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La frana che frana di Colleparco è una frana...

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Non ci sono altri termini.
D'Alfonso ha promesso i fondi e i fondi non arriveranno.
I dissesti idrogeologici possono aspettare, in fondo siamo solo in autunno; in fondo ha appena nevicato; in fondo siamo solo alle porte dell'inverno; in fondo stanno sorgendo ( lentamente) a Colleparco i nuovi marciapiedi; in fondo tutto intorno può anche franare ma almeno ci sono i nuovi marciapiedi;  in fondo a Colleparco la frana continua a franare in maniera anarchica.
D'Alfonso promette a Brucchi e Brucchi fa finta di credere, sperare e annunciare.
Nel frattempo nessuno ha avvertito la frana di attendere i contributi regionali.

Nonostante i grandi interventi strutturali del Comune di Teramo, nonostante il divieto di allargarsi e di rendere pericoloso il manto stradale, oramai al limite della percorrenza, la frana non ha ubbidito.
Non ha rispettato la fettuccia bianco rossa, quella usata anche per la serie B e con fare anti calcistico, ha inalato una serie di auto gol.
La gente intanto ha paura.
Teme.
Segnalazioni su segnalazioni.
Ognuno con il proprio metodo di valutazione.
Chi sente la differenza con il suo motorino, chi ha sistemato un segnale con il gessetto nero, chi è pronto a certificare lo spostamento di molti centimetri.
A piazza Orsini tutto tace.
In arrivo altri chilometri di fettuccia bianco rossa.
Ci sono altre frane da sistemare...chi supera il segnale, sarà arrestato.
Una volta per arrestare una frana si chiamavano  geologi, gli ingegneri, i tecnici, oggi, la polizia municipale.
La politica moderna per il resto ha firmato una serie di motivati e studiati suggerimenti.
Andate piano, fermatevi, andate a piedi, fate le scale, non mangiate grasso, non dormite con il telefonino accanto, non costruite vicino i fossati anche se a Teramo vi autorizzano, cambiate casa.
Fa tutto bene alla salute...buon inverno a tutti.

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Commenti

Ma è vero che i fondi stanziati, annunciati, promessi con conferenza stampa alla presenza del Sindaco di Teramo dal GOVERNATORE D'ALFONSO non ci sono più. Scusate ditemi che non è vero. Scusatemi ditemi che questi signori presto anzi subito torneranno a casa.
Inizialmente con il piano regolatore degli anni 70 ,redatto dall' ing Cavalli l'area in questione fu resa edificabile, a seguito di sondaggi fatti nel 1980 a spese dei soci della COOP PROGRESSO 80( di cui sono socio fondatore ) alla quale era stato assegnato un lotto , fu verificato che era zona franosa ,con sottostanti sorgenti d'acqua ( ricordo benissimo alcune parole dell'arch. U Masci nostro tecnico progettista nel rlazionarci le risultanze dei sondaggi " sul lotto insiste Nu mammellone di terra da riporto naturale con sottostanti corsi d'acqua , tecnicamente ci si può edificare ma lo si deve fare su pali che costerà il doppio di quanto preventivato" . Successivamente su richiesta e pressione delle coop interessate il Comune di Teramo ( sindaco era Valeri ) fece una variante al piano capovolgendo le destinazioni d'uso della zona di Colleparco , rendendo edificabili terreni più ad ovest (attualmente prospicienti a via Memminghen ) e definendo area verde i terreni in questione . Quando fu costruita la strada nuova di collegamento con Villa Mosca ( ne esiste una secolare più a monte molto solida ) gli uffici tecnici del Comune ben erano a conoscenza dello stato del terreno , ciò nonostante la strada fu costruita lo stesso , con il risultato che è sotto gli occhi di tutti.
Questo si chiama abusivismo legalizzato, perché in cambio di voti si è concesso di edificare anche sul fango, e ora? Non c'è più terreno a drenare e tutto scende giù! Lamentatevi prima!
INDIGNATO ( Premesso che faccio una eccezione rivolgendoti il verbo, essendo tu anonimo, ma la puntualizzazione va fatta nell'interesse di tutti ) ! Dopo la variante del 1981 in quella zona fu smesso di edificare perchè resa zona verde, c'è da dire però che i palazzoni con le cupole sottostante la strada franosa erano stati costruiti in precedenza , ( pare che ad oggi non sono a rischio frana) . In tutta la zona di Colleparco il rischio di frana è variegato , vi sono aree solidissime e altrettante franose . Il fatto è che al momento della realizzazione del piano regolatore del tempo , furono rese edificabili aree senza sondaggi preiliminari dei terreni, facendo solo dei segni con la matita sulle carte topografiche . Molte costruzioni sono state ralizzate in terreni ad altissimo rischio dimostrato da alcuni disastri di qualche anno verificatisi mentre erano in costruzione imponenti edifici . Tutta l'area dell'Uniniversità è circondata da principi di frane .
Vabbe' , non lamentiamoci, a Colleparco si stanno facendo i marciapiedi. Ho, in quasi tutta Colleparco si stanno facendo anche alcuni parcheggi, anche se a ridosso delle strade in frana. Ma non significa nulla; tanto tra qualche mese ci saranno altri lavori per sitemare i parcheggi che franeranno pure. Questa e' l'ottica della nostra Ammnistrazione che si giustifica che sono fondi FAS, FES, ecct . Che sono finalizzati, ma nelle finalizzazioni sulla richiesta di questi fondi potevano metterci il rifacimento o la realizzazione di strade , visto che quelle esistenti o non ci sono più o sono impraticabili . Ma si farà anche un piazzetta, visto che la piazza realizzata fronte chiesa forse era insufficiente a contenere la marea umana di Colleparco. Comunque anche se animati da buona volontà e da sani propositi, questo comune riesce sempre a distruggere quel poco che esiste. Infatti ha messo in ginocchio le uniche attività che insistevano a Colleparco. Con il cantiere per la nuova piazza barrato su tre lati non si può accedere alle attività ivi esistenti. Bravi !!!!!!!! Oltretutto, per la pericolosità della rete viaria in Colleparco le segnalazioni di pericolo sono veramente una chimera: qualche nastro, qualche triangolo a terra, una balaustra con scritto ....... Chiusa......, senza illuminazione, ecct. Speriamo che non succedano incidenti, perché in tal caso oltre alla beffa........! Che pena.