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Vincenzo Caporale: La mia verità sul processo per truffa e peculato

7 minuti

Mi permetto commentare la notizia data ieri con grande risalto da tutti gli organi di informazione sul mio rinvio a giudizio da parte del GUP del Tribunale di Teramo per peculato e truffa. Nulla da eccepire, ovviamente. A me pare, però che nessuno abbia fatto cenno alla vera notizia: a Teramo le leggi dello Stato sono interpretate in modo diverso dal resto d’Italia. Un diritto sancito da un TAR a Teramo diventa un peculato e, come se non bastasse, le persone possono essere rinviate a giudizio senza prove. 
Come riportato sono accusato di peculato, perché ho riscosso per le missioni da me effettuate all’estero le indennità di missione dovutemi dall’Istituto e i cosiddetti per diem versatimi dall’Organizzazione internazionale (OIE) presso cui mi recavo per assolvere ai miei compiti di membro, prima e di presidente, successivamente, di commissioni tecniche in rappresentanza dell’Italia e dell’Istituto e da cui lo stesso Istituto ha tratto straordinari vantaggi sotto tutti i profili anche economici. Si da il caso che in tutto il Paese è prassi corrente per i funzionari pubblici che si recano all’estero presso organizzazioni internazionali riscuotere i per diem erogati da tali organizzazioni in aggiunta al trattamento di missione. La Magistratura amministrativa si è espressa, da ultimo non più di nove mesi fa - sentenza n. 2302/2015 del 9 febbraio 2015 del TAR del Lazio - ordinando, addirittura, all’Amministrazione di restituire agli interessati gli importi dei per diem indebitamente defalcati dall’indennità di trasferta. In altre parole, a Teramo sono rinviato a giudizio per peculato, per aver percepito delle somme di denaro che nel resto d’Italia sono considerate non solo legittime, ma, addirittura, un diritto. 

Sono stato rinviato a giudizio anche per truffa, perché mi sarei fatto rimborsare i taxi due volte: dall’OIE e dall’Istituto, per complessivi € 1.230 nell’arco di quattro anni, in altre parole € 310/anno. Ma quale persona normale può pensare che si possa architettare e continuare per quattro anni una truffa che ha avuto una resa media di € 310/anno? In realtà, anche in questo caso, un’accusa senza prove. Infatti, se è vero che l’OIE e l’Istituto mi hanno rimborsato delle spese per taxi, è anche vero che si trattava di corse tutt’affatto diverse. Le une riguardavano il tragitto dall’aeroporto di Parigi alla città e viceversa- rimborsate dall’OIE – le altre, rimborsate dall’Istituto, riguardavano tragitti all’interno della Città. Per ragioni ancora tutte da chiarire, nel fascicolo processuale non è mai apparsa una sola ricevuta delle spese per taxi rimborsate dall’Istituto, né lo stesso Istituto l’ha mai fornita al mio difensore, nonostante varie richieste.
La signora PM e il signor GUP non hanno voluto accettare la semplice e ragionevole spiegazione che i rimborsi si riferivano a due fattispecie di situazioni diverse. Senza la ben che minima traccia delle ricevute rimborsate dall’Istituto come prova del reato, hanno comunque deciso che si tratta di truffa.


Vedremo come finirà.
Nonostante tutto sono certo che, alla fine, anche Teramo il prossimo settembre le cose andranno come è giusto che vadano ed la mia onorabilità sarà dimostrata al di là di qualunque dubbio. In ogni caso, sono molto orgoglioso del fatto che dopo che gli investigatori sono stati per quasi quattro anni all’Istituto esaminando tutte le carte immaginabili e possibili. Dopo che funzionari vari hanno fornito loro tutto il possibile - anche cose che nulla avevano a che vedere con l’esposto originale - per cercare di incriminarmi - chissà poi perché - alla fine, le uniche cose che hanno “scovato” sono un’accusa senza prove e un ipotesi di reato per peculato per aver riscosso delle somme che nel resto del Paese la giustizia amministrativa considera dovute, al punto da costringere l’Amministrazione a restituirle quando indebitamente trattenute.

Considerando che per vent’anni ho diretto l’Istituto e ho gestito, euro più euro meno circa 1 miliardo, essere accusato di quanto sono accusato e per gli importi relativi, mi sembra davvero un certificato d’indiscutibile onestà. Quanto al mio contributo all’immagine dell’Istituto le cose fatte ed i risultati ottenuti ne sono testimonianza indiscutibile!

Per finire, considero davvero surreale che l’Istituto si costituisca parte civile nel processo e chieda, addirittura, che io sia condannato a pagare all’Istituto € 50.000 per “danno d’immagine”. Risulta dagli atti che il processo cui sono sottoposto parte da un esposto del presidente ff di un organo dell’IZSAM. Un signore autonominatosi presidente di un organo inesistente, peraltro senza avere i requisiti professionali necessari. Costui ha firmato un verbale, inviato alla Procura della Repubblica, insieme a un altro soggetto che è notoriamente un ladro che ha patteggiato la pena per peculato. Persone che hanno agito nella assoluta illegittimità con il silenzio complice dell’allora commissario, dei funzionari degli uffici amministrativi dell’Ente e dell’allora presidente della Regione Chiodi, tutti ben consci della situazione di illegalità in cui agivano i due personaggi. La cosa è comica anche perché il mandato all’Avv. Di Sabatino di costituirsi parte civile, è stato firmato dal signor Savini, attuale direttore sanitario dell’Istituto, nominato senza aver i requisiti per poter essere nominato, e che, per di più, come risulta dagli atti processuali, ha anch’egli percepito per le missioni per l’OIE sia l’indennità di missione, sia i per diem e che ieri la PM ha fatto capire chiaramente che sarà indagato. Chissà se mi dirà grazie quando verrà prosciolto grazie al fatto che avrò dimostrato tale sua condotta assolutamente legittima? 


In ogni caso, non sarebbe male se qualcuno facesse un rapido calcolo di quanto danno all’immagine dell’Ente hanno arrecato la gestione attuale, i litigi fra DG e consiglio di amministrazione, le nomine di direttori privi di requisiti, le denunce e le vertenze giudiziarie contro dipendenti, le bizzarre procedure concorsuali, e via e via e via, per non parlare dei costi reali per le cose non fatte e per gli innumerevoli pareri e vertenze legali. Sarebbe davvero interessante vedere se il bilancio del dare e dell’avere in relazione all’immagine nazionale e, soprattutto, internazionale dell’Istituto fra la mia e l’attuale direzione, fra me e gli attuali direttori “strategici”. 

Infine, quando la parola fine sarà scritta, considerando da dove emana la denuncia, gli atti e le testimonianze false e non rese o rese in modo capziosamente distorto di vari funzionari, l’eco delle vicende a livello nazionale e internazionale, sarà davvero interessante vedere chi sarà la parte lesa che avrà diritto a vedersi riconosciuti adeguati “danni d’immagine” e, soprattutto, chi pagherà. 

Vincenzo Caporale

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Commenti

Straordinariamente grandioso!! Quanto costerà alla collettività questo processo? Soprattutto quanto costano alla collettività teramana i processi che non si fanno? mi riferisco in modo particolare alla questione del ruzzo!
io,invece,mi chiedo quanto costa un ente che sta diventando inutile dall'eccellenza che era!!