Sapete chi è stato Giuseppe "Peppino" Adamoli?
Non parlo della storia politica della sinistra teramana, del consigliere del Partito Comunista, del funzionario Tercas, del sindacalista, del nipote di un partigiano come Gelasio Adamoli, parlo di altro, di ciò che non si conosce, di quelle sfumature che insegnano la vita.
Peppino era per mio padre, gli amici della mia famiglia, per molti teramani, la certezza di non essere soli.
La questione morale di Berlinguer era la traduzione per ogni problema.
La forza di Pertini , il segno dei valori che si ripetono all'infinito.
"La corruzione è una nemica della Repubblica. E i corrotti devono essere colpiti senza nessuna attenuante, senza nessuna pietà. E dare la solidarietà, per ragioni di amicizia o di partito, significa diventare complici di questi corrotti.”
Ero piccolo.
Mi nascondevo e ascoltavo i discorsi degli adulti.
Peppino era sempre chiaro, forte, risoluto, con una fede incrollabile verso il prossimo.
Il suo essere coerente rappresentava la certezza dei valori famigliari.
Pensava al bene della politica come al bene della propria casa.
Ecco la differenza.
L'interesse per la cosa pubblica era dominato dal disinteresse per l'affare privato.
Temi con cui nutrire l'educazione.
Altri politici, altri tempi, per un grande uomo.
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