Avevo torto?
Ho sbagliato a fidarmi della parola di Dodo?
Lo vedremo ai tempi fatti e non sto parlando del buon Di Stefano.
Credo che un gioco politico abbia le sue regole e i suoi tempi.
Nel frattempo i peggiori assessori della storia teramana, figli e figlie di papà o di un Dio "minus habens" politico, continuano a dirigere la vita amministrativa teramana.
Nel frattempo Teramo muore per mancanza di progettazione ( rotonde a parte) di sensibilità urbanistica, di valori culturali, di attenzione verso la manutezione civica e sociale.
Nel frattempo Teramo muore in ogni sua attività imprenditoriale o commerciale, abbandonata da un'unica guida politica.
Nel frattempo Teramo non ha prospettive se non quelle della memoria storica.
Oggi sui social, su Facebook e ringrazio,per la pubblicazione il mio amico Rosci, viene sventolato un articolo de Il Centro del 2012.
Dodo minacciava di uscire dalla Giunta Brucchi con il suo UDC, se non ci fossero stati i dovuti cambiamenti.
Anche in quel frangente scese in campo Tancredi per risolvere la questione nel solito tavolo politico.
Mai tante riunioni per aiutare i disabili o evitare molte casseintegrazioni.
Dopo cena e dopo pranzo, dopo colazione e dopo merenda, per un caffè o per un tea.
Tutto trovò una soluzione attraverso incarichi e doppi incarichi.
Questa volta abbiamo la mappa chiara.
Questa volta abbiamo solo il tempo di aspettare.
Il bilancio non potrà cambiare.
Se i senza voce e i senza senso, Covelli e De Paulis, voteranno a seguito dei dettami della coppia più assortita al mondo Dodo e il demiurgo Di Pietro, un bilancio senza cura e onore, senza cultura, verranno ricordati per quello che hanno dimostrato di valere.
Se Fracassa, commissariato da Paolo Gatti, il vice Quintiliani è stato nominato Maurizio Salvi, dovesse votare un bilancio in cui nessuna delle sue proposte è stata accettata, verrà ricordato come Covelli e De Paulis.
Nella vita, gli uomini si giudicano anche dai padroni e dalla capacità di essere sempre se stessi o dal silenzio educato.
Dodo non è mai cambiato come la politica teramana.
Come gli elettori teramani.
Per questo Teramo sta morendo.
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