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Tutto normale: Una classe sciopera perchè non ha i banchi...

di Giancarlo Falconi
1 minuto

L'Istituto Delfico di Teramo.
Una classe del quinto anno, la prossima maturità, non ha fatto lezione per mancanza di banchi.
Un giorno di protesta.
Venti giorni dall'inizio delle lezioni e si vedono in aula, queste enormi cattedre e banchetti uniti a sbalzo, per un senso di precario e di mancanza, che fa perdere ogni credenza civile, ogni  autorità alle dichiarazioni ministeriali sulla Buona Scuola del Premier Renzi.
La Dirigente scolastica attenderà fino a mercoledi altrimenti si recherà in Provincia, dal Presidente Di Sabatino, per un'altra formale protesta e forse, potrebbe portare anche gli alunni.
Una lezione sull'importanza di studiare, di prepararsi, di andare a scuola.
A patto che ci sia una scuola dove andare.
Benvenuti a Teramo.
Città debanchilearizzata.

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Commenti

Niente più classi pollaio tutti seduti a terra, la coerenza di Renzi si può valutare di già.
Domani mattina, come disposto dall’ente e come già comunicato ufficialmente alla scuola da giorni, saranno consegnati al Delfico gli arredi necessari. Ma la notizia pubblicata mi offre l’occasione per spiegare cosa è avvenuto, che non è certo ascrivibile ad una disattenzione dell’amministrazione. Tutt’altro. Da quando ci siamo insediati stiamo cercando di condurre l’ente verso una corretta gestione dei beni, mobili e immobili. Una gestione che deve tener conto del fatto che utilizziamo risorse pubbliche e che queste vanno considerate con saggezza e oculatezza. Quando ci siamo insediati non abbiamo trovato una contabilità analitica da parte della Provincia dei beni mobili in dotazione agli Istituti Scolastici Superiori così come richiesto dalla legge. Nell’attuale congiuntura economica che impone una spending review per tutte le Pubbliche Amministrazioni (Enti Locali, Scuole, Ospedali, Tribunali, Prefetture, etc.) si rende assolutamente necessario, prima di assumere qualsiasi decisione di spesa, valutare in via preliminare qualsiasi altra soluzione che non preveda costi. Tale ricognizione è molto importante poiché consente di verificare se vi sono Istituti dove i banchi rimangono inutilizzati nei magazzini – per esempio per un calo di iscrizioni – e dove, invece, si presentano nuove esigenze. In questo modo, prima di acquistare arredi nuovi si possono trasferire ad altri istituti quelli inutilizzati. Siamo partiti,quindi, dalla individuazione di tutti gli arredi e abbiamo previsto il recupero delle suppellettili scolastiche usurate anche attraverso l’istituzione di una falegnameria interna all’ente prevendendo un cronogramma di consegna. La ricognizione è stata avviata con la nota del 16 giugno e con sollecito in data 23 giugno da parte di questa Presidenza. Ogni cambiamento comporta qualche piccolo assestamento e a volte questo determina dei ritardi; mi dispiace se ne hanno fatto le spese i ragazzi ma sono certo che il principio di fondo sarà condiviso anche da loro. Renzo Di Sabatino, presidente della Provincia di Teramo
Spending rewiev per Enti Locali, Scuole, Ospedali, Tribunali, Prefetture, etc.... Per regalare miliardi agli imprenditori che modificano i contratti di lavoro da precari di nome a precari di fatto, grazie alla possibilità di licenziare in ogni momento senza giusta causa. Per compensare le mancate entrate del fisco, dovute soprattutto a una politica tollerante verso i grandi evasori e silenziosa sulla corruzione e sull'economia criminale. Con l'Imu cancellata anche ai proprietari di ville e castelli quanti banchi e quante sedie per gli studenti? Perfino l'Europa dei banchieri sconsiglia Renzi dal continuare a regalare soldi a chi ne ha molti e anche troppi. Berlusconi è fortunatamente quasi passato, ma il suo figlioccio è ancora peggio. E se penso che "l'alternativa" oggi è Salvini o Grillo che gli somiglia... andrò a dormire per sognare qualcosa di diverso.
Chiudere le province, eliminare tutti quei costi inutile per la maggioranza della collettività. Come mai nel privato si può licenziare mentre nel pubblico no? Che il socialismo italiano vi sia da guida
OPA, OPA, OPA... l'anestetizzazione fatta dai governi degli ultimi 50 anni sta facendo, pienamente, i suoi effetti in questo periodo. Dagli contro il pubblico, viva il privato... poi ti tagliano gli esami non a pagamento, e devi rivolgerti ai privati, che ti fanno pagare un botto; ma tanto medici e infermieri della sanità pubblica sono fannulloni... e vai di tagli... poi ti massacrano la scuola pubblica, e quindi ti constringono a mandare tuo figlio in un istituto privato, o meglio ancora in una università privata; ma tanto tu hai i soldi, e fanculo a chi non se lo può permettere... poi ti privatizzano la gestione dell'acqua, che ti costa più dello champagne, ma tu bevi solo prosecco, ecchisenfrega... Certo, nel pubblico (ma anche nel privato, dai retta a me), ci sono inefficienze, e c'è chi non fa una mazza (solitamente protetto da quei politici che vogliono "facilitare" la burocrazia), ma il privato ha come scopo primario il fare profitto (giustamente), mentre il pubblico dovrebbe avere come scopo primario il bene pubblico... ora, se massacro il settore pubblico, in modo che non funzioni, per favorire il privato, che guadagna il giusto e anche l'ingiusto, sulle spalle dei cittadini, mi dici OPA cosa ci guadagnano gli italiani? A proposito, i dipendenti, pubblici e privati, pagano le tasse, volenti o nolenti... i tanti professionisti, commercianti, artigiani, ecc., ecc., fanno altrettanto? No, perchè, per far funzionare la macchina pubblica, per il bene di tutti, servono soldi, e questi si prendono dalle tasse...
Presidente Di Sabatino... Perché non spiega il contenuto del protocollo d'intesa che ha firmato con D'Alfonso all'insaputa di tutti i dipendenti della Provincia di Teramo ? Sig. Falconi, le rinnovo l'invito di occuparsi del caso dei dipendenti della Provincia di Teramo, x l'ennesima volta. Graxie

 Sono sempre pronto.

falconigiancarlo@gmail.com

La recente rivoluzione costitutiva ed inerente le competenze delle Provincie, è stata – si sa – esclusivamente un’operazione voluta da Renzi per dimostrare non tanto ai suoi avversari politici (la maggior parte di essi, d’altronde, “conniventi” con questa e con ulteriori sue scelte) quanto alla gente comune la sua capacità di portare a compimento certe promesse senza guardare in faccia a nessuno, nonché per fornire il “segnale” che altri “progetti” parimenti da lui preannunciati (tipo quello inerente la riforma del Senato, che nella sostanza porterà all’abolizione dello stesso) volenti o nolenti prima o poi si tradurranno in realtà. Così facendo il Presidente del Consiglio in carica ha confermato che della “rottamazione” non gliene frega un bel niente ma, anzi, che il suo reale interesse è quello di riproporre una rivendicazione “vecchio stampo” di strapotere. Con la differenza che rispetto i “colleghi” che l’hanno preceduto il nostro ex concorrente de “La Ruota della Fortuna” le sue rivendicazioni le attua con arroganza e presunzione, se è vero che il proprio tornaconto lo persegue attraverso determinazioni oggettivamente non proprietarie per ridare un minimo di beneficio ad una popolazione in netta sofferenza (io benefici concreti dalla riforma delle Province non ne ho percepiti), per giunta assunte senza considerare le nefaste conseguenze in termini pratici di riorganizzazioni raffazzonate alla meno peggio essendo state “ideate”, come detto, non per salvaguardare le esigenze della collettività ma con l’unico scopo di “mostrare i muscoli”. Piccola divagazione: chi non avrebbe privilegiato una seria riforma del lavoro, una soluzione per gli esodati o una normativa che garantisca un’adeguata accoglienza per le migliaia di profughi che arrivano quotidianamente in Italia? Eh… ma sto ebetino (cit. Beppe Grillo) e la sua ministra biondina preferiscono bisticciare finanche con la minoranza del loro stesso partito sulla riforma del Senato, perché “indietro non si torna” (si, ma così nemmeno “avanti si va”…). Tornando a noi, le attuali Province, parliamoci chiaro, sono scatole vuote ovvero prive di qualsivoglia rilevanza istituzional-politica (oltreché di risorse economiche dignitose), che, allora, sarebbe stato meglio far estinguere completamente evitando di tenerle in vita “sulla carta” con mansioni residuali perlopiù svolte male o quantomeno confusamente in ragione di una riforma fatta, appunto, con i piedi (assegnare le medesime incombenze – residuali ma importanti – ai Comuni proprio no, eh?). Risultato: oggi come oggi le Province sono “carrozzoni” più inutili e persino più dannosi per i cittadini di quanto lo siano eventualmente state quelle del passato. Bravo Renzi. Orbene, sulla scorta di quanto appena detto le Province così come riformate evidentemente a nient’altro servono se non: - ad ammortizzare “seccature” che altrimenti dovrebbero sorbirsi differenti vertici istituzionali (vedi la questione della mancanza dei banchi alla Delfico qui narrata); - ad eseguire operazioni in realtà imposte dai differenti vertici istituzionali di cui sopra, “esponendosi” al posto di questi ultimi (vedi protocollo d’intesa stipulato dalla Regione all’insaputa dei dipendenti della Provincia di Teramo menzionato da un commentatore). Verrebbe da chiedersi perché un politico dovrebbe accettare di fare il Presidente di un Ente come la Provincia, (ri)strutturato in modo squallidamente, inequivocabilmente propedeutico all’ottenimento soltanto di svariati (sottolineo svariati…) tornaconti altrui. Verrebbe da chiedersi, quindi, perché Di Sabatino si è accollato la responsabilità così onerosa di fare il Presidente della Provincia di Teramo, oltretutto svolgendo il suo ruolo con tale e tanto scrupolo da sentirsi in dovere di intervenire sul presente blog per specificare alcune cose in merito all’argomento trattato (ammirevolmente c’è da dire, magari tutti i politici chiamati direttamente o indirettamente in causa lo facessero). A pensar bene la risposta dovrebbe sarebbe “per sincera vocazione al perseguimento dell’interesse comune”, a pensar male potrebbe essere “perché si tratta di un “dazio da pagare” affinché in futuro possa ottenere un incarico politico meno “seccante” da un lato ma soprattutto più prestigioso dall’altro”. Io da semplice cittadino della strada propenderei, sino a prova contraria, per la prima ipotesi. Per la seconda ipotesi, certamente propenderebbe il titolare della massima “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. Chi coniò tale affermazione si chiamava Andreotti, un “rottamato” che però, se fosse in vita ed in attività, al “rottamatore” se l’infilerebbe in saccoccia mille e mille volte.
Santacruz il dramma del "riordino" (vedi chiusura senza logica) non è tanto dal punto di vista dei servizi che, prima o poi, verranno girati alle Regioni od ai Comuni e continueranno ad essere erogati; se non accadesse non pensare che a Renzi gli freghi nulla. Il dramma è dei dipendenti. Nell'intenzione iniziale del sig. Renzi e relativa Ministra c'era la fuoriuscita dal mondo del lavoro del 50% del personale (visto che bisogna ridurre del 50% la spesa degli stessi, quindi indirettamente...) tra pre-pensionamenti e licenziamenti; se si legge il decreto è ben chiaro, nessun ricollocamento? Vai a casa e basta. Il caso dell' Abruzzo è che la Regione NON ha assolutamente legiferato a riguardo, quando nella prima stesura avrebbe dovuto farlo entro marzo 2015. Il ricollocamento è forzoso ed andrebbe fatto dal Governo>Regione>Ente Provincia, quindi il singolo dipendente non può nulla. Tralascio tutto il resto delle chiacchiere, a conti fatti: Dipendenti sul territorio nazionale circa 50.000. Diciamo che "solo" il 5% (ma saranno molti di più) di questi verrà licenziato (i pre-pensionamenti sono a parte) ? Sono ben 2.500 persone che tra 3 anni andranno a fare i disoccupati. Tutto questo nel silenzio più totale di tutti, sindacati per primi. Se un privato mandasse a casa in un colpo solo 2.500 persone ? Questo è quanto.