Il dopo è una conseguenza del prima.
Un gioco temporale e altri poteri politici.
Diaconale e Maranella non sarebbero stati Maranella e Diaconale se l'ex Governatore della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, non avesse posto un veto sull'ingombrante presenta dell'Avv. Walter Mazzitti.
Io rimango coerente e per me Diaconale e Maranella sono due supereroi moderni.
Vi ricordate la loro storia?
Ecco la sintesi di uno dei nostri tanti articoli a sfondo agiografico.
" La stipula di un atto di Fondazione, valore 50 mila euro.
Settembre 2013.
I sottoscritti erano i nostri miti di riti.
Arturo Diaconale e Marcello Maranella.
"La Fondazione Gran Sasso che tra l'altro vuole perseguire finalità di solidarietà sociale, di tutela ambientale e di valorizzazione del territorio, anche mediante la promozione di tutte le attività correlate al territorio del Parco".
In fondo ciò che fa anche il Parco ma questa è un'altra storia.
In fondo la Fondazione Gran Sasso è una brillante e legale idea, vicina al Bio Parco Laziale e capace nel futuro prossimo il recupero di aree, borghi, centri e attività relativi al territorio ricompreso nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Applausi.
Tutto ovviamente regolare.
Vi lascio con una domanda.
Chi ha compartecipato, anzi, quale ente pubblico, di cui noi siamo a conoscenza, ha compartecipato alla Fondazione sottoscritta dal duo Diaconale/Maranella?
L'Ente Parco, ovviamente, del Presidente Diaconale e dell'ex direttore Maranella.
Esattamente con 41.283 euro di cui 40mila come quota associativa e 1283 euro per acquisto mobili e attrezzature.
Mentre sogno di presentare Diaconale e Maranella della Fondazione Gran Sasso a Diaconale Maranella dell'Ente Parco, mentre la Uil del duo Di Giammartino-Matè continua a scrivere per ricevere atti e notizie sul fondo salario accessorio per gli anni 2012, 2013, 2014...mentre succede tutto...nel più assoluto silenzio...c'è un consiglio che aleggia.
Razzi ci suggerisce di farci....una Fondazione nostra.....
Fate vobis.....".
Walter Mazzitti, poteva essere riconfermato Presidente della sua creatura, di quell'ente parco preso come modello in tutto il mondo?
L'autostrada dei Parchi e altre invenzioni?
No.
Assolutamente no per un eccesso di preparazione, di contatti diplomatici, di progettualità, di competenze, di conoscenze romane, di futuro., di arheologo degli scheletri politici.
In fondo il piano lavoro della Strada Maestra, fu definito un modello universale e in quei cinque anni di epoca mazzittiana, il territorio tutelato dall'Ente Parco, vide un netto incremento delle imprese per oltre il 30%, un aumento del valore immobiliare con il recupero di molti ruderi, cresciuto in maniera esponenziale.
Lo sviluppo per un buon 20% delle strutture ricettive.
L'incremento delle presenze turistice per quasi il 13%.
Maggiori servizi per gli anziani, una nuova cultura per l'estetica del paesaggio, il miglioramento della qualità della vita, la valorizzazione delle produzioni tipiche e innovativi criteri per l'affidamento della gestione del distretto, la coltivazione burocratica del prodotto tipico diventato un punto storico geografico di riferimento culturale.
Poi, l'oro della vita.
L'acqua che diventa espressione politica del territorio.
Moneta sonante.
Punto cruciale come nuova via delle spezie.
Marco Polo e il suo milione.
La Carta dell'Acqua presentata al Congresso Mondiale dei Parchi a Durban in Sudafrica, prima ancora, nel 2006, i dieci appuntamenti inseriti nell'evento della Giornata dell'Acqua tra clima, geologia, archeologia, alimentazione, scienza, storia, arte, musica e letteratura.
Il modello brevettato di Santo Stefano di Sessanio, il Gran Sasso che chiamava il Kilimanjaro, le balene fossili e ancora, Medinet Madi come Città dei Faraoni.
Tutto il resto era poesia e fotografia con il maestro Anselmi, le immagini di Antonio Di Loreto e un gruppo di infaticabili sulla strada del Gran Sasso e di quell'ippovia che sussurrava altri scenari.
Poi arrivarono Diaconale e Maranella.
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