Salta al contenuto principale

32 ristoratori depositano il ricorso al Tar contro la chiusura da Dpcm...Ecco le motivazioni...

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Il ricorso al TAR, promosso da 32 ristoratori abruzzesi, è stato notificato e depositato questa mattina. Capofila del ricorso è l’associazione ARIA Food, presieduta da Valerio Di Mattia.

I ricorrenti sono assistiti dall’avv. Paolo Colasante, con la consulenza a titolo gratuito del Prof. Enzo Di Salvatore.

Si tratta di un ricorso molto complesso e articolato (più di 60 pagine), che poggia su più motivi. Anzitutto si sottolinea come la Costituzione prescriva necessariamente l’intervento della legge o dell’atto avente forza di legge per le limitazioni alle libertà anche economiche, escludendo che il Governo possa delegare con decreto-legge in capo al Presidente del Consiglio dei ministri o alle Regioni l’esercizio di questo intervento. Per questa ragione si chiede al TAR di sollevare questione di legittimità costituzionale degli articoli 1, comma 1, e 2, comma 1, del decreto legge n. 19 del 2020 e dell’art. 1, commi 16-bis e seguenti, del decreto legge n. 33 del 2020 per violazione degli artt. 41, 70, 76, 77 e 138 della Costituzione. In secondo luogo, si lamenta la violazione del “contenuto essenziale” della libertà di iniziativa economica dei ristoratori e la mancata previsione di un “serio ristoro” delle perdite subite. Per questa ragione si chiede al TAR:
1) di effettuare il rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia dell’Unione europea ex art. 267 TFUE per accertare se il diritto dell’Unione europea osti a una normativa nazionale emergenziale, che comprima in modo significativo l’esercizio della libertà d’impresa da parte della categoria interessata e che contestualmente non garantisca a questa un serio ristoro equivalente o pressoché equivalente alle perdite subite;
2) di rimettere anche su questo punto alla Corte costituzionale la questione di legittimità costituzionale in relazione alla lettera v) dell’art. 1, comma 2, del decreto legge n. 19 del 2020, nella parte in cui non prevede che la sospensione delle attività sia essere accompagnata da misure di serio ristoro in favore dei ristoratori, nonché delle disposizioni che regolano la misura dei medesimi ristori, a causa della loro natura irrisoria: in entrambi i casi per violazione dell’art. 41 Cost., nonché degli artt. 4, comma 1, e 35, comma 1, della Costituzione. Infine, si lamenta: 1) l’incompetenza della Regione Abruzzo all’adozione di misure ulteriormente restrittive (e si chiede anche in questo caso che venga sollevata questione di legittimità delle norme statali che consentano la loro adozione); 2) l’eccesso di potere nella forma dello sviamento di potere e della irragionevolezza delle misure emergenziali adottate rispetto alle attività di ristorazione. Oltre a ciò, i ristoratori proporranno ricorso dinanzi al Tribunale civile (L’Aquila) per il risarcimento dei danni.

Commenta

CAPTCHA

Commenti

In punto di diritto i ricorsi presentati saranno di grande pregio e potrebbero essere in tal senso apprezzati; sotto altri profili, senza particolareggiare sulla socialità antropologica di una situazione emergenziale che colpisce tutto e tutti , non solo dal punto di vista economico , resto amareggiato dalla goffaggine intellettuale di una società che non ha ancora compreso , tra l’altro,che tutto non sarà più come prima.

Capisco i le difficoltà capisco che siamo allo stremo economico e psicologico ,ma non capisco che tutti si preoccupano di aprire però si chiudo le scuole!!! Comunque è vero bisogna riaprire ma
prima dobbiamoo imparare a rispettare le regole...... guardate quel che succede davanti ai bar per strada tutti fanno quello che vogliono. se ci comportassimo con un po'di buon senso invece di stare a protestare per qualsiasi cosa forse...... tutto questo finirà prima. Oppure un altra idea tutto aperto tutti liberi tutti in giro e..chi c'è la fa bene e chi no soccombe

Comunque il succo del contesto e CHIEDERE I DANNI ?e le attività ufficialmente aperte che lavorano quasi nulla a che santo devono rivolgersi non abbiamo ancora capito
DIPENDE DA NOI USCIRNE PRESTO CON IL NOSTRO COMPORTAMENTO PENSARE AL BENE COMUNE E NON TIRARE LA COPERTA DAL PROPIO LATO
Vorrei a questi ristoratori "se aprite e non ci sarà affluenza che accadrà? Le spese ci saranno e gli introiti?

Mah...... io questo non creto! (cfr Razzi)

Che i 32 ristoratori riusciranno a tirare lo Stato per l'orecchio, ricorrendo al TAR di Roma!
Il nostro Abruzzo rosso arancione scuro
I nostri ospedali sono in "RIANIMAZIONE"
La la nostra Gente è spaventata a morte per i contaggi dilaganti
.... per ricorrere al TAR, forse, potevano aspettare tempi migliori
D'altronde il giurista è il costituzionalista Michele Ainis, ha più volte ricordato che la Carta Costituzionale prevede anche limitazioni della libertà per esigenze di sicurezza o sanitarie e poi c'è il Parlamento sovrano, che sostiene anima e corpo il Governo Draghi!
Com'è triste Venezia
Aznavour

Certo come no.
Talmente spaventata la nostra "Gente" che sabato il corso sembrava il carnevale di Rio.

Si sappia che il ricorso al TAR non deve essere più lungo di 15 po'agone carattere 14 interlinea 1/5 e già averlo violato è motivo di inammissibilità.

Ma protestate tutti! Non solo i ristoratori! E' un anno che ci obbligano a indossare un bavaglio! A rientrare alle 22:00! Guardate che fino a ieri prendevate per culo la Korea del Nord, mo siamo messi peggio!

Aznavour, Come sei triste tu.

@ah boh, certo come no

Certo che sì.....ma la Gente è altra cosa! Quelle sono solo maschere giulive, con il cervello di cartapesta,che nevroticamente si assembrano, senza percepire che la situazione non è da ridere & scherzare!
"....il Carnevale fornisce male" (cfr Prof. Passino, liceo classico)
Com'è triste Venezia
Aznavour