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San Francesco; Il Piazzale della vergogna...

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Il bus ha aperto le porte.
Il piazzale San Francesco di Teramo è accogliente.
Una bella edicola.

Un bar pulito con educazione e professionalità.
Poi, due panchine divelte, alberi potati a metà e un mare di bottiglie di vetro, carta, lattine, buste di plastica.
Pochi metri e la doppia faccia di una Città che non è capoluogo ma simbolo di una Provincia senza identità.
Un gioco multi razziale.
Italiani, Senegalesi, Marocchini e Albanesi. 
Ti controllano.
L'ultimo libro di Antonio Manzini non è sospetto.
Le foto raccontano del dopo banchetto.
Nessuna babele.
L'inciviltà come lingua in comune. 
Sempre così.
Sempre senza telecamere e senza controlli.
Qui Teramo si perde.
Proviamo a lamentarci e siamo investiti da altre invettive.
"Fatti i cazzi tuoi". "Che cazzo vuoi". 
Intorno, chi attende, fa finta di nulla.
Insistiamo.
Uu ragazzo raccoglie il pacchetto di sigarette e la carta della pizza.
La felpa e il cappuccio ci proibiscono lo sguardo.
Ha gli occhi scuri.
"Un'appallottata" gigante.
Il lancio per fare canestro verso un cestino pieno, risulta corto.
Non ha un buon tiro da tre.
Va tutto a finire a terra.
Ridono.
Raccolgo e me ne vado. 
Domani ritorno. 
Una vergogna a cui non dobbiamo abituarci.
Mai.

 
 
 

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Commenti

Giustissimo evidenziare...ma come al solito non mi stupisco più. Ovunque rivolgi lo sguardo a Teramo ci si rende subito conto che vige la regola del faccio come cazzo mi pare. E i preposti non fanno nulla, o fanno cose solo come spot...tipo i vigili nel parco fluviale.
Ormai siamo alla frutta....anzi all'ammazzacaffe'. Non c'è più rispetto. Proprio l'altro giorno, assistevo alla scena di abbandono rifiuti in mezzo alla strada nella piazza sotto casa mia. Un bel sacco nero gettato dalla macchina, con tanto di calcio del proprietario. Già il sacco era pesante e nero, come il proprietario. Come la signora che era con lui, tranquilla ed estasiata dentro la macchina di fronte a tanta prodezza del sui compagno. Io mi sono avvicinata, ma ho temuto di prenderle....ero sola e con me non avevo il cellulare. Foto non ne ho potuto fare, ma li ho guardati in faccia e loro sanno che l'ho fatto. Poi ho tentato di prendere la targa, ma la macchina è scattata rapida, che sono riuscita a prendere solo le ultime cifre. Sgomenta ho pensato ai barconi dei migranti e a tutta l'ospitalità che offriamo a loro.....
Non sono solo gli stranieri, l'inciviltà è da noi da troppo tempo, buttiamo ancora cicche e carte a terra, per non parlare delle numerose buste di spazzatura lanciate ai bordi delle strade perché non hanno capito che vengono a ritirarla a casa la monnezza. Si è vero che non c'è controllo ma non c'è neanche la buona educazione!