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Teramo: Ecco come è ridotta la Necropoli di Ponte Messato

di Giancarlo Falconi
4 minuti

Una visita lampo.
Veloce e frustrante..
Fuori dal recinto.

Un teleobiettivo e tanta delusione.
Tristezza, amarezza, mortificazione, disilluzione.
L'area archeologica di Ponte Messato a Teramo è in mano ai vandali.
Prima della cronaca un pò di storia da Wiki.

"La Necropoli di Ponte Messato (o "della Cona") è sita nel quartiere Cona di Teramo.Di origine pre-romana e ampliata nel periodo romano, si sviluppa ai lati dell'antica strada lastricata (la Via Cecilia, contornata di monumenti, definita dagli archeologi la via sacra d'Interamnia (fatte le dovute proporzioni è in effetti una sorta di Via Appia teramana per le analogie con la Via Appia antica nei pressi di Roma).L'area venne alla luce per caso nel 1961, durante i lavori per la costruzione di un garage per la rimessa dei pullman dell'allora INT (Istituto Nazionale Trasporti).
Gli operai del cantiere, non dotati dell'adeguata sensibilità e conoscenza dell'importanza dei resti archeologici appena scoperti, secondo alcune testimonianze "rompevano le enormi urne cinerarie nella speranza di trovarvi monete d'oro...".
Lo studioso Giammario Sgattoni, venuto a conoscenza del ritrovamento, fu uno dei primi a intervenire sul posto (il racconto dell'episodio è pubblicato in suo articolo pubblicato nel 1974 sulla rivista "Teramo". IntervenneAdriano La Regina, allora Funzionario Archeologico per la Soprintendenza alle Antichità per l'Abruzzo e il Molise, che portò alla luce sedici mausolei risalenti al periodo tra la fine del I secolo a.C. e l'inizio del I secolo d.C. Nell'area indagata, dell'estensione di 1000 m², furono rinvenute sepolture risalenti a un periodo che andava dall'età del Ferro all'età imperiale romana. Nel 1982, a seguito della individuazione di un ulteriore tratto di strada romana e di mausolei con ceneri dei defunti, si decise di procedere ad una seconda campagna di scavi. Tra il 1983 e il 1985, sotto la direzione di Luisa Migliorati e di Vincenzo D'Ercole, l'indagine consentì di individuare un'emergenza archeologica più estesa comprendente la strada glareata di età romana (già individuata nel 1961) e una necropoli con tombe monumentali a pianta quadrata e circolare con urne cinerarie all'interno. Dal 1997 al 2014 le ricerche e gli scavi sono condotti da Vincenzo Torrieri con la realizzazione del Parco della necropoli monumentale di età giulio-claudia sulla "Via Sacra" e la scoperta di un grande tempio romano-repubblicano, sul modello etrusco-laziale, della grandezza di m 21,0 per 31,0. La strada romana, l'Interamnium Vorsus, si ipotizza fosse una diramazione della Via Cecilia che conduceva nella Sabina, risalendo l'alta valle del Vomano, e raccordandosi con la Via Salaria, a Roma.Nell'anno 2000, durante gli scavi dei lavori stradali per la costruzione della circonvallazione di Teramo (il Lotto zero), venne alla luce anche un tempio di età ellenistico-romana e una ulteriore parte della necropoli dell'età del Ferro. L'area dista ben 300 metri più a sud-ovest da quella rinvenuta nel 1982. Si è potuto dedurre che la zona fosse stata terrazzata per potervi seppellire i defunti nel periodo tra la prima età del Ferro e l'età arcaica (X secolo a.C.-VI secolo a.C.). Si è potuto accertare che l'area più prossima a Ponte Messato (quindi a Teramo), precedentemente scoperta, è più antica rispetto a quella rinvenuta successivamente. È ipotizzabile che la necropoli di Ponte Messato-La Cona fosse la più importante ed estesa tra le necropoli disposte nell'anello più esterno intorno all'antica città di Teramo (Intermamna Praetuttiorum). Altre necropoli prossime al nucleo dell'antica Teramo sono state rinvenute in prossimità della confluenza del Tordino e il Vezzola (nella zona di Madonna delle Grazie-Campo Boario), tombe dell'età del Ferro nel giardino pubblico fuori Porta San Giorgio, oppure presso l'Istituto Tecnico V. Comi in Viale Bovio, e tombe ancor più prossime all'antico nucleo storico, in Via Carducci e in Via Delfico".

L'attualità?
Il presente?
Il quotidiano?
Tutto abbandonato.
Erbacce alte, resti di rifiuti, bottiglie di birra, lattine, preservativi, ombre in fuga, piccole sistemazioni per trascorrere la notte.
I bagni pubblici con i vetri infranti e le porte sfondate.
Questa potrebbe essere la porta storica di Teramo, una fondamentale risorsa turistica invece è sempre la solita triste storia.
Ignoranza e cecità amministrativa.   

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Commenti

La Cona è un quartiere che non esiste per l'amministrazione comunale. Dell'area archeologica si parla solo in occasione di opere pubbliche (lotto 0) e private (palazzo all'interno). Il percorso interno scuola che fine ha fatto? L'amianto è stato realmente tolto? Le pericolose e illegali fermate dei bus per riprendere i ragazzi che escono da scuola? L'accorpamento della scuola infanzia e primaria Fornaci-Cona con Villa Vomano? La centrale Enel? L'area ex fornace che fine fará? Chi sará il costruttore di turno? L'unico "parco giochi" vicino la rotonda si puó definire parco giochi? Esiste una telecamera nel quartiere?
Il quartiere e' abbandonato come sono abbandonati i ritrovamenti archeologici. Il parco oggetto dell'articolo potrebbe essere fruibile da tutti se solo venisse aperto. E il tempio al quale e' stata data enfasi in occasiine della inaugurazione del lotto 0! Passate a vedere in che condizioni e' ora tutta la zona.
Tutto abbandonato... come la strada ad uso esclusivo dell'Arpa che scende dalla rotonda dell'istituto dei geometri, sotto alla statale per Montorio, per collegarsi direttamente con il deposito dei pullman. Avrebbe dovuto togliere il traffico pesante dal vecchio ponte ed evitare la lunga coda di pullman delle 13:30: una strada mai finita, tenuta chiusa da anni, mai considerata e tuttora segnalata sui cartelli della rotonda di Via Cona. Così come l'illusoria uscita "Via Cav. di Vittorio Veneto" indicata sui cartelli dell'ultima rotonda del lotto zero ma di fatto castrata dalla cupola che copre il tempio romano. Anche in questo caso c'è stato un cambio di progetto in corso d'opera? Non si poteva proprio trovare una soluzione per non interrompere la via e lasciarle uno sbocco diretto sulla tangenziale? Anche questa uscita sarebbe stata utile per un rientro più agevole e rapido dei mezzi Arpa dopo il servizio. Invece tutto trasita sul vecchio, stretto ponte semi-abbandonato.
Economia della conoscenza a Teramo, febbraio 2016
Innanzitutto un grosso grazie a Falconi per aver riproposto all'attenzione dei teramani il grave stato di degrado in cui versa quel sito archeologico. La responsabilità, purtroppo, è da addebitare a tutti i Sindaci che nel corso degli anni si sono succeduti nella guida della Città ma anche e soprattutto ai vari assessori alla Cultura e alla (ex, ma a quanto pare ancora in sella) direttrice dei Civici Musei.
Tempo fa (04/06/2013) scrissi un articolo su "La Città" in cui parlavo proprio di questo. Risultato? Il silenzio....