Un piccolo promemoria.
Nella Città in cui si continua a non chiudere Carapollo, centro di trasferimento della Teramo Ambiente, nato sopra i rifiuti dell'ex inceneritore, zona mai bonificata e probabile causa di inquinamento a valle, non si può registare che inciviltà e degrado.
I lanciatori di rifiuti sono l'immagine della mancanza di educazione, di cura verso se stessi e il prossimo.
Viale Cavour è la zona preferita, insieme a Casalena, Colleparco, Colleatterato e poi Scapriano.
La via, anzi, la strada più sporca è la Teramo-Torricella.
Preda di topi, cani randagi e scarsa illuminazione.
Ieri un camioncino si è accostato e ha lasciato sul bordo strada nella frazione del formaggio fritto, decine di buste dall'odore di quello che fu una volta, cibo, vetro, plastica e cucina varia.
Il lungo fiume non esiste più tra scarsa manutenzione e atti di vandalismo.
Teramo deve svegliarsi per tornare a essere se stessa.
Una città capoluogo semi pulita visto che i parchi pubblici non vengono puliti e la Villa Comunale sembra un centro sociale sotto assedio o il teatro perenne di un rave party.
Oramai ridotta a essere solo zona di spaccio dove anche le papere hanno le loro allucinazioni e pensano di essere Cigni in libertà.
C'è la volontà?
Che fare?
Telecamere e controlli a campione.
Notturni.
In due mesi di prevenzione e regole ferree si potrebbe far tornare Teramo ai giorni dell'Orto Botanico.
Forse.
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Vede Karsono Antonio,
Lei rappresenta il motivo dell'inciviltà del teramano.
Il prototipo perfetto.