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Caro Gianguido: Né da rottamare, né da liberare.

di Alessio D'Egidio
3 minuti

Né da rottamare, né da liberare.

Caro Gianguido,

perdonami se in nome della nostra datata amicizia preferisco il nome al titolo di Primo Cittadino; io non ti ho votato, pur riconoscendoti qualità umane e capacità tecniche notevoli, le stesse peraltro che ho visto espresse nell’amico Giandonato, che io ti ho preferito. Vedi, per fortuna la politica è l’arte del possibile e, purtroppo, la fanta-politica è uno spazio mentale vissuto in solitudine…un sogno…Il mio era quello di vedervi affianco abbattendo gli steccati partitici ed ideologici. Una brillante “staffetta”… dei sogni ahimè! Fanta-politica, appunto.

Sono convinto, conoscendoti, che non hai una visione astratta della città e dei tuoi concittadini e che tieni a buon conto la necessità di una rigenerazione sociale ed umana, che parta anche da quanto di costruttivo è stato fatto in precedenza. Ma, caro Gianguido, non mi è piaciuto quell’ “Abbiamo liberato Teramo”. Un linguaggio forte, rievocatore di scenari passati e di dolore, una caduta di stile che -sono convinto- non ti appartiene, ma che viceversa è il timbro che specifica il dire ed il fare di qualche tuo sodale dell’ultima ora. No, Gianguido, urlare “Teramo è libera” segna una falsa partenza. La nostra storia ricorda ancora troppo bene il significato di LIBERAZIONE ed io, in questi quattordici anni, non ho visto nella nostra città un esercito di occupazione, non ho visto i cittadini teramani privati delle libertà fondamentali, non ho visto inabissarsi lo stato di diritto.

La volontà popolare, amico mio, come avviene nello spazio dell’agire politico la si riconosce sempre ed a maggior ragione nel momento della vittoria. Quindi, per quasi tre lustri, i teramani hanno avuto la libertà di scegliere un modello di azione politica ed oggi -come è giusto che sia ed accada in un sistema democratico- hanno deciso per l’alternativa.

Ti chiedo, Gianguido, di porre un freno ad una spirale che si è messa in moto e che scomoda termini impropri, che nulla hanno a che fare con la politica alta ed altra, -così come sono convinto- tu la intenda. Altrimenti rischi di dare mandato ad una lotta intestina di cui Teramo non ha bisogno, rischi di alimentare una caccia alle streghe che sa di Medioevo e non di Rinascimento… da te più volte evocato.

Permettimi un consiglio: porgi l’orecchio a quelle persone che nel tuo gruppo rivestono e -mi auguro- rivestano sempre di più ruoli apicali, come l’amico Ponziani, politico caratterizzato ma anche intellettuale puro, il cui significato delle parole e della Storia conosce bene e mai ne abuserebbe. Parimenti, tieni a mente gli errori dell’avversario perché -sì, ve ne sono stati molti- ma la politica insegna che spesso quest’ultimi non tratteggiano il solco della differenza, ma, perversamente, una rotta da seguire.

Come detto, ho votato Morra. So quanta stima tu nutra per lui, e la conduzione corretta mantenuta durante la campagna elettorale ne testimonia il vero. Ti servirà un’opposizione dura, tenace e allo stesso tempo costruttiva, così come al centro-destra la tua azione amministrativa fungerà da palestra. Permettimi di usare questo spazio, in conclusione, per mandare un messaggio ai tuoi oppositori. Bisogna ripartire da zero, senza commettere però l'errore di buttare insieme all’acqua sporca anche il bambino.

Le esperienze, quali sommatorie di errori, non vengono annullate, ostracizzate, annichilite. Devono essere presenti, stimolare, arricchire partendo proprio dagli sbagli commessi. Rinnovamento -a mio giudizio- non fa il paio con rottamazione poiché, nella dimensione politica, all’interno della pràxis e della léxis, vi sono uomini e non fredde macchine.

Buon lavoro Gianguido, buon lavoro Sindaco.  

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Commenti

Caro Prof. D'Egidio, ben tornato su questa pagina di vera libertà.
Volevo ringraziare per l'attenzione che lei rivolge alla nostra Cittò ma le assicuro non sentiremo la mnacanza di un periodo medievale, buio, dove il sindaco Brucchi ha dimenticato la cultura, la progrmmazione, lo sport, l'anima di una Città.
Teramo è stata liberata dall'arroganza e dalla mancanza di umanità di una delle peggiori onte politiche dal dopoguerra. Detto da me che ho sempre votato a destra sono fiero di aver appoggiato D'Alberto.
Era ora.

Ora sono resuscitati gli oppositori scomparsi che hanno preferito far decadere Teramo e non la sua amministrazione. Adesso c'è chi si fa bello anche di riflesso ma quanti avranno il giusto ruolo e il giusto impegno....? Buon lavoro e che possiamo vedere dei veri risultati già prima di Natale.

Una consigliatura di scritti critici , oltre 1500 km ad hoc , per rivotare lo stesso sistema che ha distrutto TERAMO sotto tutti gli aspetti , molto più del terremoto .
Bah ! Almeno sei stato onesto , ti sei palesato .

Teramo finalmente libera.
Libera dal peggior sindaco della storia della città.
Libera dal politico più votato della storia della città.
Libera da personaggi che hanno amministrato questa città come se fosse di loro proprietà.
Libera da una classe dirigente incapace di avere una visione del futuro di questa città.
Libera dal "modello Teramo" che ha prodotto i risultati che tutti vediamo.
Libera da quel partito democratico che stava per fare l'ennesimo errore politico degli ultimi 15 anni.
Gianguido sarà libero di fare le scelte che riterrà opportuno in piena libertà ed autonomia poichè smarcandosi dal pd ed abbracciando il civismo ha dato scacco matto ai vari Minosse, Mariani, D'Alfonso e Di Pasquale.
Anche Lei professore è stato libero di votare Morra e di sbagliare.
Siamo in democrazia!
Ora lasciamo lavorare il sindaco che tanto ha da fare per il bene di questa città.

Non voglio qui occuparmi della “fenomenologia del democristiano”. Prima o poi scriverò qualche cosa di più ampio, in merito. Per il momento chiedo di poteri esimere da spiegazioni molto dettagliate e di potermi limitare all’essenziale nel dire che tutta la vita politica e amministrativa di Teramo capoluogo (per la provincia l’analisi sarebbe più complessa e diversificata) è sempre rimasta nell’ambito della “democristianeria“. Teramo è democristiana, nella testa e nelle viscere, nell’amina e nel corpo, nei vizi e nelle virtù. Se non ci si serve di questa chiave di interpretazione, non si capisce nulla di quello che è avvenuto nella storia antica di questa città e di quella presente così come di quella futura. Il potere è a Teramo democristiano. Lo diceva già nel 1849, quando la Democrazia Cristiana vera e propria non c’era o non si chiamava così, Felice Orsini, quando fu delegato della Repubblica Romana nell’ascolano e ci conobbe stando al di là del Tronto. Teramo è democristiana e il potere è democristiano. Non si può essere sindaci di Teramo se non si è democristiani, o di destra o di sinistra, o di centro.
(Da un interessantissimo articolo del Prof. Elso Simone Serpentini su "I Due Punti" del 27/01/2015 che si consiglia di leggere o rileggere integralmente).
Inoltre, l'articolista sostiene che " perfino Morra, per poter fare fare l'assessore, dovette diventare (o almeno far finta di esserlo diventato) democristiano".
A questo punto sorge spontanea una domanda: che non sia il nuovo Sindaco, anche lui, democristiano?

una domanda sorge spontanea : il Prof. D'Egidio ha votato Morra ?
ma come, lui che era vicinissimo all' On. Augusto Di Stanislao ( PD-IDV ecc.) tanto è vero che per un periodo gli faceva da segretario viaggiando insieme a lui in auto blu ? ha votato Morra ed ora consiglia D'Alberto di non rottamare il modello Teramo ?
In politica succede tutto ed il contrario di tutto, tanto è vero che la gente non ci capisce più niente e non va più a votare.

Noto quanto sia inquietante dalle nostre parti l'abuso della parola "amicizia". A Teramo tutti si dichiarano in maniera molto disinvolta amici di tutti. Allo stesso tempo tutti sanno che non è così. Una ipocrisia diffusa e radicata. Amicizia come modo di dire. In due righe si legge datata amicizia e amico Giandonato. Accipicchia.... Come quando stai con una ragazza da meno di un giorno e a Teramo diventa "la sposa mi". Anche Paolo Gatti aveva 4000 fedelissimi amici. Eppure l'amicizia di molti è naufragata. Forse non era proprio amicizia in senso stretto, era solo amicizia alla teramana. Nanni Moretti diceva che le parole sono importanti ma a Teramo forse è più conosciuto Antonio Razzi, amico mio te lo dico da amico fatti i cazzi tuoi

La sua D'Egidio mi sembra dichiarazione di voto. Cosa c'entra la libertà democratica con la frase del nuovo sindaco?

Vede signor D'Egidio come è sconfortante non essere capiti? La "liberazione" è ben altra cosa, ma non tutti sono all'altezza di capirlo.

Non votare uno schieramento, e poi dispensare ugualmente buoni consigli. Il solito vizio del Grillo parlante.

Solitamente non sono portato a rispondere a chi si pone dietro uno pseudonimo...ma ospitato, come sono, in un blog ne accetto tutte le regole. Caro Tex, Sì! Augusto vedeva in me qualche capacità organizzativa...ho avuto il piacere di affiancarlo per pochi mesi. Esaltanti e formativi. Mai iscritto al Pd. Mai iscritto all'IDV. Sede di lavoro Pescara che raggiungevo comodamente con l'auto che ho amato di più...una scattante Honda Jazz 1200 75 CV. Così l'informazione è completa, Tex. Un saluto

Il brano tratto dall'articolo del Prof. Elso Simone Serpentini andava , per correttezza, virgolettato. Purtroppo il sistema dei commenti de "I Due Punti" non consente - o forse sono io che non lo so fare - di risalire all'inizio del primo capoverso per apporre le virgolette, una volta fatto il copia e incolla. Me ne scuso, pertanto, con l'autore e colgo l'occasione con la presente per chiedere cortesemente al direttore de "I Due Punti" se il problema della "risalita" - anche per rileggere il commento, prima di inviarlo - sia risolvibile.
Distinti saluti.
Domenico Crocetti

Il Prof D'egidio da La Spezia ha votato Morra
@ REMO " fatti cazzi tuoi" è provinciale e lei è un provinciale che si fa' i cazzi suoi non D'egidio che lavora a La Spezia
@ Topitti il palese D'egidio si è palesato ma lei che ha votato un sindaco che il PD non voleva ( Cavallari e' stato corteggiato fin troppo....) e un sindaco che lavora in Regione(chi e' il leader del PD in regione?) vuol dire che lei non può palesarsi.
Marroni, Cipolletti,Verna, Melarangelo rappresentano il nuovo
....A Teramo ci conosciamo tutti.....e' palese

Caro Panta Rei quindi chi non abbandona l'Abruzzo, chi non abbandona la sua città, chi non emigra è un provinciale?? In base al suo assunto sarei in buona compagnia, forse anche la sua. Ognuno vota chi gli pare. Il Prof. Alessio D'Egidio sarà tornato da La Spezia per votare Morra. Bene, ognuno occupa i suoi fine settimana ed utilizza il suo gasolio come meglio crede. Pasquale Amitrano partì da molto più lontano con una Alfasud nel 73 per raggiungere la Basilicata ed esprimere il suo diritto dovere. A me non interessa, il voto è faccenda strettamente personale. Il fatto che a Teramo tutti si conoscano è normale, Teramo è poco più o poco meno di un paese, non importa, il fatto che in qualche modo tutti siano e si definiscano amici di tutti, a volte anche a insaputa dell'altro, è preoccupante. Ricorda da lontano, molto da lontano, l'art 346 del c.p. (p. non sta per provinciale)

Caro Alessio, hai ragione. È un'esagerazione parlare di "liberazione". Tuttavia da tempo in Italia si usa un lessico iperbolico. L'Italia in epoca repubblicana è già stata "liberata": dai democristiani, dai socialisti, dai comunisti, da Berlusconi, da Prodi, da Renzi. L'Abruzzo da Salini, Pace, Del Turco, Chiodi. Si attende la liberazione da D'Alfonso. L'abbiamo più volte scampata da delinquenti, mafiosi, ladri, stupratori della democrazia. E si potrebbe continuare. Sarebbe auspicabile tornare tutti ad un linguaggio più moderato. Per primi i giornalisti. Continua a valere la metafora manzoniana. Se quelli che stanno davanti si mettono in punta di piedi, quelli dietro sono costretti a fare lo stesso, e tutti vedono "né più né meno che se fossero stati tutti con le piante in terra".

Se gli intellettuali uscissero dagli scranni, dai leggii vetusti, dalle miniere auree dei testi che hanno fatta bella questa civiltà e questa umanità, se andassero per le strade, per le campagne, se incontrassero persone, cittadini, quella società 'marginale', che non legge un libro, che non ha un libro, che ha di fronte lo smartphone e la TV, che non legge un giornale, che non ha coscienza di classe - direbbe il vecchio comunista - che vive per il sentito dire, che matura la sua visione del mondo sulle panzane passate di bocca in bocca, forse capirebbe le ragioni del termine 'liberazione'. L'espressione usata non ha nessun senso storico, non rimanda al biennio '43-'45. Non ha nulla di epico. E' solo la presa d'atto di un evento, inconsueto per Teramo, ovvero la fine - per ora - di un sistema di governo-sottogoverno che su questa umanità marginale, ignorante, inerme ha costruito il proprio potere. Se l'intellettuale avesse chiesto nei paesi un voto, avrebbe avuto una lapidaria risposta, ripetuta come un'eco mille volte , "m'ha fatte nu piacire, gne pozze dice di no". Eppure l'intellettuale ha elargito lezioni gratis, ha aiutato a compitare tesi di laurea, ha dispensato saperi e consigli - gratis - ha regalato libri, saggezza, aiuti disinteressati. Questi , però, non sono 'piaciri- favori - I favori sono i posti promessi alla TEAM, il palo della luce di fronte a casa, il camion di ghiaia, la multa cassata, la protezione contro tutti, le analisi accelerate in ospedale ecc., le list di attesa dimezzate o saltate a pie' pari.
Disse D'alberto in piazza il 12 giugno: "vorrei che Teramo diventasse da città dei favori città di diritti". Se il nuovo Sindaco sarà capace di cancellare la strategia dei favori personali, delle clientele, delle trame ignobili di piccoli e grandi ricatti , di piccole e grandi protezioni, allora il termine 'liberazione' non potrà scandalizzate nessuno, neanche i filosofi.

Se il Sindaco D'Alberto - al quale si augurano i migliori auguri di buon lavoro - fa quello che ha dichiarato il 12 giugno in piazza ("Vorrei che Teramo diventasse da città dei favori città dei diritti") - come riportato dal Prof. Befacchia - allora libererà la città dalla "democristianeria". E non sarebbe cosa da poco.