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Noterelle massoniche 29: Una commemorazione e un decennale per la massoneria abruzzese.

di Elso Simone Serpentini
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Sull’ultimo numero della rivista “Erasmus”, (n. 9-10, luglio 2015) della massoneria del Grande Oriente d’Italia, è stato pubblicato un ampio servizio sulla commemorazione di uno dei più grandi esponenti della massoneria abruzzese, Alfredo Diomede, scomparso nel 1997 a 73 anni, dopo essere stato a lungo ai vertici dell’Istituzione. La celebrazione è avvenuta il 4 luglio 2015 nel Castello Medievale di Salle e ha coinciso con i festeggiamenti per il decennale della loggia pescarese (1250) intitolata proprio allo stesso Diomede. Vi hanno preso parte più di 100 “fratelli” arrivati da tutt’Italia. Non mancavano quelli teramani, anche per testimoniare la propria riconoscenza a chi, subito dopo la guerra, quando a Teramo non era stata ancora ricostituita una loggia, accolse in quella pescarese, la gloriosa “Aternum”, i muratori già impegnati a rimettere in piedi la loggia “Delfico”. Molti dei tanti che Diomede ospitò per diversi anni a Pescara sono passati all’Oriente Eterno, ma il ricordo di quella ospitalità e degli aiuti ricevuti non è mai venuto meno. A Diomede si deve la rinascita della massoneria abruzzese nel 1944 con la rielevazione delle colonne della “Progresso” di Chieti e nel 1945  di quelle pescaresi della “Manthonè”. Allo stesso Diomede si deve il fortunato percorso massonico che portò con la “Aternum” a fronteggiare un difficile periodo quale quello tra il 1959 e il 1962 e poi a far rifiorire le altre logge, fra le quali quella teramana.

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Gentile Prof. Mi vorrà scusate se uso un nome di fantasia ma come potrà capire, l'ambiente da "caccia alle streghe" che ha saputo sapientemente creare non permette un'esposizione personale. Le voglio raccontare una storia, che penso conoscerà: C'è stato un tempo nel quale tutto girava intorno alla terra, e questa era "la verità" sacra e indiscutibile. Qualcuno ha voluto prima di Galilei opporsi a questa verità, opponendosi alla determinazione di "finito", esaltando il concetto di infinito, di infiniti mondi e sistemi di stelle, e non si è mai chinato ad una verità che non riconosceva come propria. Per questo un 17 febbraio ha terminato la propria vita terrena nelle fiamme di un rogo e con una mordacchia al fine di non poter più bestemmiare, ciòe urlare ancora quelle verità così eretiche... Ebbene Professore, Le chiedo: alcuni o tanti dei suoi lettori ed a tratti anche lei non dimostrate lo stesso criterio oscurantista di ignoranza verso un qualcosa che non si conosce e di cui si ha paura, fastidio o rigetto? In tanti, troppi degli scritti dei suoi rispettabili lettori si leggono frasi ed idee sulla massoneria che sono semplicemente errate, ma non certo criticabili perché errate, ma solo perché ignorando la verità criicano ciò che non conoscono. Se sapessero, forse avrebbero una visione diversa. Cari saluti ed Un saluto di vera stima.
Gentile Professore, mi voglio scusare di non averla prima ringraziata per la pubblicazione del presente articolo, dimostrando un'autentica, ed imparziale attività di giornalismo di pubblico servizio, scevro dal pregiudizio che spesso accompagna gli scritti in merito alla massoneria. Un saluto di Vera Stima.
A Giuseppe, che ringrazio, innanzitutto, per la cortesia e l'eleganza del suo intervento. Nego di praticare o di consigliare la caccia alle streghe, così come qualsiasi caccia al massone. Rendo io per primo omaggio alla vittima (Giordano Bruno) che "un" 17 febbraio (del 1600) perse la vita a Campo di Fiori, a Roma, bruciato su un rogo dall'oscurantisno clericale. Rendo omaggio a Galilei che fu umiliato e torurato dallo stesso oscurantismo. Nego di avere simpatia per qualsiasi forma di oscurantismo, che ho sempre combattuto. Rispondo solo per me, ovviamente, non per i miei lettori o per i commentatori di questa rubrica. Dirò di più: non ho niente nemmeno contro la visione "iniziatica" del mondo, e riconosco i meriti di quella massoneria illuminata che si è battuta, nei vari tempi, propro contro l'oscurantismo. Nego, però, anche, di criticare ciò che non conosco. Perché "conosco" la massoneria, non dall'interno dell'itsituzione, ma dall'esterno, per averla studiata nelle sue manifestazioni e iniziative storiche. Ne riconosco i meriti, lo ripeto, ma ne riconosco anche, non accettandoli, i demeriti, i più importanti dei quali sono correlati al concetto di "mutuo soccorso", degenerato nel corso de tempo, e alla tendenza all'associazionismo segreto. Non condivido e non accetto che in un sistema democratico esistano associazioni segrete, giustificate solo quando necessitano (e a volte necessitano) iniziaive finalizzate alla cospirazione. Non condivido la degenerazione del concetto di "mutuo soccorso", che ha portato la massoneria ad una facilitazione delle carriere nelle università, nella magistratura, nella sanità, negli assetti dirigenziali di enti pubblici, agli affiliati e ai fratelli, al di là dei meriti indiivuali. Ritengo che i i massoni in buona fede dovrebbero essere i primi ad impegnarsi nel cacciare dai tempi e dalle logge i profittatori, i carrieristi, gli affaristi. E' accaduto spesso che la massoneria abbia fatto pulizia al proprio interno. Dovrebbe farlo sempre più spesso. Tu scrivi: "Se sapessero, forse avrebbero una visione diversa". Rispondo: "Io so" e la mia visione è quella che ho sempre esposto, chiaramente, nei miei scritti. Sempre in nuona fede.
Gentile Professore, non vorrei approfittare dello spazio offertomi rischiando un monologo, ma mi preme fare delle considerazioni sulle sue parole. Dalle sue parole la conferma della persona di cultura che stimavo lei fosse, ed al tempo stesso la coerenza che la distingue. Lei dice di conoscere la massoneria avendone studiate le "sue manifestazioni e iniziative storiche", mi permetta di contraddirla dicendole che sarebbe come dire che conosce bene la vetta del Gran Sasso essendogli atterrato sopra con un elicottero. La Massoneria è un'esperienza di vita, di profonda conoscenza dei simboli e della storia, è un percorso di formazione e di profonda conoscenza iniziatica, un percorso di profondo affiancamento. Lei mi potrebbe insegnare che esistono mele marce nella magistratura, nella politica come nelle istituzioni ed anche di sovente nel giornalismo; allo stesso modo esistono persone che "bussano" alle porte del Tempio con la speranza nella "svolta" di vita. Ebbene, le garantisco che questa non è reale, e che questi vengono prontamente avviati ad altri lidi. Le garantisco che le Logge e tutti i loro aderenti sono "i primi ad impegnarsi nel cacciare dai Tempi e dalle Logge i profittatori, i carrieristi, gli affaristi." che anzi sono i primi a non entrarvi. E come ha giustamente affermato "E' accaduto spesso che la massoneria abbia fatto pulizia al proprio interno" dimostrando evidentemente una rettezza indiscutibile, una determinazione assoluta nell'ottenimento dei fini che sono quelli della crescita spirituale e culturale. Lei Professore afferma: "Io so" e la mia visione è quella che ho sempre esposto, chiaramente, nei miei scritti. " Mi permetta di dirle che Lei pensa di sapere pensando di conoscere, ma il conoscere limitandosi alla superficie limita la sua conoscenza, non permettendole ( e mi permetta, non consentendole) di fare oneste ed accurate valutazioni. Io mai mi permetterei di operare un malato avendo letto perfettamente i manuali di anatomia. Non prenda questa mia come una critica, anche perchè Lei merita un plauso per la sua reale coerenza e per la sua oggettiva buona fede, ma non può negare che il suo atteggiamento influenza i suo stimati lettori, molti dei quali non si pongono il problema di informasi e si limitano a conoscere solo ciò che leggono. La ringrazio ancora per lo spazio, un caro saluto, di Vera stima.
Anche se non sono un'esperto della massoneria, ho seguito le vicende giudiziarie della loggia massonica Propaganda 2 (P2), tanto potente che nella commissione parlamentare che si occupava del sequestro e l'uccisione di Aldo Moro, ben 6 componenti su 11 erano iscritti alla loggia di Licio Gelli. Generali, cardinali, politici, Berlusconi, Verdini e tanti altri, affaristi e poteri forti dediti al mutuo soccorso. In tanti efferati avvenimenti che si sono succeduti in Italia negli ultimi decenni è spuntata l'ombra della massoneria. Leggo con interesse su questo blog il prof. Serpentini che ringrazio per i suoi scritti. Immagino che non tutte le logge hanno lo scopo di cospirare contro la democrazia, ma quasi tutte sembrano occuparsi anche di politica e delle pubbliche amministrazioni. In tempi dove non sono più ammissibili i segreti di stato, gli affari segreti di gruppi misteriosi diventano una pericolosa contraddizione. Signor Giuseppe, per avere una visione forse diversa della massoneria dovrei conoscere, come lei giustamente afferma, quello che la massoneria tiene segreto. C'è un altro modo o basta la parola?
Gentilissimo Antonio, apprezzo la sua onesta intellettuale quando afferma che non è un esperto della Massoneria. Mi permetta di farle conoscere la "Loggia Propaganda 2", la quale è stata fondata addirittura alla fine del 1800. Nel periodo buio del governo fascista, nel 1925 venne promulgata una legge per la "Regolamentazione dell'attività delle associazioni e l'appartenenza alle medesime del personale dipendente dallo Stato"; essa di fatto scioglieva ogni associazionismo ed ha costretto gli allora Maestri allo scioglimento di ogni Loggia compresa la Loggia Propaganda. Anni nei quali la libertà di parola, espressione e culto erano fortemente ridotti, per essere poi assolutamente esclusi. In quegli anni grandi patrioti, tra i quali grandi Maestri, di tutte le Nazioni e di tutti i continenti si batterono perchè i diritti fondamentali fossero per TUTTI garantiti. (Le voglio ricordare che non solo l'essere Massoni era vietato, ma anche essere zingari, omosessuali o ebrei, e a tal riguardo per dimostrarle l'assoluta parità nelle logge la invito a leggere "La mia Loggia Madre" di Kipling) Veniamo ad anni ancora oscuri: siamo negli "Anni di piombo", anni dei quali nessuno può dire di non esserne esperto, perché DOBBIAMO noi, alle nostre generazioni future, l'obbligo della memoria. In quegli anni di cambiamento, tutto era nebuloso, e tutto purtroppo era possibile. Ecco a noi, si presenta un toscano fascista ed antifascista insieme, con amicizie influentissime addirittura in Argentina. Innegabilmente Gelli si mise in mostra nella Massoneria italiana, annettendo ad essa personaggi illustrissimi, ed altri molto controversi. Nel finire del 1974, molto prima della spaventosa vicenda "Moro", la loggia P2 veniva definitivamente sciolta poichè nei fatti non più controllabile (le risparmio la noia dei tecnicismi delle "Iniziazioni ad orecchio"). Per giochi di potere deprecabili venne nei fatti rifondata per poi essere definitivamente sospesa nel '77. L'opera "indegna" del Gelli non terminò lì e continuò in modo sommerso fino al 1981 quando venne definitivamente espulso dal consesso Massonico. Gelli non era un Massone, ma un mero faccendiere, con la capacità innegabile (come tanti non Massoni) di riuscire a raccogliere intorno a se una network di relazioni ed "amicizie", alcune discutibilissime, non solo nel mondo della Massoneria. Si è dimostrato storicamente che Gelli usò la Massoneria a proprio scopo, ne violentò gli ideali per conseguire l'interesse privato e privatistico di pochi... Ebbene, questa non è la Massoneria. Sig. Antonio, lei dice "...per avere una visione forse diversa della massoneria dovrei conoscere, come lei giustamente afferma, quello che la massoneria tiene segreto. C'è un altro modo o basta la parola?" Non basta leggere? Non basta informarsi? La invito a leggere i numerosi testi disponibili o anche semplicemente a guardarsi intorno senza spirito di contrasto e chiedersi: ma si deve per forza essere Massoni per delinquere? Si deve per forza essere Massoni per diventare assessori regionali alla cultura? Forse Antonio anche lei potrebbe essere un Assessore Regionale senza scrupoli, e quindi le chiedo: ha forse giurato fedeltà ad una Loggia? (mi scusi l'associazione a così bassa feccia sociale come gli assessori regionali corrotti, era solo una metafora). Per terminare: Antonio, cosa c'è che non sa o che non potrebbe sapere, volendosene informare? (in modo approfondito e scevro da "parti"). Un caro saluto.
Ovviamente non bisogna essere massoni per delinquere, come non bisogna appartenere alla criminalità organizzata per assumere comportamenti e metodi mafiosi. Baipasso la storia più o meno remota della massoneria perchè, come ha sottolineato lo stesso prof. Serpentini, per contrastare i regimi autoritari e dittatoriali non era e non sarebbe possibile agire alla luce del sole. Altro discorso è la funzione della massoneria in una società almeno formalmente democratica, dove è possibile associarsi per qualsiasi scopo, ma non per delinquere o per cospirare contro la stessa democrazia. Licio Gelli era certamente un faccendiere senza scrupoli, ma non si sarà autoproclamato da solo "Gran Maestro". Sarà stato scelto da altri autorevoli "fratelli" faccendieri e non mi pare che i tanti nomi altolocati aderenti fossero degli sprovveduti. Il fatto che la P2 sia stata ufficialmente "sospesa" nel 77, non significa che il suo losco piano chiamato "rinascita nazionale" non sia stato portato avanti sotto altre sigle (P2, P3, P4, ecc.) Lei afferma che per conoscere la massoneria basterebbe leggere. Dove avrei potuto apprendere che la P2 era un'associazione criminale prima che fosse scoperta? Se gli obiettivi di una massoneria non sono indicibili, perchè non sono trasparenti e accessibili a chiunque voglia conoscerli? E soprattutto, se i massoni non avessero nulla da temere, perchè si nasconderebbero? Perchè un massone non dovrebbe dichiararsi tale quando si propone per amministrare un pubblico interesse? Come cittadino non ho il diritto di sapere se il tizio massone eletto sindaco, o presidente o assessore, pratica il "mutuo soccorso" a vantaggio esclusivo dei suoi "fratelli"? I suoi educati e pacati interventi signor Giuseppe, mi convincono sulla diversità delle varie massonerie e dei singoli associati, ma resto decisamente contrario alle forme segrete di associazionismo, in particolare quando coltivano ambizioni politiche o carriere nelle pubbliche amministrazioni.