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La Figura di Matteo Messina Denaro tra Banche e Bancarelle...indaga l'Anti Mafia.

di Giancarlo Falconi
6 minuti

Per chi legge le carte dei mercati finanziari, lo schema dei commissariamenti, le figure delle varie Bcc, venire a conoscenza di un'indagine dell'Anti Mafia di Firenze, tra i vari rapporti di costruttori edili, in questo caso Andrea Bulgarelli e un presunto buco da oltre 60 milioni di euro, una banca, Unicredit,  nella figura del suo vice presidente, Fabrizio Pelenzona,(  che dichiara di essere estraneo alla vicenda mentre l'Istituto di credito esprime massima fiducia nei suoi rappresentanti indagati) altri due uomini Unicredit, Fossati e Cataldo, ( anche loro estranei e sorpresi),  la figura del boss dei boss, Matteo Messina Denaro, tutto rientrerebbe in una schema logico.
Ma deve diventare il giusto quotidiano.
L'assuefazione rischia di essere scambiata per norma e legge di vita.
Bisogna scandalizzarsi, sempre.
La Politica in questa indagine di Firenze?
La politica è presente in tante ore di registrazioni in cui l'imprenditore vanta diverse coperture romane.
Gli imprenditori Palenzona e Tumbiolo avrebbero avuto, secondo la Procura, rapporti stretti con una persona riconducibbile a Matteo Messina Denaro, Giovanni Savalle, su cui indagano a ritmo serrato i carabinieri del Ros.
A Teramo?
Tutto tace.
Nessun processo Tercas mentre la storia ci potrebbe ricondurre allo stesso Matteo Messina Denaro.

Si parte dal 2005.

Esiste una società la Kaitech.
La magistratura aveva analizzato i fondi dell’azienda per via della presunta presenta di Vito Ciancimino, che avrebbe investito quasi 2 milioni di euro.
Camilleri ( ex sindaco di Palermo per 22 giorni poi dimissionario, morto di recente nel Aprile 2013), proprietario di Kaitech e amico di Ciancimino, uscì indenne dall’inchiesta della Procura e con una fusione con la Eurinvest Energia, diede vita alla società KR Energy.
Era il 2007 e tutto sembrava roseo grazie alla presenza di notevoli garanzie bancarie.

Intesa San Paolo e Deutsche Bank.
Miccichè e De Bustis.



Nel 2008 nasceva la Kr Energy la cui controllante, Eurinvest Finanza Stabile aveva una quota del 69%, attraverso due imprenditori dal lungo curriculum, Gaetano Tedeschi e Gilberto Gabrielli.

Il paragrafo delle Holding Lussemburghesi mi ricorda la storia di Gavioli ex Ad della Teramo Ambiente, a suo tempo arrestati.
Gaetano Tedeschi per i suoi conti si avvaleva di una holding lussemburghese che curava quasi tutte le sue operazioni.

Stessa cosa per Camilleri.

Occhio al prossimo passaggio.
La società veicolo che era entrata in Kr Energy era la EnCap srl
.
Dietro alla Encap srl si segnala, tra l’altro, la Ag Real Finance che aveva come Amministratore Unico un ex dirigente Tercas.
Lo stesso dirigente Tercas, fu nominato Amministratore delegato di Kr Energy.
Oggi cessato.



Il cerchio si chiude?

Non ancora.

In quegli anni, in Sicilia fu effettuta l’operazione antimafia chiamata Eolo.
Vi ricordate?

C’era il boss di Castelvetrano, Matteo Messina Denaro, che aveva deciso di investire nelle rinnovabili e un noto professionista, Vito Nicastri. 

Chi è Vito Nicastri.?
Si legge su Sicilia Informazioni http://www.siciliainformazioni.com/sicilia-informazioni/38854/chi-e-vito-nicastri-il-signore-del-vento

Vito Nicastri, il ‘signore del vento’, come definito dal Financial Times, è stato indicato dai magistrati come ‘vicino’, addirittura il prestanome di Messina Denaro. E per questo, già in passato gli avevano sequestrato beni per un miliardo e mezzo di euro. E a ben guardare fra le carte di società, anche con sede nel misterioso Lussemburgo, (ma pure ai rapporti d’affari fra suoceri, cognati e generi) non è difficile scovare singolari collegamenti con imprese e nomi vicini anche alle attività del palermitano Vito Ciancimino. Ma non c’è da stupirsi se si considera che l’energia, soprattutto la metanizzazione, tra gli anni ’80 e ’90 ha visto le società di don Vito interessarsi alla metanizzazione di Caltanissetta, Alcamo e a svariate opere nel territorio di Palermo.
Questo dice di Vito Nicastri la relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere
L‟operazione cosiddetta “Eolo”, condotta dalla Guardia di Finanza a Mazara del Vallo (Tp) ed in altri Comuni della provincia di Trapani tra gli anni 2003 e 2007 disvela oscuri intrecci tra imprese corruttrici operanti nel ramo energetico nazionale dell‟eolico e dipendenti pubblici corrotti, sotto l‟attenta ed onnipresente regia dell‟organizzazione mafiosa “cosa nostra”.
Scrive Fabrizio Gatti sulle pagine de L’Espresso “Stefano Rizzi, 48 anni, genovese residente a Montecarlo. È l’amministratore unico di una società con capitale in Lussemburgo, la Is Arenas renewable energies, che vorrebbe costruire una piattaforma eolica proprio davanti alla spiaggia gioiello di Is Arenas, vicino a Oristano. Rizzi è anche socio in provincia di Bergamo di un’azienda del gruppo K. R. Energy di Milano, che nel 2008 a sua volta si è fusa con la Kaitech spa. Secondo un’interrogazione alla Camera presentata lo scorso ottobre dall’ex presidente della Regione Mauro Pili (Pdl), nelle casse della Kaitech sarebbero passati soldi del tesoro dell’ex sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino. L’inchiesta della Procura di Palermo è del 2005. In quell’anno presidente del consiglio di amministrazione della Kaitech è Stefano Camilleri, sindaco di Palermo nel 1984 e dimissionario dopo appena 22 giorni".


Vito Nicastri era socio con il 3% della Soleagri società controllata dalla KR Energy.
Almeno per un certo lasso di tempo.

Tedeschi aveva il 35% di Soleagri, Solon il 15% e Nicastri il 15.
Il restante 35% era in mano a Antonino Scimeni, che fu arrestato dalla Guardia di Finanza per essere stato il capo di un’organizzazione dedita alla truffa e false fatturazioni con una società con sede a Panama, Isole Vergini e San Marino.

Esatto, San Marino. Torna sempre…
Tutto porta  a San Marino.

Tutto.

Il grafico continua...
…e non finisce qui….tranne forse all'Eboli di Teramo. 



Fonte: Paolo Fior http://www.cronache.org/
              Fabrizio Gatti  L’Espresso
              Sicilia Informazioni

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Commenti

....dove regna il silenzio più assordante, silenzio che peraltro alberga anche qui: non c'è nessun commento; tutti sbigottiti e meravigliati?
Da una ricerca sugli investimenti delle mafie italiane, realizzata dall'Università Cattolica e commissionata dal Ministero dell'Interno, si evince che i profitti della "nostrana" criminalità organizzata si aggirano intorno ai 13 miliardi di euro l'anno. Altre stime, ancora più allarmanti, quantificano i profitti in 150 miliardi annui. In ogni caso si tratta di una montagna di denaro nella disponibilità delle mafie indigene. Le mafie straniere presenti in Italia intascherebbero invece profitti che vanno dai 17 ai 33 miliardi di euro l'anno. La 'ndrangheta realizza il 21% dei profitti in Piemonte e il 16% in Lombardia. La provincia di Milano è la terza in Italia per le aziende confiscate alle mafie, nonostante le bende agli occhi di Salvini e dei suoi compari di merende, per i quali i problemi del nord sarebbero"i migranti da mantenere" e non la criminalità organizzata. Nonostante i numeri siano noti a tutti, la politica, da Renzi a Berlusconi passando per Grillo, tace. Il governo per raccattare "spiccioli" preferisce tagliare la sanità, l'assistenza, le misere pensioni e le risorse per chi rischia la vita nel contrastare le mafie. Solo vigliaccheria oppure connivenza e complicità? Tanto dell'una e tanto dell'altra.