido della tecnologia ma non mi fido della corruzione degli uomini.
La comunicazione non è un affare di famiglia...ma un fatto di cuore e preparazione. Pulsioni.
Lei, caro anonimo,  batte solamente.

Cara Susanna e cari lettori, Credo che questo articolo vada contestualizzato nel ventaglio di articoli già scritti, con l'obiettivo di informare e 'formare' noi lettori, noi abruzzesi sulle possibilità energetiche che, volendo o no, ci vedono costretti ad uniformarci nei protocolli, nelle direttive etc etc .. Ovvio che questa soluzione così dibattuta,non è l'unica e non è la sola, magari servirebbe un piano articolato dove si possono spiegare gli obiettivi regionali e nazionali da raggiungere ed in quale percentuale ( es 10% dalla rinnovabile, 20% dal mini idroelettrico 15%...) In questo modo tutto e' contestualizzato su numeri e non si parla, attribuendo ad una opzione, il carico di lavoro o di sfruttamento di risorse per asservire il totale fabbisogno. Il mondo dei 'se' non porta a nulla e' vero, ma è vero, se non si impara dall'esperienza e dagli errori fatti. Penso che se avessimo una regione virtuosa e lungimirante, si parlerebbe ora sulle percentuali di energia da implementare e non sullo scegliere quale energia sia più o meno dannosa più o meno.. Del resto penso che il passo sia a monte, il discorso del rinnovabile fa gola a chi deve investire e investire pesantemente, meglio se davanti c'è una facciata di eco o bio che fa tanta moda. Una regione utopisticamente 'corretta', oltre ad autorizzare un parco rinnovabile per investimenti privati, poteva disporre dei sui terreni demaniali ed utilizzare parte dell'energia prodotta sia per il proprio fabbisogno e sia come speculazione per avere i fondi da destinare alla collettività ( attingendo non solo dalle tasse). Spero a questo punto che la centrale a biomassa non sia l'ennesima possibilità speculativa ma un'opzione che dovrebbe prendere in carico l'ente pubblico. ...
Vivo in un mondo triste come come il 90% dei commenti che ci sono a questo POST, Susanna che dire dovrai avere a che fare con l'ignoranza delle persone che preferisce avere la spazzatura tra cui le Biomasse sepolte sotto ai piedi e magari mangiare i ricchi frutti della propria terra. In Italia si preferisce pagare gli altri paesi per riciclare la plastica che noi sezioniamo accuratamente tramite la raccolta differenziata piuttosto che costruire noi un impianto di riciclaggio. In Italia per colpa di voi cittadini ignoranti e presuntuosi ci troviamo in mezzo alla merda perchè protestate vi opponete e poi votate le stesse persone contro cui protestate. A me fate ribrezzo voi italiani siete peggio dei politici.
Basta continuar a battere su un chiodo storto! E' ovvio che le centrali a "bio"masse producano energia, nessuno ha mai asserito il contrario. Sta di fatto però che NON SONO UN BENE PER L'AMBIENTE E LA SALUTE! In più c'è da dire che l'unico vantaggio a differenza del bruciare fonti fossili, sia solo l'assorbimento della CO2 da parte dei vegetali prima che vengano a loro volta bruciati, generando nell'aria pericolosissime nanoparticelle. Che lei Susanna sia una laureata in scienze nucleari e lei Diego un agronomo, mi lasciate stupefatto per ciò che asserite e difendete con tanta veemenza. Dato ciò che gira intorno a questi finanziamenti non posso far altro che prendere le distanze da quella che a parer mio è pura disinformazione. Sempre secondo il parer mio, state cercando di spianare la strada a quello che non è un bene per tutti, ma solo per le società che trarranno giovamento da questi finanziamenti. Cos'è meglio per i cittadini comuni, essere indipendenti dal punto di vista energetico oppure essere sicuri che ci sarà energia (che dovranno ricomprare a caro prezzo da qualche multinazionale) ? Invece di continuare a proporre il migliore dei peggiori sistemi, perché non ci battiamo affinché tutti siano indipendenti dal punto di vista energetico, e quindi più finanziamenti al privato ma PER PICCOLI IMPIANTI domestici, per far andare avanti le proprie abitazioni, realmente senza spese? Questa è la priorità della gente! Ed io preferirei vedere tanti pannelli fotovoltaici sopra gli edifici o una piccola pala eolica per ogni abitazione che delle centrali dove si bruciano le cose. Alessandro Palumbo
Anonimo , solo per congratularmi dei successi dell Ing Susanna , commossa della tua così accorata difesa , ma questo non cambia di una virgola le mie posizioni , anzi devo prendere in considerazione , la giovane età , se ancora è all università , e del fatto che non viva giornalieramente il territorio .Ad Majora Susanna , cervello in fuga da un paese dove rimangono i vecchi a difenderlo dai lupi vestiti da agnelli
Purtroppo sono ancora uno studente e quindi non ho le competenze che vorrei avere per poter giudicare con assoluta sicurezza tutto quello che viene scritto e detto, ma su alcuni punti penso di poter dire la mia: 1. Qui si parla tanto di diossina e polveri sottili...premesso che nel mio percorso di studi non ho ancora affrontato l'analisi delle centrali a biomasse, quindi potrei anche sbagliare ma mi sembra un po' esagerato paragonare le emissioni di una centrale di questo tipo a quelle per esempio dei cicli a vapore o di un inceneritore !!! Siete sicuri di quello che avete scritto? Bruciare non significa automaticamente produrre inquinamento? Ma sentito parlare di sistemi di abbattimento dei fumi?! A che dati vi riferite e soprattutto a che polveri sottili? Dite che non si possono assolutamente bloccare?!.....in universitá mi hanno insegnato il contrario. 2. In vari commenti ci sono riferimenti ai terreni sottratti all'agricoltura a favore delle biomasse. Vero, soluzione assurda ma vi sbagliate se pensate che questa sia l'unica modalità di approvvigionamento. Oggi le foreste devono, o almeno dovrebbero, essere costantemente pulite da arbusti ecc. e questo è un costo, ma perché buttare via tutto questo?! Questa è una delle prime fonti da cui attingere la biomassa!! Non ci credete?! Pensate sia una quantità piccola e non sufficiente!? Vi sbagliate...andate a fare un giro in Austria a vedere come riscaldano interi paesi...poi ne riparliamo. 3. Infine una considerazione non sull'articolo ma sui ragionamenti fatti nei commenti e le obiezioni....a parte che, come sottolineato più volte, la tecnologia progredisce quindi é sbagliato dire che questo o quello fa schifo solo perché anni fa lo era...ma vabbè.. La cosa che più mi stupisce è questa inerzia che affonda e pregna molti commenti..."ah ma tanto anche se la centrale é buona tanto alla fine gli imprenditori ci bruciano quello che vuole e quindi inquina lo stesso"... Dai, ma non lo vedete che il limite é proprio questo mentalità retrogada, come pensate di poter cambiare questo paese se vi arrendete già in partenza e non lottate!? Per una volta che c'è qualcuno che scrive, propone e mostra competenze perché non sostenerlo!?
Vivere ancora all'università non significa non poter fornire adeguata assitenza con competenza, anzi è l'esatto contrario. facciamola finita con le chiacchiere. Quello che chiede susanna co i suoi argomenti, in buona sostanza è di avere il coraggio di cambiare per migliorarci. Occorre provarci guardando ad un ventaglio di esperienze e poi trovare ciò che è più utile al ns. territorio. Se continuaiamo a parlarci addosso come abbiamo fatto nell'era di berlusconi ci ritroveremo fuori da tutti i circuiti mondiali che contano e a torneremo agli anni del dopo guerra- Tutto questo è per sor paolo.
Enrico ti quoto alla grande!!!! Purtroppo non sai che avresti potutto risparmiarti i soldi dell'università semplicemente andando al bar... non avevi una laurea ma la cirrosi però in confronto lì tra una chiacchiera sull'ultima follia di balotelli, il rigore della juve, le minchiate su berlusconi ti avrebbero spiegato tutto, ma proprio tutto sull'abbattimento dei fumi, la generazione e la cogenerazione, l'idrogeno, la combustione... Sapresti anche che "si pannill è tutt na frecature pecchè l'ha miss lu cumbara mi e ngi guadagn".. Mi piace pensare che c'è un'altra Italia, quella che apre gli occhi, che sperimenta e studia, quella che va all'estero e vede un mondo diverso, paesi in cui con le bottiglie di plastica e le lattine vuote compri il biglietto dei mezzi pubblici... dove le società di gestione rifiuti sono compartecipate dallo stato e non sono mille ma una e lo fa nello stesso modo, con la stessa legge e la stessa modalità in tutto lo stato... La conoscenza è l'unico modo per combattere le fregature, grazie Susanna per averci provato.
Stavolta mi asterrò da commenti sulla lunghezza dell'articolo... anche perché, è innegabile, effettivamente sono argomenti un po' delicati per poter conciliare in maniera soddisfacente sintesi e esposizione. Ho letto attentamente quello e i vari commenti, e dato che non sono un addetto ai lavori non ho conoscenze per convincermi in toto dei pro delle biomasse o per scartare a priori le critiche rivolte. Quello che so però è che un'innovazione tecnologica procede sempre a tappe: all'inizio prodotti ingombranti e poco efficienti, poi sempre meglio. Esistono migliaia di esempi, ne dico giusto uno per non esagerare, il computer: in questo momento scrivo con il mio pc -pagato poche centinaia di €- sulle ginocchia, cinquant'anni fa avrei dovuto mettere in conto un mutuo e due stanze di casa mia per ospitare un aggeggio infernale lento non so quante volte più di quello che ho ora! Sono le biomasse LA soluzione? Al momento no, anche Susanna lo dice, ma non vedo nessun motivo per non farci su un po' di ricerca. Ci sono senz'altro dei contro, io personalmente ad esempio non accetterei mai l'idea di disboscare aree apposta per avere legna apposita (ma qui si parla di cippato e Enrico tra i commenti ricorda gli "scarti naturali" di un ecosistema); però viene poi specificato che le tecnologie sono migliorate negli ultimi anni, e io non so se questo sia vero o no, ma non ho motivo di dubitare della buona fede di Susanna. Ricollegandomi a quanto dicevo prima insomma le biomasse possono essere una soluzione: forse si scoprirà che è un'ottima soluzione, forse che non la è, ma dato che ci sono dei numeri che fanno ben pensare perché non osare e investire nella ricerca di modi per sfruttarle in maniera sempre migliore da ogni punto di vista? Quello che voglio dire è che la soluzione non è non provarci per niente (e questo è un discorso generico, applicabile a mille contesti), ma provarci e stare attenti a tutti gli effetti collaterali, fino a che si risolvono e quindi si va avanti o ci si rende conto di non poterli tenere sotto controllo e lasciare perdere tutto.
cara Susanna, i tuoi articoli come sempre, oltre che risultare interessanti nelle varie argomentazioni sono molti chiari nella spiegazione dell'Argomento dando possibilità di acculturarsi per chi non è della materia . Condivido in pieno ciò che tu sostieni per il problema energetico e per le risorse future con salvaguardia dell'ambiente, ma rimane un problema principale : come convincere chi è succube del potere economico derivante dall' "ORO NERO" ad utilizzare energie pulite e alternative ?? come possiamo credere che una classe politica inesistente o incapace possa prendere provvedimenti a livello nazionale e in ambito locale ? Comunque cara Susanna io credo che tu debba al più presto condurre un programma su qualche rete nazionale (Rai-Mediaset) per un rubrica culturale su temi energetici e collaterali, hai una buona capacità di relazionarti e credo che tu possa coinvolgere l'opinione pubblica a guardarsi intorno per un futuro migliore , e non dimentichiamo che le ultime tragedie in ambito nazionale sulle condizioni climatiche , anche e soprattutto l'uomo ha la sua buona colpa , nel non aver rispettato la natura (vedi costruzioni selvagge su ex-letti di fiumi e zone a rischio, disboscamento e inquinamento atmosferico) , la classe POLITICA ITALIANA ha investito gli ultimi 20 anni per abbattere il nemico politico , e ha dimenticato di fare proposte per salvaguardare il territorio , quindi non ci lamentiamo se fra qualche mese vedremo nascere piattaforme per aspirazione di qualche litro di petrolio a danno dell'ambiente e del territorio e nel nostro Abruzzo si sono rincorse destra e sinistra le poltrone per farsi rubare in silenzio la purezza della nostra costa.. I giudici che dovrebbero indagare hanno altro da indagare per fermare una "governance incapace di salvaguardare il nostro Abruzzo". Susanna cara non ho parole per dirti grazie della tua elegante professionalità.. sei un mito.. continua con i tuoi progetti e presto il tuo nome renderà onore alla nostra terra...
Rispondo con grande ritardo ma non mi sono ancora abituata a questo nuovo modo di fare informazione in cui si sfornano articoli a gran ritmo, anche su temi che richiederebbero approfondimenti ben più lunghi, forse un’inchiesta. Lo so, lo so, poi la massa si stufa, vuole conoscere altro, le inchieste sono cose troppo noiose...e vabbé pazienza se intanto le coscienze si spengono e si accendono senza elaborare. Comunque bisogna adeguarsi altrimenti si rimane indietro come me... Il mio commento: l'articolo pone positivamente la questione dello sviluppo delle centrali a biomasse e se pur ci sono una serie di questioni o meglio di "criticità", queste con l'ingegno si possono superare. L'importante è cominciare...Io però non sarei così ottimista: le questioni finali sono tutt’altro che marginali e non si possono trattare alla stregua di vincoli progettuali. Mi concentro sulle centrali che dovrebbero utilizzare gli scarti di agricoltura e allevamento e cito a tal proposito un pericolo che non sentirete molto spesso nominare: l'utilizzo del digestato da biomassa come fertilizzante. Fior di scienziati si sono sperticati per giustificarne la bontà e il potere fertilizzante...intanto in Germania cominciano a sorgere dei dubbi. Dopo 7000 e passa impianti sono emersi alcuni problemi non marginali e non facilmente superabili. Ricordate, nel 2010, il batterio “killer” E.Coli, che ha fatto 54 morti e 4000 ricoverati, tra quanti hanno mangiato verdure (cetrioli e germogli) facendo impazzire i controlli sanitari tedeschi? Ebbene quella epidemia non era che lo stadio evolutivo di problemi già notati nella selvaggina prima e nel bestiame poi da dieci anni a questa parte per poi approdare in ne all’uomo come ultimo anello della catena alimentare. AUTOREVOLI SCIENZIATI NE HANNO STUDIATO L’EVOLUZIONE COLLEGANDOLA ALLO SPANDIMENTO SUI TERRENI PROPRIO DI QUESTO DIGESTATO. Ovviamente il problema è noto e conosciuto nel settore ma se ne parla a denti stretti perché ci si preoccupa delle ricadute economiche e non di quelle ben più gravi su ambiente e salute. Alcune associazioni sono possibiliste se tale digestato viene utilizzato solo dopo essere riossigenato mediante compostaggio. Il rapporto del ministero sulle politiche agricole, ambientali e forestali è molto cauto. Non penalizza questa pratica ma raccomanda un uso molto accorto…Ho studiato un po’ il problema relativo alle contaminazioni del digestato e al potenziale scatenamento di epidemie per proliferazione di agenti patogeni e mi sono chiesta: siamo davvero in grado di controllare questi processi fono in fondo? La mia soluzione? Drastica: stop agli allevamenti intensivi per tornare a un agricoltura a misura. Per farlo? Cominciare a mangiare meno carne se non abolirla del tutto, come ci suggerisce il saggio Dottor Veronesi. Se i 7 miliardi di questo pianeta mangiassero la carne che consumiamo nel ricco occidente avremmo bisogno di 3 miliardi di animali di allevamento e il nostro pianeta non ce la farebbe proprio… http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/17/dramma-della-carne-parte-2/1… La mia dieta: mangiar meno carne e in generale mangiare meno consentirà di sviluppare meno biomasse da smaltire per la gioia di questo povero pianeta…e consentirà a noi uomini di vivere più a lungo e in salute.