Una corsa, si fa perdire, all'ospedale.
Un'urgenza e un viaggio durato un'infinità.
Per quale motivo?
Leggete questa lettera.
Siamo a Teramo.
"Ieri sera 7 settembre 2016,verso le 22.00, mio padre, nel recarsi presso un'altra stanza dell'abitazione ha avuto un mancamento ed è scivolato lungo una rampa di scale.
Naturalmente abbiamo immediatamente informato il 118, splendidi professionistii come sempre, che hanno ritenuto opportuno far intervenire una macchina con a bordo un medico.
Deciso per il trasporto in ospedale, ci siamo avviati, mio fratello ed io, con il cuore in gola.
E QUI LA STORIA DIVENTA DI INTERESSE PUBBLICO.
L'auto medica ha impiegato circa 25 minuti a percorrere il tratto tra il centro (via Veneto) e l'Ospedale.
Nella mia testa avevo paura che ci fossero state complicazioni durante il tragitto,che avesse avuto una crisi, che stesse lottando tra la vita e la morte. Niente di tutto questo
La cortesissima Dottoressa ci ha gentilmente spiegato che la lentezza dell'andatura era dovuta allo STATO DELLE STRADE che non consente una velocità almeno moderata, visto che buche e il manto stradale, potrebbero avere serissime ripercussioni soprattutto su pazienti che, trovandosi nelle condizioni di mio padre, potrebbero risentire di una scossa sulla colonna vertebrale.
La Dottoressa, ci ha spiegato,inoltre, che gli autisti del pronto soccorso, non vengono portati a conoscenza del variare dei lavori, delle chiusure, delle inversioni di traffico, quindi quotidianamente affrontano i pericoli di una navigazione al buio per se stessi e per i pazienti.
E' il caso di aspettare ancora?".
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