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Interpellanza alla Camera dei deputati sulla Banca Popolare di Bari

di Giancarlo Falconi
3 minuti

Banca Popolare di Bari.
Il silenzio dei media abruzzesi
( tranne alcune eccezioni)  ci ricorda un periodo poco fortunato.
Pubblichiamo l'Interpellanza numero 2-01523 presentata dall'onorevole del Movimento Cinque Stelle, eletto nella Regione Puglia, Francesco Cariello.
Altro firmatario, l'onorevole del Movimento Cinque Stelle, Girolamo Pisano. 
Era Mercoledì 26 Ottobre.
La seduta numero 699.

"I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che: 
il decreto-legge n. 3 del 2015, convertito dalla legge n. 33 del 2015 relativo alla trasformazione delle principali banche popolari italiane in società per azioni ha creato delle distorsioni del consolidato equilibrio finanziario ed economico nazionale; 
la trasformazione in società per azioni della Banca popolare di Bari ha generato anche problemi di ordine pubblico dovuti alle dimostrazioni degli azionisti che da mesi e da anni hanno richiesto la vendita delle azioni in proprio possesso senza esito positivo. Le maggiori preoccupazioni dei risparmiatori sono legate alla progressiva riduzione del valore nominale delle azioni che potrebbe avere effetti pregiudizievoli irreparabili sulla propria situazione patrimoniale. Si sottolinea che molti dei clienti della Banca hanno investito tutti i propri risparmi negli strumenti finanziari legati al valore nominale delle azioni della Banca Popolare di Bari confidando nella solidità della stessa e nelle garanzie costituzionali disposte in materia di tutela del risparmio. Da quanto si apprende la domanda di azioni della Banca risulta essere minima ed il considerevole aumento delle offerte di negoziazioni incrementa la progressiva svalutazione delle stesse. Le difficoltà della banca implicano pregiudizi non solo per il sistema economico della regione Puglia ma altresì per la stabilità del sistema finanziario nel suo complesso. Si evidenzia che il 20 marzo 2009 è stata completata la cessione della partecipazione maggioritaria della Cassa di risparmio di Orvieto spa pari al 73,57 per cento del capitale al gruppo Banca popolare di Bari e le difficoltà finanziarie della Cassa di risparmio di Orvieto si sono progressivamente riflesse sulla consolidata stabilità patrimoniale della Banca polare di Bari. Non si comprendono le ragioni di tale acquisizione, visto che la medesima ha generato i suddetti problemi di stabilità economica e finanziaria del sistema produttivo e dei risparmiatori, prevalentemente, della regione Puglia; 
le associazioni dei risparmiatori e di tutela dei consumatori sono in procinto di avviare ogni genere di azione giudiziaria volta a far chiarezza sul caso, in particolar modo al fine di verificare se l'acquisizione di Cassa di risparmio di Orvieto sia avvenuta in assenza di conflitti di interesse e nel rispetto delle logiche di sana e prudente gestione tipiche del sistema creditizio e se le modalità di sottoscrizione e collocazione delle azioni nei confronti dei risparmiatori sia avvenuta in assenza di conflitti di interesse ed in coerenza dei profili di rischio di risparmiatori e soprattutto di famiglie e pensionati; 
in particolar modo si evidenzia che le indagini necessitano di tempo, mentre i termini previsti dalla normativa per la conversione delle banche popolari in società per azioni, ovverosia il 31 dicembre 2016, sono perentori –: 
se sia al corrente dei disagi che il termine perentorio previsto per il 31 dicembre 2016 ha creato, fino al punto di costringere il prefetto di Bari a ricevere gli azionisti che hanno dimostrato il proprio disagio in piazza; 
quali iniziative intenda proporre, per quanto di competenza, al fine di risolvere la questione, nel rispetto della tutela costituzionale del risparmio, e di rimediare ai pregiudizi generatisi per i risparmiatori; 
se reputi opportuno assumere una tempestiva iniziativa normativa volta a procrastinare il termine della conversione in società per azioni dal 31 dicembre 2016 al 31 dicembre 2017. 

 

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